Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Oddera a Rocchetta e il cuore trafitto


Il suo cuore trafitto da sette aghi continuava a battere nel suo petto aperto senza perdere potenza: si trattava forse di ferite che si erano ben cicatrizzate attorno agli aghi in modo che il sangue non usciva, ma circolava nelle vene con uguale vigore.

Erano diventate sette punti molto dolorosi ma sospesi in una condizione di stasi ancora sopportabile. Assieme avevamo disteso all’ombra una pelle di leone ben dispiegata e posta al centro della capanna, [ con graffi e tratteggi a matita] evocativo progetto elementare: antico e attuale nella spartana semplicità del comunicare archetipo.

Onorato Oddera stava per partire: andava in Cocincina [Vietnam] a cacciare gli elefanti e il governo francese lo aveva assunto per tracciare una strada in quella foresta che lui conosceva. Quando Onorato era venuto a casa a Rocchetta, aveva portato una grossa pelle di elefante e le zampe davanti, svuotate e rigide come due tubi grigi che aveva regalato allo zio Andrea per metterci dentro il grano e usarle come misure.Si era introdotto nella chiesetta di Santa Rita e si era disposto di fronte alla statua lignea dell’Addolorata  del savonese Filippo Martinengo (1750-1800) che rappresenta la Vergine con il cuore trafitto da 7 spade, circondata da quattro angeli piangenti.

[E si vide come rappresentato in quella statua sacra. La scultura rivelava una impostazione che pareva risentire di una rigida influenza dello stile neoclassico; la figura della Vergine, dal volto levigato, risultava atteggiata in uno stereotipo patetismo, con le braccia allargate, lo sguardo rivolto al cielo e il cuore trafitto da sette spade, ed esprimeva un’intensa drammaticità, accompagnata da quattro angeli piangenti.]

Nella penombra fresca della chiesetta solitaria, posta in mezzo alle strade trafficate di Savona, gli davano un senso di pace e di astrazione: si sentiva come un penitente immerso anima e corpo in un eremo lontano dal mondo, sofferente ma cosciente e ben sperante. Con queste sensazioni si assopì e perse ogni coscienza del mondo intorno.

Bruno Chiarlone Debenedetti


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B. Chiarlone

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