Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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In Liguria 11.950 casi di tumore nel 2018
Le 5 neoplasie più frequenti con 5.671 morti
Stili di vita, fumo, carni rosse, alcol, farine


Ogni giorno in Liguria vengono diagnosticati circa 32 nuovi casi di tumore. Nel 2018 sono stati stimati 11.950 nuovi casi di tumore (6.150 uomini e 5.800 donne). In aumento le patologie nelle donne, il 34% dei liguri è in eccesso di peso, il 23% è tabagista (fumatori). I cinque tumori più frequenti riguardano il colon retto, la mammella, polmone, prostata e vescica. In calo, invece, i decessi. Sono i dati ufficiali dell’assessorato alla Sanità della Liguria. Fattori di rischio di cui si parla poco sono: Stili di vita errati, elevato consumo di carni rosse ed insaccati, farine e zuccheri raffinati, sovrappeso ed attività fisica ridotta, fumo ed eccesso di alcol. Il report è stato realizzato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), dall’Associazione italiana registri tumori (Airtum) da Fondazione Aiom e Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia).

Presentato a Genova il volume sui numeri del cancro con l’intervento dell’Assessore Viale

LIGURIA: NEL 2018 STIMATE 11.950 NUOVE DIAGNOSI DI TUMORE

AUMENTANO I CASI NELLE DONNE, IL 34% DEI CITTADINI IN ECCESSO DI PESO

Il fumo è il principale fattore di rischio: il 23% delle liguri è tabagista. I cinque tumori più frequenti sono quelli del colon-retto (1.750), mammella (1.650), polmone (1.350), prostata (950) e vescica (900). In calo i decessi. L’Ospedale San Martino centro di riferimento nella riorganizzazione della sanità territoriale 

Genova, 17 gennaio 2019 – In Liguria nel 2018 sono stati stimati 11.950 nuovi casi di tumore (6.150 uomini e 5.800 donne). I numeri complessivi confermano quelli del 2017, si registrano però una diminuzione delle diagnosi fra gli uomini (erano 6.200 nel 2017) e un incremento fra le donne (5.750 nel 2017). Nella popolazione generale, i cinque tumori più frequenti sono quelli del colon-retto (1.750), mammella (1.650), polmone (1.350), prostata (950) e vescica (900). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari al 61% fra le donne e al 51% fra gli uomini, in accordo con l’età media della popolazione pari a 48,6 anni, la più alta in Italia (che presenta un valore medio di 45,2 anni). Diminuiscono le morti per cancro, grazie anche ai programmi di screening e a terapie sempre più efficaci: in Liguria nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) sono stati 5.671 i decessi attribuibili a tumori maligni (3.086 uomini e 2.585 donne), erano 5.886 nel 2014. È la fotografia dei tumori in tempo reale raccolta nel volume “I numeri del cancro in Italia 2018”, realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), da Fondazione AIOM e PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), e presentato oggi all’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova con l’intervento di Sonia Viale, Vicepresidente e assessore alla Sanità, Politiche sociali e Sicurezza della Regione Liguria.

“Ogni giorno in Liguria vengono diagnosticati circa 32 nuovi casi di tumore – spiega la prof.ssa Lucia Del Mastro, membro del Direttivo Nazionale AIOM e Responsabile della Breast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova -. Anche a livello nazionale si osserva un incremento delle diagnosi fra le donne, dovuto alla sempre maggiore diffusione dell’abitudine al fumo di sigaretta nella popolazione femminile. Il 23% delle liguri è tabagista. I dati contenuti nel libro permettono di impostare programmi efficaci di prevenzione: si deve fare di più per ridurre l’impatto di questa malattia perché oltre il 40% delle diagnosi, cioè più di 4.780 casi nella Regione ogni anno, è evitabile seguendo uno stile di vita sano (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta). È scientificamente provato che il cancro è la patologia cronica che risente più fortemente delle misure di prevenzione”.

“In Liguria grazie anche ai programmi di screening e all’efficacia delle terapie – afferma la vicepresidente e assessore alla Sanità della Regione Sonia Viale – diminuiscono le morti provocate dai tumori, da 5.886 nel 2014 a 5.671 nel 2015. In questo senso ritengo che gli operatori sanitari debbano sempre più assumere consapevolezza dell’importanza del loro ruolo nell’informare i cittadini sull’importanza della prevenzione e dei corretti stili di vita, con un coinvolgimento attivo anche della medicina territoriale. Insieme ad Alisa, il lavoro che stiamo compiendo, attraverso una profonda riforma della governance del sistema, è finalizzato a garantire una presa in carico complessiva e globale delle persone, che devono essere messe al centro dei percorsi assistenziali. Questo accade già in Liguria grazie all’istituzione dei Dipartimenti Interaziendali regionali: il Diar Oncoematologico è incardinato presso l’Ospedale Policlinico San Martino così da valorizzare la vocazione dell’Irccs legata alla ricerca scientifica e rafforzare, al contempo, l’integrazione con gli altri ospedali regionali e il territorio, a garanzia di una gestione omogenea del paziente e di una migliore qualità dell’assistenza”.

“I Registri Tumori di popolazione rappresentano un importante strumento per il monitoraggio della patologia oncologica – sottolinea il dott. Paolo Contiero, consigliere nazionale AIRTUM -. Nel Nord Italia ci si ammala di più rispetto al Sud. Il tasso d’incidenza tra gli uomini è più basso del 4% al Centro e del 13% al Sud/Isole rispetto al Nord e per le donne del 6% e del 16%. Fondamentale importanza rivestono le strategie di prevenzione primaria contro l’inquinamento di atmosfera, acqua e suolo, le esposizioni professionali, il sovrappeso, l’eccessivo consumo di alcool e di carni rosse, l’abitudine al fumo e l’inattività fisica. In Liguria rilevanti i tassi di incidenza per le neoplasie del polmone e della cervice uterina per la popolazione femminile, della vescica e del colon-retto per entrambi i sessi. Si mantengono consistenti le differenze tra regioni per quanto riguarda le percentuali di sopravvivenza, che a cinque anni di distanza dalla diagnosi e per il totale dei tumori variano per la popolazione femminile dal 59% al 65% e per la popolazione maschile dal 49% al 61%”.

Nella popolazione ligure di 18-69 anni, sono molto diffuse, anche se in alcuni casi in misura inferiore rispetto alla media italiana, condizioni che rappresentano importanti fattori di rischio oncologico (Rapporto sugli stili di vita in Liguria, PASSI 2014-2017). Il 28,6% dei cittadini liguri è sedentario (33,6% Italia). Più di un adulto su tre (34%) è in eccesso ponderale: il 26% in sovrappeso (31,7% Italia) e l’8% obeso (10,7% Italia). Quasi due persone su 10 (17,8%) consumano alcol in quantità a maggior rischio per la salute (17% Italia). Inoltre, in Liguria, circa una persona su quattro (26%) in età fra 18 e 69 anni fuma, percentuale in linea con quella nazionale. Tra i tabagisti, circa uno su quattro consuma più di un pacchetto al giorno. L’esposizione al fumo passivo in ambito domestico è ancora rilevante. Il 21% dei liguri dichiara che nella propria abitazione è ammesso fumare; questa percentuale scende a un non trascurabile 12% fra coloro che vivono in case in cui sono presenti minori di 14 anni. Purtroppo è ancora scarsa l’attenzione dei clinici nei confronti di queste pericolose abitudini: solo il 24% dei liguri ha ricevuto, da parte di un operatore sanitario, il consiglio di effettuare regolarmente attività fisica, al 46% dei cittadini in sovrappeso o obesi è stato suggerito di perdere peso e solo al 47% dei tabagisti di smettere di fumare.

“Un altro aspetto rilevante, anche se troppo spesso sottovalutato, riguarda l’impatto degli stili di vita scorretti nelle persone che hanno già ricevuto una diagnosi di cancro – afferma il dott. Manlio Mencoboni, coordinatore AIOM Liguria -. In Italia, fra i cittadini con tumore, è elevata la quota di fumatori abituali (20%), l’11% fa un consumo di alcol rischioso per la salute e il 38% è sedentario. In realtà, i vantaggi del movimento sono chiari. Ad esempio, uno studio che ha coinvolto più di 1.200 pazienti con tumore del colon-retto in fase metastatica ha dimostrato che la mortalità si è ridotta del 19% e la progressione della malattia del 16% nelle persone che hanno svolto 30 minuti di attività fisica moderata al giorno”.

In Liguria, la neoplasia che ha fatto registrare il maggior numero di decessi è quella del polmone (1.072), seguita da colon-retto (680), mammella (387), prostata (239) e stomaco (235). Oltre agli stili di vita corretti, anche l’adesione agli esami agli screening è fondamentale nella lotta al cancro e nel miglioramento delle percentuali di sopravvivenza (Libro Bianco della Sanità 2016, Sistema sanitario Regione Liguria). Nella Regione, il 36,7% dei cittadini ha eseguito il test per individuare in fase precoce il tumore del colon-retto (esame del sangue occulto nelle feci) e il 64,2% delle donne ha eseguito la mammografia per la diagnosi precoce del tumore del seno. E il 24,7% delle liguri si è sottoposto allo screening cervicale (Pap test, fondamentale per la diagnosi precoce del tumore della cervice uterina).

L’assistenza oncologica nella Regione è organizzata attraverso la Rete Oncologica Ligure (ora assorbita nel Dipartimento Interaziendale Regionale, DIAR, di Oncoematologia), che comprende tutte le Strutture di Oncologia Medica, Ematologia e Radioterapia del territorio. “La Rete si fonda sui principi di qualità, integrazione, dignità, sicurezza, dialogo, solidarietà e formazione – sottolinea il prof. Paolo Pronzato, Coordinatore della Rete Oncologica Ligure e Direttore Oncologia Medica 2 dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova -. Con questa organizzazione vogliamo fornire a tutti i pazienti neoplastici un’assistenza improntata all’orientamento al malato, all’approccio a tutto campo, all’appropriatezza medico-scientifica, organizzativa ed economico-finanziaria, all’efficienza e al rispetto della persona. La presenza di diversi punti di accesso alla Rete consente al paziente di ricevere la migliore assistenza in ospedali vicini al domicilio. La Rete implica infatti l’aggregazione di centri che funzionano in base al principio della multidisciplinarietà”.

“A 40 anni dall’istituzione del Sistema Sanitario Nazionale, pubblico e universalistico, rilevare che l’età media della popolazione ligure è tra le più elevate in una nazione con un’aspettativa di vita alla nascita tra le più prolungate del pianeta è segno inequivocabile e riconosciuto di un sistema che funziona e motivo di soddisfazione per chi come me dirige uno dei più grandi ed importanti ospedali italiani – sottolinea il dott. Giovanni Ucci, Direttore Generale dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino -. Ma i tumori sono una malattia dell’età avanzata e quindi, nel nostro ruolo di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico ed Hub regionale per l’oncologia, questa notazione senz’altro positiva ci impone ancora maggior impegno nella ricerca scientifica ed epidemiologica ed attenzione alla qualità ed efficienza dei percorsi assistenziali multidisciplinari garantendo il massimo supporto al DIAR Onco-ematologico per i percorsi di rete. Collaborazione, multidisciplinarietà, ricerca e innovazione: solo in questo modo possiamo contribuire a migliorare i risultati fin qui ottenuti”.

“La qualità e l’efficacia della cura del cancro passa anche attraverso l’impegno ed il supporto alla ricerca scientifica in questo campo – afferma il prof. Antonio Uccelli, Direttore Scientifico dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino -. Il Policlinico è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, una delle 50 strutture di eccellenza del Ministero della Salute ed è attivamente impegnato nel supportare le attività di ricerca preclinica e clinica in ambito oncologico utilizzando strumentazioni e protocolli d’avanguardia e favorisce l’accesso dei cittadini liguri a farmaci innovativi attraverso sperimentazioni cliniche in collaborazione con le più importanti istituzioni nazionali ed internazionali”.

“Sono quasi 3 milioni e quattrocentomila gli italiani che vivono dopo una diagnosi di cancro – conclude la dott.ssa Stefania Gori, Presidente Nazionale AIOM e Direttore dipartimento oncologico, IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar -. è un numero importante che evidenzia il peso della patologia oncologica e lo sforzo continuo per migliorare la sopravvivenza dei pazienti non solo in termini quantitativi ma anche di qualità di vita. Oggi le due neoplasie più frequenti, quella della prostata negli uomini e della mammella nelle donne, presentano sopravvivenze a 5 anni pari a circa il 90%, con percentuali ancora più elevate quando la malattia è diagnosticata in stadio precoce. Risultati sicuramente incoraggianti, che ci spingono a impegnarci ancora di più sia sul fronte della ricerca che della prevenzione”.

I NUMERI DEL CANCRO IN LIGURIA

In Liguria nel 2018 sono stati stimati 11.950 nuovi casi (6.150 uomini e 5.800 donne). I tumori più frequenti fra gli uomini sono quelli del colon-retto (950) e della prostata (950), fra le donne quello della mammella (1.650). Nella popolazione generale i 5 tumori più frequenti sono quelli del colon-retto (1.750), mammella (1.650), polmone (1.350), prostata (950) e vescica (900).Si stima che nel 2018 in Italia siano stati diagnosticati 300 nuovi casi di tumore (194.800 uomini e 178.500 donne). Complessivamente in Italia ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore. Le 5 neoplasie più frequenti nel 2018 nella popolazione sono quelle della mammella (52.800 nuovi casi), colon-retto (51.300), polmone (41.500), prostata (35.300) e vescica (27.100).  In generale in Italia, nel periodo 2003-2018, si conferma una diminuzione di incidenza per tutti i tumori nel sesso maschile (-1,1% per anno), legata principalmente alla riduzione dei tumori del polmone e della prostata, e un andamento sostanzialmente stabile per i tumori femminili.
Mortalità: In Liguria nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) sono stati 5.671 i decessi attribuibili a tumori maligni (3.086 uomini e 2.585 donne).
Nella Regione la neoplasia che ha fatto registrare il maggior numero di decessi è quella del polmone (1.072), seguita da colon-retto (680), mammella (387), prostata (239) e stomaco (235).
Nel 2015 in Italia sono stati 178.232 i decessi attribuibili a tumore (99.050 uomini e 79.182 donne), tra i circa 600.000 decessi verificatisi in quell’anno. Si può affermare che, mediamente, ogni giorno oltre 485 persone muoiono in Italia a causa di una neoplasia. Il tumore che ha fatto registrare nel 2015 il maggior numero di decessi è quello al polmone (33.836), seguito da colon-retto (18.935), mammella (12.381), pancreas (11.463) e fegato (9.675). Per la totalità dei tumori, si osservano valori inferiori di circa il 5-10% sia al Centro sia al Sud/Isole, più marcati tra le donne, rispetto al Nord.
Sopravvivenza:In Liguria la sopravvivenza a 5 anni raggiunge il 61% fra le donne e il 51% fra gli uomini. I cinque tumori che fanno registrare nella Regione le percentuali più alte di sopravvivenza sono quelli del testicolo (97%), tiroide (93%), prostata (90%), melanoma (88%) e mammella (87%).
Complessivamente in Italia la sopravvivenza a 5 anni nelle donne raggiunge il 63%, migliore rispetto a quella degli uomini (54%), in gran parte determinata dal tumore della mammella, la neoplasia più frequente fra le italiane, caratterizzata da una buona prognosi. I cinque tumori che fanno registrare in Italia le percentuali più alte di sopravvivenza sono quelli della tiroide (93%), prostata (91%), testicolo (91%), mammella (87%) e melanoma (87%).
Al Nord si registrano valori più elevati di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi rispetto alle Regioni del Sud. In particolare nelle prime tre posizioni si collocano Emilia-Romagna, Toscana (56% uomini e 65% donne in entrambe le Regioni) e Veneto (55% e 64%). In coda invece il Sud, con Sicilia (52% uomini e 60% donne), Sardegna (49% e 60%) e Campania (50% e 59%). Al Nord si registrano tassi migliori sia per il totale dei tumori nei due sessi che per le neoplasie oggetto di programmi di screening organizzato (mammella femminile, colon-retto e cervice uterina).
Prevalenza: Per il 2018 si prevede che le persone in Italia con una diagnosi di tumore da oltre 5 anni, che rappresentano il 60% del totale dei pazienti prevalenti e il 2,7% della popolazione italiana, saranno circa due milioni.
Vengono definite già guarite le persone con una pregressa diagnosi di tumore che hanno un’attesa di vita, misurata attraverso modelli statistici, paragonabile a quella delle persone non affette da tumore; in Italia nel 2010 erano 704.648, pari al 27% di tutti i prevalenti e all’1,2% degli italiani, e, nel 2018, 909.514, l’1,5% degli italiani.
In Liguria nel 2018 sono stati stimati 900 nuovi casi di tumore della vescica (700 uomini e 200 donne).
Fumo di sigaretta: è senza dubbio il più rilevante fattore di rischio. È attribuibile al fumo l’85-90% di tutti i tumori polmonari. Il rischio relativo dei fumatori rispetto ai non fumatori aumenta di circa 14 volte e aumenta ulteriormente fino a 20 volte nei forti fumatori (oltre le 20 sigarette al giorno). Importanti studi hanno anche dimostrato che la sospensione del fumo di sigaretta produce nel tempo una forte riduzione del rischio.
Fattori ambientali: l’esposizione al particolato atmosferico e all’inquinamento atmosferico è stata classificata dallo IARC (International Agency for the Research on Cancer) come cancerogena per l’uomo. Esposizioni professionali a sostanze tossiche, radon, asbesto, metalli pesanti (cromo, cadmio, arsenico, ecc.). Processi infiammatori cronici, come tubercolosi, ecc.In Liguria le donne vive dopo questa diagnosi sono 25.913 (anno 2015). In Italia vivono 800.000 donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario, pari al 43% di tutte le donne che convivono con una pregressa diagnosi di tumore e al 24% di tutti i casi prevalenti (uomini e donne).1In Liguria la sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella è dell’87%. La sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella in Italia è pari all’87%.1In Liguria nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) i decessi sono stati 387.

Si stima che, nel 2018, in Italia siano stati circa 52.800 i nuovi casi di carcinomi della mammella (52.300 donne e 500 uomini). è la neoplasia più diagnosticata nelle donne, in cui circa un tumore maligno ogni tre (29%) è un tumore mammario. Considerando le frequenze nelle varie fasce d’età, i tumori della mammella rappresentano i più frequentemente diagnosticati tra le donne nella fascia d’età 0-49 anni (41%), fra le 50-69enni (35%) e nelle over 70 (22%).Fattori riproduttivi: una lunga durata del periodo fertile, con un menarca precoce e una menopausa tardiva e quindi una più lunga esposizione dell’epitelio ghiandolare agli stimoli proliferativi degli estrogeni ovarici; la nulliparità, una prima gravidanza a termine dopo i 30 anni, il mancato allattamento al seno.
Fattori ormonali: incremento del rischio nelle donne che assumono terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa, specie se basata su estroprogestinici sintetici ad attività androgenica; aumentato rischio nelle donne che assumono contraccettivi orali.
Fattori dietetici e metabolici: l’elevato consumo di alcool e di grassi animali e il basso consumo di fibre vegetali sembrerebbero associati ad aumentato rischio di carcinoma mammario. Stanno inoltre assumendo importanza la dieta e quei comportamenti che conducono all’insorgenza di obesità in postmenopausa e alla sindrome metabolica. L’obesità è un fattore di rischio riconosciuto, probabilmente legato all’eccesso di tessuto adiposo che in postmenopausa rappresenta la principale fonte di sintesi di estrogeni circolanti, con conseguente eccessivo stimolo ormonale sulla ghiandola mammaria. Pregressa radioterapia (a livello toracico e specialmente se prima dei 30 anni d’età).
Precedenti displasie o neoplasie mammarie. Sono oltre 471.000 i pazienti con pregressa diagnosi di carcinoma del colon-retto in Italia (52% maschi), al secondo posto tra tutti i tumori e pari al 14% di tutti i pazienti oncologici.1La sopravvivenza a 5 anni in Liguria è pari al 61%.  La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari al 65% (66% per il colon e 62% per il retto), senza alcuna differenza di genere.1In Liguria nel 2018 sono stati stimati 1.750 nuovi casi di tumore del colon-retto (950 uomini e 800 donne)
In Italia sono state stimate 51.300 nuove diagnosi di tumore del colon-retto nel 2018 (28.800 uomini e 22.500 donne). Sia tra gli uomini (15% di tutti i nuovi tumori) sia tra le donne (13%) si trova al secondo posto, preceduto rispettivamente dalla prostata e dalla mammella. Lesioni precancerose (ad esempio gli adenomi con componente displastica), circa l’80% dei carcinomi del colon-retto insorge a partire da lesioni precancerose.
Stili di vita errati, elevato consumo di carni rosse ed insaccati, farine e zuccheri raffinati, sovrappeso ed attività fisica ridotta, fumo ed eccesso di alcol.

Familiarità ed ereditarietà: circa un terzo dei tumori del colon-retto presenta caratteristiche di familiarità ascrivibile a suscettibilità ereditarie: solo una parte di questo rischio familiare (2-5%) è riconducibile a sindromi in cui sono state identificate mutazioni genetiche associate ad aumento del rischio.
Altre patologie, malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa, poliposi adenomatosa familiare (FAP), sindrome di Lynch.COLON-RETTO –

I NUMERI DEI PRINCIPALI TUMORI IN LIGURIA E IN ITALIA
Fattori di rischio – Incidenza Mortalità- Sopravvivenza- Il carcinoma del colon-retto presenta complessivamente una prognosi favorevole rispetto a molti altri tumori solidi.

Prevalenza- MAMMELLA-Familiarità ed ereditarietà: anche se la maggior parte dei carcinomi mammari è costituita da forme sporadiche, il 5%-7% risulta legato a fattori ereditari, 1/4 dei quali determinati dalla mutazione di due geni, BRCA 1 e/o BRCA 2. Nelle donne portatrici di mutazioni del gene BRCA 1 il rischio di ammalarsi nel corso della vita di carcinoma mammario è pari al 65% e nelle donne con mutazioni del gene BRCA 2 pari al 40%.In Liguria i pazienti con pregressa diagnosi di carcinoma del colon-retto sono 15.375 (anno 2015)

Fattori di rischio- Incidenza. Anche nel 2015 in Italia il carcinoma mammario ha rappresentato la prima causa di morte per tumore nelle donne, con 12.274 decessi, fra gli uomini le morti sono state 107 (ISTAT).el 2018 sono stati stimati in Italia circa 27.100 nuovi casi di tumore della vescica, 21.500 tra gli uomini e 5.600 tra le donne (11% e 3% di tutti i tumori incidenti, rispettivamente).

In Liguria nel 2018 sono stati stimati 1.650 nuovi casi di carcinoma della mammella.

Mortalità Sopravvivenza Prevalenza

POLMONE Fattori di rischio Incidenza – In Liguria nel 2018 sono stati stimati 1.350 nuovi casi di tumore del polmone (850 uomini e 500 donne). Nel 2018 sono state stimate in Italia 41.500 nuove diagnosi di tumore del polmone (27.900 uomini e 13.600 donne). Rappresentano l’11% di tutte le nuove diagnosi di cancro nella popolazione generale (più in particolare, il 14% di queste nei maschi e l’8% nelle femmine). Si registra una marcata diminuzione di incidenza negli uomini (in relazione ad una altrettanto marcata riduzione dell’abitudine al fumo), pari a -1,6%/anno negli anni più recenti. A questa tendenza fa purtroppo riscontro un aumento dei nuovi casi tra le donne (+1,7%/ anno dal 2006 al 2014).

Mortalità- In Liguria i decessi per tumore del polmone nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile). sono stati 1.072 (734 uomini e 338 donne). Nel 2015 sono state registrate in Italia 33.836 morti per tumore del polmone. Rappresenta la prima causa di morte per cancro nei maschi (il 26% del totale dei decessi oncologici) e la terza causa nelle donne, dopo mammella e colon-retto (11% del totale delle morti oncologiche). Anche per la mortalità come per l’incidenza, l’analisi degli andamenti temporali conferma un decremento nei maschi (-1,9%/anno nel periodo più recente) e un costante incremento nelle femmine (+0,7%/ anno nel periodo 2003-2018). Così come per l’incidenza, anche questo dato è da porre in relazione al diverso andamento dell’abitudine al fumo nei due sessi negli ultimi due decenni.

Sopravvivenza -In Liguria la sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con tumore del polmone è del 15%.
La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con tumore del polmone in Italia è pari al 15,8%. Pur rimanendo nell’ambito di valori deludenti, presenta valori leggermente migliori tra i pazienti più giovani, passando dal 29,3% tra i 15 e i 44 anni all’8,1% tra i più anziani (75+).
Prevalenza- Il tumore del polmone rimane ancora oggi una neoplasia a prognosi particolarmente sfavorevole e pertanto poco contribuisce, in percentuale, alla composizione dei casi prevalenti. Complessivamente è stato stimato che nel 2018 vivano in Italia 104.000 persone con tumore del polmone, pari al 3% di tutti i pazienti con diagnosi di neoplasia.

PROSTATA- Fattori di rischio-L’obesità e l’elevato consumo di carne e latticini, una dieta ricca di calcio (con conseguente elevata concentrazione di IGF-1 ematico). Elevati livelli di androgeni nel sangue.
Fattori ereditari, in una minoranza di casi. 15%)
Incidenza – Nel 2018 in Liguria sono stati stimati 950 nuovi casi di tumore della prostata. Il tumore della prostata è attualmente la neoplasia più frequente tra gli uomini e rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni. Nel 2018, in Italia, sono stati stimati 35.300 nuovi casi.
Mortalità – In Liguria i decessi per carcinoma della prostata nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) sono stati 239.
Nel 2015 in Italia si sono osservati 7.196 decessi per cancro prostatico. Si tratta di una causa di morte in costante diminuzione (-1,9% per anno) da oltre un ventennio.
Sopravvivenza- In Liguria la sopravvivenza a 5 anni degli uomini con tumore della prostata è del 90%.
Prevalenza- In Liguria gli uomini vivi con questa diagnosi sono 16.042 (anno 2015).
In Italia si stima siano presenti quasi 458.000 persone con pregressa diagnosi di carcinoma prostatico, circa il 30% dei maschi con tumore e quasi il 14% di tutti i pazienti (tra maschi e femmine) presenti nel Paese.
VESCICA- Fattori di rischio- Al tabacco sono attribuiti i 2/3 del rischio complessivo nei maschi e 1/3 nelle femmine; il rischio dei fumatori di contrarre questo tumore è da 4 a 5 volte quello dei non fumatori e aumenta con la durata e l’intensità dell’esposizione al fumo. Per contro, il rischio si riduce con la cessazione del fumo, tornando dopo circa 15 anni approssimativamente quello dei non fumatori.
Circa il 25% di questi tumori è attribuibile ad esposizioni lavorative. È noto l’aumento di incidenza di carcinoma uroteliale tra gli occupati nelle industrie dei coloranti derivati dall’anilina. Evidente anche il ruolo delle amine aromatiche (benzidina, 2-naftilamina).
L’assunzione cronica di alcuni farmaci può favorire l’insorgenza di questo tumore: è noto il rischio derivante da assunzione di fenacetina, analgesico derivato dall’anilina, oggi sostituito dal paracetamolo, suo metabolita attivo e privo di tossicità renale.
Ulteriori fattori di rischio sono stati identificati nei composti arsenicali, inquinanti l’acqua potabile, classificati tra i carcinogeni di gruppo 1 dalla IARC nel 2004. Il tumore delle vie urinarie non è generalmente considerato tra le neoplasie a trasmissione familiare. È stato tuttavia documentato l’aumento del rischio di carcinomi uroteliali, specie a carico del tratto superiore (pelvi renale e uretere), in famiglie con carcinoma del colon-retto non poliposico ereditario (sindrome di Lynch).

Incidenza – In Liguria vivono 9.038 persone con diagnosi di tumore della vescica (anno 2015). In Liguria i decessi per carcinoma della vescica nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) sono stati 166 (124 uomini e 42 donne).
Nel 2015 in Italia sono stati 5.641 i decessi per tumore della vescica (4.429 uomini e 1.212 donne), pari al 5% e 2% dei decessi per tumore, rispettivamente.n Italia i pazienti con diagnosi di tumore della vescica sono 269.000 (212.000 uomini e 57.000 donne). Più del 60% dei casi prevalenti ha affrontato la diagnosi da oltre 5 anni.

Mortalità -La sopravvivenza a 5 anni nei tumori della vescica in Italia è pari al 79%.

Prevalenza- Fonti “I numeri del cancro in Italia 2018” (AIOM-AIRTUM-Fondazione AIOM-PASSI)

In Liguria i decessi per carcinoma del colon-retto sono stati 680 (347 uomini e 333 donne) nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile).Nel 2015 in Italia sono stati osservati 18.935 decessi per carcinoma del colon-retto (il 53% negli uomini), neoplasia al secondo posto nella mortalità per tumore (11% nei maschi, 12% nelle femmine), e tra il secondo e terzo posto nelle varie età della vita. Età: il rischio di ammalare di carcinoma della mammella aumenta con l’aumentare dell’età, con una probabilità di sviluppo di cancro al seno del 2,4% fino a 49 anni (1 donna su 42), del 5,5% tra 50 e 69 anni (1 donna su 18) e del 4,7% tra 70 e 84 anni (1 donna su 21). La curva di incidenza cresce esponenzialmente sino alla menopausa (intorno a 50-55 anni) e poi rallenta con un plateau dopo la menopausa, per poi riprendere a salire dopo i 60 anni


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Trucioli

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