Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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L’industria turistica cuneese (ospitalità e ristorazione) sorpassa il Ponente Ligure


La provincia di Cuneo terra di vini di successo e tartufo bianco. Con un primato in 4 continenti. Ma passa quasi inosservato che il cuneese, a partire dalle Langhe, sia un fiorire di attività alberghiere, ristorazione e agriturismo d’eccellenza (non quella che si ascolta da Tv locali e si legge, distribuita a destra e a manca, per interessi pubblicitari). Si punta al rinnovamento, a shoccare il cliente, alla filiera della qualità a tavola e dell’accoglienza di strutture ricettive d’ élite. Alcune attraggono una ricca clientela da Stati Uniti, Brasile,  Canada, Australia, Cina, India, Russia e poi dai paesi del nord Europa. Non solo. Un fine settimana in alcune località cuneesi fa scoprire che sono sempre più numerosi i clienti provenienti della Riviera ponentina, da città liguri. Prediligono i ristoranti rinomati e stellati. E le turistiche, per antonomasia, provincia di Savona e quella di Imperia, che fanno ? Qual è il termometro ? Un dato significativo: nel savonese sono rimasti attivi pochi uffici turistici;  sono rimasti 5 con personale fisso, ovvero 5 impiegate professioniste. Mentre la Regione si sforza di far sapere che dal 2010, a fronte di 60 milioni di investimenti, sono stati concessi contributi per 40 milioni ed erogati alle imprese 26 milioni di euro. Le imprese che hanno beneficiato sono state 214 di cui 86 nel savonese, 38 nell’imperiese.

Investire, rinnovare, gareggiare con la concorrenza. Osserviamo il fronte promozionale. Nei primi 10 mesi del 2014 la rassegna stampa internazionale, quella che conta, ha riservato al territorio vacanziero cuneese, alle iniziative e alle proposte degli operatori turistici, oltre 350 citazioni, meno della metà alle due riviere ed entroterra ponentino.  Nella classifica dei locali presenti nelle più prestigiose e diffuse ‘guide’ (alberghi, ristoranti, agriturismo, locali tipici) la provincia di Cuneo si ritrova di gran lungo davanti  a savonesi ed imperiesi.  La sola Michelin, la più conosciuta nel mondo, assegna  le stelle a 13  ristoranti del Cuneese; tra cui un 3 stelle ad Alba e 3 due stelle. Nove sono invece i locali delle due province liguri ponentine. Nonostante il mare, la spiaggia, il sole, le caratteristiche uniche di tratti di costa, le 250 mila seconde case, gli week end affollati. Non è neppure il caso di citare chi si è preso la briga di passare in rassegna, almeno dall’esterno, gli esercizi pubblici che offrono un ‘pasto’ tra 7 e 10 euro: 62 in provincia di Savona, 48 in quella di Imperia, 37 nella ‘provincia granda’. Altro dato significative sono gli esercizi ricettivi (camere). Nelle tre prime guide nazionali, 73 sono quelli ricorrenti nel Basso Piemonte contro i 67 delle due entità liguri. E si potrebbe continuare. Come non riflettere e farsene una ragione ?

Già, che succederà ora che tutti gridano alle casse vuote, causa taglia statali, delle nuove province ? Non ci sono più soldi per coprire le esigenze dei trasporti, scuole, strade, cultura e formazione professionale, quest’ultima terrono di conquista per clientele, cooperative e consorterie varie.  Il primo a scappare, con show d’addio, ha titolato l’amico Secolo XIX, è stato lo scajolano – berlusconiano della prima ora Angelo Vaccarezza, da 25 anni sulla scena pubblica, vero professionista della politica.  Era assurto a mente e promotore di alcune di megalomania promozionale turistica e mediatica. Oggi si lamentano i tagli selvaggi dello Stato (in parte a ragione), si chiede di abolire competenze provinciali  non disponendo di adeguati introiti. Ma fino all’altro ieri si dimenticano gli staff di presidenza costosi e senza precedenti nella storia dell’ente provinciale. Si dimentica un segretario generale che aveva raggiunto il top  storico nelle prebende annuali. Che dire delle tre edizioni del  Matching sul Turismo ? Ad un costo di 80 mila euro ad edizione e tanti annunci ad effetto. E soprattutto che fine hanno fatto i risultati ed i benefici ? Da chi era composta la platea plaudente ? Chi erano i più convinti compagni di viaggio alcuni dei quali coinvolti  nel naufragio della Carige, con strascichi a catena in Carisa ? Perchè si sono dimessi ? Cosa avevano ricevuto dai banchieri e dai politici loro padrini ? Hanno ancora l’autorità morale di rappresentare questa o quella associazione ?

Liguria di ponente e provincia di Savona a confronto, non per dare moralistiche pagelle del ‘bravo e del cattivo’, bensì per far conoscere quale siano le strategie vincenti. Un recente comunicato stampa dell’assessorato al turismo della Liguria si spinge  a sostenere: “…Non solo promozione dell’offerta turistica di qualità, in Liguria, ma anche un sostegno diretto agli operatori del comparto, attraverso una serie di bandi rivolti alle imprese ricettive alberghiere ex extra alberghiere (grandi appartamenti per vacanze, ostelli, affittacamere) “. Non è simpatico e non serve elencare le aziende alberghiere che continuano ad accorciare i periodi di apertura, a ridurre la percentuale di occupazione delle camere, ad essere sempre meno competitive sul fronte prezzi con i più diretti concorrenti della Costa Azzurra e della Spagna. I finanziamenti servono, ma in prospettiva è la tassazione complessiva, locale e statale, a penalizzare l’industria alberghiera ed affini. L’abbiamo scritto forse invano tante volte. Ci sarà un motivo se proprio nel ponente ligure assistiamo da anni a dismissioni importanti del patrimonio ricettivo, anche front mare, e sono rari gli investimenti ad opera di operatori da fuori regione, da società di investimenti nazionali ed internazionali. Che cosa frena ?  Nonostante  il sistema di sostegno  adottato è stato quello  del Fondo di Rotazione, ovvero  l’erogazione di prestiti rimborsabili a tassi dello 0,5% a 5 anni, 1 % a 10 anni, 1,5% a 15 anni con versamento di un anticipo sul contributo assegnato pari all’80% dello stesso. In questo modo, rende noto la Regione,  è stato possibile da un lato assegnare  40 milioni di contributi, con un fondo iniziale  pari a 20 milioni, e dall’altro utilizzare gli interessi versati dai beneficiari per finanziare un bando a favore dei consorzi d’imprese turistiche a sostegno dei loro progetti di promo – commercializzazione dell’offerta turistica ligure  nei mercati internazionali.

Tra gli entusiasti  l’assessore al Turismo della Liguria, Angelo Berlangieri, famiglia di piccoli abergatori a Finale Ligure dove è stato assessore del centro destra, poi affascinato sulla ‘via de Burlando bis’. ” Il fondo di rotazione – commenta – consentirà alla Regione Liguria di lanciare altri bandi e che i 5 milioni previsti recentemente per un nuovo bando sono stati invece  assegnati alle imprese aberghiere colpite dal’alluvione a Genova”.

Anche su questi aspetti sarebbe interessante confrontare le scelte compiute in piemonte, nella provincia di Cuneo. Chiedersi per quale motivo in aree di alto pregio storico ed ambientale abbiano scelto di investire e scommettere nell’industria turistica  importanti capitali del Belpaese. Forse perchè quel territorio  conserva ancora caratteristiche peculiari che molte zone della Liguria di ponente non possono più offrire causa distruzione selvaggia da speculazione immobiliare ? E come spiegare che qualche azienda alberghiera fronte mare, pur avendo alle spalle, imprenditori di spicco, hanno finito per ripiegare. ora chiudendo ed in attesa di trasformazione in alloggi, ora puntando al residence, oppure limitando l’attività per molti mesi all’anno al solo pernottamento e prima colazione. Riducendo drasticamente, di conseguenza, i posti di lavoro.  Ripetiamo, per i sordi, che nel ponente ligure l’industria alberghiera ha perso nell’ultimo decennio oltre dieci mila occupati. Si è mai assistito a qualche mobilitazione di protesta ?

Da anni si parla, si ascolta di sinergia tra Piemonte e Liguria. Non sono certamente rose e fiori le realtà turistiche, economiche del cuneese. Un certo ‘vampirismo’ della giunta leghista del presidente Cota (leggi vicende al vaglio della magistratura, arresti, processi, Corte dei Conti) non sarà stata la medicina di cui aveva bisogno quel territorio, restano le conquiste del tessuto turistico di gran parte della provincia di Cuneo. La speranza che il ponente ligure, dismesso il mercato delle illusioni ed illusionismo,  sia affidato  ad amministratori  all’altezza dei loro compiti. Con associazioni di categoria che alla pratica della lobby e del ‘cappello in mano’ privilegino l’incisività delle scelte ed il confronto sistematico con i risultati raggiunti. Non si risparmi sulle briciole come è successo proprio in provincia di Savona dove da due anni non si stampano  le storiche guide di alberghi, ristoranti, agriturismi, bed & breakfast, campeggi, rifugi, agenzie di viaggio, guide turistiche. Di fronte ad un turismo prevalentemente di anziani, non usi a internet, al web, al computer  (basta chiedere a chi opera sul territorio, negli uffici turistici), si è deciso di cancellare il materiale stampa nell’ottica del risparmio. La Camera di Commercio ha promosso, con l’editore Sabatelli ed alcune associazioni, opuscoli – guide “Albisssole “, Finale,  Varazze, Loano, Val Bormida. Per decenni si è fatto spreco, nonostante le promesse di razionalizzazione, di depliant e prontuari, con centinaia di quintali di carta finita  al macero. Da un’estremità all’altra. A chi giova tanto ‘silenzio’?

Luciano Corrado


L.Corrado

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