Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Borghetto S. Spirito, assalto notturno al laboratorio Athena di Sara Geloso Domini, sequestrata ad Alassio all’età di 4 anni


Non bisogna rassegnarsi, né farsi sopraffare. Le forze dell’ordine quasi sempre tacciono la cronaca nera dei furti in alloggi, uffici, negozi, attività artigiane, ma anche agricoltori, nelle campagne, nei magazzini. Anche quando si tratta di razzie di galline, di carciofi e prodotti alimentari come è accaduto in una zona (via al Boschetto) di Bastia d’Albenga dove quasi tutte le case sono state visitate dai ladri, compreso l’azienda agraria Anfossi. Hanno fatto pure lo spuntino, lasciando i resti. Non si può sempre e solo tacere per non allarmare, per compiacere il sindaco o il potere di turno. Ecco stessa sorte avrebbe seguito quanto è accaduto a Borghetto S. Spirito grazie al ‘silenzio stampa’ subito e senza che peraltro ci si ribelli alla ‘disinformazione’ o all’impedimento di informare.Uno scasso notturno che nelle intenzioni dei malfattori avrebbe dovuto comportare un bottino. Invece se ne sono andati praticamente a mani vuote, facendo solo del danno. Hanno preso di mira uno dei più longevi laboratori di analisi  della provincia: Athena sas nella centralissima piazza Libertà, ad un passo dalla statale Aurelia. La piazza che ospita soprattutto agenzie immobiliari, un’osteria che ha già qualche anno, un bar, la farmacia storica (Franchi), un paio di negozi. Nello stesso immobile, ai piani sovrastanti, dove abitava il popolare giornalista Silvietto Torre che è mancato il 20 dicembre dello scorso anno.

Uno dei pochi furti che ha lasciato gli autori a mani vuote. Solo l’audacia ed il bersaglio prescelto diciamo che meritano di non passare inosservati, sotto silenzio, come accade ogni giorno, in ogni località della provincia, dell’entroterra e non siamo certo nelle vette della classifica dei furti in abitazioni in Italia.

L’Athena non solo tra i pochi laboratori fondato alcuni decenni or sono e che resiste. Come emerge dalla carta intestata appartiene e ci lavora quale biologa Sara Domini Geloso, è frequentato ormai come ‘passatempo’, dopo la pensione, dal dr. Aldo Gianatti, già medico di famiglia, ex sindaco di Ceriale,  ex assessore a Borghetto S. Spirito e dal biologo loanese Pierluigi Ceppollina, personaggio assai noto nella vita parrocchiale; tra i clienti molti abitanti del comprensorio loanese, residenti e turisti.

Certamente chi non ha mai voluto esporsi alla ‘notorietà’ è proprio la titolare, persona semplice, schiva, cordiale. Anche con il vecchio cronista che, a sua volta, è stato di recente vittima di un’intrusione ladresca a suon di narcotico, e che aveva seguito giorno dopo giorno, notte dopo notte, il rapimento e l’attesa della liberazione (si dormiva in auto sulla strada davanti al castello della famiglia Geloso, il nonno industriale affermato in Italia e all’estero ), Sara Geloso Domini, 45 anni, evita di ricordare il passato. Un sequestro che fece molto scalpore all’epoca, nel 1976, il 30 dicembre. Prime pagine, giornali e tv nazionali ed esteri, mobilitazione dell’apparato di sicurezza. Liberata dopo 19 giorni ed il pagamento di un riscatto di due miliardi. Una città, Alassio, una Riviera col fiato sospeso per giorni e giorni, in stato d’assedio.

Due anni fa, come riporta Il Secolo XIX che riproduciamo, tornò in carcere l’uomo che aveva organizzato il sequestro: Marietto Rossi. Lei apprese la notizia dell’arresto dagli organi di stampa. Sara Geloso (ha tenuto il cognome della mamma) ha sempre cercato, riuscendoci, di passare inosservata. Non sono molti del resto coloro che ricordano quei giorni, soprattutto fuori dalla Baia del Sole. Ci sono le nuove generazioni. Lei da, cattolica, frequenta la chiesa di San Francesco di Alassio, fa parte del coro e suona la chitarra.

Non ha commentato l’arresto del suo ‘carceriere’ che uscito di galera per il suo sequestro ed altri reati che aveva collezionato, era tornato in cella, sorpreso con tre complici mentre cercava di seppellire il cadavere di un uomo crivellato di colpi per un regolamento di conti nell’ambito della malavita. Lei che era stata liberata nelle campagne di Novi Ligure, quando c’era la neve e tenuta prigioniera a Rezzoaglio.  Ricorda solo quando i carabinieri la presero in braccio e la avvolsero in una coperta per proteggerla dal freddo e dalla neve.

Non sappiamo quale sia stata la sua reazione alla scoperta che i ladri erano penetrati nel laboratorio. Difficile non immaginare lo stato d’animo di chi finisce vittima di un furto. Quelli più odiosi e che lasciano il segno sono certamente i furti nelle case, quando viene violata l’intimità e la serenità, la sicurezza, di ogni essere umano in un paese civile.  Il fatto di non sentirsi sicuri, in balia di chi spesso si suole dire non ha nulla da perdere, magari è sotto effetto di droghe, oppure pur di farla franca non bada a fare del male. E’ vero, centinaia, miglia di furti senza che fino ad oggi ci sia scappato il morto. Non può consolare nei panni delle vittime, anche se spesso si ripeto: tutto sommato meglio il furto che lasciarci la pelle.

Mentre i sindaci, i comuni, la politica cercano di ‘imbonire’ annunciando installazioni di telecamere, progetti di ‘controllo dei vicinato’, chiedono misure straordinarie sempre promesse, il cittadino fa i conti con la cruda realtà di ogni giorno. Quando è toccato a noi, tra i messaggi di solidarietà, sono emersi decine e decine di casi inediti, sconosciuti alle cronache, di vittime, irruzioni ladresche che hanno colpito ogni dove ed ogni angolo. Persone comune, ma anche professionisti affermati, avvocati, medici, commercialisti. Basti pensare che ad Imperia sono penetrai pure nell’alloggio del procuratore aggiunto della Repubblica che in teoria avrebbe dovuto essere sorvegliato.  Ad un orefice che a Loano, nella sua lunga attività, può vantare il record di rapine ed assalti, anche notturni, sono penetrati nella villetta dove abita e alle 10 del mattino hanno potuto segare la cassaforte. Nell’oreficeria ha dovuto persino murare le finestre, ma il mese scorso sono entrati in un alloggio -ufficio sovrastante, attraverso il convento delle suore, e con una scala che aveva rubato dal palazzo mesi fa, si sono arrampicati fino all’alloggio. Non è andata meglio ad un ex parlamentare di Pietra Ligure, anche questo abbastanza recente. Uscito verso le 20 per una piazza quando è tornato, la casa era stata ‘ripulita’ di preziosi e ricordi di famiglia. L’elenco delle intrusioni non risparmia categorie professionali, benestanti o meno. Al punto che si sa pure che i rom (zingari) non rubano le collane di perle perchè nella loro superstizione portano sfortuna. Ci sono poi le bande specializzate che non scelgono a caso, studiano i colpi magari per mesi, con le abitudini delle vittime designate.

Al di là dei risultati obiettivi, resta il nodo irrisolto del controllo del territorio da parte delle forze di polizia. La caserma in ogni città ha dimostrato molti limiti, pur con i cambiamenti organizzativi. Forse non hanno torto gli osservatori più attenti che sostengono di vedere meno uomini in divisa sulle strade, anzi è difficile incontrarli. Forse non ha torto quel funzionario di banca che osserva come si veda troppa gente in giro ad oziare, girano in quartieri anche poco abitati, e difficilmente si assiste ad un controllo. E’ più facile, ma non è la regola, incontrare pattuglie di polizia, carabinieri, vigili, sulla statale Aurelia, una domenica mattina, piuttosto che una capillare presenza nelle ore notturne. Fermano le auto di giorno per fare statistica, rendere visibile la presenza e la notte, e l’alba, quando entrano in azione i ‘soliti ignoti’, quante pattuglie per ogni cittadina sono  davvero in strada ? C’è da aggiungere che si parla spesso delle città, fa ancora meno notizia quanto accade nei piccoli paesi dell’entroterra. A meno che non ci sia qualche cittadino, qualche sindaco che non ne può più e suona la gran cassa. Se ne discute un paio di giorni, poi tutto finisce in cavalleria.

Forse non consola sapere che anche nelle statistiche dei furti in abitazioni l’Italia ha un poco invidiabile primato in Europa. E sarebbe troppo facile incolpare i giudici che scarcerano, le leggi le fanno i parlamentari, con un netta prevalenza di avvocati, molti dei quali a loro volta hanno esperienza di codice penale. Ha governato per dieci anni il centro destra con la Lega Nord, ha governato per dieci anni il centro sinistra. La Liguria a due ministri di peso, Difesa e Giustizia; l’albenganese dopo 50 anni  ha un parlamentare avvocato, vice presidente della commissione giustizia, che non pare si sia mai allarmato di troppo sulla questione ‘legalità e sicurezza’ nella sua zona. A parte l’elicottero dei carabinieri che è tornato a volare, dopo due anni di blocco, e da la caccia ai clandestini nelle campagne e nel centro storico di Albenga dove il malumore è forte, ma resta l’unica cittadina della Riviera dove i vigili urbani sono in servizio fino a tarda notte.

Sarebbe troppo facile incolpare i migranti, semmai possiamo dire che Paesi come la Romania, Bulgaria, Polonia saranno pure estremisti verso gli extracomunitari, ma chi viola la legge in caso loro viene punito assai più severamente, o meglio se finisce in carcere non ha  i benefici della legislazione italiana. La certezza della pena è spesso una realtà. Corruzione a parte.

 

 


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