L’articolo (2.789 visualizzazioni) di trucioli.it del 12 maggio 2022 titolato “Imperia, La Stampa pubblicava una lettera del magistrato Filippo Maffeo: Contro di me calunnie”. Il testo riprendeva una missiva dell’allora magistrato pubblicata dal quotidiano torinese, con cronaca ligure, il 16 dicembre 2009. Già ma non si è più letto nulla degli strascichi giudiziari. Querele a giornalisti. Querele, per diffamazione, tra togati, con epilogo prima in Tribunale a Torino e poi in Corte d’Appello.
Eppure il web non è affatto avaro dell’attività svolta da Maffeo. Si pensi quando il gip del tribunale di Imperia, su richiesta dello stesso pubblico ministero Maffeo, ha posto sotto sequestro un’area di circa mille metri quadrati adibita allo scarico dei rifiuti, appartenente alla ditta Ponticelli, che faceva capo a Pier Paolo Pizzimbone. All’epoca tra i ‘potenti’ dell’imprenditoria imperiese, ma anche nazionale e per un periodo parlamentare in Sicilia (XXV legislatura- Sicilia 2) per il Popolo della Libertà.
Trucioli il 2 giugno 2022 ha pubblicato: Imperia-Andora/ Clamorose confessioni-rivelazioni dell’ex on. imprenditore Pier Paolo Pizzimbone. Il libro ‘Il senso della vita’. Tutti i personaggi frequentati. Lui vittima di pedofilia. Un’esistenza con ogni tipo di avventura. Guadagni, lusso, feste tra star, il carcere.
Torniamo all’articolo de ‘La Stampa’ che aveva provocato, contro Maffeo, una querela per diffamazione della collega d’ufficio, il sostituto procuratore dr.ssa Maria Pia Marrali che si era pure costituita parte civile. Il Pm d’udienza, dr.ssa Anna Maria Loreto, terza sezione penale del Tribunale di Torino (competente nei procedimenti giudiziari che riguardano magistrati in servizio in Liguria) chiese la condanna di Maffeo ad un anno e un mese di reclusione. Il giudice, in composizione monocratica, nella persona del dr. Pier Giorgio Balestretti, all’udienza del 8 giugno 2015, ha assolto l’imputato “perché il fatto non costituisce reato‘. Leggi la copiosa motivazione della sentenza….
Il 14 dicembre 2021, su ricorso del Pubblico ministero contro l’assoluzione di primo grado, la Corte d’Appello di Torino, terza sezione penale, presieduta dalla dr.ssa M.C. Christallin, emetteva la seconda sentenza. Dichiara inammissibile l’appello, conferma la sentenza e condanna la parte civile appellante alle spese processuali del grado e dichiara compensate le spese processuali sostenute dall’imputato.
Caso chiuso senza ulteriore ricorso in Cassazione.
Infine due giornalisti imperiesi (Moggio e Mangraviti) che avevano scritto dei messaggi (di Maffeo a Marrali) erano stati condannati dal Tribunale di Biella. In appello hanno chiesto scusa (accollandosi le spese processuali). Maffeo ha rimesso la querela per entrambi e si era dato conto in prima pagina.