Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Nell’auto del futuro il granellino di Loano. Storia di un gigante e voci di disimpegno. In vendita l’hotel Garden Lido e tre spiagge?


A Loano hanno proprietà due famiglie tra i maggiori industriali italiani Percassi (Castello Doria e il suo parco),  Magnetto – Perris (Hotel Garden Lido e tre stabilimenti balneari raggruppati in Varesina Beach). Nel recente passato i Ligresti che hanno realizzato il mega porto gioiello, ora in portafoglio al Gruppo Unipol – Sai, una garanzia. In città producono, investono, si distinguono i Del Balzo (alberghi e supermercati), Cappelluto – Roveraro (ricettività alberghiera e costruzioni), De Giovanni (hotel e residence), Panozzo (hotel e stabilimenti balneari), i fratelli Rosso e Panizza (attività immobiliari e costruzioni), Provaggi (salute), Vaccarezza (edilizia). Ci sono professionisti affermati: De Francesco (architetto), Vigliercio (medico specialista), Baietto (commercialista). Un interrogativo si fa strada nel mondo commerciale loanese. E’ davvero in vendita il G.H. Garden Lido e le sue spiagge ? due acquisite negli anni e diventate il più ampio, attrezzato ‘stabilimento balneare’ all’insegna ‘Varesina beach’ . Nelle comunicazioni on line (TripAdvisor) si legge che per l’hotel “sono previsti importanti lavori di ristrutturazione”: due edifici realizzati fine anni ’60 e ristrutturati negli anni ’90. Le voci parlano di possibile disimpegno dei Magnetto – Perris da Loano dove non corre il business degli hotel.  Si riuscirà a trovare un acquirente solido per proseguire l’attività alberghiera. Esiste il rischio di cambio di destinazione d’uso, dopo che si è già rinunciato alla ristorazione ?

Mario Magnetto (1919- 2002), fondatore di un gruppo industriale oggi tra i leader mondiali, a Loano aveva realizzato il G. Hotel Garden Lido

Che fondamento hanno i sussurri di un distacco da Loano dei Magnetto – Perris ? E chi potrebbe avere interesse ad acquisire il patrimonio immobiliare e balneare stimato una quindicina di milioni di Euro? C’è il rischio di trasformazione in residence o peggio? Altri posti di lavoro a rischio dopo che negli anni migliori significava una cinquantina di dipendenti. Cosa rappresenta la proprietà Garden Lido a Loano ? Innanzitutto una garanzia di solidità e sapere che le famiglie Magnetto – Perris (il padre dr. Vincenzo origini pugliesi, la moglie Aurora, il figlio Gabriele, la figlia Raffaella) non hanno vocazione ‘cementiera – immobiliare’, non fanno business col mattone.  Anzi,  hanno comprato una struttura alberghiera, tre stelle, in Val di Susa, la valle dove hanno i maggiori interessi industriali.

Non solo, forse a Loano non è molto risaputo, i Magnetto – Perris appartengono alla stirpe di industriali italiani che nelle loro fabbriche non licenziano se non per una più funzionale opera di razionalizzazione di produttività e costi, continuano ad ampliarsi,  acquistando aziende decotte in periodi di crisi, così come era solito fare il capostipite e fondatore della proprietà in quel di Loano, il comm. Mario Magnetto e la consorte Anna Reinaudo. Entrambi non più in vita.

A Loano, dopo la morte di Mario e Anna, la famiglia ha acquisito lo stabilimento balneare Lido Sole, tra i maggiori della cittadina, formando un tutt’uno con la spiaggia dell’hotel e la Varesina. Hanno tagliato la ristorazione dell’hotel, ma ampliato l’apertura a 365 giorni l’anno, ridotto al minimo la forza lavoro, facendo ricorso a servizi offerti da cooperative, come ormai è frequente nel comparto, persino in strutture gestiste da suore.

L’informazione  stampa finanziaria ricorda che CLN-Group dei Magnetto – Perris, con al vertice il giovane e schivo Gabriele, doti di umiltà e pragmatismo, è uno dei principali player a livello mondiale nel mercato della lavorazione, stampaggio e assemblaggio di componenti metallici per il settore automotive, il più grande produttore di componenti per auto in Italia. Presente in 27 paesi del mondo. Di recente, come pubblichiamo sotto nel grafico del Il Sole 24 Ore, è apparso un servizio dal titolo “Nell’auto del futuro c’è tanto hi- tech made in Italia e tra le aziende compare il Gruppo CLN – stampaggio lamiere alluminio. Da Caselette, paesino al Nord di Torino, la  CLN controlla una sessantina di società in Italia e nel mondo, e fa capo ad Aurora Magnetto, presidente e amministratore Delegato e al figlio Gabriele Perris-Magnetto che ha la leadership del board aziendale.

Un particolare che da l’idea: CLN è la società che nel 2008 si è comprata l’ultimo laminatoio ancora esistente dell’ex impero Falck e tutti i pezzi pregiati di quella che è stata una delle più grandi dinastie industriali italiane. Scorrendo la rassegna stampa si legge che dal marzo scorso è iniziata una nuova era per la Vertek di Condove. Lo storico stabilimento valsusino è diventato di proprietà della Cln-Magnetto Wheels, sede anche a Pianezza e al netto dei pensionamenti, riassunti 73 lavoratori dal “gruppo multinazionale con fatturato annuo di oltre un miliardo e mezzo”. E ancora:”L’azienda piemontese ha 2.500 addetti in Italia e 8.500 fuori,  è  leader di mercato nella produzione di ruote in acciaio e tra i maggiori produttori di cerchi a raggi per motocicli, oltre a commercializzare, in partnership con Acelor Mittal, laminati”.

UN GIGANTE SILENZIOSO –  Un articolo di la Repubblica, nelle pagine ‘Economia’, tratteggia questo cliché: “E’ un gigante silenzioso, il cavaliere bianco che ha salvato da morte certa la piemontese Algat, si chiama Cln Group, che sta per Coils Lamierati e Nastri, meglio nota come Gruppo Magnetto, che di professione lavora e vende lamiere e acciaio. Nonostante i suoi 8.500 dipendenti nel mondo, di cui un terzo in Italia, la società di Caselette, presieduta da Aurora Magnetto, figlia del fondatore Mario, riesce a mantenere la più assoluta riservatezza pur mettendo a segno un’acquisizione dietro l’altra. A luglio del 2013 scoppia il caso Algat, tre sedi industriali, due in Piemonte e una in Lombardia, oltre 350 dipendenti, un buco da 38 milioni di euro e una procedura fallimentare depositata al Tribunale di Varese. La Algat è un’industria metallurgica specializzata in trinciatura fine, stampaggio a freddo di lamiera, assemblaggio di componenti meccanici ed elettromeccanici e lavora soprattutto per Fiat. Il primo tentativo di vendita va a vuoto: all’asta non si presenta nessuno. E ormai sono in molti a darla per spacciata. Invece a maggio si fa avanti un’azienda, la torinese Cln Group che attraverso la sua controllata Mfb acquisisce a inizio giugno due dei tre impianti, salvando 200 dipendenti.”.

Il dr. Vincenzo Perris tra gli azionisti del Gruppo Industriale

Ma chi è la Cln Group si domanda il giornalista? E riporta: “E il maggiore produttore di componenti per auto in Italia. Si tratta di un gruppo mastodontico (controlla una sessantina di società in Italia e nel mondo) che fa capo ad Aurora Magnetto insieme al marito Vincenzo e al figlio Gabriele che hanno ruoli operativi nel gruppo, mentre Aurora, pur essendo la presidente e amministratore delegato si vede pochissimo in azienda. La società è cresciuta per acquisizioni e soprattutto puntando già negli anni Settanta su una serie di partnership strategiche. Dal 1974 Arcelor-Mittal, colosso mondiale dell’acciaio, controlla il 35% di Cln Group, un sodalizio che consente a Cln di contenere i costi nell’approvvigionamento della materia prima e di poter inoltre investire parecchio nella ricerca di nuove soluzioni per ridurre spessori e migliorare le superfici. Inoltre, dall’agosto dell’anno scorso, i giapponesi di Misi, Marubeni-Itochu Steel, specializzati nel trading di acciaio e nella sua lavorazione, hanno acquisito il 10% delle quote del gruppo torinese. Unione che apre le porte del mercato asiatico ai torinesi”.

LA GLORIOSA STORIA DEI MAGNETTO COME E’ INIZIATA – Tutto ha inizio con la Mafem, azienda creata da Mario Magnetto che raccoglieva e lavorava lamiera per Fiat. Ben presto passa alla produzione di ruote in lamiera e diviene il più importante produrre in questo settore. Attualmente la holding si compone di tre divisioni. La Ma, che sta per Magnetto Automotive, fa lamiere per automobili e incamera il 60% del fatturato. In particolare rifornisce le maggiori case automobilistiche del mondo, da Fiat a Bmw, passando per Daimler, Volvo, Renault, Psa, General Motors e Mercedes. Per quest’ultima casa tedesca, Cln ha creato la super scocca leggera indossata dalla nuova Classe C. E’ stata realizzata in uno speciale materiale composito ed è il frutto di ricerche condotte appositamente su richiesta del cliente tedesco. Le sedi di Ma si trovano in Italia, a Rivoli, Fiano, Chivasso, Melfi e Cassino, così come in Sud America (Brasile e Argentina) per seguire gli sviluppi di Fiat, in Francia, Serbia, Polonia, India, Turchia e Sud Africa.

La seconda divisione è Mw, cioè Magnetto Wheels, che si focalizza sulla produzione delle ruote per auto, moto, veicoli industriali, elettrodomestici e per l’industria. Gli stabilimenti di questa divisione si trovano vicino alle sedi industriali, per lo più in Asia (Malesia, Giappone e Cina), nell’Est Europa e persino in Iran, ma anche in Campania, ad Atella, rispondendo ai clienti del settore elettrodomestico, e a Saronno dove c’è la controllata Gianetti Ruote Mw, società con oltre cent’anni di storia acquisita da Cln, che per il Lingotto ha realizzato la ruota per la Panda 4×4 e per la 500L. Mentre la sede torinese di Mw sta cambiando pelle, dedicandosi soprattutto allo stampaggio.

Gabriele Perris Magnetto amministratore delegato ed azionalista della CLN, gruppo laeder nel settore dell’acciaio prelavorato, fa anche parte del Direttivo del Club degli Investitori del Piemonte

La terza divisione, Ssc, che sta per Steel Service Centres, è un network di aziende che opera come centro di servizi tra le acciaierie e l’utilizzatore nella trasformazione e commercializzazione di laminati piani in fogli, nastri, bandelle e sagomati. Da qualche tempo Cln Group è cresciuto in Polonia, Croazia, Slovacchia e Serbia al fianco dei numerosi processi di delocalizzazione delle industrie europee, ma il cuore dell’azienda resta sempre in Piemonte dove, nonostante gli anni di crisi, l’azienda ha forza per non fare ricorso agli ammortizzatori sociali (?) e continuare a espandersi. Inoltre la famiglia Magnetto ha una massiccia presenza in Sud Africa con ben cinque sedi produttive e  sta lavorando in partnership con il colosso cinese dell’acciaio Baosteel. Insieme hanno creato una NewCo che si chiama Chongquing, capace di produrre 3,5 milioni di ruote l’anno. L’obiettivo del gruppo è continuare a crescere e migliorare le proprie performance investendo in ricerca e sviluppo. Non solo, la società ha un team interno di ingegneri e tecnici addestrati, ma ha sviluppato un rapporto di collaborazione con I3P, l’incubatore di imprese innovative del Politecnico di Torino, finanziando i progetti di ricerca più innovativi. In particolare hanno messo gli occhi su una giovane start up che si chiama Safen che ha realizzato uno speciale pneumo trasformatore, in grado di risparmiare il 60% dell’energia che in passato veniva dispersa nel corso dei processi pneumatici.

NON SOLO ATTIVITA’ INDUSTRIALE – In Valle  Susa la Fondazione Magnetto finanzia e sostiene una teoria infinita di attività e progetti sociali e culturali. Rilevare la Vertek è stato l’ennesimo atto di generosità di una famiglia di imprenditori che non hanno mai voluto dimenticare le loro radici e il loro territorio.

Dopo la morte del ‘patriarca’, Mario Magnetto (1919 – 2002), è stata costituita nel 2004 la Fondazione Magnetto. Lui animato da una volontà e forza d’animo d’acciaio – nel 1996 insignito a Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro – ogni mattina si presentava in fabbrica alle 6, primo ad arrivare e subito dopo iniziava il ‘giro’ di contatti telefonici con i direttori di stabilimento e collaboratori più fidati. La Fondazione ribattezzata, dopo la morte della esemplare compagna di vita e di fabbrica, in ‘Fondazione Mario e Anna Magnetto‘. I contributi versati sono esclusivamente privati. Il sodalizio  seleziona annualmente progetti, attraverso supporti diretti e contributi, in collegamento con le realtà locali, in particolare  del territorio della Valle di Susa.

Tra le mission della Fondazione la salute, ricerca e prevenzione ed assistenza nel campo delle malattie cardiovascolari e neurologiche.  Impresa e territorio con la conservazione e restauro, valorizzazione. Infanzia con il  sostegno ad attività  pediatriche, forte interesse per la scuola primaria e l’assistenza a bimbi in condizioni di disagio e disabilità. Cultura. Il consiglio di amministrazione è composto da Aurora Magnetto, presidente; l’on. senatore Lorenzo Gianotti, amico di famiglia da vecchia data ed autore del libro ‘Mario Magnetto una volontà d’acciaio‘, monsignor Luciano Vindrola, Raffaella e Gabriele Perris Magnetto.

IL CLUB DEGLI INVESTITORI – E’ un a realtà forse non molto conosciuta oltre i confini piemontesi. Un’associazione piuttosto

Giancarlo Rocchietti presidente del Club degli Investitori

esclusiva, di cui fanno parte imprenditori, professionisti e manager e che “investe direttamente in quote di partecipazione di startup o di piccole imprese innovative ad elevato potenziale di crescita”.  I soci del club, si legge nel sito dedicato, “sono investitori lungimiranti alla costante ricerca di imprenditori capaci ed innovativi.“. Non solo: “ Un investimento attraverso il club è molto più che denaro; significa coinvolgimento di un gruppo di persone la cui rete di contatti ed esperienza vale molto di più del capitale stesso.” Come opera il club ? “Una volta deciso l’investimento, uno dei soci è nominato ‘Champion’ e diventa il trait d’unione tra il team imprenditoriale e il network degli azionisti “. Il Comitato direttivo è presieduto da  Giancarlo Rocchietti, Fondatore ed Azionista della Euphon SpA, società multimediale quotata in Borsa. È stato Presidente di Sviluppo Italia Piemonte. Il vice Bernardo Bertoldi  docente presso il Dipartimento di Management dell’Università di Torino e presso ESCP-Europe London and Turin campus; e Mauro Ferrari Vice Presidente di Webasto SpA, laureato a Torino e PMD ad Harvard, ha iniziato la sua carriera nel gruppo De Benedetti, diventando amministratore delegato del Gruppo CIR. Nel 1982 ha fondato Vallko, che nel 1997 è stata acquisita dalla multinazionale Webasto AG, diventando Webasto SpA.  Il team vede Silvano Bernardi a ‘Investment’, Matteo Vacchetti a Investiment analisi e  Michelle Aggio Ufficio stampa e pubbliche relazioni. Gabriele Perris Magnetto fa parte del comitato direttivo.

Sempre dal sito si può apprendere che “ Il Club degli Investitori, il più grande network regionale di business  angel in Italia con sede in Piemonte, ha investito 580.000 euro – parte di un round da 7 milioni di  euro – in Genenta Science, società biotecnologica che sta sviluppando una terapia genica basata  sull’ingegnerizzazione delle cellule staminali del sangue per il trattamento dei tumori.

Il 17 luglio 2017  che “Il Club degli Investitori ha investito in DentalPro, gruppo leader in Italia nel settore delle cliniche dentistiche. Fondato da Michel Cohen e dai medici implantologi Samuele Baruch e Paolo Tonveronachi, è presente e operativo in 40 province attraverso 112 cliniche full service localizzate principalmente in centri commerciali. DentalPro sostiene i medici collaboratori in ogni clinica attraverso l’organizzazione completa del servizio, tecnologie innovative e all’avanguardia, consentendo loro di focalizzarsi nelle cure accessibili ai propri pazienti.

Il Club degli Investitori  – dice un report stampa del 2016 – è alla ricerca delle piccole eccellenze del Made in Italy e mette a disposizione delle aziende selezionate 1 milione di euro. Si apprende che il più grande network regionale di business angel apre una call dedicata a tutte le piccole e medie imprese operanti nei settori food, fashion, automation e design con un fatturato minimo di 1M di euro. L’obiettivo è di valorizzare il grande patrimonio di piccole aziende, con uno specifico know how, che ogni giorno contribuiscono a creare quel “Made in Italy” sinonimo di autenticità, esclusività e creatività.
Il Club ha già iniziato ad operare in tale direzione con investimento nel capitale di Bettanin & Venturi, eccellenza artigianale veneta, che dal 1865 crea calzature da uomo. Per candidarsi occorre compilare un dettagliato questionario, allegare una brochure/presentazione dell’attività e trasmettere i bilanci degli ultimi tre anni. La documentazione andrà inviata a emi@clubdeglinvestitori.it (per informazioni: 011 19501451). Oltre ad un investimento in denaro, le aziende riceveranno il supporto di un team di esperti e di un gruppo di persone la cui rete di contatti ed esperienza vale molto di più del capitale stesso.

I MAGNETTO PERRIS E LOANO – Il ‘pianeta internet’ che abbiamo sfogliato, sperando di non aver dimenticato gli aspetti più significativi e salienti, non riporta nei vari ‘messaggi informativi’ la presenza ed il legame della famiglia di Almese con Loano dove ‘papà e nonno Magnetto‘ era arrivato per soggiornare nei primi anni ’60, acquistando un alloggio in Corso Europa, allora primo esempio di agglomerato urbano speculativo a ridosso del centro storico e il cui impresario edile (Prato, origini a Vado Ligure) fu ucciso a colpi di fucile mentre si trovava in strada, via Stella (nei pressi dell’allora cinema Perla), da un acquirente che si sentiva ‘ingannato’. Da corsa Europa, l’occasione di acquistare un’area dove poi sorgerà il primo Grand Hotel a 5 stelle inaugurato nel 1968, alla presenza del vescovo monsignor Piazza, del sindaco in carica avv. Mario Rembado e del costruttore Cencin De Francesco. In realtà non doveva trattarsi di una struttura alberghiera, bensì due edifici residenziali, non era nelle aspirazioni di chi, nel ’43 aveva iniziato da rigattiere con la sua bicicletta per vendere il materiale raccolto alle officine torinesi. Un carretto sostituisce la bici e un ex commilitone si aggrega a lui. Sarà quel Marino Oddone che, a sua volta, farà fortuna in quel di Borghetto S. Spirito ed ora l’azienda è nelle mani del figlio.

Dopo la Grande Guerra per Magnetto arriva il primo tornio, una piccola pressa e si installa in un capannone in zona Lucento. Un secondo in via Balangero. L’esile  e tenace Anna si occupa di amministrazione e ufficio, il marito gira l’Italia a bordo di un camion alla ricerca di residuati bellici e gli affari crescono in proporzione di un impegno che non conosce orari, feste comandate, riposi o ferie. Dagli anni ’60 l’avvio del vero e proprio boom, i capannoni di Torino non bastano più, Magnetto decide di trasferirsi con le attività in Val di Susa, nel primo terreno idoneo, a Casellette. Poi l’espansione all’estero, la gioia di vedere il nipote Gabriele crescere, imparare, maturare da imprenditore senza grilli in testa.

Gabriele che come gli altri membri della famiglia trascorre le vacanze estive a Garden Lido, sulla spiaggia di Loano. Si distingue per semplicità, umanità, ma non gli manca la determinazione. E mai sfoggio di ricchezza, semmai non disdegna un impegno umanitario nella pubblica assistenza di Almese dove fa i turni come gli altri militi, nei giorni festivi e quando tocca a lui, di notte.

Loano diventata meta sempre più rara per i Magnetto – Perris, con Raffaella che vive gran parte dell’anno a Montecarlo. Con i numerosi nipoti educati all’insegna degli ideali di famiglia e della mondializzazione commerciale. Loano che forse rischia di restare orfana di una famiglia non solo facoltosa e leader, ma che alla città ha soprattutto dato, in termini di investimenti nel turismo. E’ vero, l’albergo alla fine nacque perchè un sindaco galantuomo e che non si piegava alle pressioni, il comm. Felice Elice morto in povertà, pretendeva che fosse rispettata la destinazione alberghiera dell’area. E’ trascorso oltre mezzo secolo. E di questi tempi i ‘ benefattori’ alberghieri, in Riviera,  non parliamo del ‘povero’ entroterra, sono mosche bianche. Il ponente ligure ha perso un migliaio di strutture. Crisi o non crisi, qui il ‘mattone’ resta un carburante essenziale per professionisti (architetti, ingegneri, geometri, avvocati, commercialisti, amministratori di condomini), ditte artigiane ormai in maggioranza straniere, proprietari di aree ed immobili da ristrutturare, con gli incentivi del piano casa e l’incremento del 35% del volume geometrico di edificio o complesso di edifici oggetto di riqualificazione. E con i bilanci comunali reduci da tagli statali e restrizioni di spesa, gli oneri di urbanizzazione sono più che ‘benvenuti’, a cui è facile prevedere nuovi introiti Imu, Tari e Tasi. Ormai è turismo di massa e non siamo sulla Riviera romagnola. Sull’onda di varianti dopo varianti agli strumenti urbanistici, di Puc che tardano ad essere attuati, san cemento avanza, amalgama. Con prezzi in lieve calo, ma non troppo, di un settore che torna a piacere soprattutto con le nuove costruzioni. E troppo pochi si domandano: ma quale turismo nel nostro futuro e quale fonte di occupazione per tanti giovani alle prese con lauree e diplomi, migrazione oltre i confini della Patria e che spesso fanno lavori che non c’entrano niente con gli studi fatti.

L.Cor.

L’ULTIMO ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE  CHE ILLUSTRA

L’AUTO DEL FUTURO E LA PARTECIPAZIONE DEL GRUPPO MAGNETTO

 

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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