Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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SCUOLA PUBBLICA K.O.


Dopo mille battaglie siamo arrivati ai quiz di ingresso persino nella scuola dell’obbligo- Costituzione addio- immobili vuoti o fatiscenti dappertutto- cattedrali nel deserto abbandonate ma per l’istruzione: zero- Am

    Le miserabili scelte politiche (si fa per dire) dei regimi che hanno sgovernato l’Italia in questi ultimi vent’anni, nella conclamata beozia generalizzata indotta dalla massa informe della messaggeria mediatica, stanno facendo bere alla Scuola anche la feccia dell’amaro calice residuato sulla mensa del pubblico bilancio.

    Non vi sono insegnanti a sufficienza, non esistono plessi e aule a sufficienza, anche i pulmini per il trasporto degli alunni sono scarsi, e così che cosa facciamo noi del genio italico? Facciamo il “numero chiuso”, il test di ingresso non solo per le facoltà universitarie (che costituisce già una grossa aberrante discriminazione) ma anche per le medie (!!), per i licei e per qualsiasi altro tipo di scuola , obbligo o non obbligo.

    Oramai siamo al limite, dopotutto perché non produrre un bel test-quiz di ingresso anche per l’iscrizione alla prima elementare? Se per potersi iscrivere alla prima media dell’Istituto Altiero Spinelli di Torino i ragazzini (undici anni !) devono conoscere i pronomi personali e gli aggettivi possessivi in almeno due lingue straniere, non si vede perché per potersi iscrivere alla prima elementare (sei anni) non si possa chiedere all’infante di saper dire “io sono” in altre due lingue ; per l’inglese basta saper dire “AM”.

Povero Spinelli, (nella foto) se il nostro grande democratico europeista avesse mai potuto prevedere che un Istituto a lui intestato avrebbe accettato di porre in atto simili sgangherate iniziative, invece di muovere una qualsiasi forma la più ferma protesta civile e politica, anziché il “Club dei coccodrilli” ( dal nome del ristorante Crocodile di Strasburgo, dove riunì nove parlamentari europei per promuovere la riforma delle istituzioni comunitarie) avrebbe anticipato il “Club degli scuolazoo” al quale iscrivere gli italici governanti responsabili dell’istruzione, strana congerie di animali politici (si fa sempre per dire) susseguitisi finora alla guida dello sfascio culturale del nostro paese.

    Una perla in questo stagno della Scuola ci viene naturalmente da Roma.

Il convitto nazionale Vittorio Emanuele II ha, tra le materie da studiare, il cinese (in onore del Re galantuomo che parlava solo piemontese…appunto) “e qui”, si scrive a pagina 21 de “la Repubblica” del 19 marzo “le attitudini sono necessarie” (!?!).

Rendiamoci conto dell’assoluta idiozia di simile proposizione prescritta per il “cinese”, rafforzata poi dall’argomentazione: “Così come sono necessarie le inclinazioni per entrare in un liceo musicale, l’unico per il quale il test d’ingresso è previsto da una legge nazionale”.

    Bravi ! invece di eliminare il ridicolo test di ingresso per i licei musicali, fondato su semplici pregiudizi sottoculturali con lo scopo di non faticare per …insegnare, andiamo a copiare il peggio della nostra obsoleta legislazione, generalizzandolo ad altre discipline.

Ricordiamo di avere fatto parte dei cinque alunni della scuola di violino del professor Campogrande, nella Loano degli anni quaranta, l’unico che è diventato un violinista era il più stonato di tutti, si arrivava apposta in anticipo sull’orario di lezione per sentirlo eseguire gli esercizi davanti al professore disperato: dal suo legno sortivano ineguagliabili stridori che determinavano il cane dei vicini ad elevare ululati alla strappalacrime. Egli è diventato un musicista di professione, ha vinto concorsi in grandi orchestre nazionali ed anche come solista. Noi, quelli bravi di allora, niente per la musica, solo rimpianti.

Non é con la riduzione degli studenti, non è con la riduzione degli insegnanti , non è con l’ umiliazione della Scuola e con i risparmi pubblici sulla pelle dell’istruzione e della cultura, non è con la fuga dei cervelli, tanti e da non pregiudicare con i quizzer di penosa matrice ministerial-burocratica, non è così che il nostro Paese aumenterà il PIL, che avremo sbocchi migliori dalla crisi del sistema, ma è vero esattamente il contrario. Più istruzione, più cultura, dare spazio a tutti senza pregiudicare nessuno, nemmeno chi nel test non ha risposto alla domanda “cos’è ,lo spread”. Anzi eliminare tutti i test, trovare spazi per le scuole, incrementare il corpo insegnante e, magari, per reperire i fondi, trapanare meno il
nostro esausto territorio. Investire nella scuola significa promuovere cittadini consapevoli e colti che costruiranno gli strumenti per farci uscire dal tunnel.

Eleviamo un grato pensiero ad Einstein e soprattutto a chi non ha preteso che superasse certi test, infatti non avrebbe superato quelli di matematica, materia nella quale, da ragazzo, era piuttosto…scarso.

BELLAMIGO

    



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