Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La lettera (1) / Savona corruzione in sala parto & corporazioni. E…60 mila € della Fondazione De Mari al Festival


Silenzio necrofilo dei consiglieri comunali sui casi di corruzione a Savona; e questo riguarda anche i grillini locali che quando hanno finito di strepitare sui partiti, per Costituzione le uniche e necessitate associazioni possibili, compresi loro, rimangono a corto di argomenti. Perché? Perché parlare delle corporazioni dei medici, dei magistrati, dei provveditori della scuola? La litania è sempre la stessa: si rischia di perdere voti…, e infatti li perderanno, pedestri e opportunisti come tutti gli altri. Solo più arroganti e presuntuosi.

 

Quanto ai veleni nel distretto di ostetricia invece di fare un mea culpa generale, perché delle transazioni di denaro pare che ci siano sempre state da parte di levatrici “infedeli”, (Vox populi, vox Dei), gli unici a non saperlo eravamo io, Fausto Benvenuto, che non ho potuto  partorire per condizione di genere, il primario Garzarelli, che probabilmente viveva ignaro sotto una campana di vetro, e il consigliere Lia Minetti che, naturalmente, minimizza.

Criticare è facile e umanamente stressante. Tuttavia, se fossi al posto del primario e del direttore sanitario, non mi preoccuperei dell’immagine, ma della sostanza.

Il succo del discorso infatti è che questo lassismo, questo minimalismo anche verbale, favorisce il brodo di coltura della corruzione, perché di questo si tratta.

E la corruzione è peggio del peccato.

Per gli obiettori di coscienza cattolici ricordo che se faranno chiarezza non saranno figli di Maria, ma, certamente, figli degni di Gesù.

FAUSTO BENVENUTO –Consigliere comunale F.I. – Savona

 

PROTEZIONE SOCIALE A SAVONA: LA GIUNTA BERRUTI SENZA SPINA DORSALE

L’Italia e quindi le sue cento città, compresa Savona, insieme alla Democrazia Ellenica, sono le uniche realtà occidentali ed industriali dove vige un libero mercato poco competitivo, ma quasi selvaggio per la mancanza di un sussidio universale di disoccupazione che tuteli tutti i cittadini.

Per fare alcuni esempi, in Belgio il sussidio di disoccupazione è di 1.100 euro circa, tramite collocamento al lavoro, senza distinzione tra datori di lavoro, operai o impiegati pubblici, cioè senza condizione di attività.

In Francia, dal primo gennaio 2012, le prestazioni economiche alle famiglie con prole che risultano senza attività lavorativa ammontano, secondo il loro modello di calcolo, la BMAF, a 399 euro.

L’assegnazione speciale per figlio gravemente disabile è di 42 euro giornalieri, cioè di 1260 euro al mese.

Tornando a Savona, sul versante degli ammortizzatori è quindi urgente una grande riforma dell’Assistenza Pubblica, poiché, stante che gli apprendisti stregoni della politica nostrana pensano di rilanciare la crescita e di creare posti di lavoro come se fossero imprenditori, la cruda realtà è che in cinque anni la disoccupazione giovanile è balzata al 41% e le ore di cassa integrazione, per i fortunati che ne godono, è aumentata localmente del 586%.

E’ quindi da tre anni che ripeto quanto sia decisivo alzare le contribuzioni comunali di 3 milioni per garantire un regime di benefici sociali che metta fine a soluzioni attenuanti e palliative, pregiudicando spese secondarie come le piste ciclabili.

Lo ripeto come una Cassandra che predica nel deserto politico e morale di questa giunta senza spina dorsale.

FAUSTO BENVENUTO (VICE PRESIDENTE PROMOZIONE SOCIALE)

WELFARE PER GARANTITI  E 60 MILA EURO DELLA FONDAZIONE DE MARI AL FESTIVAL  

Come Vice Presidente Promozione Sociale di Savona e responsabile Welfare del PdL provinciale, sono turbato e chiedo perdono ai disoccupati che sono stati indotti alla depressione di gesti disperati e suicidi, a causa di uno Stato Sociale che, dettato dall’Art. 38 della Costituzione, dovrebbe assicurare “il mantenimento per disoccupazione involontaria”, articolo parzialmente disatteso dallo Stato centrale, dalle Regioni e dai Comuni interessati.

Ieri, nell’ambito del consiglio comunale savonese, ascoltavo con mestizia infinita le aride e noiose variazioni tecniche di Bilancio per voci secondarie ed eteree come i 7.000 euro per i “Giovani protagonisti e consapevoli”, decreto Regionale; il trasferimento della Fondazione De Mari (€ 60.000) per l’ennesimo Festival; l’aumento di attività culturali imprecisate da 961.000 a 1.096.000 euro. L’aumento della beneficenza pubblica da 1.337.000 euro a 1.461.000.

Beneficenza (proprio così).

I diritti obbligati e collettivi del Welfare trasformati in assistenza parziale e beneficenza.

Mentre i contribuenti più fragili sono massacrati da inique e nefaste tasse indirette per il fabbisogno sempre più alto dell’alta burocrazia e delle pensioni retributive sopra i 4.000 euro, e a fronte di un comune che non rimanda la Tares, cercherò con tutte le mie forze di eseguire la mia missione: combattere questo sistema beatamente alienante e barbarico di protettori e opere pie.

FAUSTO BENVENUTO   (Consigliere comunale PdL – Savona)

 

AGLI OPERAI MORTI DI MESOTELIOMA

Nella mia vita privata ho avuto la fortuna di conoscere molti uomini che non hanno mai rubato e che hanno sempre detestato la corruzione.

Uno di questi si chiamava Enrico, ed era il vanto e la fede di mia madre.

Mio padre era un ligure parco, utopico nei pensieri, ma con profondo senso della misura.

Nato nel 1935, negli anni ’50, dopo 7 anni di duro apprendistato era diventato un provetto saldatore, eppoi un tubista specializzato, lavoro che gli diede la libertà di scegliere e di viaggiare in Italia ed in trasferta con le migliori maestranze italiane.

E’ morto in questi giorni, 14 anni fa, di mesotelioma pleurico una malattia professionale che, purtroppo, ha già falciato molte vite in Liguria.

Un tumore che ti divora senza scampo, in 6 mesi, per consunzione, per fame. Quando il suo orologio si avvicinò al gomito, ormai incapace di reggersi in piedi e di mangiare una briciola di pane, esalò l’ultimo respiro.

A 64 anni, dopo due anni di pensione, era un uomo arrivato, arrivato sull’isola solitaria della morte, senza lamenti, senza rimpianti, nella luce acerba di una livida alba, alle 3 e quarantacinque minuti.

Conosceva bene il suo Paese, l’insicurezza del lavoro, e sul lavoro!

Come tanti operai, specialisti e non, non ha mai voluto e avuto privilegi, non ha mai guadagnato più di 2.500 euro, ne ha ottenuto cavalierati, titoli maestri o medaglie civili.

Questa lettera non è dedicata a Enrico Benvenuto, che abita nel mio cuore, ma agli uomini abusati e raggirati, morti di mesotelioma, a Casale, a Taranto, a Broni.

Vite recise di impiegati e maestranze, che non avevano la responsabilità di decidere. Di decidere in fretta, in tutta onestà, la pericolosità fatale dell’amianto.

Ora riposino in pace.

FAUSTO BENVENUTO         

 

 


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