Sara, 16 anni, una pagella da prima della classe all’Istituto Falcone, riposava sul divano guardando la tv. Accoccolato accanto, come suo solito, Pongo, cagnolino maltese di 3 anni che all’improvviso scatta via fulmineo abbaiando a più non posso. Non era però il solito abbaiare. Sara, sulle prime, l’ha chiamato, rimproverato ‘zitto, zitto’ pensando ad rumore esterno che mette in allarme il fedele amichetto a 4 zampe. Finché ha deciso di alzarsi, la cucina è appena a fianco. Ai suoi occhi è apparso qualcosa di incredibile, una grossa biscia (in realtà serpente) che sentendosi in pericolo sibilava, si alzava con la testa per difesa. Per poi nascondersi in un ‘anfratto’ di pochi centimetri tra mobili. Una sorpresa per la giovane loanese che non è certo abituata a simili incontri e ospiti.E’ accaduto in uno stabile bifamiliare di via dei Fej, a ridosso del Palazzetto dello Sport, della piscina olimpionica. Al monte dello stabile un’area verde, finora risparmiata dal cemento. Di fronte alla casa la stretta via appena asfaltata per lavori della fognatura. Ai lati della casa di Sara due ampi giardini, uno coltivato con piante da frutto ed ortaggi, in pratica il solo rimasto nel perimetro centrale cittadino e accudito come ai tempi di Loano agricola e marinara. A levante scorre il Nimbalto, sorge l’abitato di Borgo Castello, il maestoso Castello dei Doria, oggi di proprietà dei due fratelli Percassi e figli, industriali di successo del Veneto, con investimenti milionari in centri commerciali in Sicilia, Veneto, Lombardia e di recente a Torino dove è stato realizzato il più moderno Outlet d’Italia destinato ad una fascia medio alta.
Come è stato possibile che il rettile (non si tratta, come accennato, di una biscia d’acqua bensì di un serpente velenoso ma non pericoloso rispetto alla vipera, comune tra Ventimiglia ed Arenzano), oltre un metro di lunghezza, abbia deciso di raggiungere prima l’orto coltivato, un ingresso ed un cortile lastricato per un centinaio di metri, salire le scale (una quindicina di scalini) ed in pieno pomeriggio fare ingresso dalla porta principale che era aperta, entrare in sala nonostante la presenza umana, la tv accesa e rifugiarsi in cucina ? Cosa l’ha attratto nella sua meta ? Solo un esperto di rettili darà, come vederemo, una spiegazione forse logica. Un cammino non percorso con le tenebre, ma sotto il sole, non tra i cespugli, le siepi, i massi, ma sulla pavimentazione. Cosa l’ha ‘guidata’ ? Nel pomeriggio sono pure assenti gli odori della cucina.
Ancora il racconto di Sara: “Avevo la Tv accesa, dunque c’era un rumore. Pongo è balzato fulmineo dal divano, accade quando si trova nel cortile o in giardino, sul terrazzo, e vede qualcosa che lo attrae o lo allarma per indole. A pensarci bene, il giorno prima, mentre Pongo era nel cortile, mio fratellino Luca e la mamma si sono accorti di un’insolita presenza di un rettile che non era la solita lucertola; quando si sono avvicinati anche Pongo è corso, abbaiava ma la ‘biscia’ (forse la stessa?) ha guadagnato i massi adagiati ai margini dell’orto ed scomparsa. Che si tratti dello stesso rettile ? A tutto potevo pensare di fronte al forsennato abbaiare, mai più a scoprire il rettile e catturarlo non è stato facile, dopo aver chiamato in aiuto lo zio che abita al piano terra e mio cugino Jacopo. Mentre Pongo non si dava pace, il serpente si era incastrato nella strettoia di pochi centimetri tra due mobili. Si avvertiva soltanto il suo sibilo, spuntava la coda. Muniti di retina e di scopa abbiamo avuto la meglio”.
Tutto è bene ciò che finisce bene ? Sara riflette: “Per fortuna e grazie a Pongo perchè se fosse uscito con mamma, il rettile poteva nascondersi, magari salire nelle stanze da letto. Ce lo saremmo trovati…di notte…non posso pensarci, non sono di indole paurosa, ma mi vengono i brividi immaginare cosa sarebbe accaduto travarselo tra i piedi….. mio fratello….addirittura nel letto…sotto il cuscino….Voglio credere che Pongo l’avrebbe comunque scoperto in tempo trovandosi in casa dove lui vive con noi, mangia e dorme, di compagnia, coccolato ed affettuoso fa la guardia a suo modo”.
E la ‘biscia’ era di una specie pericolosa, velenosa ? Ci siamo rivolti a Dario Ottonello, giovane pietrese laureato in Scienze naturali , diploma di maturità scientifica, corso di laurea a Genova in Zoologia e Laboratorio, con attività di docenza e supporto al Laboratorio sui tetrapodi, docente di Guardie volontarie, corsi di aggiornamento ‘Biodiversità e Emys, dal 2006 con la Cooperativa ‘S.t.R.D.E. e la Cooperativa La Speranza, Provincia di Savona e Cea Ingauno. Si occupa di attività di guida escursionistico – ambientale con patentino presso le Aree Protette della Provincia, le aree di interesse naturalistico, attività didattiche nel Museo Paleontologico ‘S.Lai’ e nella Riserva Regionale del Torsero di Ceriale e responsabile del Centro Emys di Albenga.
Da Ottonello una prima notizia tranquillizzante, anche se non troppo. “Biscia è un sinonimo, di fatto osservando la foto si tratta senza dubbio di un serpente della specie Colubro lacertino velenoso per l’uomo, ben diverso dalla vipera che ha i denti nella parte anteriore della mandibola superiore e quando morde inetta subito il veleno che entra nel circolo sanguigno. Il Colubro lacertino ha invece i denti posteriori e prima che il suo veleno abbia un qualche effetto, mai letale comunque, deve tenere stretto il morso per un decina di minuti. E’ assai frequente nella nostra zona, da Ventimiglia ad Arenzano. Un semplice morso provoca edema e gonfiore e si rimedia facilmente. Si muove solo di giorno e si nutre di lucertole, ratti, insetti vari. Ce n’è un’altra specie che è attiva solo col la notte, è più piccola e si ciba solitamente di cechi, altri rettili ed insetti notturni. Entrambi i serpenti non hanno nulla a che spartire con le bisce d’acqua. Quella trovata a Loano presumibilmente si tratta di una femmina sub adulta, vivono fino a 18 – 20 anni”.
Come è possibile che sia salita su una scala ed entrata in casa ? Ottonello: ” Anche a me è capitato di trovarla in casa, non è certamente frequente, abituale come rifugio e terra di caccia, non c’è una spiegazione. Comunque non bisogna allarmarsi perchè non si tratta di serpente pericoloso, tra l’altro è assai comune trovarlo in zona, molto più numeroso in Spagna e nella fascia costiera francese. Un’altra ‘popolazione’ simile si trova a Lampedusa”. Nessun allarme, dunque, parola di naturalista.