Il primo amore non si dimentica. A suggellarlo l’agone sindacato-politica. E se, non molti anni fa, la love story era descritta con l’iniziale ‘M’, ormai è feuilleton mediatico per Bruno Spagnoletti, anni ruggenti da sindacalista in Valbormida (e in Liguria) e Maria Zunato, dal Pci, al Psi, alla Lega di Salvini; ritirata dal lavoro dopo una vita da funzionaria comunale a Millesimo dove si è candidata sindaco nel 2014 con ‘Il Futuro è Qui’. Oggi chiamata, a Savona, a corroborare idee e progetti nella giunta Caprioglio. Nella storia di Palazzo Sisto è il primato di assessori ‘forestieri’, da fuori città. Oltre all’Ata, dove alla guida è stato chiamato un loanese Doc, Chico Garassini, ex Dc ala dorotea. La neo assessora, da record di deleghe, si è subito imposta stoppando il bando del Mercato Civico rimesso a nuovo. Discontinuità con la collega Ileana Romagnoli berlusconiana ? Tutti negano e primo esempio di risparmio. La commissione sarà riconvocata con la formula ‘aggiornamento’, dunque non scatta il bonus. Intanto cresce il successo mediatico di ‘Io Spagnoletti, libero scrittore e pensatore del Pd, vi racconto solo verità e a tavola vado in brodo di giuggiole’.
Chi sono i prestigiatori ? La Cgil degli anni radiosi da ‘Fallimento perfetto‘ ? Altri tempi: passati, digeriti, dimenticati. Altre cabine di regia.
Ecco la firma di “Bruno Spagnoletti già sindacalista Cgil non pentito“. Scrive il prode osservatore e fustigatore della politica savonese: “...La Dott.ssa Maria Zunato (in quota Lega) ha assunto il nuovo assessorato con le deleghe allo Sviluppo economico e Attività produttive (Industria, Artigianato, Commercio), Energia, Politiche attive del Lavoro, Demanio, Azioni per il risparmio energetico, Progetti per l’Innovazione; e, contemporaneamente si è proceduto a una redistribuzione di deleghe e responsabilità tra gli altri Assessori con l’assunzione – tra l’altro – della viabilità e traffico abbinato all’Urbanistica in capo al Vice Sindaco Arch. Massimo Arecco.”
Sarà una figliol prodiga ? Senza marito? Senza un fedele compagno ? E’ iscritta o solo in quota – quoziente ? Versa il suo contributo alla cassa comune che ora piange dopo il sequestro dei fondi Lega ad opera della magistratura di Genova?
Suvvia ricordava Spagnoletti: “…A Savona esistono competenze femminili di straordinario rilievo sull’impiantistica ambientale e sulle politiche dell’ambiente che vanno solo colte e valorizzate, si abbia il coraggio di farle!”
Oppure: “… assenza di un Referente Istituzionale sulle Politiche dello Sviluppo Economico della Città e sulle politiche Attive del Lavoro….”.
Tanto è vero, bisogna aggiungere ad onore del vero, che i nuovi inquilini del potere a Palazzo Sisto, supportati dal ‘pensatoio leghista e’, oltre che quello esoterico ligure – savonese, hanno attinto radiosi in quel di Millesimo, nella persona del capogruppo consiliare di opposizione, Maria Zunato, la signora ‘M’ appunto di ‘spagnolettiana memoria’, e dove sono pentiti di non averla eletta prima cittadina. Sarebbe stata altra musica per i Millesimesi, l’ambiente, il lavoro per i giovani e le imprese.
L’asceta rivoluzionario Spagnoletti rende pure noto oggi: “…Sul versante 5 Stelle, non ho particolari notizie e riflessioni da fare (anche se ho letto, con stupore e meraviglia, le scemenze di un Blog che afferma che le mie proposte di Città sarebbero scrupolosamente sottoposte al vaglio della Leadership savonese del Movimento..In questo quadro mi pare che brilli per capacità stakanovista nel lavoro, competenza e passione politica la giovane risorsa di Manuel Meles che ogni “allenatore politico” vorrebbe avere nella sua Squadra. Chapeau! “
Sacrosanta verità. Chi non è d’accordo alzi la mano. Avanti Manuel, ma attenti agli adulatori e ai ‘bulemici’ nel cambio di casacche.
Ed ecco arrivare i ‘castagamatti’ a supporto della libera informazione, senza amanti e con ragioni da vendere (?). E’ Silvio Rossi, militante leghista eletto nel parlamentino, a censurare severamente via Trucioli Savonesi : “.…Visto che il giornale locale (manca il nome e pare non sia Cappuccetto Rosso ndr) non è riuscito a dare una corretta informazione su un argomento che sta a cuore a tutti i cittadini savonesi e cioè l’ambiente che li circonda e il conseguente effetto sul loro benessere psicofisico e sulla loro salute, me ne faccio carico io, che non sono giornalista, attraverso questo prezioso strumento che è Trucioli Savonesi. Martedi scorso c’ è stata una riunione della II Commissione, richiesta dal Gruppo Lega Nord…ASCOLTA”
Saranno mica già gli effetti della sindrome Denedettiana? Il nuovo ‘patron’ della triade La Stampa- Il Secolo XIX – L’espresso /la Repubblica. Chiederemo conto all’editore e se non basta alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. D’ora innanzi sono avvertiti i ‘veri giornalisti’ della piazza di Savona e dintorni.
LA MIA CONFESSIONE NON E’ UNA BARZELLETTA MA PURA E SEMPLICE VERITA’
LA SIGNORA ‘M’ DALLE LUNGHE TRECCE, MA NON C’ERA TRIPPA PER GATTI
….IO ERO SUL BUS DI SAVONA E LEI DI CARCARE…
E QUANDO LINO ALONZO PRETENDEVA DI INSEGNARMI IL DIALETTO SAVONESE
In ‘esclusiva’ il racconto di Brunetto Spagnoletti, detto Il Saggio, per un blog prestigioso. Un profluvio da tirar su persino il morale e dove ogni scherzo vale.
“…Ho già ricordato che il mio primo colpo di fulmine incrociando lo sguardo di M dalle lunghe trecce, avvenne in una riunione serale che avevo tenuto al Consiglio unitario di Zona di Cairo Montenotte: era il 23 novembre 1979, un Venerdì!
Terminata la riunione verso le 23, i compagni e le compagne delle diverse Categorie vollero portarmi all’ex Bar Gran Corona all’angolo tra Via Roma e Piazza della Vittoria: mentre percorrevamo in gruppo vociante, lo stretto carruggio del corso della Cittadina, iniziò a nevicare ed io dovevo riscendere a Savona e arrivare nella mansarda di via Bartoli 2.
Tra una chiacchiera veloce e l’altra, provai qualche mossa d’attacco ma…capii subito che “non c’era trippa per gatti”; anzi….con i suoi larghi occhi pareva volesse dirmi: “Belinon, tei pura antipotic e un se po suppurtete tant tei burius”! Nei giorni seguenti – quando potevo – attendevo l’uscita dal Comune di Carcare…! Ma “nu taa daggu & ciaparat”; insomma nent da fe!
Passò qualche settimana in bianco e il miracolo lo fece Nilde Iotti, allora Presidente della Camera; Nilde, che ha tenuto l’orazione ufficiale (comizio) a Piazza del Duomo a Milano in occasione del 10° Anniversario della Strage di Piazza Fontana e…soprattutto il freddo pungente e rigidissimo del lungo Corteo da “Luci a San Siro” alla Piazza del Duomo: era Sabato 15 dicembre 1979!
Il PCI e la CGIL di Savona avevano dato ordini rigidissimi: partenza dei Pullman alle 4 del mattino e ritrovo all’autogrill di Varazze alle 5 per proseguire tutti insieme verso Milano! Io ero sul bus di Savona e Lei di Carcare; con la mia solita sicumera e presunzione le dissi di scendere dal bus della Valle e salire su quello dei Dirigenti: si lasciò convincere dai mangiacassette di Tenco e Faber e sali sul pullman.
Il resto lo fecero il freddo e le mani gelate del Corteo: io avevo il solito Eskimo del 1968 e le dissi di scaldare pure le mani nella tasca del giaccone….e quelle mani non le ha più tolte da 36 anni, anche se ogni volta che “sclero” (spesso) mi dice “i 13 morti della Banca dell’Agricoltura hanno sofferto un minuto, Io (lei) ti sopporto da 36 anni e come dice Magda di Verdone …non ce la faccio più!” “an poss ciù “ e un nostro amico noto commercialista di Piana Crixia la chiama “Nilde”!
Iniziammo qualche mese di prova e di convivenza nella mansarda ai sette piani senza ascensore di via Bartoli 2 e nella stanza con soffitto viola cantata da Paoli, ma dipinta dai delegati CGIL della Fornicoke e dalla tinta gentilmente offerta da Astrea di Vado Ligure e di via vai di viaggi sulla statale 29 del Cadibona per lavorare in Valle: Lei a Carcare e io dove insistevano le Fabbriche;
La prima fuga – dopo otto mesi – fu a Parigi complici Lino Alonzo e sua moglie Marisa B.: era il mese d’agosto del 1980. Tramite l’Etli Cgil diretta da Pietro Viazzi, trovammo un nuovo Hotel arredato tipo Ikea nella prima periferia di Parigi, ma strategico sia per la vicinanza alla Mètro, sia per una “taverne” insediata nei pressi dove si mangiava benissimo, si spendeva pochissimo e si beveva ottimo Beaujolais nouveau!
Il mezzo di trasporto Savona- Parigi era la 127 rossa d’ordinanza di Lino e partimmo verso il traforo del Bianco, Digione e Parigi; con sosta all’Hotel Ristorante Le Pont de Panis Dijon, dove ero già stato in una mia precedente avventura con una mitica Renault 4 (3 giovani amici romani e una giovane donna in cinta) in vacanza verso Parigi, Calais, Dover, Londra, Cambridge e Scozia andata e ritorno nel 1976!
A conferma di com’è piccolo il mondo e di come – a volte – la memoria s’incroci con la drammatica realtà dell’oggi, devo ricordare una strana e straordinaria coincidenza: una sera eravamo tranquillamente seduti a mangiucchiare, bere e ascoltare canzoni del maggio francese dal vivo in un bistrot nell’XI arrondissement di Boulevard Voltaire e i ricordi, non solo di M, vanno al Bataclan e ci sentimmo chiamare per nome “Lino” “Bruno” e incrociammo gli sguardi e gli abbracci della giovanissima bellissima segretaria factotum del PCI di via Paleocapa, Anna Demelas e di Piero Straneo venuti a Parigi “a nostra insaputa”!
Nel viaggio di ritorno risalimmo il corso della Valle della Loira e dei suoi Castelli; in dieci giorni non litigammo mai tra coppie, ma all’interno delle coppie qualche screzio “litigarello” ci fu e come! Basta guardare la foto di Amboise, dove si spensero Carlo VIII e Leonardo da Vinci. La spensieratezza, l’allegria, la complicità e le scemenze giovanili di quel viaggio di rientro da Paris e dalla Valle della Loira, riempirebbero d’inchiostro un intero articolo, ma mi limito a ricordare due Cult! Da un lato Lino Alonzo che pretendeva di insegnarmi il dialetto savonese, ma i suoi sforzi sovrumani, s’infransero nella mia assoluta incapacità di pronunciare persino il semplice “Barbecù e Cu de beu” originale, allora gestito dal fratello dell’Amministratore Delegato delle Vetrerie Italiane Bruno Zavattaro nella vecchia bella Darsena e dall’altro mia suocera Mary che quando mi conobbe la prima volta ad Acquafredda ebbe a esclamare “ma Chi toi purtome a ca’, Curcio” ?
Nel primo autunno del 1980 decidemmo di provare a mettere su casa; prima in un appartamentino minuscolo ma carino di via 25 aprile e poi nel nuovo appartamento dei fratelli Sambin, trovato dall’ing. Novarese direttore della Cokitalia, affittato da un operaio metalmeccanico di Vado e reso funzionale dai delegati CGIL dell’Acna a Cairo Montenotte; mentre la mansarda di Savona ebbe ancora lunghissima vita senza inquilini, fissa dimora…..ma non posso dire altro, nemmeno a 35 anni di distanza!
Quell’appartamento di via Borreani Dagna al 33 è intimamente correlato alla storia della ristrutturazione dell’industria chimica della Valle e delle filiere economiche di Savona; una Provincia che iniziava, nel 1982, a cambiare pelle, vocazione e mission, mentre cresceva – a macchia d’olio – la sensibilità per l’ambiente e la salute! Lo ricordo agli smemorati perché sino ai primi anni ’80, mi e ci toccava – controvoglia – negoziare cottimi, premi legati al cottimo e persino i cosiddetti “penosi” o indennità di penosità nei reparti a rischio dell’Acna o nei Reparti T1, T2,T3,T4 della Ferrania (prodotti chimici), nei Forni delle Cokerie e delle Vetrerie; come in quelli dei refrattari della Sirma e della Sanac o nella terribile sala filatura della Vitrofil di Vado Ligure.
Fu Sergio Cofferati – anche su mia indicazione – a volere la ripulitura di quelle vecchie clausole contrattuali nel primo rinnovo del CCNL dell’Industria Chimica dei primi anni ’80 e avviare la svolta contrattuale su Chimica, Industria, Ambiente e tutela della salute interna ed esterna alle fabbriche! Chi teorizza o sussurra il contrario, mente sapendo di mentire: altro che sudditanza al Padronato negli anni ’80!
E’ vero, quell’appartamento di Cairo Montenotte è stato frequentato da molti personaggi e attori di primo piano, in qualche modo sinergici e coinvolti nelle decisioni strategiche sui futuri assetti della Chimica savonese e del rapporto Industria e Ambiente: Amministratori Istituzionali, Politici, Capi del Personale, Sindacalisti, Giornalisti e Inviati Speciali dei Mass Media Nazionali e della Rai.
L’elenco sarebbe lunghissimo e lo sintetizzo cosi: l’On Maura Caimoirano e il principe Consorte delegato Cgil della ex Vetreria Savam, il Sen Giovanni Urbani e Elio Ferraris, il Sen Delio Meoli, i politici e assessori PCI della Città Ezio Fossati, Adriano e Giulio Goso, i Sindaci Oscar Assandri e Osvaldo Chebello, i politici di diverso orientamento come Giorgio Garra; l’ing. Francesco Gervasio e Pino Corizia della 3M Italia, l’avv. Vittorio Usigli dell’Italiana Coke (poi fidanzato per anni di Ornella Vanoni, penalista veneziano di grido difensore della “faccia d’angelo” Felice Maniero e della banda del Brenta, poi chiamato da Silvio Berlusconi nel 2004 come «manager organizzativo» di Forza Italia; Giovanni Ferrero, Piero Paroldo e Antonio Viganò dell’Acna; giornalisti locali come Carlini, Marchisio, Sangalli e Lucia Barlocco; inviati speciali come “l’anziano” Claudio Sabelli Fioretti oggi a “Un giorno da Pecora”, l’inviato di Repubblica giornalista politico, cronista, inviato di guerra Leonardo Cohen, il compianto Santo Della Volpe stroncato a 60 anni, firma di prestigio del Tg3, “un pilastro dell’informazione”, come ricorda l’Usigrai, “sempre in prima fila sulla legalità, contro ogni bavaglio, nella lotta alle mafie, contro le morti sul lavoro”, Direttore di LiberaInformazione e tra i Fondatori di Articolo 21, Rossana Rossanda per il Manifesto, Pier Giogio Betti inviato de L’Unità; Sindacalisti come Luciano De Gasperi, Giuliano Cazzola, Sergio Cofferati e qui mi fermo!
La mia casa era oggettivamente un incrocio di relazioni e il mio telefono fisso la sera sembrava un moderno call center di telefonate in entrata e uscita con delegati sindacali (ne dovrebbero sapere qualcosa Gianpietro Meinero, Angelo Billia, Gianluigi Patrone e tanti altri; cosi come la prima moglie di Sergio Cofferati, allora residente a Roma in zona nuova Tiburtina, per la quasi ordinaria telefonata prima o dopo cena. La mia vita era quasi compiutamente dedita al lavoro sindacale e le notti al tavolo della trattativa in Azienda o in Unione Industriali in via Gramsci, si potevano quantificare come un’ordinaria programmazione di una turnazione operaia a ciclo continuo 2/1, 3/1 o 4/2 senza quinta squadra! L’osmosi tra vita pubblica e privata era arrivata a un tal punto di compromissione, ben decodificabile da questa confessione che potrebbe apparire una barzelletta, ma è la pura e semplice verità”.
E se lo incontrate per strada toglietevi il cappello ! Un grande del passato ed autoreferenziale del presente. Il compagno S è abituato a far nomi e cognomi. Alleluia !