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Liguria e Basso Piemonte

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Un tema molto taciuto. Liguria e formazione medici specialisti. L’assessore Viale replica al Pd ma il sistema è malato e ricco di storture


Martedì, 17 luglio  si svolgerà il concorso per l’ammissione alle Scuole di Specialità. Dal lontano 1993, in applicazione di una normativa vigente in tutta la Comunità Europea, per accedere ai concorsi pubblici, dapprima solo per incarichi a tempo indeterminato, poi anche per incarichi a tempo determinato, è obbligatorio possedere un Diploma di Specialità nella disciplina in cui si andrà ad operare od in una equipollente od affine (quest’ultima accettata con le debite riserve).

Roberto Borri autore dell’articolo è ingegnere e medico chirurgo

La ratio legis è abbastanza chiara anche per coloro che non sono addentro al mondo sanitario: visto che, durante il corso base volto all’ottenimento del Diploma di Laurea, si tende a spostare l’istruzione verso un bagaglio culturale e professionale sempre più orientato alla cultura biomedica generale e delle Scienze fondamentali, tralasciando, sovente, alcuni aspetti pratici, fondamentali per un Medico Chirurgo (questa la dizione ufficiale della professione), non solo se intende davvero occuparsi di un’arte come la Chirurgia, che altro non è che il lavoro manuale denominato in lingua Greca, ma anche la semeiotica, grazie alla quale, i nostri predecessori, con pochi e rudimentali mezzi, riuscivano a porre serie ipotesi diagnostiche e terapeutiche. Prima della delibera di venticinque anni fa, essendo l’accesso diretto al ruolo di Aiuto riservato a chi avesse già un Diploma di Specialità, si poteva comunque iniziare il percorso come Assistenti, ed ottenere, dopo un periodo di esercizio di una disciplina specialistica per un periodo continuativo pari o superiore alla durata del corso di specializzazione, essere equiparati a chi aveva effettivamente frequentato il corso, tenendo anche in debito conto che non esistevano i contratti di formazione e lavoro istituiti, almeno in via formale, da lungo tempo, ma, per sbarcare il lunario, i Medici Chirurghi di fresca iscrizione all’Ordine svolgevano attività di sostituzione nei confronti di altri Medici o servizio di Guardia Medica o quant’altro, oggi, grazie all’esistenza del contratto di formazione e lavoro, fortemente ridimensionato, essendo possibile, per uno specializzando, prestare servizio di Guardia Medica per non più di quattro turni al mese.

Essendo il numero di posti in Specialità fortemente limitato dalla disponibilità di risorse economiche per il finanziamento delle borse, va da sé che si forma un imbuto tra il conseguimento della laurea e l’accesso alle Scuole di Specialità, imbuto che si ritrova ad avere il collo sempre più stretto grazie al fatto che molti Medici non riescono ad entrare nella rete dell’alta formazione e ritentano la lotteria negli anni successivi, sommati a quegli allievi – in numero peraltro insufficiente per assicurare adeguato ricambio del personale prossimo alla pensione – che, nel frattempo, si sono laureati.

A tutto questo, si aggiunga che, dal 2014, il concorso per l’accesso alle Scuole di specializzazione è svolto per via informatica, con i candidati costretti a lunghe e snervanti attese, derivanti da procedure che definire farraginose è ancora un complimento, e, dallo scorso anno 2017, non si possono più indicare né preferenze di sede, né preferenze di disciplina, il che non agevola di certo la formazione di quel Medico che avrebbe desiderato specializzarsi in una disciplina potendo contare sulla sede universitaria o sull’Ospedale convenzionato il più vicino possibile al proprio domicilio, ma, grazie al meccanismo perverso, gli viene proposto o sarebbe meglio dire che gli viene propinato un corso di specializzazione in una disciplina affatto diversa, nemmeno lontana parente di quella desiderata, in una sede ad oltre mille kilometri di distanza. Inoltre, a parte il voto di laurea, non vengono nemmeno più valutati gli esami nelle materie afferenti alla disciplina, né la tesi di laurea, come si faceva prima, poiché il calderone è unico e, comunque, anche in un ambiente così aggregato, non si tiene conto né dei servizi sanitari prestati, a titolo volontario e gratuito, come a titolo oneroso, né del possesso di eventuali altri titoli di studio, né della ricchezza del curriculum. Come si può pretendere di stabilire se un Medico Chirurgo sia adatto ad essere istradato in un certo canale solo sulla base di un esame basato su domande a risposta multipla?

Invero, il passato sistema si prestava, sovente, ad operazione non del tutto cristalline, con il forte rischio di assicurare l’accesso a persone non proprio raccomandabili oppure, come successo in un caso, la tesi di laurea è stata giudicata attinente alla disciplina per soli 4/7 dal personale della stessa Struttura cui la tesi era appoggiata e, l’anno successivo, la stessa tesi dalla stessa Commissione della stessa Struttura è stata giudicata attinente per soli 2/7; un altro caso ha visto una seconda prova, dichiarata pratica, ma, in realtà, consistente nella discussione scritta di un caso clinico, valutata in maniera tale che il candidato si collocasse all’ultimo posto della graduatoria.

Resta comunque il fatto che, ormai da molti decenni, specie nelle discipline chirurgiche, non tutti i Medici sono formati allo stesso modo: pur prevedendo il regolamento di formazione specialistica l’esecuzione, seppur sotto la guida di un insegnante molto esperto, di un determinato numero d’interventi da primo operatore, una percentuale dei quali deve essere eseguita in condizioni d’emergenza e d’urgenza, non tutti gli specializzandi sono inclusi in questo iter, ma alcuni vengono relegati a redigere solamente cartelle cliniche pre – operatorie o d’ammissione in Ospedale, attività sacrosanta per tutti i Medici Chirurghi, ma esiste anche altro, oppure gli stessi specializzandi tornano comodi per coprire turni di guardia particolarmente sgradevoli o per eseguire interventi non graditi da parte di qualcuno.

La Signora Vice Presidente della Liguria afferma di non avere chiuso alcun Ospedale, ma sta meditando di privatizzare la gestione di alcuni, il che equivale ad introdurre il tristemente noto gioco degli appalti anche nella Sanità e, comunque, di legare l’attività sanitaria ad un profitto economico ed alla remunerazione di un capitale, come se si potessero curare Pazienti alla stessa maniera con la quale si sottoscrivono azioni di una società che gestisca un’officina meccanica. È di questi giorni lo scandalo scoperchiato in Basilicata: sarebbe auspicabile che, qualora quanto emerso fosse vero, i responsabili fossero adeguatamente puniti.

Per ovviare a questi inconvenienti, trattandosi di studi, almeno per le lezioni teoriche, non dovrebbe esistere numero programmato, essendo lo studio un diritto garantito a tutti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, mentre, per quanto riguarda le attività pratiche, ovviamente, il numero deve essere limitato, tanto nel corso di laurea quanto, a maggior ragione, in quello di specializzazione; nondimeno dovrebbe essere offerta la possibilità di specializzarsi a coloro che non ambiscano ad avere la borsa prevista dal contratto di formazione e lavoro e, soprattutto, istituire l’Università, almeno per i corsi più comuni, su base Provinciale anziché Regionale: non ha senso avere molti allievi concentrati in una sede, quando gli stessi debbono essere divisi in due od in tre gruppi per assicurare un’adeguata istruzione od istituire corsi in un Comune ed in quello attiguo, lasciando scoperta molta parte del territorio, anzi, una ragione ci sarebbe ed è facilmente individuabile nel giro d’affari connesso alle persone fuori sede.

Roberto Borri

Comunicato stampa della Regione Liguria

SANITÀ: REGIONE LIGURIA, VICEPRESIDENTE VIALE, “DA CONSIGLIERI PD SFACCIATA OPERAZIONE DI DISINFORMAZIONE SU FORMAZIONE MEDICI SPECIALISTI. GRAZIE A PROGRESSIVO AZZERAMENTO DISAVANZO, A BREVE BANDO PER BORSE DI STUDIO SCUOLE SPECIALIZZAZIONE”

L’assessore alla Sanità ligure avv. Sonia Viale leghista

GENOVA. “L’operazione di disinformazione del Pd è sfacciata. Proprio non gli va giù che questa Giunta stia riportando i conti della sanità in pareggio senza chiudere ospedali come avevano fatto loro e senza ridurre i servizi ma grazie all’efficientamento del sistema realizzato da Alisa”. Così la vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale in merito alla polemica sollevata dal consiglieri del Pd in merito alla formazione specialistica dei medici.

“Questa mattina in aula non ho mai parlato del 2020. Anzi, ho spiegato che, grazie al progressivo azzeramento del disavanzo, che il Pd ha lasciato pari a 98 milioni di euro nel 2015, stiamo recuperiamo le risorse per migliorare il sistema. Ne sono un esempio il piano per il rinnovo delle apparecchiature strategiche più obsolete, per cui la Giunta ha stanziato una prima trance di investimenti da 25 milioni di euro, e il bando per le borse di studio per la formazione specialistica che sarà approvato dalla Giunta nelle prossime settimane, non appena arriverà il via libera all’accordo Stato-Regioni sul fabbisogno di personale sanitario a livello nazionale finanziato dallo Stato”.

 

 


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