Per fermare l’invasione del ‘Punteruolo rosso’ a Mentone, il Comune della cittadina al confine con Ventimiglia, si offre di aiutare i proprietari delle palme colpite per i servizi igienico-sanitari necessari e per l’abbattimento e la rimozione delle piante malate.
Originario delle isole dell’Indonesia e presente in Costa Azzurra dal 2008, il Punteruolo Rosso è apparso a Mentone nel 2013. Decine le palme ‘decapitate’ o abbattute perché troppo malate. Il ‘Punteruolo’ è un parassita altamente mobile, dal momento che può viaggiare fino a sette chilometri in un volo, e che la femmina può deporre fino a 700 uova. Le larve si nutrono della palma, distruggendo il sistema vascolare e causandone la morte. Per tre anni il Comune di Mentone ha moltiplicato incontri pubblici e campagne di informazione con i documenti dedicati, per educare i proprietari. La prevenzione è infatti essenziale perché l’infezione si diffonde molto rapidamente. Il monitoraggio costante è quindi necessario ed è anche un obbligo per legge. Gestito dalle autorità locali con il supporto del servizio regionale, prevede sanzioni fino a 30 mila euro di multa e 6 mesi di reclusione per i proprietari che non trattano un albero infetto sulla loro terra. Secondo quanto appreso, però, per il Comune la Legge non sembra sufficiente. Una situazione che incide sull’efficacia della lotta al ‘Punteruolo’. I trattamenti alle palme in città hanno consentito, al momento, di salvarne circa 500 e, solo il 30% delle piante presenti a Mentone, soffrono dell’attacco dei parassiti.
Vista la situazione il Comune ha deciso di proporre a privati di svolgere al loro posto le operazioni di trattamento sulla loro terra. E, naturalmente, i costi verranno pagati attraverso un contratto annuale firmato dalle parti. In pratica i privati dovranno pagare al Comune 216 euro al mese per i trattamenti preventivi, 588 euro per una palma infetta, 1.680 euro per abbatterla. L’ammenda, in caso di trattamento non possibile sarà di 30mila euro.
Progettato in un laboratorio di Crau, un insetticida organico aiuta a sradicare il punteruolo del palmo
Questo è indubbiamente un importante passo avanti nella lotta contro il tonchio rosso, che rode le palme della Costa Azzurra una dopo l’altra. Un laboratorio Var usa un fungo per uccidere la larva. È organico e funziona! Il tonchio rosso è la piaga dei giardinieri e delle comunità locali.Immagina: è stato identificato sulla Costa Azzurra più di 12 anni fa, e da quando lo scarafaggio ha devastato: ha già ucciso quasi 13.000 palme nel Var e nelle Alpi Marittime.Da adulto, il tonchio è, come suggerisce il nome, rosso vermiglio. Questo grande coleottero dell’Indonesia e dell’India meridionale si è adattato perfettamente al sud della Francia. La sua larva è piuttosto disgustosa, un enorme verme giallastro, è particolarmente pericoloso. Lei è colei che si nutre del cuore della palma.
Da Savona New di Lunedì 26 marzo 2018
Grande soddisfazione dei Verdi per la notizia giunta due giorni fa da un convegno di botanici ed entomologi riuniti a Villa Ormond in Sanremo circa la possibilità di utilizzare, già da quest’anno, un nuova arma contro il punteruolo rosso. Si tratta di un fungo selezionato capace di eliminare l’insetto che sta distruggendo il nostro patrimonio verde di palme canariensis (ne sono già state tagliate circa 5000 solo in Liguria). E adesso si può sperare di mantenere in vita quello che resta della principale caratteristica dei viali a mare della Liguria: un patrimonio che abbellisce da tanto tempo la nostra fascia costiera” commenta Gabriello Castellazzi, portavoce dei “Verdi” della Provincia di Savona.
“A Finale Ligure le prime palme vennero fatte piantare nel 1905 dal Sindaco Saccone per promuovere le nuove iniziative a favore del nascente turismo (nella prospettiva di rinvigorire l’economia della Città). Alcune di queste palme, ancora bellissime dopo tanti anni, nei mesi scorsi sono state attaccate insieme ad altre più giovani. Fortunatamente la maggior parte delle palme erano state trattate con sostanze adatte a prevenire la malattia e continuano a resistere, ma sono a rischio tutte quelle, sia private che pubbliche, non ancora curate”.
“Purtroppo a Pietra Ligure e Noli abbiamo assistito attoniti al progressivo degrado delle magnifiche passeggiate a mare, in conseguenza di un taglio, ormai necessario di molte palme. La notizia che giunge da Sanremo consiste nel possibile utilizzo, finalmente anche in Italia entro quest’anno dopo le attuali autorizzazioni al suo uso in Francia, del fungo “Beauveria bassiana”. Si può sperare quindi che le Amministrazioni Comunali e la Regione Liguria, nei prossimi mesi, si attivino per l’eliminazione del micidiale punteruolo rosso”.
“Si sapeva che già a Montecarlo erano state avviate procedure di lotta al punteruolo utilizzando “droni” predisposti per irrorare dal cielo le piante con nuovi insetticidi, ma oggi a Nizza e Mentone i trattamenti con il nuovo fungo sono già stati sperimentato con successo. Questo fungo si chiama appunto “Beauveria bassiana” ed è appartenente al gruppo dei “deuteromiceti”. Venne scoperto molti anni fa, nel 1835, dallo scienziato Agostino Bassi che lo identificò come responsabile della malattia del “baco da seta” e lui stesso ne ipotizzò, già in allora, la possibilità di utilizzarlo come insetticida naturale nella difesa biologica contro altri insetti che arrecavano danni disastrosi alle colture agricole”. “Ecco come agisce questo singolare fungo: le sue spore riescono a bucare i tegumenti degli insetti e immettendo tossine micidiali, causandone quindi la morte. Era già stato utilizzato su alcune specie ma non ancora testato seriamente sul nuovo coleottero killer delle palme arrivato da noi solo pochi anni fa. Oggi la sperimentazione in Francia è finita ed è giunta finalmente l’autorizzazione alla vendita nei paesi dell’Unione Europea”.
“A questo punto è doveroso rivolgere apprezzamenti a quei Comuni che, adottando in modo tempestivo una corretta profilassi con fitofarmaci in endoterapia, sono riusciti a mantenere fino ad oggi il loro patrimonio di “canariensis”, ma devono intensificare ancora per qualche mese questo metodo capace di farle sopravvive fino al 98% dei casi, in attesa di poter programmare l’azione con il fungo “Beauveria bassiana” e debellare definitivamente il punteruolo rosso” conclude Castellazzi, portavoce dei “Verdi” della Provincia di Savona.
Ma che cosa è questo fungo e quale è l’azione che sviluppa per contrastare il “famigerato” punteruolo rosso ? Si può sperare quindi che le Amministrazioni Comunali e la Regione Liguria, nei prossimi mesi, si attivino per l’eliminazione del micidiale parassita.
Ne dà notizia il Bulletin de la Société Botanique de France 59: 40 – Beauveria bassiana (Bals.-Criv.) Il Beauveria bassiana è un antagonista fungino, conosciuto sin dalla prima metà del 1800. Nel 2005 Intrachem Bio International S.A ha acquisito i diritti intellettuali di Naturalisda Troy Biosciences Inc e la produzione avviene ora sotto il controllo di Intrachem Production Srl. Il bioinsetticida Naturalis è una sospensione concentrata di conidiospore vive del fungo entomopatogeno B. bassiana ceppo ATCC 74040 non manipolato geneticamente. Nel formulato, oltre al microrganismo antagonista, sono presenti coformulanti di origine vegetale che favoriscono la distribuzione e la germinazione delle spore che sono protette così dai raggi UV e ne esaltano l’efficacia in campo.
Da Agro notizie – ” Il microrganismo fungino agisce principalmente per contatto. Le spore, una volta raggiunto il tegumento dell’insetto bersaglio, germinano e producono ife fungine che perforano la cuticola della vittima e invadono il corpo dell’insetto. Questa “azione meccanica” svolta dal tubetto germinativo è di estrema importanza perché concorre a portare alla morte la vittima, in quanto causa una inarrestabile perdita di acqua e conseguente disidratazione dell’insetto. Valori di umidità elevata, superiore al 50% e la presenza di acqua favoriscono la germinazione dei conidi, tuttavia le spore possono infettare l’ospite anche in condizioni di umidità bassa. Il processo di infezione richiede 24-48 ore a seconda della temperatura (attività buona: 10-32°C; attività ottimale: 20-27 °C). Se l’insetto compie la muta durante questa fase, il processo di infezione viene interrotto, altrimenti il micelio fungino continua a proliferare nell’emolinfa dell’insetto nutrendosi dell’ospite e portandolo a morte nell’arco di 3-5 giorni. Beauveria bassiana ceppo ATCC 74040 “può attaccare diversi fitofagi tra cui Aleurodidi, Acari Tetranichidi, Tripidi, Elateridi, Ditteri Tephritidi, Afidi, Cicaline, dannosi per numerose colture (lattuga e simili, solanacee, cucurbitacee, fragola, floreali e ornamentali, vite, agrumi, pomacee, drupacee) e agisce contro tutti gli stadi della vittima.
Naturalis è altamente efficace contro un ampio spettro di fitofagi bersaglio; ha un singolare modo di azione e nessun rischio di fitotossicità; è ammesso in agricoltura biologica ed è adatto all’inserimento in qualsiasi altra strategia di difesa; riduce la probabilità di sviluppo di popolazioni dei fitofagi resistenti agli insetticidi di sintesi; consente di ridurre il rischio di residui indesiderati nella produzione; può essere impiegato in miscela con prodotti fungicidi a base di zolfo e rame e con altri insetticidi di sintesi per ottenere un maggiore controllo dell’infestazione. E’ sicuro per l’uomo e l’ambiente e non ha tempo di carenza “.
In altre parole il Beauveria bassiana è un fungo endofita, cosmopolita, con proprietà entomapogene utilizzato nella lotta biologica, in grado di causare danni a diversi tipi di insetti agendo come parassita. Beauveria bassiana è la forma anamorfica (cioè la forma di riproduzione asessuale) della specie Cordyceps bassiana. Questa forma a riproduzione sessuale (detta telomorfo) è stata scoperta nel 2001. Il fungo provoca una malattia conosciuta come calcino o malattia del baco da seta. Quando le spore del fungo entrano in contatto con il corpo di un insetto suscettibile, entrano nel corpo germinano e vi si sviluppano, uccidendo l’insetto ed utilizzandolo come fonte di nutrimento. Dopo la morte dell’insetto il micelio (dall’aspetto di una schiuma bianca) si sviluppa sul cadavere producendo nuove spore. L’insetto parassitato ma non ancora morto diffonde il fungo ad altri esemplari durante i suoi spostamenti.
Gran parte degli insetti che vivono sul suolo hanno sviluppato difese naturali contro Beauveria bassiana, tuttavia molti altri ne sono suscettibili come il punteruolo rosso e nero. Il fungo non infetta l’uomo né gli altri mammiferi ed è pertanto considerato un insetticida
naturale. Il nome della specie è un omaggio al naturalista italiano Agostino Bassi che nel 1835, grazie ad un’approfondita sperimentazione dimostrò che il mal del calcino del baco da seta era causato da questo fungo.
Il Comune di Noli ed i privati hanno così l’opportunità di preservare le poche palme che ancora rimangono e di ridurre drasticamente il costo per l’abbattimento. Manco a dirlo c’è possibilità di scelta nel confronto, dunque nel risparmio. Ecco alcuni preventivi di spesa per l’abbattimento delle palme infette in alcuni Comuni del litorale: Albenga – l’importo che si stima di dover impegnare con la ditta Pamparino, è superiore ai 14 mila euro. Questo significa che, tenuto conto del prezzo praticato per ogni intervento (550 euro per piante alte sino a 7 metri, 700 per quelle che superano questa altezza), il Comune stima che nell’ipotesi peggiore, potrebbe rendersi necessario abbattere anche più di 20 palme. In ogni caso saranno le verifiche fitosanitarie a stabilire quali e quante sono le piante a rischio e se possono essere “curate” o se devono essere abbattute per limitare il contagio. Eliminare le palme infestate consentirà di aumentare le possibilità di recuperare altre piante sotto terapia, posizionate nelle vicinanze
Sono numeri da disastro naturale quelli che arrivano da Pietra Ligure, dove l’amministrazione comunale, nel giro di pochi giorni, ha dovuto ordinare l’abbattimento di quasi un centinaio di palme di proprietà pubblica in quanto infestate in maniera irreversibile dal temibile punteruolo rosso. A parte il costo economico – comunque ragguardevole in quanto sarà necessario spendere tra abbattimenti e rimozioni circa 80 mila euro – c’è da mettere in conto il danno di immagine per la città. Tra l’altro 64 piante si trovano sul lungomare Bado (21 sul lato monte e 43 sul lato mare), andando a costituire una delle più caratteristiche attrattive di Pietra Ligure. Oltretutto si tratterà anche di ripristinare la passeggiata attraverso nuove piantumazioni che comporteranno spese notevolissime.
A Savona l’abbattimento viene a costare € 1500 comprensivo di IVA 22% e la prevenzione su quelle sane € 290 comprensivo sempre di IVA 22% [fonte: Ing. Nicola Belen dell’ufficio Ambiente]
Alesben B.