Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

L’impresario Cappellutto riposa nella dimora celeste. Da playboy con Miura, a yacht, al colosso edilizio e turistico. Tra i pionieri di FI


Una ‘partenza’ davvero inattesa quella di Enzo Cappelluto, 75 anni, l’ imprenditore di Loano più conosciuto, facoltoso e, per certi versi, benemerito con la B maiuscola, insieme alla fedele e valorosa compagna di una vita, Franca Roveraro. Lui che era arrivato, al culmine del successo, a dare lavoro, nel settore dell’edilizia, ad un centinaio di dipendenti. Poi l’incalzare della crisi,  crollo di vendite, la dolorosa scelta di ricorre ai licenziamenti. Lui che era nato con ‘la camicia’, figlio di un papà che dal nulla aveva intrapreso, dopo una fortunosa vincita al totocalcio, il cammino della fortuna: il boom edilizio in Riviera e che il figlio ha saputo coronare oltre i confini loanesi, fino alla Costa Azzurra. Lui che l’esperienza gli permetteva di ‘volare alto’: affidabile e stimato, orgoglioso, ma non superbo. Tra discrezione, sagacia, passione e fierezza propria dell’imprenditore arricchito, senza l’esibizionismo da rotocalchi e della mondanità come marketing.

Un’immagine d’archivio, la gioiai ed il sorriso di Enzo Cappelluto, la moglie Franca e la primogenita Elisabetta, il giorno del matrimonio di Roberta Gasco e Elio Mastella

Enzo Cappelluto, ‘re del mattone’, con qualche centinaio di proprietà immobiliari tra Loano ed altre località. Ha vissuto e conosciuto i tempi d’oro, iniziando con papà nella Borghetto senza piano regolatore e dove si costruiva rispettando il codice civile (distanze dai confini ed altezze). Allora  era un giovane alle prime armi; in Riviera il primo a poter esibire una magnifica e vistosa Miura gialla, due posti, un fascino che attraeva a prima vista e che era solito parcheggiare sull’Aurelia davanti al ‘mitico’ bar Haiti. La seconda Miura la guidava un altro imprenditore, con qualche anno di più, Giuseppe Miino , cuneese, emigrato a Borghetto: da manovale, a carpentiere, a costruttore di centinaia di alloggi, seconde case al mare, quando compravano gli operai Fiat, Lancia, Alfa Romeo, impegnando la liquidazione e ne avanzava ancora.

Ciao Enzo, il tuo sorriso ci tenga compagnia

Erano gli anni della ‘dolce vita’ in Riviera, dei latin lovers a caccia di straniere, dove la clientela straniera era più numerosa di quella italiana, la stagione durava sette mesi, i titolari di Bagni, albergatori, molti esercenti, artigiani, potevano comprarsi ogni anno due, tre alloggi o un magazzino da destinare a negozio, attività commerciale. I giovani non dovevano emigrare all’estero per trovare lavoro. I figli dei loanesi e dei primi migranti che, a loro volta, hanno fatto quasi tutti fortuna, non erano indotti a laurearsi. Si viveva bene. I settimanali italiani e del centro e nord Europa raccontavano la vita di moglie al mare e i mariti che arrivavano nel fine settimana. Chi ricorda la copertina di Abc (allora diffusissimo in Italia e oltre) dedicata proprio a Loano by night.

Enzo Cappelluto è stato testimone di quell’epoca, ha vissuto i fasti, yacht in porto, tanti amici importanti, tra feste e noblesse obblige. Lo apprezzavano non soltanto per il ceto sociale raggiunto, per quella bontà, signorilità, rispetto, delicatezza che lo animava nei rapporti umani e imprenditoriali.

Hanno espresso non solo parole di circostanza e di retorica i ‘giovani’ sindaci (ed ex) di Loano: il primo cittadino Luigi Pignocca, con un corposo comunicato stampa del Comune,  ha ricordato che “se n’è andata  una figura di grande spicco (noi aggiungiamo una delle tante figure di eccellenza della ‘vecchia Loano’) della città e della provincia…Ha realizzato  il primo villaggio turistico della Liguria, conosciuto in Italia e all’estero, ha dato lavoro a tanti nostri concittadini, ha contribuito a far conoscere il nome di Loano”.  Un costruttore che continuava a dare lavoro anche con l’azienda turistica modello e non è da tutti i giorni visto cosa è successo nel comparto dell’intero ponente ligure. La scomparsa di decine di industrie alberghiere e almeno sei mila addetti. Purtroppo non hanno fatto gran che notizia, né allarme sociale, né antidoti adeguati, contrariamente a quanto succede quando si chiude qualche piccola o media impresa. Una debolezza che ha sempre caratterizzato la categoria, peraltro divisa, contrariamente alla forza dell’unità e di lobbying dei Bagni Marini.

Ci è capitato spesso, in anni non proprio recenti, di incontrare Cappelluto per strada mentre a piedi, da Loano 2 raggiungeva la sede della sua agenzia immobiliare in corsa Roma. Ci davamo del tu, qualche confidenza, qualche ricordo degli anni al Saitta, al Tabù di Alassio, al Roof Garden del Caffè Roma. Non una parola di troppo, sempre attento nei giudizi e nel giudicare, malcelatamente fiero di quella posizione sociale che ne faceva l’ultimo imprenditore ‘regnante’ della storia cittadina e del circondario. Aveva ancora tanto idee, progetti – come una mega operazione edilizia in quel di Albisola -, certo anche il peso delle preoccupazioni, il disorientamento verso una classe politica alla quale lui stesso aveva sperato e l’aveva deluso. Forse i più dimenticano, almeno a leggere le dichiarazioni stampa delle presunte ‘memorie storiche’, che è stato un precursore della nascente Forza Italia a Loano, primo ‘segretario’. E, pur avendo le sue idee, ha sempre evitato, da accorto uomo d’affari, di gettarsi nella mischia delle polemiche.

Semmai sarebbe stato felice se l’ottima moglie e manager, Franca Roveraro, fosse stata scelta a candidato sindaco non per ‘meriti di onnipotenza’ (ai tempi di Cenere e Vaccarezza), ma per le capacità sul lavoro e nella società civile, nella rigorosa serietà che l’ha contraddistinta come regola di vita. Invece non le è mai stato proposto, proprio da quelle forze politiche più vicine, in sintonia del marito. E men che meno dagli abituèe a perdere, ovvero ciò è rimasto della sinistra (o non)  loanese e provinciale. Senza un leader carismatico e senza soldatini combattenti per una società più giusta e  con meno disuguaglianze, in un crescente malesse che da fiato al populismo più becero, anti cristiano.

Enzo Cappelluto che lo immaginiamo bussare con garbo, col sorriso della speranza, alle porte del paradiso. Accolto in quel ‘regno’ eterno che ci rende tutti uguali. Enzo ? Continuerà a dialogare con la sua Franca, spronarla a farsi coraggio, a raccomandare di curarsi e avere riguardo. Enzo ? Premuroso, da cuore paterno, a fianco delle adorate figlie Elisabetta e Rosangela sposata con Fabrizio, ingegnere alla Fruttital: tre figli Enzino, Tommaso, Francesca. Elisabetta coniugata con Mario Cossu che collabora nell’azienda edile, una figlia Lodovica. Le due sorelle si sono divise i compiti. Elisabetta si occupa di Loano 2,  Rasangela del settore immobiliare.

Enzo ? Che non sognerebbe più di realizzare, come ha ricordato Angelo Vaccarezza incontrastato big del potere locale,  “un grand hotel 5 stelle lusso di 27 piani a Loano”.  Forse gli hotel di famiglia per Angelo non sono la sua passione. Proprio la  lungimiranza – esaltata dall’ex sindaco ed arbitro del ciclismo professionista, Francesco Cenere – consiglierebbe di camminare a testa alta, con i ‘piedi a terra’ e senza voli pindarici o trionfalismi. E per il suo ultimo volo terreno Enzo merita la prima classe. ‘Forza Enzo’  ! Ha diritto di non essere dimenticato, come accade purtroppo per tanti benemeriti concittadini che ci hanno lasciato. I suoi cari continueranno a tenergli dolce compagnia. Noi daremo l’ultimo abbraccio sincero alle 15 di venerdì 4 maggio, mese Mariano, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, tra un mare di convenuti. Poi riposerà nella ‘casa dei giusti’. Addio Enzo, la tua parte l’hai fatta e molti dovrebbero ricordanti con riconoscenza.

Luciano Corrado

Erano i primi giorni di dicembre del 2014: Enzo Cappellutto, acconto al cognato Nino Roveraro (accanto la sorella Franca) in lutto per la morte della sua amatissima Patrizia, durante le esequie funebri nella chiesa di Sant’Antonio a Borghetto S. Spirito (foto Silvio Fasano)


L.Corrado

L.Corrado

Torna in alto