Ci voleva l’intervento dell’avvocato-consigliere, Simona Aicardi, per smuovere una pratica tra Comune e privato che va al rallentatore dal 1957 (57 anni, incredibile ma vero). Ha scritto una lettera per chiarire la portata del suo intervento e rivelare alcuni particolari inediti. Contestualmente la ‘vittima’ della lentocrazia, Silvio Laureri, geologo italo-svizzero, origini in quel di Stellanello, famiglia storica, che fornisce la sua ultima ‘versione dei fatti’, con un lieve ‘mea culpa’. Sarà la volta buona?
Ringrazio per avermi offerto la possibilità di trascorrere un pò di tempo con le memorie storiche di Stellanello e scoprire diverse curiosità su Casa Laureri: per esempio sono venuta a conoscenza che quella che negli articoli viene definita “annessa cappella” non è una vera e propria “cappella“, vanta una storia singolare e curiosa. Questa porzione di casa, acquistata dai Laureri dal compianto Don Pelle, era pervenuta alla Parrocchia di San Lorenzo da un lascito ereditario di un sacerdote scomunicato che, sentendo dentro sé la vocazione nonostante la scomunica, aveva eretto sopra il focolare un altare, al quale era uso dire la Sua Messa.
Sono riuscita altresì a reperire due fotografie, la prima del 1953 e la seconda del 1971. Il loro raffronto dimostra come la strada non sia cambiata di molto dal 1953 oserei dire ad oggi. In merito, nel
1957 il Comune ricevette (o espropriò, dovrei verificare negli archivi) porzione di terreno di Laureri (circa 0,50cm di profondità per 5 o 6 metri di lunghezza) terreno che può agevolmente identificare nella foto del 1971 in quello delimitato dal primo cancello sulla sinistra. In quella occasione, in cambio dell terreno, il Comune costruì a Laureri la vasca (o lavatoio come viene chiamato dalla gente del posto) che ben si vede sempre nella foto del 1971, in corrispondenza della autovettura al di là della strada.
La restante parte di terreno (oggi sede del parcheggio pubblico di Bossaneto) che sempre nella stessa foto è adibita a vigneto (orto sulla destra), venne espropriata alla Parrocchia di San Lorenzo nel 1985 dalla Provincia di Savona ( allego il decreto di occupazione temporanea e l’elenco dei beni da espropriare nel Comune di Stellanello: il numero 5 di detto elenco è proprio il vigneto della fotografia).
Ho ritenuto opportuna questa premessa per far capire anche ai lettori di trucioli.it che il terreno da regolarizzare catastalmente (cosa che ritengo doverosa) è quella porzione di 0,50 cm per 5 o 6 metri di lunghezza ceduta al Comune nel 1957: per un Comune piccolo come Stellanello, andare a Lugano in Svizzera per il rogito è uno spreco di denaro pubblico che non possiamo permetterci. Un esempio per tutti: spendere euro 300,00= per il viaggio (benzina, autostrada, delega nel caso il Sindaco sia impegnato e non possa, rimborso del pranzo) potrebbe voler dire non destinare questa somma ai contributi erogati alle famiglie in difficoltà e, con i tempi che corrono, personalmente non lo ritengo corretto.
Concordando con Laureri sulla necessità di regolarizzare la posizione catastale della porzione di terreno, sarebbe una gentilezza se il sig. Laureri potesse venire in Andora per il perfezionamento dell’atto o, qualora impedito, se volesse gentilmente conferire procura speciale a persona di Sua fiducia, potremmo risolvere la questione in una giornata addirittura già la settimana prossima (previo appuntamento con il Notaio).
Ci tengo anche a sottolineare come porzione di Casa Laureri sia già stata restaurata dai singoli proprietari, senza incentivi, agevolazioni o sconti da parte del Comune (le autorizzazioni sono intervenute sotto l’Amministrazione Conti).
Come ho anticipato la settimana scorsa, sabato sono stata in Comune con il Sindaco Laura Bestoso e abbiamo concordato di portare la questione (per la seconda volta) in consiglio comunale con l’intento di prendere atto del riconoscimento da parte delle Belle Arti del valore storico dell’immobile. Spero che questo possa essere inteso come un passo positivo verso la famiglia Laureri.
Personalmente, chiederò che una fotografia della Casa venga messa (se il sig. Laureri mi autorizza) sul sito della Pro Loco chiedendo che la questione venga portata all’ordine del giorno nel prossimo Consiglio Direttivo, con l’intento di promuoverla dal punto di vista turistico e culturale.
In proposito, ci tengo a fare una precisazione: sono il Consigliere deelgato alla Pro Loco, all’inizio del mandato ho patito il carico delle precedenti amministrazioni e il peso dei contrasti che si erano verificati con il Comune. In oggi, e spero che di questo possa darne conferma il Presidente, ritengo che i rapporti siano molto migliorati e che si stia creando un clima di collaborazione reciproca nell’ottica di lavorare parallelamente sostenendosi e sostituendosi dove l’uno non riesca ad arrivare. Per quanto mi riguarda ho stima di tutti i membri del Consiglio Direttivo con i quali lavoro piacevolmente e, sempre piacevolmente, mi intrattengo. Logicamente la stessa stima e rispetto nutro per tutte quelle persone che, durante la stagione estiva, prestano la loro opera per il buon funzionamento e il successo degli eventi organizzati: a loro attribuisco buona parte del merito del successo delle manifestazioni estive.
Vorrei anche precisare che non mi sento affatto parte di un “manipolo di fedelissimi“: mi ritengo coerente con le scelte fatte al momento della candidatura. Quando il Sindaco Laura Bestoso mi ha chiesto di far parte del gruppo ho aderito perchè ho condiviso il programma che mi è stato sottoposto e in quest’ottica cerco di lavorare.
Non ritengo che il Comune di Stellanello versi in uno stato di immobilismo: logicamente il bilancio di tutto quello che è stato fatto verrà tirato alla fine del mandato, ci tengo però a dire che nell’Amministrazione ci sono persone che lavorano in silenzio e lavorano sodo per realizzare gli obiettivi che ci eravamo proposti in campagna elettorale a dispetto di quegli ex assessori e non che disertano le sedute del Consiglio Comunale anche quando gli argomenti trattati siano di particolare rilevanza (un esempio per tutti l’approvazione del bilancio).
Cordialmente
Simona Aicardi
LA LETTERA DI SILVIO LAURERI
AUTOGIUSTIFICAZIONE
In questa pluridecennale controversia non sono esente da colpe, lo ammetto senza remore. Ora, raccontando in sintesi le vicende, vorrei spiegare come e perché ho sbagliato.
Premetto che fin da quando venni in Svizzera avevo un concetto di ordine, di legalità, di correttezza del “modus vivendi” diverso da quello che vige nel Belpaese e nella società ligure: la mia prima colpa perciò è quella d’avere confidato nella certezza che i miei interlocutori ponentini si comportassero come mi sarei comportato io al loro posto. E ne sono stato amaramente deluso ed irriso. La lontananza poi ha reso difficile la comunicazione mia con loro e facilitato per contro il loro rifiuto di rispondermi, originando i malintesi…. In Svizzera, poi, mi sono abituato a vivere tra gente onesta e capace come me ed a non sopportare le scorrettezze delle nullità issatesi sugli scranni del potere locale.
Alla morte di mio Padre – 1965 – l’asse ereditario immobiliare rimase indiviso tra me e mio fratello, col gravame d’un usufrutto per nostra madre; successivamente – nel 1973 – nostra madre si accordò con Don Pelle per acquistare da Lui, pagandolo a rate, l’appartamento del piano superiore nel Palazzo, consistente in due subalterni dei mappali 172 e 173. In entrambi i passaggi di proprietà, e cioè da Don Elena a Don Pelle e da Don Pelle ad Eredi Laureri, i Notai coinvolti fraintesero la situazione catastale, o perché era errata e sibillina, o perché l’avevano analizzata con superficialità.
Sia io che mio fratello (ma anche il Comune di Stellanello, quando impiegò due anni per concedere la licenza di costruzione del 1983 per il cambiamento di destinazione del subalterno 173 e riscosse 640.000 £ di oneri urbanistici calcolati in base alla “Legge Nicolazzi”) eravamo convinti che la separazione del subalterno 172 da quello del 173 fosse esente da gravami. Il Geometra Panaino “scoprì” nel 1998 che il 173 “rustico” ed il 172 “urbano” erano inscindibili senza il frazionamento e la ristrutturazione d’entrambi, anzi giunse a precisare che l’esigenza mia e di mio fratello di dividere le due porzioni, contestualmente alla spartizione dell’immobile tra noi, avrebbe comportato l'”automatico declassamento a magazzino del subalterno urbano perché la cucina ed il cesso si trovavano nel subalterno rustico”, a meno che fossimo disposti a chiedere congiuntamente la licenza edilizia di ristrutturazione delle due porzioni, ottenute per frazionamento cioè per distacco catastale dell’uno dall’altro subalterno.
A quel punto il mio buonsenso pratico entrò in serio conflitto con la logica tecnico-burocratica perché rifiutava l’idea che il mappale con il più alto reddito catastale di tutto il Comune dovesse essere pesantemente svilito a causa di regole inappellabili da applicarsi per nostra esigenza legittima di dividere l’indiviso. Il geometra Panaino fu irremovibile nelle sue conclusioni, onde ci costrinse ad accettarle. Quando – dopo aver presentato il progetto ed atteso il verdetto – ce lo notificò telefonicamente (con più di tre mesi di ritardo, quindi oltre i termini di ricorso) iniziando con la frase testuale “Il Comune è stato cattivo”, perché calcola in 14.750.000 £ gli oneri urbanistici.
Mio fratello ed io abbiamo avuto allora la netta impressione d’essere stati raggirati, demmo disdetta al Geom. Panaino ed interponemmo ricorso. L’Arch. Bianco – nostro nuovo Tecnico – fu liquidato per le spicce dal Geom. Ratto quando andò a chiederne l’esito.
Interpellammo altri professionisti di Parma e di Luino, i quali tutti, con qualche “distinguo“, ci confermarono che fuori da Stellanello la tesi del Comune sarebbe stata considerata scorretta.
Trovammo – su indicazione del Geom. Gaggero di Savona, Presidente del Collegio Provinciale dei Geometri – lo specialista di problemi catastali: il geometra Inguscio di Albenga, il quale si disse certo di poter appianare il contrasto procedendo ad un “frazionamento con fusione” ed espletò la relativa pratica partendo dai – finalmente ritrovati documenti originali dell’intavolazione dell’immobile al N.C.E.U., risalenti al 1939. Sulla nuova base catastale nel 2001 l’Arch. Bianco presentò l’istanza per ottenere il permesso di eseguire lavori di “manutenzione straordinaria“. L’istanza fu seccamente respinta dal Geom. Ratto con la motivazione: “trattasi di ristrutturazione”.
L’Arch. Bianco non ebbe nulla da eccepire e rimase in posizione di attesa, io e mio fratello interpellammo in successione due avvocati di Parma, i quali brancolarono tra i dubbi e tuttavia intrapresero deboli tentativi di mediazione, resi vani dall’intransigente arroganza del Comune.
Il Geom. Inguscio, invece, difese sempre a spada tratta la sua tesi, che solo informazioni raccolte recentemente sono valse a farmi apparire del tutto infondata, quindi errata.
A quel momento scattò la proditoria denuncia penale del Comune di Stellanello – Sindaco Conti e Tecnico Ing. Savastano – per presunto “abuso edilizio“. Grave denuncia punitiva a titolo d’intimidazione e di ritorsione per non aver accettato di subire il “diktat” sacrosanto di pagare tacendo al Robin Hood di turno ?
In tutte queste schermaglie – come in quelle successive – i miei errori fatali sono stati di credere che il catasto fosse una cosa seria, che gli specialisti potessero trovare soluzioni giuste e che tutte le autorità pubbliche interpellate – da statali a regionali, a provinciali – volessero o potessero prestarsi a dirimere il contrasto con interventi conciliatori o chiarificatori neutralizzando l’astio del Comune. Ho pagato fior di parcelle: tanti soldi buttati al vento.
Cinque anni durò l’istruttoria del solerte sostituto Procuratore Ferro che sfociò nella rassicurante “archiviazione per non aver commesso il fatto”.
Il resto è una monotona cronaca, che ha visto ingigantire l’incomunicabilità da parte del Comune di Stellanello, la rassegnazione passiva dell’Arch. Bianco, il rifiuto delle “superiori autorità” (che si trincerano sempre nel non rispondere alle lettere) ad intervenire e – non ultimo – il degrado accelerato dello stabile con i rischi conseguenti.
M’illusi – altro mio grave errore – di trovare ascolto nella giunta Bestoso sempre in altre faccende affaccendata. Oggi più che mai. Ora, tramite il mio avvocato di Como, ho prospettato al Comune la mia disponibilità e possibilità di eliminare le pretese storture catastali che sarebbero alla radice del contenzioso, ma il Municipio non risponde. Allora devo proprio concludere che “c’è del marcio” ? Che le mie colpe sono veniali e sfidare chiunque ad essere più corretto di me in vicende simili.
Silvio Laureri
Bellinzona, 12.1.2014