Siamo ‘sfascisti’ o ‘realisti’ ? Svolgere il ruolo di ‘cane da guardia’ e di pungolo dell’amministrazione comunale senza perseguire secondi fini sul fronte politico-ideologico o per interessi diretti ed indiretti nel mondo degli affari locali e comprensoriali. Non siamo procacciatori di attività immobiliari, aree edificabili, varianti al piano regolatore. Chi collabora con trucioli.it è pensionato da lavoro, oppure esercita una professione, un’attività senza conflitti di interesse. E’ ‘vietato’ a chi ‘campa’ grazie allo stipendio-indennità della politica e suoi satelliti: Regione, Provincia, Comuni, società partecipate. Siamo cultori dei valori-identità dei nostri avi; ricoprire incarichi pubblici non è sinonimo di prebende (rimborsi spese a parte). Fautori di un diverso modo di amministrare: fare il punto non solo sul bilancio consuntivo, ma soprattutto della tabella di marcia, delle ‘promesse elettorali’, del programma, delle statistiche di crescita.
La nostra provincia, il nostro ponente soffrono da anni il ‘fumo’ di iniziative di immagine (a livello locale il campionato va riconosciuto all’ex sindaco-presidente Angelo Vaccarezza) che non hanno dato vere occasioni di sviluppo sostenibile e rilancio qualitativo dell’offerta ‘città’. Vanno bene le nuove passeggiate a mare, le fontane, i marciapiedi, i centri storici con l’aspirazione di ‘salotto’, le aiuole, le panchine, i cestini inox, i tabelloni di certificazione ambientale (sic?!). I depuratori consortili. Peccato che poi si trascuri l’abc del decoro, la cura del verde, l’ordine (le biciclette invadono impunite le zone pedonali, lungomare compreso), la pulizia, rumori molesti, strade costellate da buche ed avallamenti, montagne russe, vie trasformate in piste di velocità. Insomma serve un biglietto da ‘visita’ sul fax simile di località turistiche svizzere, che troviamo lungo il Reno o la Mosella, nello stesso Tirolo italiano, in alcune zone della stessa Costa Azzurra, della valle del Rodano. Tanto per citare esempi significativi e più vicini a noi.
Borghetto S. Spirito non è certo l’unico Comune a meritare una cura, ma tenuto conto della diagnosi del ‘malato’ va ‘attenzionata’ più di altri. In Riviera pare in ‘buona compagnia’. Ad esempio la confinante Ceriale che proprio da Borghetto prese la malattia ‘rapallizzazione’ del territorio, disintegrando gran parte delle aree agricole più pregiate e produttive, ignorando che si tratta di materia prima, alla pari del petrolio, dell’oro, del ferro di cui spesso si può fare a meno. Terreni baciati dal clima mite, fertilità, acqua del sottosuolo. A Borghetto, come a Ceriale, si è distrutto nella dissennata rincorsa al ‘mattone selvaggio’ , al massimo profitto. Lo sviluppo è necessario, ma tra quello dei paesi scandinavi e quello della ‘casba’, del capitalismo senza regole e con ‘poco Vangelo’, si è scelto il peggiore, facendo scempi ai danni delle future generazioni. Dato di fatto inoppugnabile.
Ebbene chi da decenni, con coerenza, si è batte per una crescita razionale, per salvaguardare l’economia primaria della produzione agricola, si è trovato isolato, sconfitto, emarginato, additato a nemico del benessere e del progresso. Mentre la società ha metabolizzato, molti hanno convissuto a suon di affari e robuste parcelle, incoraggiato la mala pianta. Alle prova del nove, alla resa dei conti (vedi turismo) non interessano gli onori per chi è rimasto inascoltato, non interessa ricordare chi illudeva il ‘popolo’ con la macchina perpetua delle seconde case e della catena di San Francesco. Ci sono i nomi dei sindaci, degli assessori, degli impresari edili, dei progettisti, dei presidenti di commissione edilizia. Ora dovrebbero quantomeno ‘nascondersi’, dichiararsi pentiti? Invece le responsabilità sono tutte dei ‘defunti’, di altri, al bando l’autocritica, l’ammissione di colpa e vincono perché stravince la memoria corta.
Borghetto S. Spirito, per i prossimi anni, basta saper leggere l’abc dell’economia e della qualità della vita, continuerà a vivacchiare. Con un manipolo di ricchi, senza problemi; con il tirare a campare della maggioranza; con l’assenza di opportunità di lavoro per giovani, in particolare diplomati e laureati. Un mondo giovanile quasi assente, disinteressato anche per colpa di noi ‘adulti’. Un altro particolare forse ignorato. La crisi mondiale – con l’esclusione delle economie emergenti – ha favorito il turismo ‘casalingo’, il risparmio obbligato da parte dei turisti del bacino piemontese e lombardo. Così ne ha beneficiato anche Borghetto. Quando ci sarà la vera ripresa e i flussi turistici ripartiranno, le prime ad essere colpite sono le tartarughe, fanalino di coda della classifica: Borghetto, Ceriale e in parte Noli. Tanto per rimanere nei confini savonesi. Le località messe peggio. Le prime due governate da uomini della destra, la terza dalla sinistra, anche estrema.
LE PROMESSE ELETTORALI – A che punto sono le promesse ed i programmi elettorali della coalizione vincente del sindaco Giovanni Gandolfo? Vincitore per una manciata di voti nei confronti della lista avversaria, più sensibile al mondo degli affari e di qualche agenzia immobiliare. Con tutto il rispetto che la stragrande maggioranza degli operatori immobiliari meritano. Categoria che per numero e forza lobbistica ha superato albergatori, commercianti, esercenti, seconda solo ai ‘Bagni Marini, uniti e determinati nelle strategie. Beneficiati grazie anche dall’abilità del condottiero numero uno, Riccardo Borgo, mitico sindaco di Bergeggi, geometra non praticante, titolare di uno stabilimento balneare con bar e ristorante. Un socialista moderato, uno tra i pochi ad essere scampato senza macchie al diluvio della ‘Teardo story’ (anni ’80).
UN TURISMO RESPONSABILE – Ci siamo sempre impegnati affinché non si sciupasse, oltre al ‘bene agricolo’, la manna del ‘turismo responsabile’ iniziata in Riviera a fine anni ’50, con tempi e modi diversi a seconda delle località. Tra le materie prime da salvaguardare c’era la tutela (vera, non finta) del paesaggio creato nel Neolotico, quando l’uomo ha aperto nei boschi, allora onnipresenti, le prime radure, per abitare, coltivare i campi e allevare animali. C’è chi ricorda – lo scrittore Andrea Carandini – che per 250 generazioni (tre all’anno) l’uomo ha trasformato il paesaggio rispettandolo, mentre in sole due generazioni, le ultime, ha intrapreso a rovinare questo gigantesco e plurimillenario patrimonio collettivo, inaugurando l’era del mostruoso.
Si è stati incapaci (a Borghetto, come a Ceriale e non solo) di arginare l’occupazione del suolo agricolo da cemento e asfalto, tutelando la costa e le sue valli. Si è ignorato quanto altri Paesi del centro e nord Europa hanno praticato da pionieri: priorità alla riqualificazione dell’edilizia storica e di quella in disuso. Si è portato avanti imperterriti – abbiamo scritto centinaia di articoli in oltre 40 anni di professione giornalistica – la mentalità speculativa, che produceva nuovi ricchi e un copioso mercato dell’utopia, delle illusioni, dell’edonismo senza regole. Il decantato sviluppo economico si è trasformato, alla lunga, in boomerang per migliaia di cittadini, per intere categorie (albergatori, titolari di negozi, di bar e ristoranti, addirittura chi aveva investito i risparmi nel mattone, basta osservare la catena dei fallimenti, locali chiusi o i cartelli ‘vendesi’).
E’ stato ignorato l’allarme (di pochi) per l’invasione capillare a scapito dell’agricoltura con costruzioni svincolate dall’uso agricolo, oppure aggirate. Si è continuato a non tener conto del delitto di sottrarre la terra alla sua destinazione naturale, anche per non manomettere il territorio, il sottosuolo, con il suo ‘reticolato’ idrico che quando è sconvolto finisce per causare – in caso di alluvione- conseguenze che la storia passata e recente ha scolpito. Tra morti, distruzione, annunci di inchieste giudiziarie. Così dopo aver smarrito il turismo di qualità – che qualcuno in buona o malafede continua a sproloquiare -, è stato manomesso gran parte del nostro territorio, distrutta quasi per intero la nostra identità, ovvero quella degli avi. Si continuano a risuscitare le lottizzazioni, piani casa, recupero di sottotetti in zone già ingolfate, spacciandole per ‘interesse pubblico’ da oneri di urbanizzazione. Purtroppo non è ancora matura una coscienza collettiva, anche per colpa di certa stampa, di giornalisti, dell’informazione di nazionalpopolare.
I lettori leggano e se sono informati traggano le conseguenti valutazioni. Senza pregiudizi.
L. Cor.