“Io ero conosciuto come una persona che stava molto bene dal punto di vista economico, ero stato prima miliardario e poi milionario….impensabile che mi proponessi per fare delle consulenze aziendali e cercassi lavoro…”.
Leggiamo un altro capitolo: Il calvario del libro ‘Il senso della vita’ scritto da Pier Paolo Pizzimbone di cui abbiamo già pubblicato altre pagine particolarmente interessanti. “Non è facile ritrovarsi a vivere un orizzonte più piccolo, prospettive di vita diverse. Non è una questione di soldi, è una spinta sottile di quando sei stato in vetta per molti anni e fatichi ad accettare di ridimensionarti. Mio fratello in politica non c’entrava nulla, ero sempre stato solo io, le cose erano andate bene e così quella era una posizione che potevo utilizzare per essere utile agli altri e sentirmi meglio con me stesso.

Così il nuovo Pier Paolo lavorava da libero professionista, come consulente esterno per le aziende nel settore dei rifiuti e poi faceva anche le campagne informative aziendali sulla raccolta differenziata, allo stesso tempo si era buttato anima e corpo in politica…. Mi ritrovai, nel corso del mio nuovo lavoro a fare delle consulenze per un’azienda siciliana operante nel ramo dei rifiuti….allo stesso tempo tramite la mia conoscenza personale con Giorgia Meloni ai tempi della mia permanenza in Parlamento, e ancora prima ai tempi dei convegni con Dell’Utri, fui nominato Commissario di Fratelli d’Italia.

Ero la persona che dettava la linea nella mia regione. Mi ero legato a doppio filo a un caro amico al quale mi accomuna una bella amicizia da moltissimi anni, il quale si era candidato a sindaco di Alassio dopo esserlo già stato e dopo essere stato consigliere regionale di Forza Italia (Marco Melgrati ndr). Ci conoscevamo da 20 anni ed io lo appoggiai incondizionatamente perchè avevo fiducia in lui come persona e come politico e credevo fosse l’unica persona adatta a ricoprire quell’incarico.

La lotta in campagna elettorale era stata molto aspra e serrata e lui, di centrodestra, contrapposto ad un altro candidato sempre di centrodestra, il sindaco uscente (Enzo Canepa ndr). Una lotta fratricida senza esclusione di colpi. Questo mio amico, in accordo ovviamente con i suoi collaboratori, aveva giustamente preso di mira la società che si occupava della gestione dei rifiuti ad Alassio, proprio quell’azienda siciliana per cui avevo fatto consulenza. Alassio è una città che ha un incredibile squilibrio demografico tra inverno ed estate…. e loro non si erano dimostrati all’altezza. Bisognava ammettere che c’era una gestione molto lacunosa ed il degrado della città fu uno degli argomenti di dibattito più accesi in campagna elettorale, che come detto sopra fu aspra, difficile e acuita dalle ruggini dei due candidati che sostanzialmente provenivano dallo stesso partito. Inoltre anche al mio interno c’era una spaccatura, l’assessore di F.D.I. uomo legato ai vecchi valori di M.S.I. sosteneva il sindaco uscente, in aperto contrasto a me. Il candidato sindaco che sostenevo riuscì a vincere e fu una festa trionfale, mi ritenevo uno degli artefici di quel successo. Avevo piazzato ben 4 assessori di Fratelli d’Italia in giunta, compreso quello che si sarebbe occupato dell’Ambiente e della gestione dei rifiuti, un ragazzo che conoscevo da molti anni; grazie a quella vittoria e grazie al mio prezioso apporto, il nuovo sindaco mi propose di diventare il presidente della multiutility che in città controlla spiagge, parcheggi, impianti sportivi, in pratica era la cassaforte della città. Una posizione di potere ambiziosa. Io accettai l’incarico che si doveva perfezionare entro la fine dell’anno. Un quadro perfetto rovinato però da una crepa che avrebbe distrutto tutto.
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