E’ fosco l’aree, il cielo è muto ed io sul tacito bancon seduto in gaudiosa filofia ti guardo e lacrimo allieva mia…
“La Matura”
Ė fosco l’aree
il cielo è muto
ed io sul tacito
bancon seduto
in gaudïosa
filosofia
ti guardo e lacrimo
allieva mia
Fra i rotti mugugni
del triste discente
il raggio perdesi
del sol cadente
un mesto sibilo
per l’aria oscura
l’ultimo gemito
della matura
Passa un topografo
della città
“ehi del tachiometro
qual novità ?”
“L’esame infuria
l’alunno manca
sul banco sventola
bandiera bianca”
No no non splendere
su tanti guai
Maturità d’Italia
non splendere mai !
E sulla tua e
tristi vicende
sia eterno i gemiti
di tanta gente
Allieva ! nostra
l’ora è venuta;
illustre martire
tu sei perduta
L’esame infuria
lo scir ti manca
sul banco sventola
bandiera bianca
Ma non quesiti
ardui e roventi
né i mille fulmini
su te stridenti
troncano un attimo
il tuo bel fare
Viva l’allieva,
tra le somare
Sulle tue pagine
scolpisci o Storia
l’altrui imperizie
e la sua gloria;
e grida ai profi
tre volte infame
chi vuol l’allievo
morto d’esame
Viva l’allievo
feroce altero
difese intrepido
il suo pensiero;
l’esame infuria
lo scir gli manca
sul banco sventola
bandiera bianca
Ed ora sciolgasi
qui sul momento
finché è ancor libero
questo lamento
A te studente
l’ultimo canto
l’ultimo assalto
l’ultimo pianto
Ramingo ed asino
sul suol di casa
vivrai studente
col tuo rimpianto
vivrai nel tempo
non certo bello
perché anche gli asini
vanno al macello
Ma il vento fischia
l’estate è scura
è tutta un gemito
questa matura
i profi sbraitano
la voce manca
sul banco sventola
bandiera bianca,
[da A. Fusinato] E. Bianchi