Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Antico catasto di Lodisio, unico manoscritto del ‘600, in rovina nell’indifferenza dei più


E’ un documento storico unico in Italia e, probabilmente nel mondo, che deve ancor essere decodificato e che potrebbe rivelare aspetti nuovi e interessanti sulle società agricole tra la Liguria padana e il Basso Piemonte della tarda età moderna. E sta andando in rovina. Si tratta del catasto antico di Lodisio, un manoscritto secentesco in cui l’anonimo catastraro, oltre a segnare le caratteristiche e i confini dei terreni e dei fabbricati della frazione di Piana Crixia con i nomi dei proprietari, ha illustrato il contenuto con una serie di figure dal significato tuttora oscuro.Questo straordinario registro deve ancora essere decriptato, con conseguenze che potrebbero essere di grande rilievo: che cosa identifica la composizione floreale (ma potrebbe essere anche la stilizzazione di un candelabro ebraico) che compare in molte pagine del catasto? Quale simbologia lega le figure di volatili alle indicazioni sui terreni? E i fregi di animali sui capilettera e sui cartigli sono semplici figure di stile o celano qualche significato? La sagoma che appare in viaggio tra un edificio ecclesiastico e le case civili è davvero un prete? E cosa porta con sé? Quale simbolo lega il ponte levatoio a guardia del castello ai rapporti sociali nell’abitato di Lodisio? L’ironia con cui l’autore ha ritratto molte figure ha qualche significato? Domande che aspettano ancora una risposta e uno studio analitico del registro. Che, sia detto per inciso, potrebbe costituire – insieme a tanti altri documenti storici ancora oggi dimenticati negli archivi municipali o di altre amministrazioni – anche un volano per un turismo di qualità.

Il catasto antico sta nell’archivio del Comune di Piana Crixia, e meno male che Maria Paola Chiarlone, Fiorenza Valle e gli altri funzionari e addetti del municipio lo curano come fosse un bambino. Il 6 aprile è stato mostrato, in via eccezionale, ai partecipanti al Progetto “Ab Origine – Aspetti di Storia della Val Bormida” (organizzato dall’Istituto di Istruzione Superiore “Federico Patetta” di Cairo Montenotte in collaborazione con la Società Savonese di Storia Patria e la sezione Valbormida dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, con il patrocinio della Città di Cairo Montenotte) che sono ancora adesso a bocca aperta.

Maria Paolo Chiarlone e Fiorenza Valle pittrici di Piana Crixia

Ma il tempo passa, la carta assorbe l’umidità e già oggi lo stato di conservazione del catasto è preoccupante, e già qualche disegno non è più identificabile. Sarebbe opportuno, necessario e, anzi, doveroso che il documento fosse restaurato da un ente specializzato, magari a cura della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Liguria. Una domanda in tal senso era già stata informalmente avanzata cinque anni fa dalla Società Savonese di Storia Patria e oggi è più che mai da riproporre, e sarebbe il caso che il Comune di Piana Crixia, le analoghe mministrazioni del comprensorio valbormidese, la Provincia di Savona e la Regione Liguria, magari con il supporto della “Fondazione De Mari” trovassero una sinergia per salvare dalla distruzione questo e altri monumenti delle radici civili e sociali del nostro presente.

Massimo Macciò


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