In questi ultimi sessanta anni, milioni di persone nel mondo hanno potuto apprezzare la crescente professionalità di Folco Quilici nel far conoscere tutte le bellezze nel campo ambientale. Migliaia di queste hanno avuto la possibilità di conoscerlo personalmente.Tra questi fortunati ci sono anch’io; uno dei primissimi.
Un’estate del 1950 o 51, assieme a mio fratello, raggiungiamo il paese sardo di Villasimius invitati dall’amico Mario Galli (26 anni, con casa in Noli all’inizio di Via Monastero), figlio di un architetto milanese e di mamma nolese della famiglia dei Torcelli.
Quando siamo arrivati a Villasimius, noi due fratelli abbiamo trovato allocazione in una delle casette da pecore in pietra sulla spiaggia allora completamente deserta.
Tra la decina di amici del gruppo conosciuti sul posto (comprese due ragazze), tutti erano studenti universitari, tra i quali Folco Quilici allora ventenne. Avevo con me il prototipo di fucile a molla “Cressi”; Folco Quilici aveva la macchina fotografica per riprese subacquee, non ancora la cinepresa.
Ricordo con tanta nostalgia quella settimana. La mattina a fioccinare le diverse le qualità di pesce pregiato tra le secche e le scogliere adiacenti la spiaggia, branzini, triglie, cefali, saraghi; la quantità di pesce da me catturato era largamente sufficiente per cucinare pranzo e cena per tutti. Il pomeriggio era riservato, invece, alle scene di caccia subacquea fotografate assieme a Folco Quilici: una volta individuata la preda, ci si predisponeva per tutta una serie di scatti, dall’avvicinamento alla fioccinata.
Ho avuto quindi il privilegio, la fortuna di conoscere Folco Quilici all’inizio della sua brillantissima, oltre che unica ed affascinante carriera del personaggio che tra poco avrebbe consegnato al mondo il suo primo capolavoro: “Sesto Continente“.
L’anno successivo, nelle acque azzurre e limpidissime di Capo Noli, Quilici, armato di cinepresa, ha inteso proporre una scena raffigurante una piccola verdesca (morta) che, opportunamente trainata con un filo invisibile, affiancava a poca distanza il sottoscritto armato di fucile.
Con il trucco del mestiere, la piccola verdesca, filmata ad opportuna distanza, appariva come un pescecane di oltre un metro.
Ho avuto un’ultima occasione di incontro circa vent’anni fa in quel di Alassio. Ora, con la sua dipartita a 88 anni, Folco Quilici ha lasciato orfani non solo quel mondo scientifico che per primo ha amato, ma tutti quelli che, in una qualche maniera, lo hanno apprezzato per il suo ammirevole impegno nel trasmetterlo con professionalità e passione.
ANNA MAZZUCCO – All’età di 100 anni compiuti il 23 giugno 2017, (No 132 di Trucioli.it vedi…….), Anna Mazzucco, da Vicenza, ha serenamente lasciato tanti nipoti e pronipoti. La cerimonia funebre si è svolta a Noli sabato scorso alla presenza anche di vecchi amici nolesi; le sue ceneri sono state poi trasferite nel nostro cimitero accanto ai suoi cari. Anna ha trascorso la sua vita unitamente a quella della sorella maggiore Francesca nella conduzione della locale farmacia di famiglia sino a quando non è stata ceduta, ed in seguito da pensionate in Noli.
Come la sorella, Anna era una persona affabile, molto educata, sempre disponibile. Una nipote l’ha ricordata come la persona che di fronte a qualsiasi tipo di ostacolo era solita rispondere :”tutto bene!” Un sincero abbraccio unito ad un piacevole ricordo.
LUTTI CITTADINI
Sugliano Rosanna a 83 anni ha lasciato il marito Stefano (Mario) Garzoglio assieme ai loro tre figli con le relative famiglie e nipoti.
Rosanna, ha vissuto e condotto da sempre, con alta professionalità, assieme al marito Mario (meglio conosciuto come “U GRIXIU”) la gestione della pescheria nel mercato comunale di Savona. Una coppia tutta lavoro/famiglia.
Pietro Mario Balbo, a 76 anni ha lasciato la moglie con i figli e le loro famiglie. I funerali si sono svolti nella chiesa di Voze con la partecipazione di molte decine di amici (oltre 200) discesi dalle valli circostanti per dare l’ultimo saluto a Mario e dimostrare vicinanza ai famigliari di un impresario edile stimato e ben voluto.
Carlo Gambetta