Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Noli e la truppa 13 della Tassa di Soggiorno
Benvenuti turisti nella Riviera dei balzelli!


Aveva ragione Obelix ad appellare i Romani S.P.Q.R. ? “La Stampa” del 03/12/2017, scrive Massimo Picone: “La destinazione dei fondi derivanti dalla tassa di soggiorno, l’accordo congiunto tra i Comuni che l’applicheranno con le stesse modalità e cifre, le riflessioni sul momento turistico della Riviera. Se ne è discusso a Varazze. A Palazzo Beato Jacopo, presenti sindaci, assessori, dirigenti comunali, tecnici, rappresentanti delle categorie economiche di varie cittadine costiere. Ironia dei tempi mercoledì è stato firmato l’accordo per lo sviluppo e la competitività del turismo nella provincia di Savona. Sottoscritto dai Comuni di Alassio, Albenga, Borghetto S. Spirito, Loano, Toirano, Pietra Ligure, Finale Ligure, Noli, Spotorno, Varazze e le associazioni di categoria provinciali Confesercenti, Federalberghi, Faita, Fiap, Fima, Unione Associazioni Albergatori della Provincia di Savona. Città in maggioranza di centro destra con i leader nazionali Berlusconi e Salvini che proclamano ogni giorno ‘guerra alle tasse’, no ad ogni gabella: “Solo i comunisti e la sinistra vogliono mettere le mani nelle tasche delle partite Iva”. Ignorano la coerenza a proposito della nuova tassa di soggiorno.

Nel 2018, la discussa tassa sarà adottata per i mesi di luglio e agosto. Il periodo sarà ampliato dal 2019. Finora, intenzionati a fruire dell’imposta sono le stesse amministrazioni firmatarie dell’accordo con le genovesi Cogoleto e Arenzano. Senza dimenticare che a Savona la tassa di soggiorno è diventata operativa già da febbraio e che nei primi mesi (fino a luglio), ha reso 170 mila euro e che entro l’anno dovrebbe rendere 280 mila euro.”

“Il patto, è bene precisare, pur essendo in itinere, non è ancora stato convalidato. L’accordo potrebbe essere soggetto a modifiche. Coinvolte tutte le strutture ricettive, dall’hotel cinque stelle alle pensioni, dagli alberghi a 1 stella ai bed&breakfast, dagli alloggi affittati ai turisti ai campeggi, agli agriturismo. Le tariffe, identiche per tutti i centri aderenti, vanno dai 50 centesimi al giorno a 1,50 per ciascun ospite, in base alla certificazione delle strutture ricettive. L’imposta sarà applicata per i primi 5 giorni di permanenza. Previste varie voci alternative. Ad esempio, la giunta comunale di Varazze, ha deliberato che potrà anche prevedere la riduzione dell’imposta, fino al suo azzeramento, per i mesi di ottobre, novembre, dicembre, gennaio, febbraio e marzo, anche differenziando per singolo mese. L’imposta e` ridotta del 30% per gruppi sportivi o scolastici di età compresa tra i 14 ed i 18 anni, estesa a insegnanti accompagnatori, minori che nel giorno di inizio del soggiorno non abbiano ancora compiuto 12 anni di età, lavoratori della struttura ricettiva con rapporto contrattuale o di studio non residenti, volontari in città per emergenze ambientali, persone ospitate nelle strutture ricettive su disposizione dell’Autorità pubblica per particolari situazioni di urgenza, soggetti che praticano terapie riabilitative in strutture sanitarie situate nel territorio comunale, autisti di pullman e accompagnatori in assistenza a gruppi organizzati oltre le 25 unità, disabili e non autosufficienti e un loro accompagnatore, forze dell’ordine e vigili del fuoco presenti per servizio. Nel maggio scorso la sigla del Patto per il turismo della Regione, firmato dai sindacati degli albergatori e da tutti i Comuni. Tra i vari punti, il Patto prevede che, in caso di istituzione del tributo, i fondi vengano usati a fini turistici. Almeno il 60% del gettito dovrà essere condiviso con le organizzazioni imprenditoriali del settore, il restante 40% impiegato dai Comuni per migliorie con ricadute sul settore dell’accoglienza. La discussione è stata moderata dalla consulente Flavia Fagotto di «Destination marketing manager», laboratorio incaricato a organizzare attività e procedure di condivisione partecipata.”

Anche i Comuni, poveretti, come la Provincia non hanno finanziamenti, questi ultimi invitano gli utenti ad acquistare il sale, per le strade, direttamente al supermercato. In questa Italia di cialtroni e di istituzioni allo sfascio mettersi a protestare fa sembrare ingenui. Ognuno per se e Dio per tutti , è il motto del Medio Evo tornato in uso in questa Italia allo sbando.

Al di fuori della “colorazione” politica dei 13 Comuni che si sono trovati accomunati ad istituire la tassa di soggiorno, con alcune riduzioni [a discrezione dei vari Comuni], nei confronti di tutti i turisti che approdano sul suolo comunale, c’è già, in partenza, un vizio di forma, che peserà solo ed esclusivamente sulle tasche degli imprenditori del settore. Come si fa ad applicare una imposta di soggiorno, quando i listini 2018 sono già stati decisi ed inseriti nei vari circuiti turistici italiani e stranieri, cui spiccano: trivago, tripadvisor, booking, ect….Aveva ragione Obelix ad appellare i Romani “S.P.Q.R.“, anche allora nel 59 a.C. Nell’aula del senato romano [Asterix e i Belgi], ne succedevano di tutti i colori. Cesare accusato di pensare sempre alle guerre imponendo al popolo nuove tasse mentre farebbe meglio ad interessarsi di brassica, per mantenere la pace con i popoli conquistati.

Roma, il senato è in seduta  – < La parola al senatore Sottintesus>: <Cari colleghi i coltivatori di brassica nella zona di pisae sono in una situazione angosciante a causa della continua siccità …> , <rivolgiamo la nostra attenzione verso pisae…>. <Il legato Volfgamadeus è appena giunto a Roma. Chiede di essere ascoltato a proposito della preoccupante situazione in Belgio !> <Fatelo entrare !>.<Ah, no ! Il regolamento vieta di interrompere l’oratore…allora dicevo che la brassica…> .<Si, fatelo entrare ! Giulio Cesare dissangua Roma con le sue campagne ! Son curioso di sapere a che serve tutto quel denaro !>.<Considerate che i coltivatori di brassica…>.<Io non temo di sentire pubblicamente il rapporto del legato Volfgamadeus ! Fatelo entrare ! >.<E la brassica ?>. <Sai cosa puoi fartene della tua brassica ?!>. <Ah, ecco il risultato delle campagne di Cesare ! Non è capace neanche di richiamare all’ordine qualche barbaro !>.<Già farebbe meglio andarsene a piantare brassica !>.

L’INVASIONE – Nel periodo estivo, quasi tutti i giorni ed in modo regolare il sabato e la domenica, “calano” orde di “turisti per un giorno”, i cultori del “mordi e fuggi”, i turisti low cost, definiti ‘i nuovi barbari’, quelli l’unica cosa che portano è il caos, la maleducazione e la sporcizia, sulle spiagge libere, queste ultime si che “pesano” sulle tasche del Comune. Questi turisti non pagano e non pagheranno mai la “tassa di soggiorno” ma si godranno della “tassa di soggiorno” pagata da altri, turisti ed imprenditori del settore.

Federico Martelli da il Corriera Della Sera: A metà giugno sul Corriere della Sera è comparso un articolo che tratteggia quella che viene definita la “moderna neo lotta di classe (e geografica)” combattuta dai turisti low cost, che da Milano o dal pavese, a bordo di pullman che attraversano la Pianura Padana, raggiungono in giornata uno dei primi sbocchi sul mare: Varazze, in provincia di Savona.

I passeggeri, spiega l’articolo, sono soprattutto pensionati, disoccupati, mamme con figli piccoli a carico e studenti, che con un biglietto di massimo 20 euro si riversano a centinaia per otto ore nelle località di mare generando l’insofferenza dei locali—nello specifico: operatori e amministratori dei paesi liguri critici del flusso di persone che, a loro dire, non si recano in Riviera per spendere denaro sufficiente a riequilibrare il disagio che procurano.

Una passeggera racconta di un amico costretto a pagare ben sei euro per una bottiglia d’acqua a Varazze; zampilli di acqua nelle aiuole di un’altra cittadina, Albissola, per impedire che i turisti ci vadano a pranzare; la proposta di controlli dei documenti a bordo dei pullman per fare trascorrere ai turisti “un’ora e mezza sotto il sole e forse la prossima volta ci pensano a ritornare,” e per finire, la preoccupazione del presidente di uno dei due Consorzi di stabilimenti balneari di Varazze che teme—lascia intendere l’articolo—che i pullman possano trasportare anche terroristi. Il ritratto dei turisti low cost e della Riviera ligure fatto dal Corriere, insomma, non è dei migliori.

Imposta di soggiorno, da Wikipedia, l’enciclopedia libera: L’imposta di soggiorno, detta anche tassa di soggiorno, in Italia, è un’imposta di carattere locale applicata a carico delle persone che alloggiano nelle strutture ricettive di territori classificati come località turistica o città d’arte. Fu istituita nel 1910 per le sole stazioni termali, climatiche e balneari ed estesa nel 1938 alle altre località di interesse turistico. Fu poi abolita a decorrere dal 1º gennaio 1989. Quasi contemporaneamente all’inizio del secolo scorso fu istituita anche in Francia, dove vige tuttora, così come in molti altri stati europei e negli Stati Uniti. Fra le motivazioni per le quali in Italia era stata soppressa (Art. 10, Decreto Legge 2 marzo 1989, n. 66), si è considerata anche l’occasione dei campionati mondiali di calcio del 1990. In quell’occasione si considerò che l’abolizione dell’imposta avrebbe consentito prezzi più bassi da parte degli alberghi e degli altri esercizi ricettivi durante l’evento e che vi sarebbe stato, comunque, una maggiore competitività, venendo poi reintrodotta nel 2009.

Disciplina normativa – La legge n. 42/2009 sul federalismo fiscale ha aperto in Italia nuovi scenari di autonomia per gli enti locali; in questo contesto il settore turistico è stato subito interessato al mutamento in atto. L’imposta di soggiorno è stata, infatti, reintrodotta nell’ordinamento italiano con due distinti provvedimenti che sono: Il Decreto Legge 31 maggio 2010 n. 78 che, solo per il comune di Roma, ha stabilito la possibilità di introdurre un contributo di soggiorno a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive della città, da applicare secondo criteri di gradualità in proporzione alla loro classificazione fino all’importo massimo di 10,00 euro per notte di soggiorno.

Il decreto legislativo 14 marzo 2011 n. 23, recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale[5], ha conferito ad altri comuni la facoltà di istituire l’imposta di soggiorno. Più precisamente ai sensi del comma 1 dell’articolo 4 del suddetto decreto, i comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni nonché i comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte possono istituire, con deliberazione del consiglio, un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, da applicare, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno.

Da il Secolo XIX: All’assalto delle spiagge, 27 pullman dal Nord invadono il Ponente ligure. Laigueglia e Bergeggi invase da oltre un migliaio di turisti “mordi e fuggi”, in gran parte sudamericani. I sindaci: “Troppa gente, gestione impossibile”. «Domenica d’agosto, che caldo fa». E poi, continuava Bobby Solo in quella hit del ’69, «la spiaggia è un girarrosto ». Quella spiaggia, calda ma soprattutto sovraffollata, che fa impazzire i sindaci del ponente ligure. Perché, in tempo di crisi e di Ferragosto casalingo, piemontesi e lombardi, italiani e non, si riversano sulle spiagge libere della riviera per cercare una giornata di svago low cost. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, ieri è stata una domenica ancora più difficile: 8 o 9 pullman arrivati a Bergeggi, qualcosa come 27 soltanto a Laigueglia, molti interamente occupati da famiglie ecuadoriane, gazebo, tavoli e borse frigo alla mano. E i litorali sono di nuovo andati al collasso.”

Roberto Arboscello, farmacista, sindaco di Bergeggi

Ma i primi cittadini della zona — che la scorsa settimana avevano raccontato sulle pagine di Repubblica le loro difficoltà annunciando la volontà di trasformare alcune “libere” in “libere attrezzate”, con vigilanza e servizi di pulizia — ora si sono organizzati: partirà domani per volontà di Roberto Arboscello, sindaco di Bergeggi, una missiva per tutti i colleghi della provincia di Savona interessati dal fenomeno. Una convocazione, per «incontrarci, discuterne e stabilire una linea comune da tenere con la Regione». Dove andranno a discuterne a settembre, «perché essendo aree demaniali è in Regione che si prendono le decisioni».

Franco Maglione sindaco di Laigueglia

Sul piatto, oltre alla proposta di Arboscello di attrezzare alcune spiagge (a patto che continuino a essere considerate libere e non debbano essere date nuove concessioni a privati), c’è da una parte l’idea di limitare gli ingressi: ieri, sulla lunga e bella Baia del Sole di Laigueglia, «era anarchia, ormai si va oltre la superficie della spiaggia, praticamente erano uno sopra l’altro — racconta il sindaco Franco MaglioneNon ne facciamo una questione di nazionalità, ci sono stranieri e italiani: il problema è la quantità di gente. Diventano poi giornate difficili per tutti». Dall’altra parte «bisognerebbe ridurre i varchi di ingresso alle spiagge». Che per legge devono essere almeno uno ogni 200 metri. Ma così è difficile controllarli tutti e, soprattutto in un week end ghiotto come questo di Ferragosto, diventano un problema per gli accampamenti notturni: «L’altra notte la spiaggia era una distesa di tende — continua MaglioneAbbiamo mandato i vigili a controllare, ma ormai era tardi». E come si fa a mandare via nel cuore della notte una famiglia ormai accampata? «O limitiamo i varchi, così riusciremo a controllarli, oppure ci mandino più vigili. Più servizi. Perché così, un paese di 1500 cittadini che nelle domeniche d’agosto arriva a 50 mila, non può andare avanti».
M
odalità di applicazione – Le modalità di applicazione sono molto diverse e vanno dal versamento di un importo fisso a un importo variabile, con scaglioni associati alle tipologie e categorie alberghiere, con aliquote percentuali, con scaglioni associati al prezzo, alla localizzazione e al periodo e, in alcuni casi, un’aliquota percentuale o una misura forfettaria.

Sono previste esenzioni assai differenziate da comune a comune in base alla residenza, alle classi di età (per ragazzi e giovani e per la terza e quarta età), all’attività svolta e alla durata della permanenza (l’imposta non viene applicata se un soggetto pernotta per più di un certo numero di notti), per i disabili, secondo la proprietà della struttura ricettiva, alla stagionalità e ad altre cause.

L’applicazione dell’imposta avviene secondo criteri molto eterogenei sia per le tariffe applicate sia per le modalità di applicazione, entro il limite dei 5 euro previsti dalla legge. Nel testo si legge che “i Comuni (…) potranno istituire un’imposta di soggiorno a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive del proprio territorio. L’imposta sarà applicata con gradualità, fino a un massimo di 5 euro per notte di soggiorno, in proporzione al prezzo. Il gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali”. Alcuni Comuni hanno deciso di rinunciare a questa possibilità, altri invece hanno colto quest’opportunità per generare nuove entrate nelle casse comunali. Con riferimento alle città d’arte italiane la prima ad istituire l’imposta di soggiorno con delibera comunale è stata la città di Roma, con una normativa entrata in vigore dal 1 gennaio 2011 (Legge n. 122 del 2010). Il Comune di Roma, tuttavia, dal 1 settembre 2014 ha portato l’imposta di soggiorno a 7 euro, come era consentito dalla legge dedicata (Decreto legge 78/2010).

A Roma hanno fatto seguito numerose altre città d’arte, tra cui Firenze (1 luglio 2011), Venezia (23 agosto 2011), Catania (1 settembre 2011), Pisa (1 gennaio 2012), Siena (1 marzo 2012), Torino (2 aprile 2012), Vicenza (1 maggio 2012), Verona (1 agosto 2012), etc., ma anche moltissime località balneari, montane e lacuali, come pure piccoli e medi Comuni.

I Comuni che in Italia hanno istituito la tassa di soggiorno hanno usato formule, modalità applicative, esenzioni tra loro molto diverse. Ciò ha creato una situazione a macchia di leopardo davvero poco professionale per il sistema turistico italiano. L’applicazione della tassa di soggiorno non segue un modello unico di calcolo, anzi: si va dal Comune che fissa una quota fissa differenziata per tipologia di struttura ricettiva e categoria (la formula più diffusa) a chi indica una quota differenziata in base al costo della camera, sino al Comune che definisce una quota unica, uguale per tutti gli alberghi.

In sostanza, i regolamenti approvati dalle diverse Amministrazioni Comunali variano moltissimo, sia per quanto riguarda le strutture ricettive i cui ospiti vengono “tassati”, la durata del soggiorno soggetta ad imposta, ma anche per eventuali esenzioni dal contributo (bambini fino ad una certa età, portatori di handicap, etc.): pertanto l’imposta di Soggiorno, sempre contestata dalle associazioni di categoria e dagli stessi operatori, permette agli stessi Comuni di far pagare ai turisti che soggiornano nelle strutture ricettive della località una quota per ogni notte trascorsa, in maniera molto variabile da località a località.

L’applicazione a livello comunale – La norma nazionale dà facoltà alle amministrazioni comunali, con proprio regolamento, di adottare o meno l’imposta a seconda di autonome esigenze di bilancio o scelte politiche, diverse da comune a comune. Nel 2013 sono stati 500 i Comuni italiani che hanno applicato l’imposta di soggiorno (dati Osservatorio Nazionale sulla Tassa di Soggiorno) garantendosi un incasso pari a 287Milioni 350Mila Euro, che diventeranno oltre 382Milioni nel 2014. Nell’inverno 2014 i Comuni che applicano l’imposta di soggiorno sono infatti diventati 649, ben 149 in più rispetto a dicembre dello scorso anno, con un incremento del +29,8%. I Comuni che oggi applicano l’imposta di soggiorno o la tassa di sbarco corrispondono all’8% di tutti i comuni italiani e al 9,5% di quelli nei quali è presente almeno un esercizio ricettivo. Pertanto rispetto ai comuni che possono applicarla l’incidenza è del 16,6%. Inoltre la ricettività in termini di camere o posti letto nelle strutture ricettive dei comuni che applicano l’imposta di soggiorno o la tassa di sbarco, è pari al 53,0% di tutta la ricettività presente in Italia mentre, considerando i pernottamenti della clientela, essa copre il 64,1% della domanda (72,5% di quella straniera e il 56,5% di quella domestica). Il 33,0% dei comuni che applicano l’imposta si trova nel Nord Ovest, il 26,1% nel Nord Est, il 20,6% nel centro e il 19,4% nel Mezzogiorno.

Benefici finanziari per la pubblica amministrazione – L’incidenza dell’imposta sulle entrate dei bilanci comunali va da un massimo di 8,2% di Montecatini Terme a valori minimi per le grandi città come Napoli e Milano, con lo 0,3%. Gli impieghi delle somme raccolte sono in primo luogo utilizzati per manifestazioni ed eventi culturali 29,1%, per la sostenibilità ambientale (17,0%), per il sostegno alle istituzioni (15,9%), per i servizi di trasporto pubblico (12,8%) e in misura più limitata per la promozione (5,7%).

Dal 2011 il centro studi Panorama Turismo di JFC, ha istituito un osservatorio al fine di monitorare novità e modifiche in merito alla tassazione in località turisticamente rilevanti nell’intero territorio nazionale. L’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno è aggiornato periodicamente: esso fornisce il “panorama” dello stato dell’arte sull’introduzione dell’imposta da parte delle amministrazioni comunali, ed analizzare – in maniera distinta – le località balneari, le città d’arte, le destinazioni montane e quelle lacuali. L’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno intende inoltre effettuare un’azione di benchmarking confrontando i regolamenti di attuazione dell’imposta di soggiorno, analizzando altresì come questi hanno risposto al decreto in termine di individuazione dei soggetti passivi, di tariffe applicate, quali strutture ricettive vengono coinvolte e quali tipologie di turisti risultano interessate e/o escluse da questa nuova imposta.

La redazione del rapporto a scala nazionale sulla fiscalità locale che è denominato “Osservatorio sulla fiscalità locale” è curata dalla associazione maggiormente rappresentativa degli albergatori italiani. Il primo rapporto è stato redatto nel gennaio 2012 e nel luglio 2014 è stata pubblicata la quinta edizione nella quale sono riportati in sintesi i regolamenti di tutti i comuni che hanno applicato l’imposta con la possibilità di andare direttamente al documento base di ogni singolo comune.

La destinazione dei proventi  Il D.L. 23/2011 stabilisce che il gettito derivante dall’imposta di soggiorno deve “essere destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali”. Tuttavia dalla rilevazione effettuata dall’Osservatorio Nazionale sulla Tassa di Soggiorno curato dal centro studi Panorama Turismo emerge soprattutto che le Amministrazioni Comunali faticano a dichiarare con chiarezza gli investimenti che effettuano con i proventi dell’imposta di soggiorno. Di certo si assiste ad una notevole diversità nella gestione di tali fondi: sono pochi i casi in cui i rappresentanti del Comune decidono, insieme alle associazioni di categoria, dove investire tali proventi, perché nella maggior parte dei casi le Amministrazioni gestiscono tali fondi in maniera autonoma, senza concertazione con le categorie.

Si tratta di incassi che vengono destinati alle attività più varie, anche di spesa corrente o per non identificati “fini sociali“, non sempre in linea con le finalità turistiche. Emerge così che le priorità primarie dei Comuni, per quanto riguarda gli investimenti effettuati con gli incassi dell’imposta di soggiorno, siano quelle relative agli “eventi e manifestazioni” (16,4%), al “restauro e manutenzione musei e monumenti” (13,3%) ma alta è anche la quota destinata per le “strade ed il miglioramento della viabilità interna” (8,2%), all'”arredo pubblico” (7,6%), al “sostegno agli uffici IAT” (5%), alla “pulizie e decoro cittadino, al verde pubblico” (4,8%) alla realizzazione di “sito web” (3,8%) e “wi-fi e hotspot” (3,6%).

“Siamo curiosi di sapere a che serve tutto questo denaro !” “Si spera che l’Amministrazione di Noli, poi ce lo dica !”

Alesben B.


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