Trucioli

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Alassio e la Zioni urla ‘Mi vogliono distruggere’. La difesa fa acqua e Canepa si rafforza nominando Bozzolo alla Gesco


Stai a vedere che nell’affaire Zioni e C. con un consigliere Angelo Galtieri tra i firmatari dell’esposto che hanno dato fuoco alle polveri, con il supporto dell’avvocato Massimo Parodi, a spuntarla è proprio il vice sindaco disarcionato ‘politicamente’ e non solo. Lei non ha dubbi ed Il Secolo XIX di domenica a leggerlo bene le da quasi ragione. Tutto quello che è stato scritto, da trucioli in particolare, è falso. Non c’è una seconda sentenza di condanna, non c’è pignoramento sulla villa, inventate le cifre della caparra e via dicendo. Obiettivo ? Monica Zioni ha certezze: “Distruggere la mia figura politica con attacchi vili e personali che ravvisano gli estremi della persecuzione”. Amici e nemici sono avvisati.

Ci manca poco che noi di trucioli, pur avendo vissuto nella lunga vita professionale traversie da querele per diffamazione e rivelazione di segreti d’ufficio, mai condannati, saremo costretti a chiedere mille scuse per aver dato credito e preso per oro colato le informazioni da più fonti. Nessuna di queste persone, a scanso di malintesi, è mai stata condannata per aver diffamato il prossimo, ma neppure finita in un tritacarne della giustizia civile nel ruolo di pubblici amministratori, di politici, di professionisti, di albergatori. Di che si lamenta esattamente il consigliere Monica Zioni, dopo aver dato alla stampa (al prudente Secolo XIX, ma il pezzo in questione non è neppure siglato, dunque la fonte è la redazione), la sua ‘Via Crucis’ di perseguitata ? Che interessi ha trucioli.it ed il suo vecchio cronista di giudiziaria, pensionato, coordinatore, che non accetta neppure la pubblicità o i link sponsorizzati sul blog, rifiuta con resistenza quella ‘istituzionale’ di Google, a riferire fatti e non opinioni sulla ‘Zioni story‘  ? Lei che è stata allontanata, nessuno crede a cuor leggero, dal sindaco dei piedi di piombo Enzo Canepa e dallo staff di giunta (e non solo) che l’ha consigliato. Se hanno deciso quel passo, difficile credere che non abbiano avuto l’avvallo di chi, ad Alassio, ha un certo protettorato politico al quale non dava certo fastidio la Zioni. Semmai la grana dell’immobile- ex albergo, in parte venduto, in corso di trasformazione in alloggi, era una di quelle vicende che già fanno raddrizzare orecchia e cappelli ad un cittadino comune, se poi ci sono di mezzo direttamente o tramite i famigliari un pubblico amministratore, appare un po’ ingenuo credere che nessuno debba parlare, porsi interrogativi. E poi le parti in causa hanno tutti lo stesso diritto di trattamento. Come ha fatto trucioli riportando il testo di sentenze civili ed il provvedimento del tribunale del riesame che ha respinto l’appello del sequestro per l’accusa di lottizzazione abusiva, è seguito l’appello del Pm in Cassazione, resta in piedi l’inchiesta con altri capi d’accusa tutti da verificare e dai quali  anche trucioli si augura che la Zioni possa uscirne a testa alta e sia fatta giustizia.

Certo per un giornalista è difficile mettere insieme e spiegare senza  dover scrivere un’Odissea la notevole mole di lavoro e di documenti che gravitano attorno alla situazione di Regione Ciazze n.2 e n.1  sulla collina di Alassio. Esistono due situazioni, una civile ed una penale, completamente diverse tra di loro. La prima, quella civile, scaturisce dal fallimento delle trattative e dal mancato rogito definitivo di ben 2 preliminari di vendita ( 1 preliminare Zioni/Topino ; 2 preliminare Zioni/Audino – Sinisi ) .

La seconda è di carattere penale e trae vita dalla vendita definitiva Zioni/Ferrari .

Le cause giunte a sentenza di Primo grado sono due: il decreto ingiuntivo opposto dalla famiglia Zioni a seguito del decreto  (ingiuntivo) per restituzione della caparra del preliminare (rg. 924/2015 ) terminato con la sentenza n.602/2016 di condanna degli Zioni alla restituzione di circa 150 mila euro . La sentenza non è stata appellata,  anzi eseguita dagli Zioni, i quali hanno restituito la caparra “indebitamente trattenuta”, oltre alla rifusione delle spese legali, al risarcimento di circa 4 mila euro per lite temeraria ed indebita trattenuta della caparra. La sentenza è esecutiva. Incontestabile. Anzi una lettura attenta fa emergere nubi dense, con la Francesca Manno, madre della Zioni, che si sarebbe assunta la responsabilità di aver inviato certi sms….

La seconda  causa e sentenza civile di condanna nasce dalla richiesta di maxi risarcimento pari ad 500 mila contro Audino srl – Sinisi, padre e figlia. La lettura della sentenza chiarisce che Monica Zioni personalmente avrebbe chiesto e contato una prima tranche pari ad 25 mila € in contanti. La sentenza, per chi l’ha letta ed analizzata, è molto ben costruita e l’appello dovrà superare ogni affermazione sostenuta da documenti o testimonianze plurime. Gli Zioni sono stati condannati per causa temeraria con una bastonata di spese legali pari a 60 mila € circa. La sentenza chiarirebbe il ruolo nelle trattative avuto da Monica Zioni. Questo motivo spiega perchè i convenuti, nella causa, Audino – Sinisi,  abbiano aggredito i beni della sola Monica Zioni (appartamento pignorato e non  Villa Ginetta e qui c’eravamo sbagliati ) . Almeno è quanto risulta dalla visura ipotecaria di cui possiamo fornire, magari in un prossimo servizio, se utile, le fotocopie dell’originale. I pignoramenti presso terzi (Comune come abbiamo scritto )ed immobiliare, e la ipoteca giudiziale risultano iscritti sulla abitazione personale della Zioni.

Piccolo inciso politico. Le ‘pessime qualità’ a mediare della Zioni non sono da tutti. Ognuno, nella vita politica, ha un proprio modo di porsi nel confronto e nello scontro. Come non ricordare la questione imbarazzante dell’asilo comunale, con parolone  rivolte dall’ex vice sindaco ai proprietari/ricorrenti, signora Musso? Come non ricordare che fu la Zioni a trattare con il prof. Nattero e a determinare (?) la perdita dell’ultimo cinema alassino (Colombo)? Come non ricordare il posacenere all’indirizzo di Francesco Bogliolo e che determinò l’uscita e le dimissioni di questo ultimo? Come non ricordare che la questione nasceva da un dato di fatto incontrovertibile: Albenga, 25 mila abitanti, portafoglio bilancio assessorato Cultura e al sociale, 1 milione. Alassio, 12 mila abitanti, di cui effettivamente residente 8 mila circa (gli altri seconde case e residenza legale), portafoglio assessorato Cultura e sociale: 2 milioni . Una cittadina turistica come Alassio (portafoglio assessorato turismo e sport: 1.2 mln ), molto più piccola di Albenga, con meno problemi e meno emergenza sociale. Alassio ha esattamente il doppio del bilancio di Albenga ?  Suvvia ! Quali motivazioni reali e plausibili? Per Monica Zioni,  20 anni sulla plancia da pubblico amministratore e con una cittadina rimasta senza un Cinema. Una Zioni che aveva la forza e le capacità di gestire la bellezza del doppio del budget dei cugini albenganesi. Come non dargliene atto, nel bene e nel male.

Lasciamo il capitolo Zioni, la quale avrà porta aperte se vuole confutare quanto abbiamo cercato di ricostruire nel nostro umile dovere di informare i cittadini senza autocensura, senza correre per qualche squadra; lasciamo, dicevamo, per celebrare un altro piccolo successo informativo. Avevamo scritto che la squadra di Canepa si sta rafforzando  in vista delle elezioni di primavera e che ci sarebbe stato un ritorno di Francesco Bozzolo, promosso a presidente Gesco. E’ accaduto, gli informatori non hanno gettato fumo negli occhi. Il riferimento fatto alla questione bilanci delle società partecipate vengono approvati nell’esercizio successivo. Pertanto il terzo bilancio negativo: formalmente è a firma Schiavon, ma praticamente è attribuibile al Cda formato dal trio Socco, Bogliolo, Bozzolo . E dunque si può essere un intoppo di ineleggibilità, i pareri discordano. Anche in questo caso non dobbiamo tifare, dare semplicemente conto di come sono stati gestiti i soldi degli alassini con le società municipalizzate e sotto la protezione partitica. (L.C.)


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