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Liguria e Basso Piemonte

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I redditi in Regione: quanto guadagnano i politici. Perché serve una svolta alla ‘Grillo’


Il Secolo XIX, nei giorni scorsi, ha pubblicato i redditi dei componenti il governo della Regione Liguria e dei consiglieri relativo all’ultima dichiarazione (2011). Sul fronte locale ha pure dato spazio alla ‘corsa’ per un posto di consigliere nel consiglio di amministrazione della prima banca della provincia (Carisa) dopo le dimissioni dell’avvocato Franco Fazio, eletto in parlamento. In questo caso con un’indicazione delle indennità percepite.

Giornali e tv, media in genere, hanno dato risalto alla scelta dei neo presidenti del Senato ( Pietro Grasso) e della Camera (Laura Boldrini)  di ridursi da subito lo stipendio del 30 per cento. Sarà un caso e non è certo solo l’effetto degli anatemi  di Grillo, ma qualcosa comincia a vedersi quanto ai costi della politica. Oltre ai loro emolumenti, i due presidenti hanno annunciato  analoga proposta per i titolari  delle altre cariche interne in tema di indennità.

La Regione Liguria, nel dicembre scorso, aveva già approvato la riforma dei costi della politica, con tagli ai consiglieri di circa mille euro al mese e risparmi sui fondi dei gruppi per almeno un milione.  Nel settembre dello scorso anno era passata quasi inosservata (senza clamore)  la notizia che i dirigenti del Comune di Finale Ligure, dal direttore generale ai quattro alti funzionari,  si sono ridotti su proposta della giunta Richeri del 50 per cento l’indennità di ‘risultato’ in busta paga. Altri esempi arrivano soprattutto da piccoli comuni dell’entroterra dove sindaci ed assessori, già da qualche anno, danno il ‘buon esempio’ di rinuncia o dei taglio significativo dei loro emolumenti. Anche in qualche città è accaduto, ma è pur sempre una schiacciante minoranza e casi isolati.

Il giornalista Daniele La Corte, in una trasmissione che conduce a Imperia Tv, si è fatto quasi ‘promotore’ di un’iniziativa radicale. Nei comuni, in questa situazione drammatica di ristagno economico, si mettano al bando, si rinunci a qualsiasi indennità, ovviamente esclusi i rimborsi spese. E questo per dare un vero segnale verso cittadini sempre più sfiduciati. L’impennata del numero di persone e di famiglie costrette  ai viveri al limite della sopravvivenza.

Posti di lavoro falcidiati in costante aumento,  disoccupati record (oltre 24 mila in provincia di Savona),  il dramma dei giovani senza lavoro e senza speranza, almeno nell’immediato futuro.

Chissà se dal Parlmento regionale,  da tutti gli enti pubblici di nomina politica (poltrone di governo e sottogoverno) si farà finalmente strada una svolta per il taglio o riduzione delle prebende varie. Tutte spese, manco a dirlo, che gravano su tutti i contribuenti. Basti pensare a cosa sta accadendo nelle Asl, con inevitabili e assurdi tempi attesa. O meglio il ricorso  boom alla sanità privata (ambulatori medici, visite specialistiche, accertamenti diagnostici).

Sacrifici dietro sacrifici per la stragrande maggioranza dei cittadini (privilegiati e benestanti esclusi) che fa a pugni proprio con i tanti privilegi (stipendi) di quella che viene comunemente definita la casta.  Gli sprechi. Grillo, in Sicilia, e  non solo, sta dando una rigorosa lezione di coerenza, al di là che si può essere d’accordo o meno con le sue strategie. Il rigore ed i risparmi, prima di tutto, proprio dai rappresentati eletti dal popolo. Siamo in pieno emergenza! Anche sul fronte della corruzione e dell’evasione fiscale.

QUANTO SI PERCEPISCE ALLA CARISA E ALLA FONDAZIONE  DE MARI

 QUANTO INCASSANO I COMUNI DELLA PROVINCIA DI SAVONA DALL’IMU 2012

 

 

 

 


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