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Noli, io controcorrente. Il ministro Salvini rosario in mano e consenso elettorale


Ciò che ultimamente è successo al di fuori dei miei confini cittadini mi ha “forzato” ad esprimere pubblicamente la mia opinione, anche se non è difficile constatare che la stessa risulti estremamente minoritaria nella nostra Italia, se non seriamente approfondita.
I motivi  di questa “riflessione” si possono identificare dal momento dell’annuncio del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, con il suo divieto d’attracco della nave di una ONG “Aquarius” in un porto italiano per lo sbarco di “umani”, (divieto regolarizzato dal Ministro delle Infrastrutture  Toninelli, responsabile dei porti e delle Capitanerie) e termina con l’intervista di Lucia Nunziata a Roberto Maroni, in qualità di ex Ministro dell’Interno.
Ancora una premessa: il “PRINCIPIO” di salvataggio di vita umana in mare è  VACCINO SACRO, INVIOLABILE per la gente di mare (come me), così come le procedure regolamentate da leggi internazionali.
Ecco perchè, da ex Com.te  che ha sperimentato la gestione di un clandestino trovato a bordo della nave, situazione frequente per chi parte da porti africani, ricordo con entusiasmo l’attenzione dell’intero equipaggio, la particolare amicizia che si era venuta a  creare nei confronti di quella persona di colore nero, in cerca di una vita migliore, poi obbligatoriamente trasferito su una motovedetta militare locale  un mese dopo al largo dello stesso porto di Dakar, con tanti doni.
Se ricordiamo bene, in quella giornata (domenica di elezioni amministrative) il Ministro Maroni imputava a Malta la responsabilità di non voler ricevere i migranti come primo Paese più vicino al recupero degli stessi (una tra le modalità previste dalle norme  internazionali), recupero portato a termine da parte della ONG “Aquarius” in navigazione dalla Libia verso ovest, ragion per cui ordinava, e Toninelli eseguiva, la chiusura dei porti italiani a questa missione.
Ho atteso con curiosità la risposta pubblica resa dall’Ambasciatore di Malta la sera stessa, la motivazione del diniego, in seguito mai smentita dal Governo Italiano.
E’ stato ribadito da parte maltese che, anche per il caso “Aquarius”, chi aveva coordinato il recupero era stata l’organizzazione della Capitaneria di Porto italiana, perennemente in pattugliamento per ragioni umanitarie in quelle acque.
Ragion per cui, gli accordi europei sottoscritti per questo tipo d’intervento, giusti o sbagliati che siano, ma sino a quel momento comunque da rispettare,  certificano, sino a prova contraria – tutta da dimostrare -, che la nave doveva fare scalo in un porto italiano, perchè così era stato inizialmente programmato.
Il rifiuto di Malta, almeno da questo punto di vista, risulta legittimo, inattaccabile. Non intendo entrare nel merito e nelle valutazioni comportamentali negative , i silenzi prodotti e condotti per anni da parte della Comunità Europea tutta, anche e soprattutto a discapito dell’Italia, che forse ha accettato troppo supinamente la gestione “immigrazione” sommata e confusa con quella dei “profughi”.
Valutazioni negative tutte da condividere, certamente da modificare forse anche radicalmente.
Questa scelta nel voler creare un intervento eclatante, esplosivo, per dimostrare con durezza alla Comunità Europea la volontà  di cambiamento del “sistema”,  (ma forse più rivolto a noi italiani…) non doveva, a mio avviso, mostrare il pugno duro  con questo divieto di approdo, tra l’altro in contrasto con gli accordi sinora eseguiti,  bensì poteva essere quello di “ultimare” alla stessa  di prepararsi nel trovare la giusta “quadra” al problema nella riunione da tempo prevista per la fine di questo mese di giugno, onde evitare in futuro tale provvedimento.
Sarebbe stato il modo idoneo, seppure diplomaticamente inusuale,  per coinvolgere, obbligare,  l’intera comunità europea ad assumersi la totale corresponsabilità gestionale  di questo delicato problema.   La decisione presa da Salvini, innegabile ricerca di consenso popolare in una giornata elettorale, è stata definita da Roberto Maroni un “azzardo”.
Infatti, alla domanda precisa di Lucia Nunziata nella  sua trasmissione domenicale su RAI 3: “…secondo lei, Salvini ha agito correttamente?” Maroni ha fatto capire che l’azione, il diniego con tutte le conseguenze che il seguito ha comportato, non è stata condotta in modo corretto da un punto di vista procedurale, e che  “...certo….ha azzardato, è stato fortunato, gli è andata bene“. Perchè?
Aggiungo io: se a causa di quell’azzardato diniego si  fosse creato in seguito ed in mare quel qualcosa per cui ci poteva scappare una disgrazia comportante un  reato penalmente perseguibile da parte della Magistratura non solo italiana, il Ministro Salvini sarebbe risultato inquisito in quanto non aveva ottemperato agli accordi.
Anche se subito dopo il diniego ha cercato di “tamponare” inviando aiuti e scorte di naviglio militare sino al porto di Valencia, un Ministro della Repubblica Italiana pare aver dimostrato di non aver voluto rispettare gli accordi  internazionali sottoscritti in precedenza; non è cosa da poco…ma nessuno può lanciare la prima pietra accusatoria, tanto meno il governo francese con le sue direttive d’intervento lungo  confini che non ci dovrebbero dividere…
Per un Ministro con il rosario in mano in campagna elettorale, questa modalità di comportamento che ritengo meramente propagandistico da lui intrapresa sulla pelle di “umani”, azione che trova molto consenso nell’opinione pubblica, anche da ex marittimo, non la posso condividere.

Carlo Gambetta


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C.Gambetta

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