Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Per favore parlate anche delle Alpi Liguri!
Candidate a Patrimonio Mondiale Unesco


Qualcuno critica perchè ci preoccupiamo con troppa frequenza delle Alpi Liguri e della nostra montagna da decenni area di crisi. Si è per fortuna salvato l’ambiente dagli speculatori dal cuore d’oro. Sappiamo dai dati di fatto che i monti non sono mai stati la gallina dalle uova d’oro’ diversamente dalle spiagge e concessioni costiere. Spiagge vendute e comprate, ampliate, arricchite di cemento e costruzioni, non sempre utili ripascimenti a causa delle opere a volte insipienti dell’uomo che vuole andare contro la ‘legge non scritta’ del mare e della sua vita.  La montagna ligure che non ha promoter  di rango, di spicco e tenaci quali il presidente della Regione Toti, il suo assessore Scajola jr, il capogruppo loanese Vaccarezza  premiato con la candidatura al Senato, per Genova centro, in gara con la ministra della Difesa Pinotti.

Quella montagna per la quale si batte, ma finora senza successi concreti, Francesco Zunino l’editore della popolare Imperia Tv, che microfono in mano ha spesso lanciato anatemi ai politici inconcludenti di ogni stirpe. Seguito dall’assai più  moderato, accomodante e pacioso, Andrea Pomati, il giornalista principe che può parlare ai telespettatori e ai lettori del Secolo XIX e della Stampa. Diciamo pure il vero ‘mister del quarto potere‘ anche se fa di tutto per non apparire. E umile ed ha sempre una parolina buona per tutti, non gli piacciano i colleghi che mettono in difficoltà l’interlocutore con domande scomode e persino irriguardose. Tra le firme più assidue e sponsor della montagna imperiese, l’autorevole giornalista della redazione di Sanremo – Imperia del Secolo XIX, Milena Arnaldi: anche se lei preferisce non pungere, usare delicatezza, dare la carica, spronando ad essere fiduciosi, rivolta soprattutto ai giovani. Un giorno, pare dica, avrete pure voi dignitosi posti di lavoro ed un futuro per le generazioni a venire. Resistete, non lasciate i paesini tra i boschi. Poi ci sono i vecchi cronisti alla Luciano Corrado che si rivolge sempre a tutti gli smemorati della storia dei nostra montagna. Passa in rassegna il rosario di promesse che hanno ricoperto decine e decine di articoli stampa e da ultimo i web. Le promesse e gli inni al rilancio arrivate da ministri, parlamentari, presidenti di regione, assessori regionali, presidenti di provincia, presidenti della Camera di Commercio, sindaci, giornalisti. Tutti a tifare per la resurrezione dei monti liguri e cuneesi che contrariamente a quella di Gesù Cristo figlio di Dio non arriva mai. E ci chiedono pedissequamente di avere fiducia. Intanto di rivotare  quei gruppi, schieramenti e partiti che sono stati finora votati e premiati. Qualcuno può vantare una piccola busta paga da 16 mila euro lordi al mese (8 mila netti), ed una pensioncina da vecchiaia da 5 mila euro netti. Perchè non avere fiducia in “prometto….”.

Almeno con l’Unesco, c’è da sperare e credere, avremo più fortuna. L’Italia candida per il 2019 le Alpi del Mediterraneo a Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Leggiamo su La Stampa che oggi (30 gennaio 2018) è stato consegnato il dossier al Ministero che ha provveduto a inoltrarlo alla sede mondiale Unesco a Parigi. L’ufficializzazione della candidatura è stata resa nota il 24 gennaio in occasione dell’incontro del consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, presieduto da Franco Bernabè. Nella specifico si tratta di una candidatura transnazionale che l’Italia avanza anche per conto della Francia e del Principato di Monaco.

Il sito “Alpi del Mediterraneo”, con una superficie totale di 268.500 ettari tra terra (60%) e mare (40%), comprende porzioni significative delle alte valli cuneesi tra Stura e Tanaro, dell’entroterra del Ponente ligure, del Mercantour e della Costa Azzurra, oltre al vasto tratto di mare tra Nizza e Ventimiglia. Tutto il territorio interessato è posto all’interno di parchi (Marittime, Marguareis, Alpi Liguri, Mercantour) o di Siti di Importanza Comunitaria. Ben settantanove i Comuni coinvolti, ventotto dei quali in territorio italiano.

Al centro della candidatura c’è la storia geologica, e particolare importanza rivestono il massiccio cristallino dell’Argentera e il complesso carsico del Marguareis. Secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale della Commissione Unesco “Si tratta di un sistema geologico di grande importanza per lo studio della geodinamica della Terra che, in uno spazio di appena 70 chilometri, collega il ghiacciaio più meridionale delle Alpi agli abissi più profondi del Mediterraneo occidentale. Le Alpi del Mediterraneo sono l’unico sito conosciuto in cui sono visibili le testimonianze di tre cicli geodinamici successivi, lungo un periodo di 400 milioni di anni. Il territorio del sito è particolarmente interessante dal punto di vista della biodiversità, grazie alle caratteristiche geomorfologiche e climatiche legate al passaggio rapido dall’ambiente alpino all’ambiente mediterraneo.”

Il dossier di candidatura consegnato al Ministero dell’Ambiente è stato inoltrato immediatamente alla sede mondiale dell’Unesco a Parigi. A seguire ci saranno la visita di verifica, presumibilmente a fine estate 2018, e quindi la valutazione definitiva. In caso di approvazione il sito “Alpi del Mediterraneo” nel 2019 andrà ad aggiungersi ai 53 siti italiani – numero record a livello mondiale – che già fanno parte del Patrimonio dell’Umanità. Al momento, insieme a 48 siti culturali tra cui Venezia, Roma, Firenze, Pompei, la Valle dei Templi, l’Italia può contare su soli cinque siti naturali: le Isole Eolie, Monte San Giorgio, le Dolomiti, il Monte Etna e le Antiche faggete primordiali dell’Appennino.


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