Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ceriale ‘Cemento&mafie’, ma il sindaco ha ragione ? Il ‘caso Giordano’


Per gli organizzatori l’incontro a Ceriale del 10 gennaio sul tema ‘il ponente savonese CEMENTO & MAFIE’ è stata un’iniziativa partecipata, interessante, utile.Per altri c’era odore di strumentalizzazioni, come testimonia il titolo del Secolo XIX dello stesso sabato “Convegno antimafia a Ceriale, il Comune non concede la sala. Bufera alla vigilia del processo a Nucera con indagato Fazio (e Revetria ndr). Il sindaco: ‘L’aula consiliare è riservata ad attività istituzionali”. Si aggiunga che nella prima versione degli ‘inviti – comunicati stampa’ quale moderatore figurava Luigi Giordano, dinamico consigliere di opposizione. Ma Giordano, come ha riportato trucioli.it, il giovedì precedente, pur avendo aderito, aveva rinunciato ad essere al tavolo dei protagonisti. Assente pure, per ‘impegni’ il giornalista Matteo Indice coautore, con Marco Grasso, nel 2013, del libro “A MEGLIA PAROLA. Liguria terra di ‘ndranghetra“. Domenica Il Secolo XIX, nel resoconto, titola “Sfida alla ‘ndrangheta e al sindaco Fazio”. 

Perché parlare di ‘sfida’ ? Il giornale  cita la dichiarazione del battagliero e coraggioso Christian Abbondanza di Genova: “In questa città trovò appoggio Nucera, inseguito da mandati di cattura internazionali, latitante a Dubai”. E ancora, a rafforzare la caratura del convegno,  la presenza della senatrice imperiese del Pd, Donatella Albano, componente la commissione parlamentare antimafia. Si aggiunga che  secondo un rapporto del ministero dell’Interno, la Liguria è la sesta regione a più alto indice di mafiosità, in testa alla classifica nell’Italia settentrionale. Eppure l’inchiesta più importante (Genova) si era conclusa con un’assoluzione generale. E c’è chi azzarda pronostici, assai simile in merito all’imputazione ‘mafiosa’ per l’altro clamoroso processo al ‘santa’ del ponente imperiese, con personaggi definiti mafiosi, un paio comparvero già ai tempi della ‘Teardo story‘ ex presidente savonese della Regione Liguria.

Non da ultimo la paginata del Secolo XIX del 3 ottobre 2014, con locandine e titoli inequivocabili: ‘Mafia a Savona, Ecco le prove. Nel dossier dei pm savonesi Carmelo Gullace (con residenza a Toirano ndr) sarebbe il super boss in provincia. Gli atti sono da un anno al vaglio della DDA di Reggio Calabria. E’ un filone dell’inchiesta su Fameli”. Il primo, detto Ninetto, entrato ed uscito dal carcere, in Italia e Francia, è un libero cittadino, pare non sottoposto ad obblighi particolari di polizia, il secondo è tornato in libertà e vive a Loano da decenni, dopo aver operato nell’agenzia immobiliare di Borghetto S. Spirito.  Negli articoli si ricorda che la Casa della Legalità “ha più volte accostato Gullace alla mala organizzata, denunciandone pubblicamente affari e rapporti con politici…E ora ci sarebbe qualcosa di più – scriveva il giornale ligure –   che i magistrati della Procura di Savona, con i dirigenti della squadra mobile,  hanno girato direttamente a Reggio Calabria per competenza territoriale…”.  Quanto si dovrà attendere il responso in atti ufficiali.

Ovvio domandarsi che c’entra in tutto questo l’amministrazione comunale di Ceriale, col sindaco incensurato Fazio al suo secondo mandato, rieletto con larghissima maggioranza di voti per il centro destra. Avrà pure limiti e colpe di mediocrità amministrativa il primo cittadino, molta miopia, scarsa lungimiranza, ma molto apprezzato dai colleghi coltivatori diretti, dagli operatori immobiliari, dal mondo degli imprenditori edili. Con l’affaire Nucera è al suo primo vero infortunio giudiziario, assieme al superlongevo della politica-amministrativa Piero Revetria, gran dominus silenzioso dalla sua villa in quel di Ceriale. Non a caso venne promosso assessore in Provincia da un big della stazza di Angelo Vaccarezza nella giunta più massonica della storia dell’amministrazione provinciale. In compagnia, nel processo Ceriale, c’è pure un avvocato, Mauro Vallerga, che fino ad un paio d’atti fa, come documentava allora in solitudine Gilberto Costanza su trucioli savonesi, ora con trucioli.it, vantava il primato di parcelle e consulenze legali tra i Comuni della provincia di Savona. Nessuno degli imputati  che andranno a giudizio dal 29 gennaio, è accusato di reati associativi, men che mai mafiosi. Intanto Nucera tace, silenzio d’oro pare di capire, il tempo sembra giocare a suo favore, le prescrizioni dietro l’angolo e a metà anno andrà in pensione il procuratore capo Granero; si accettano ‘scommesse’ sul successore.

Luigi Giordano consigliere comunale a Ceriale

Sarà pur vero che tra i presenti al convegno erano assai più i foresti dei cerialesi. Vedersi con l’alone- immaginario di ‘città mafiosa‘ non fa piacere, non crea simpatie, né molti seguaci, soprattutto allo stato non ci sarebbero prove della zampino della ‘ndrangheta nell’economia cittadina, nel governo locale. Ci sono alcuni personaggi  residenti (pochi) che in passato, anche recente, sono stati al centro di episodi al limite della ‘pericolosità sociale’ (usura, intimidazioni, massoneria affaristica e deviata). Di recente l’episodio dei tre colpi di pistola nella vetrina del geometra ed  ex assessore Giuseppe Repetto, leader locale nei piccoli progetti edilizi, definito dallo stesso fustigatore pubblico, Luigi Giordano: ‘Una brava persona, abbastanza stimato‘. Altra minaccia piuttosto oscura era giunta con un foglietto al geometra Nervo, consigliere comunale. Ci sono connessioni col crimine organizzato? Quali elementi a sostegno ? Noi non li conosciamo.

E a proposito di minacce tra gli organizzatori dell’evento, si parla esplicitamente della defezione di Giordano conseguente a ‘minacce‘. Speriamo che un’eventuale inchiesta faccia piena luce. A trucioli.it risulta che l’esponente politico cittadino avrebbe ricevuto la telefonata di un Tizio che l’avrebbe messo in guardia dall’accomunarlo ad attività losche. Non per questo, aveva ripetuto, si sentiva minacciato. Semmai ragioni di opportunità, di sensibilità verso la comunità cerialese che non merita di essere accomunata a realtà mafiose. Forse ci sarebbe da chiedersi chi da anni tiri le fila di un fiorente – nonostante la crisi – mercato di prostituzione straniera, di esseri umani, di spartizione a metro dell’Aurelia, dei poveri sfortunati cittadini cerialesi costretti a sopportare il commercio del sesso sotto le finestre di casa 360 giorni all’anno. Il deprezzamento degli immobili. Dove finiscono i maggiori utili di questa ‘tratta’ ? Con la sfrontatezza di ‘ lavorare’ anche in pieno giorno, a due passi dal palazzo comunale o dalla dimora del sindaco e della famiglia. Adesso la Corte di Cassazione ha pure stabilito che è illegittimo il foglio di via per ‘prostituzione in strada’ in assenza di altri reati. Il solo esercizio della prostituzione  non basta a giustificare il provvedimento del questore. Cosi ha sancito la I sezione penale – Sentenza  del 12 gennaio 2015 n. 856.

L’apprezzata senatrice Albano ha commentato il repentino cambio di sede dell’incontro (dalla sala consiliare ai locali della parrocchia):  ‘Vedete? Se ci avessero offerto il palazzetto avremmo sfigurato…“. Il sindaco non è rimasto solo a convincersi che l’aula istituzionale del parlamentino non può essere concessa ad un’associazione privata, benchè onlus. E i riflettori accesi proprio alla vigilia del processo Nucera & sindaco si prestano ad equivoci. Siamo al ‘primo grado’ di giudizio e l’epilogo potrebbe già riservare sorprese. Un po’ di cautela è sinonimo di saggezza contro gli estremesmi. Un osservatore presente all’incontro riferisce di  un “Dibattito molto ‘rustico’, ciononostante gli argomenti erano da pelle d’oca…c’era Rolando Fazzari, il figlio rinnegato della famiglia che ha raccontato fatti raccapriccianti, partendo dalla morte di suo figlio nella cava di Carpe…”. A Ceriale deve sventolare la bandiera dell’antimafia e della rinascita morale, economica, facendo opera di sensibilizzazione, giorno dopo giorno, ognuno perseguendo con tenacia il dovere di buon cittadino, meglio se  senza clamori e spettacolarità. Almeno in questa circostanza stiamo dalla parte di Ennio Fazio. Di chi conosce l’humus di ieri e di oggi di Ceriale, pregi e difetti, i suoi bisogni.

Dimenticavamo di aggiungere che  solo Il Secolo XIX ha dato il dovuto risalto, al di là del contenuto, all’avvenimento. Non una riga su La Stampa e IVG, i più letti. I blog locali hanno annunciato l’incontro a fine dicembre, poi nulla sul resoconto. Silenzio dalle tre tv liguri più seguite. Altro particolare. Nelle prime file era seduta  Rosy Guarnieri, già sindaco di Albenga, leader del carraccio e del centro- destra sconfitto alle comunali ingaune dal galantuomo e giovane sindaco Giorgio Cangiano che non figura nell’album d’onore dei massoni ingauni. E neppure a giudizio per qualche piccolo reato. Non ha ‘medaglie’. Quasi un demerito direbbe la battagliera Rosy. A Ceriale i leghisti, massoni inclusi, hanno sostenuto la maggioranza vittoriosa di Fazio – Vaccarezza – Scajola. Lo stesso dicasi ad Albenga. ‘Regnare nolo, liber ut non sim mihi’ (Fedro). Risum teneatis amici ? (Orazio)  (l.c) 

Leggi anche l’articolo da Balestrino scritto dal blog di Marco Ballestra che era presente all’incontro di Ceriale.


Se nel giorno di Natale alcuni si scatenano per cercare di intimidire, significa che questo incontro pubblico sul ponente savonese dal titolo “CEMENTO & MAFIE tra realtà e prospettive” da fastidio e preoccupa i “fratelli di sangue” devoti a San Michele Arcangelo ed alla Madonna dei Polsi. Il loro “vangelo” è il Crimine e gli alti in grado dell’organizzazione sono i “santisti”. Ma, dal più basso grado dei galoppini sino al più alto, sono soltanto dei luntruni. Sia quelli con il solo battesimo ‘ndranghetista, che quelli dal doppio battesimo, ‘ndranghetista e massonico… come pure i loro fiancheggiatori e protettori indossanti panni civili da imprenditori, politici, professionisti o anche, come purtroppo accade, quelli dei servitori dello Stato. La loro forza di intimidazione si regge sulla paura che si ha di loro e nell’omertà che impongono. Quando però si incomincia a nominarli, a puntargli addosso i fari dell’attenzione, si esorcizza quella loro capacità di intimidazione, la si fa evaporare. Chiamandoli per nome e cognome, davanti al disprezzo sociale, si rende evanescente la cappa omertosa che li avvolge e che, con loro, avvolge la loro rete di cointeressenze. Ecco che quindi serve andare avanti su questa strada perché si dimostra che loro sono dei nessuno e che la comunità, insieme allo Stato, li può spazzare via, estirpando quelle radici che hanno penetrato da decenni il tessuto economico, sociale e politico anche di questa terra del nord.
Christian Abbondanza

ECCO LA SECONDA VERSIONE MESSA IN RETE DALLA CASA DELLA LEGALITA’ DI GENOVA

 


L.Corrado

L.Corrado

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