Il Puc di Albenga. Interviene anche l’Associazione per la rinascita della Valle Bormida: “…E’ giunto il momento di fare scelte strategiche nuove, sia in merito agli assetti territoriali che al modello di sviluppo – ormai completamente decaduto nei fatti – capace di trascinare l’intera provincia savonese fuori dalle secche paludose dell’obsoleto vecchio modello anche nella mente di troppi politici locali”. Affarista e industrialista a tutti i costi ?
C’è ancora posto per l’immobiliare (vedi anche le centinaia e centinaia di alloggi invenduti all’asta del tribunale) su aree ‘vergini’ della fascia costiera e del primo entroterra ? Dopo la lunghissima stagione speculativa che ha in buona parte depotenziato una virtuosa e qualitativa politica turistica. E facilitato l’abbandono delle terre produttive a vocazione agricola. Alla stessa stregua di quanto accaduto con le trasformazioni alberghiere. Hanno prevalso le sirene delle seconde case peraltro modello ormai inflazionato e della politica amica, spesso trasversale e accondiscendente all’affarismo. Se i dati demografici documentano che la popolazione residente è in costante calo, se crollano le nascite, solo in parte compensate dagli stranieri, è saggio economicamente e socialmente spargere altro cemento, consumare altro suolo per abitazioni ?
Non sarebbe più utile alla comunità, al tessuto sociale, puntare al recupero e alla riqualificazione dell’esistente, come si propone, ad esempio, l’amministrazione comunale di Laigueglia con un sindaco leghista ed un vice pidiessino ? Oppure vede giusto il centro sinistra di Albenga ? Per l’amministrazione del galantuomo sindaco Antonello Tabbò, con un ‘piano urbanistico’ presentato e non approvato alle vigilia delle elezioni, rivelandosi un boomererang. Poi con Giorgio Cangiano sindaco, ora con Riccardo Tomatis avvallare un Puc, rivisto e aggiornato, che prevede ancora 210 mila mq. di nuove edificazioni, pur ridotte di un 30% (147 mila mq.), scorporando le seconde case. O serve, come sostengono l’Associazione per la rinascita della Valbormida, in sintonia con l’Oservatorio Pubblico di Albenga e WWF provinciale, cogliere l’occasione di una svolta strategica che coinvolga l’intera Liguria e il suo territorio ?
A Villanova d’Albenga l’amministrazione del ‘veterano’ (quanto a carica) sindaco Piero Balestra ha indetto un’assemblea di ‘ascolto’ e partecipazione, per l’esame del Piano Urbanistico Comunale, preludio alle possibili ‘osservazioni’ dei cittadini, degli enti ed associazioni di categoria.
Nel mese di agosto trucioli.it ha pubblicato la ‘storia presente e passata’ del Puc, ultima edizione, di Borghetto S. Spirito, capitale delle seconde case in provincia di Savona e in Liguria superata da Rapallo. Le previsioni dell’urbanista savonese arch. Pier Giorgio Castellari e le scelte politiche di potere sostengono un incremento residenziale – immobiliare per altri 1500- 2000 abitanti. Si presume per ‘case al mare’. (Vedi servizio di trucioli.it…..). Significativa, tuttavia, la soluzione di un vecchio agglomerato in centro città, quale è l’ex fabbrica Roveraro. Una scelta che altre giunte di centro destra e centro sinistra avevano sempre rinviato. E finalmente la giunta Cenepa (Forza Italia e Lega) ha deciso, assumendosi le sue responsabilità. Uno o due edifici (possibile un grattacielo), ma con una piazza da 5 mila mq. destinata alla pubblica utilità.
Ad Albenga – scorrendo gli inconfutabili dati resi noti dall’Osservatorio Pubblico e dal WWF con le puntuali e meticolose osservazioni presentate- secondo il neo sindaco Tomatis “il Puc è uno strumento destinato ad avere una vita lunga, e che quindi non può precludere completamente la possibilità di uno sviluppo”. Ma c’è sviluppo e sviluppo in una città, in una piana, a sua volta ‘capitale dell’agricoltura in Liguria’ e dei ‘centri commerciali’. E prima quanto a numero di stranieri nel ponente ligure. Tomatis spiega a Luca Rebagliati del Secolo XIX: “Abbiamo eliminato un distretto di trasformazione e ridotto notevolmente il consumo del suolo. Quel 2%, peraltro, non è riferito ai 3651 ettari di superficie comunale, ma ai 1160 di superficie agricola utilizzata, quindi stima parlando di circa 25 ettari”. E gli oltre 50 ettari destinati ai binari a monte e alla nuova stazione di Bastia che sposterebbe il baricentro della città, con tutte le conseguenze che ne derivano ?
Si tenga conto che il Puc di Borghetto non ha riproposto il vincolo (peraltro scaduto) sulle aree agricole destinate al raddoppio ed al trasferimento dei binari, con nuova stazione comprensoriale e abolizione di quelle di Loano, Ceriale, Borgio Verezzi, mentre a Pietra è prevista solo come ‘fermata’ (su viadotto ai confini con Tovo San Giacomo). Inoltre si è sempre ignorata la circostanza che nell’abitato di Borghetto e fino a Loano, esistono già i doppi binari, così pure verso Albenga. Il secondo binario riguarderebbe solo la tratta Loano e Finale Ligure. Tra le proposte (Assoutenti) studiare una soluzione con binario interrato, e l’attuale linea destinarla a ‘collegamenti’ tra le cittadine, tenendo conto che l’Aurelia è ridotta ormai a strada urbana, intasata molte ore al giorno, rendendo oltremodo difficile la percorrenza.
Ora c’è la presa di posizione dell’Associazione per la rinascita della Valle Bormida che in un suo comunicato sprona a “scelte strategiche nuove‘ e condivide le tesi, ripetiamo frutto di analisi documentale, dell’Osservatorio Pubblico e del WWF.(Vedi trucioli e documenti prodotti….).
ASSEMBLEA A VILLANOVA D’ALBENGA PER FAR CONOSCERE IL PIANO URBANISTICO COMUNALE