Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Sciaboletta & Marchionne, facciamo i conti?


Sul numero 18 di trucioli.it del 22 gennaio abbiamo scritto che i fedelissimi di ‘u ministru’ sussurrano di uno scontro che segnò la fine dell’impero scajolano. Sergio Marchionne è davvero  potente ? Lunedì 26 gennaio Fiat Crysler, scrive Il Sole 24 Ore, “vola…balza ai massimi…11,94 € , prezzo più alto dal 2000”. E la Tv annuncia: “Dopo 11 anni la Fiat lascia la borsa” e Marchionne: “Nel 2018 farò altro…”.Nel 2014  il fatturato  segna più 11 %. Marchionne: “Un anno storico”. Tirate le somme “ha ricevuto dal gruppo in poco più di 10 anni un totale di 239 milioni di €, di cui 185 monetizzati; vanno aggiunti 50 milioni di € di stipendi. Non è finita, la cifra dovrebbe lievitare con il piano di remunerazioni deliberato lo scorso anno e non ancora reso noto”.

Già, mentre c’era chi combatteva con la giustizia, tra ordini di carcerazione, detenzione in cella e a domicilio, con divieto di lasciare la sua città natale e di residenza, con i conti in banca ufficialmente prosciugati, ludibrio pubblico,altri possono vantare il firmamento dei multimilionari. C’è chi sostiene che il denaro dovrebbe tornare ad essere uno strumento, riportando la persona, con le sue scelte ed i suoi valori, al centro dell’economia mondiale.

Già, mentre due importanti società editrici della ‘galassia di famiglia Fiat (ora Fca)- Agnelli  sono state risanate con drastici tagli nei posti di lavoro e ristrutturazione aziendale (taglio dei costi e delle spese), altri possono beneficiare della manna dal cielo per meriti speciali.

L’emigrazione  di Cnh Industrial dall’Italia all’Olanda, nell’autunno 2013 – un anno prima di quella  di Fiat Chrysler –  non ha dunque comportato solamente la possibilità di raddoppiare i diritti di voto per i soci stabili ed un trattamento fiscale  favorevole per i dividendi in uscita.

Già, mentre si sprecano editoriali, cronache, per invocare la “trasparenza” dello Stato, della politica, degli enti, dei bilanci delle società pubbliche partecipate, con l’operazione Olanda emerge un taglio netto alla trasparenza stessa in tema di compensi.  Per fare un paragone, quando nel 2012 l’allora Fiat Spa assegnò azioni a Marchionne e ad altri manager, l’operazione fu tempestivamente  comunicata al mercato e al pubblico.

Il nuovo piano compensi in azioni per Marchionne che non trova spazio nei due giornali più letti in Liguria, Il Secolo XIX e La Stampa, ma neppure la Repubblica,  si aggiunge a quelli concessi in passato, alcuni dei quali sono ancora in corso. Secondo il filing più recente, rivela il quotidiano economico della Confindustria,  Marchionne ha in portafoglio  9,19 milioni di azioni Cnhi, è titolare di 750 mila diritti a ricevere  azioni e 3,6 milioni “conditional share award”, ovvero stock grant dei quali non si sono ancora verificate le condizioni”. Si tratta di diritti che con ogni probabilità sono maturati a fine anno ed ha dunque il diritto di ritirarli, ma non lo ha ancora fatto.

Sarà pur vero che rispetto ad un ex ministro ligure – imperiese, per anni riconosciuto capace di spingere opere pubbliche, posti di lavoro, piani di sviluppo della sua comunità, il super manager Marchionne alla fine dei conti ha ottenuto successi strepitosi. Controlla  tre autorevoli quotidiani (Il Corriere della Sera, La Stampa, ultimo incorporato Il Secolo XIX), c’è una stima ed un aiuto reciproco verso rottamatore presidente Renzi. I futuri governi della Liguria devono fare i conti con questa nuova realtà di potere, editoriale ed adeguarsi.  Marchionne parla poco, ma decide secondo le regole dell’imprenditoria e del capitalismo del profitto.  Non è uso far clientela e sa dare soddisfazioni agli investitori nelle ‘sue aziende’.

Intanto c’è chi da un grande pulpito lancia moniti ed allarmi. Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, cardinale e primate di Genova, della Liguria,  ha detto nei giorni scorsi: ” Non basta rincorrere i debiti vendendo gioielli di casa frutto dell’intelligenza e della capacità dei nostri padri, perchè, poi,  si resta con niente in mano, né strutture, né professionalità, in balia di chi guarda all’Italia come ad una preda succulenta ed ambita da spolpare. Alla fine di queste operazioni d’azzardo, si resta con pochi pezzi in mano, pezzi che  scollati gli uni dagli altri diventeranno sempre più deboli, pronti per essere azzannati al momento opportuno da quanti hanno certamente a cuore il nostro patrimonio industriale e  lavorativo; si posso cambiare  e disattendere in ogni momento ! A volte mi sembra che il discredito – ha concluso – sia usato come un grimaldello per tali operazioni. Più si scredita, più il prezzo diminuisce”. Immaginiamo a chi si riferisca il presule. La Carige, ma forse pensa anche alla nuova proprietà del primo storico quotidiano della Liguria.

Sciaboletta

 


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