Il dott. Archelao MEZZEPENNE RIGATONI SFORZA ebbe una notte insonne ed agitata e molte furono le volte che si rigirò nel letto a causa di alcuni incubi che negli ultimi tempi sempre più spesso popolavano i suoi sonni e gli impedivano il meritato riposo. Un incubo in particolare era ricorrente: quello in cui giudici orribili e urlanti lo condannavano ai lavori forzati.
Pensandoci bene però, convenne il dott. Archelao MEZZEPENNE RIGATONI SFORZA, più che incubi erano pesanti afflizioni dell’animo suo che derivavano dalla profonda crisi esistenziale che stava attraversando.
Ogni mattina davanti allo specchio, mentre il rumore del rasoio elettrico gli disturbava i timpani, si domandava se in campo lavorativo fosse giusto ciò che stava facendo ed il modo in cui lo svolgeva, senza contare la plumbea atmosfera che si era venuta a creare negli uffici e che rendeva la vita degli impiegati a volte quasi insopportabile. Problemi che facevano parte del suo lavoro quotidiano certo, ma anche nuove seccature, nuove cause legali che arrivavano improvvisamente sulla sua scrivania sotto forma di pesanti fascicoli e che si dovevano risolvere immediatamente, poi i contrasti con l’Amministrazione, le complicazioni col personale e un mucchio di altre cose.
Soprattutto gli Amministratori, questo si era un grosso problema, che con il loro modo di agire stavano complicando e intralciando notevolmente il lento, ma costante ritmo della burocrazia.
Quella mattina uscì di casa più presto del solito e prima di uscire staccò dal blocchetto il post-it giallo sul quale aveva annotato uno strano numero di cellulare che aveva copiato da un articolo comparso su di un blog locale. Salì in macchina e subito digitò il numero.
– “Pronto? Chi parla?” una voce metallica rispose al terzo squillo.
“Buongiorno. E’ lei sig. Inilopmap?”
– “Si sono io”
“Sono il dott. Archelao MEZZEPENNE RIGATONI SFORZA e la chiamo da Borghetto Santo Spirito, sulla Terra. Mi permetto di disturbarla a quest’ora, anche se lei non mi conosce”.
– “Non si preoccupi del disturbo, qui su Marte non si dorme mai”
“La chiamavo perché mi piacerebbe capire un po’ meglio quella sua teoria dei mondi paralleli, del Borghetto marziano, dove le cose pare vadano meglio che nel Borghetto terrestre. Potrebbe fissarmi un appuntamento?”
– “Quando vuole, anche questa mattina se lei è comodo”
“Comodissimo. A che ora?”
– “Tra mezz’ora le andrebbe bene?”
“Certamente. E dove?”
“Al solito posto”.
Il dott. MEZZEPENNE RIGATONI SFORZA girò la chiavetta nel cruscotto e partì come un razzo. Arrivato in piazza Libertà parcheggiò la macchina, scese e raggiunse la passeggiata di ponente che percorse a passo veloce fino alla fine dove, sul piazzale pieno di scogli, era già parcheggiato il disco volante.
Il marziano era seduto su di una panchina che si fumava una sigaretta e quando vide avvicinarsi l’uomo un po’ trafelato, si alzò e gli andò incontro sorridente, tendendogli la mano.
– ” Molto piacere dottore”
“Piacere mio sig. Inilopmap”
– “Allora mi dica tutto. Cosa vuol sapere di preciso”
“Ma…non saprei da che parte iniziare…sono molto preoccupato….perché…veda, da un po’ di tempo la situazione qui a Borghetto è …come dire….precipitata. Molti errori, l’inesperienza di alcuni, l’incompetenza di altri…l’avidità di altri ancora…Insomma sul lavoro sono sorti numerosi problemi di difficile soluzione che mi creano un forte stato d’ansia, mi tolgono il sonno. E allora penso ai mondi paralleli, a quel Borghetto marziano dove tutto fila liscio come l’olio, dove tutti sono più contenti e sereni e magari…chissà…se si potesse chiedere il trasferimento in quel Borghetto lì. Forse con una domanda di mobilità…”
– “Beh, tutto è possibile. Da un punto di vista burocratico non ci dovrebbero essere difficoltà, però sappia che su Marte, per le domande di mobilità, le marche da bollo non esistono. Da noi gli uffici pubblici, per quelle specifiche pratiche, pretendono un versamento alla Tesoreria Galattica, ma per lei che è un esperto e abile funzionario, non credo che rappresenti un ostacolo”
“Se è per questo non c’è alcun problema, ma…mi chiedevo…prima di fare un passo così importante e definitivo…potrei fare …come dire… un periodo di prova?”
– “Mi stia a sentire dottore, siamo persone ormai adulte e in queste cose bisogna essere decisi: se qui le pesa la situazione a tal punto da desiderare di andare altrove non si possono avere dubbi. O si fa o non si fa”
“Ha perfettamente ragione, ma cerchi di capire…si tratta della mia vita futura, mica bruscolini. Comunque niente dubbi. Ho deciso: mi trasferisco su Marte”
– “Bene, sono felice per la sua decisione, vedrà che non se ne pentirà. Però c’è un’ultima cosa che le debbo ricordare, molto importante, prima che lei compia questo passo definitivo”
“Dica, dica pure. Sono tutto orecchi”
– “Lei certo ricorderà che anche un altro terrestre, proprio di Borghetto, tempo fa venne su Marte”
“Si, ricordo perfettamente. Scrissero anche un articolo su Trucioli”
– “E si ricorda anche come andò a finire?”
“Certo: andò a finire che il Borghetto marziano non esisteva. Era tutto un sogno”
– “E nonostante ciò lei vuole ugualmente venire su Marte? Vuole venire a vivere in un sogno?”
“Si, lo voglio e….. per favore: NON SVEGLIATEMI”.
Silvestro Pampolini