Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il treno dell’alba. Nostalgia canaglia!


Era puntuale, quasi sempre, ed era l’unico pregio. Ma quel treno che collegava Ventimiglia a Genova negli anni ’70 e ’80 era un incubo per studenti e lavoratori.

di Willy Olivero

Chi è sulla sessantina ed è stato pendolare ricorda quella cozzaglia di vagoni con sedili di legno sui quali si saliva, come per scontare una penitenza alle 5,57 se si era ad Alassio e minuto più minuto meno in altre stazioni.

Chi è più giovane, accocolato dai social, pensa si tratti di finzione adesso che si usano i Frecciarossa o regionali confortevoli.

Confesso, io che sul treno ci salivo ogni mattina per recarmi all’Università,  che ho pensato più di una volta che ci fosse una sovvenzione alle Ferrovie dello Stato da parte degli atenei…. Il treno, come detto, era formato da vagoni con sedili tipo saloon Western in legno, dove si potevano sedere tre, quattro persone. Nei mesi invernali con riscaldamento acceso al massimo si sudava l’impossibile e non era raro vedere pendolari che si portavano dietro dei ricambi da indossare poi in ufficio.

In estate ci pensava il caldo a fare la sua parte, senza necessità di dover attendere un cambiamento climatico. Va poi aggiunto che chi era più fortunato poteva trovare spazio in due vagoni centrali forniti di sedili in plastica, solitamente vandalizzati. Eppure su quel treno sono salite persone della nostra provincia (Savona) che, tranne chi scrive, si sono poi affermati in vari mestieri, diventando valenti professionisti. E che forse ricordano ancora amicizie nate su quel treno che un ottimo e schivo collega giornalista di Albenga,  quotatissimo critico di cinema, definiva ‘carro bestiame‘.

Come dimenticare Natalino Bruzzone, classe 1951, il primo giovane collaboratore sportivo quando, in piazza Petrarca, nel 1969 venne aperto l’Ufficio di corrispondenza per il ponente del Secolo XIX, con una pagina di cronaca tutta sua (da Andora a Spotorno, con entroterra). Dapprima affidata, quale responsabile, al prof. Franco Rognone, poi destinato alla redazione di Sanremo e dal primo gennaio 1970 al neo pubblicista Luciano Corrado.

E ricordo, con nostalgia canaglia,  che tutti i viaggiatori avevamo un giornale a farci compagnia, soprattutto al lunedì per leggere i commenti delle partite. Ora, direte voi, cosa ci sarà di cosi nostalgico nel ricordare un treno che sembrava fosse adatto a chi aveva fatto un voto o desiderava scontare una penitenza. Niente, o forse si, vedendo oggi i nostri giovani attendere il treno della mattina fissando il cellulare ed escludendo il resto del mondo. Prima di salire su un treno giustamente confortevole ma che non lascerà alcun ricordo quando i capelli inizieranno ad imbiancare.

Willy Olivero

 


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Guglielmo Olivero

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