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Con questo articolo spero di smentire gli articoli del Secolo XIX mostrando degli errori madornali.
Il Secolo XIX: ROMA – Cristoforo Colombo autografo, “sono nato a Genova”. A Palazzo Ducale i testamenti illustri in mostra.. Tra i grandi spiccano le ultime volontà di Cristoforo Colombo nel documento autografo che finalmente dissipa ogni dubbio sulla sua origine: era genovese scrisse di suo pugno, non spagnolo, portoghese o addirittura savonese. Un ancoraggio storico importante specie in questo momento in cui, sull’onda della assurda pretesa di accollare al grande navigatore genovese schiavitù e razzismi del continente americano, la New York progressista di Bill de Blasio intende consegnarlo alla damnatio memoriae con l’oltraggio di abbatterne la statua a Central park.
«Siendo yo nacido in Genova», ovvero «essendo io nato a Genova»: così ha scritto nel suo testamento, compilato il 22 febbraio 1498 in quella che oggi è Panama (per questo la lingua utilizzata è lo spagnolo), il grande navigatore Cristoforo Colombo. (Il Secolo XIX)
La mostra, che verrà inaugurata il 16 novembre per chiudersi il 10 dicembre, si intitola ‘Io qui sottoscritto’ e mette a disposizione del grande pubblico le ultime memorie di grandi personaggi: Garibaldi, Colombo (ecc.) La mostra viene presentata nell’ambito del salone di orientamento professionale ‘Orientamenti’ e ha “l’obbiettivo di instillare curiosità – ha detto l’assessore ligure alla cultura Ilaria Cavo – non solo verso personaggi storici ma anche per la professione notarile”.
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Il Secolo XIX
del 14 novembre 2017: Genova – «Siendo yo nacido in Genova», ovvero «essendo io nato a Genova»: così ha scritto nel suo testamento, compilato il 22 febbraio 1498 in quella che oggi è Panama (per questo la lingua utilizzata è lo spagnolo), il grande navigatore Cristoforo Colombo.
Il documento, esposto a Palazzo Ducale insieme con le ultime volontà di altri 30 grandi italiani, dovrebbe mettere definitivamente fine a polemiche e discussioni che vanno avanti da secoli: Colombo era genovese, non spagnolo, non portoghese. Nemmeno savonese.
Il preteso autografo di Cristoforo Colombo (scritto di suo pugno)
fu scritto nel XVII secolo!
I due articoli nel Secolo XIX (uno del 14 novembre 2017) riportano alcuni errori:
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Il “testamento compilato il 22 febbraio 1498 in quella che oggi è Panama (per questo la lingua utilizzata è lo spagnolo)“
è un’affermazione inesatta perché Cristoforo Colombo scrisse in castigliano tutti i testi che ci ha lasciato eccetto alcune note in latino messe sul bordo di alcuni libri da lui posseduti.
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È impossibile che questo testamento sia stato scritto da Panama perché l’ammiraglio si trovava in Spagna per preparare il 3° viaggio: partì il 30 maggio 1498. A Panama ci andrà nel quarto ed ultimo viaggio nell’aprile 1503.
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L’originale del testamento compilato il 22 febbraio 1498 non ci è pervenuto.
Pretendere che il testo esposto nel Palazzo Ducale di Genova dal 16 novembre al 10 dicembre 2017 come un autografo
di Cristoforo Colombo (scritto di suo pugno) è strano perché si tratta di una copia manipolata del XVII secolo.
La dimostrazione di tale affermazione la trovate nel libro “Cristoforo Colombo “natural de Saona”.Le origini savonesi secondo i testi manoscritti coevi e le testimonianze di chi lo conobbe di persona“, (Roma, Europa edizioni, 2017, ISBN 978-88-9384-331-7, pag. 100-106.
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Il “testamento compilato il 22 febbraio 1498 venne sostituito da una <lettera dell’Ammiraglio in cui si diceva: Non sia considerata valida questa scrittura, bensì l’altra che io ho scritto di mio pugno nel 1502, il primo aprile, presso il monastero de las Cuevas di Siviglia, che custodisce frate Gaspar>”.
Il certosino Gaspare de Gorricio era originario di Novara e custodiva nella sua Certosa di Siviglia tutti i documenti della famiglia Colón per espressa decisione dell’ammiraglio Cristoforo Colombo.
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Genovese ai tempi di Colombo significava Italiano. Infatti in un atto notarile di Madrid il siciliano Antonio Frasca (de Sicilia) è chiamato genovés così pure il Milanese Dorico Vescoyo e Juan Romano. Francesco Della Rovere, un francescano savonese (poi papa Sisto IV), professore all’Università di Padova è detto Genovese. Cristoforo Colombo nel Memorial y Registro della Corte dei re di Spagna nel 1491 si qualificò come ginovés, natural de Saona. Inoltre “nel XV secolo in Inghilterra certi mercanti toscani e lombardi trovano conveniente dichiararsi <genovesi> in quanto le loro merci ed i loro magazzini sono particolarmente tutelati ed ai membri della loro comunità viene concesso più facilmente lo status di denizen (residente autorizzato) o addirittura la naturalizzazione che comporta notevoli vantaggi dal punto di vista fiscale rispetto alla condizione degli altri aliens [stranieri]”. Quindi in Spagna e a Londra ai tempi di Colombo Genovese significava Italiano. Lo storico portoghese dell’epoca Ruy de Pina citava “Cristovam Colombo italiano“. Un autografo colombiano certifica che lui Cristoforo Colombo italiano era residente in Portogallo almeno a partire dall’anno 1470. Combatteva come corsaro nella flotta dell’ammiraglio francese Guglielmo de Cazenove: il Colombo normanno.
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A tal riguardo riporto un documento significativo dell’Archivio Segreto di Genova.
ASG, Archivio Segreto, n° 1799 Litterarum, nella prima riga di questo documento genovese
leggiamo il soprannome “cognomine columbus normandus” dell’ammiraglio di Francia
Lettera di Giovanni Marchese Palavicino e degli Anziani del Comune di Genova, inviata da Genova, il 4 ottobre 1471, a Galeazzo Maria Sforza duca di Milano. Genova si trovava sotto Milano e chiedeva al Duca di far intervenire Alessandro Spinola consiliarius et tunc orator (ambasciatore) presso il re di Francia al fine di farsi restituire una nave genovese, carica di profumi (aromata) e di panni di seta, catturata nel mare d’Inghilterra da Columbus normandus (Colombo il Normanno). Questi era l’ammiraglio di Francia Guillaume de Cazenove ai tempi di Luigi XI. Il re gli aveva fatto sposare una nobile normanna e lo aveva nominati responsabile dei fiumi e delle foreste in Normandia. Qui si costruivano le navi da guerra. Se un ammiraglio e nobile di Francia era conosciuto a Genova ed a Milano con il soprannome di Colombo normanno ciò voleva dire che prima del 1471 esisteva un famosissimo corsaro italiano di nome Colombo che terrorizzava il mare Mediterraneo e l’Atlantico. Di solito i Francesi apprezzavano raramente un italiano perché si ritenevano a lui superiori. Se un ammiraglio e nobile di Francia si fece soprannominare con il nome di un italiano significava che quell’Italiano era talmente famoso che il suo nome era degno di fare da soprannome ad un ammiraglio di Francia.
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Che Cristoforo Colombo fosse Savonese nato a Saona ce lo attesta il “Memorial o Registro breve [breve riassunto] de los lugares donde el rey y la reina” facevano registrare i resoconto delle loro Udienze reali. Chi registrò quella del dicembre 1491 con Christóval Colón fu il dr. Lorenzo Galindez de Carvajal, uno dei primi consiglieri di Isabella I regina di Castiglia-León e del marito Fernando II re d’Aragona. Quindi non un semplice scrivano occasionale, ma un uomo di fiducia dei sovrani. Lo sarà ancora per il loro nipote l’imperatore Carlo V. Lo troviamo infatti nel giugno 1525 alla corte di Carlo V. Ben 34 anni dopo il dicembre 1491 questo consigliere dei Re di Spagna era sempre uno stimato uomo di fiducia di Carlo V. A questo punto la testimonianza di Galindez de Carvajal nel Registro Breve de los lugares (su Christóval Colón, ginovés natural de Saona) è da ritenersi rilevante.
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Che Cristoforo Colombo fosse Savonese ce lo attesta una lettera di Giambattista Strozzi (agente del Duca di Toscana) scritta nel porto castigliano di Cadice e portata il 19 marzo 1494 alla corte di Francesco II Gonzaga di Mantova forse da Antonio Salimbeni, ambasciatore di Francesco II Gonzaga in Spagna. Qui si legge: “Adì VII de questo [Oggi 7 marzo 1494] arivorono qui a salvamento XII caravelle venute dalle isole trovate per Colombo savonese, armiraglio del óceano por lo re de Castiglia, venute in di XXV dalle ditte isole d’Antelia… arivorono qui sopra a Calis a XXIII ore“. Le 12 caravelle arrivarono dalle Antille, isole scoperte da Colombo savonese, ammiraglio del mare oceano per il re di Castiglia, dopo un viaggio di 25 giorni, a Cadice alle ore 23 di sera.
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Che Christóbal Colón fosse nato a Savona (natural de Saona) lo giurò nel 1535 il nipote dell’Ammiraglio don Diego Colón y Toledo. Questi all’età di 11 anni chiese di vestire l’abito di Santiago: ossia di far parte dell‘Ordine cavalleresco di San Giacomo di Compostela. Il giovane doveva fornire la sua genealogia e giurare che non era figlio di ebrei, né di mori, né di plebei. Egli giurò che suo nonno paterno “abuelos paternos” [era] Christóbal Colón, natural de Saona cerca de Génova (nato a Savona vicino a Genova)“. Il nipote allegò le testimonianze giurate (tutti sotto giuramento) e secretate di Diego Méndez de Segura, di Pedro de Arana, e del licendiado Rodrigo Barreda l’8 marzo 1535 a Madrid.
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Come mai a Genova si trova il preteso “testamento compilato il 22 febbraio 1498” che fu copiato in parte da quello presentato il 17 marzo 1587 da Baldassarre Colombo di Cuccaro Monferrato al Tribunale di Madrid durante la Successione all’eredità dell’ammiraglio Colombo?
Riporto un testo della storica dott.ssa Guadalupe Chocano Higueras di Madrid che distribuì sabato 11 ottobre 2014 nella Sala Consigliare del Comune di Savona: “Abbiamo ripercorso, comparato e studiato a fondo i disordinati fascicoli originali del processo per il Maggiorasco di Colombo, conservati per la maggior parte presso l’Archivio Storico Nazionale di Madrid e in parte presso la Real Accademia della Storia spagnola. A nostro avviso la copia della minuta del Maggiorasco presentata al processo non ha carattere probatorio poiché, indipendentemente dalle obiezioni sulla sua autenticità avanzate a partire dal XIX secolo, in particolare per l’allusione che fa riferimento al Principe Don Juan – quando era deceduto già da tre mesi – non è possibile provare che corrisponda letteralmente, in toto o in parte, a uno scritto di don Cristoforo; non è stata neppure conservata nella sua versione originale, ma si tratta di copie fatte durante il processo. I memoriali e i compendi rivelano una scrittura confusionaria e poco convincente in cui i documenti del testamento e la minuta del Maggiorasco di Colombo si mescolano, ripetendo irregolarità, contraddizioni, falsificazioni e soprattutto la dichiarazione di alcuni testimoni cha la minuta non fosse firmata né datata. Esiste però un crimine più grave ed è che i pretendenti che la presentarono come prova arrivarono a dichiarare che la firma, la data e altro, si erano cancellati a causa del tempo trascorso durante il processo (sic), analogamente si dichiarò anche che erano state inserite nuove parti e delle aggiunte. Ci sono cose più importanti per invalidare un documento che mostrare che è stato ritoccato! E nel processo venne espressamente dichiarato che erano state apportate delle aggiunte al testo con inchiostro recente. Dall’analisi dei compendi e dai memoriali di quel garbuglio giudiziario abbiamo estratto altri elementi fondamentali per il nostro studio: l’accettazione unanime da parte di tutti i candidati dell’origine italiana dell’Ammiraglio e il fatto che in Spagna il concetto di genovese avesse un’estensione molto ampia. Il termine veniva infatti usato abitualmente per qualsiasi cittadino italiano, che si trattasse di milanesi, siciliani, lombardi eccetera. Inoltre essendo pubblica e ufficiale la richiesta, non si ebbe alcuna reazione o dichiarazione nella città di Genova che indicasse l’origine o la famiglia dell’Ammiraglio, e in quegli anni ancora poteva esser vivo qualcuno che ne avesse memoria. Nessuno individuo cercò di rivendicare un legame di parentela nonostante la favolosa ricchezza dell’eredità in questione. Invece successe l’esatto contrario: negarono che Colombo fosse nato lì e che vi fosse memoria dell’esistenza di individui con quel cognome nella capitale genovese“.
Franco Icardi, Cengio (SV). Cel. 340 9472829.
Direttore della Biblioteca comunale di Cengio.
E-mail: franco.icardi3@gmail.com Sito: www.cristoforocolombosavonese.com