‘Loano isola del Ponente. Variazioni su un tema di Alford. Storia, racconti e curiosità’. Il doppio volume è la seconda parte di un’opera pubblicata nel 2000 ed esaurita da anni: in quella prima parte l’autore analizzava “La natura e il paesaggio addomesticato” mentre ora effettua un excursus sulla città dei Doria “dalla preistoria al metaverso”.
Partendo dalle parole scritte nel 1870 da Henry Alford, folgorato dalla bellezza di Loano, comincia un viaggio affascinante, serio ma anche ironico, dentro e intorno a Loano, raccontato con folle e maniacale ricchezza di argomenti, approfondimenti e divagazioni. Storie piccole e grandi con sorprendenti riferimenti al contesto storico universale in cui le vicende del piccolo luogo, unico per la sua peculiarità di feudo privato dei Doria dal XIII al XVIII secolo, si sviluppano nel tempo, mettendo in luce gli oscuri, splendidi protagonisti tra la sua gente, la gente de Lœa.
Una summa loanensis che mancava nel panorama bibliografico della Liguria. Una sorta di Lœapedia da leggere, consultare, conservare.
È questo un libro mahleriano, pieno di contrasti e di registri differenti. Tratta della storia di Loano inserita nel contesto delle vicende storiche del Ponente ligure e di Genova con riferimenti agli eventi significativi della storia europea collegabili agli accadimenti minimi locali. Storie, racconti, aneddoti, personaggi di ieri e di oggi.
Dalla preistoria a Carlo Magno, ai Benedettini, ai Doria (tra cui il grande ammiraglio Andrea e il nipote Gianandrea con Zenobia del Carretto) ai Savoia, a Pippu Garibaldi, figlio della bella Rosùn, fino ai giorni nostri e oltre. Aneddoti, leggende, curiosità locali e non solo. Personaggi minori raccontati con la stessa dignità dei grandi, da Carlo V a Pinuccio il re della stecca, da Napoleone, scaramantico davanti a una civetta malaugurante, all’eroico Gingio che muore tra le acque per salvare i passeggeri di una carrozza.
La grande stagione della marineria ottocentesca. Il mosaico romano e l’acquedotto del principe. La palma più alta d’Europa. La misconosciuta battaglia tra Francesi e Austro-piemontesi. E la vita di tutti i giorni nei vecchi caruggi. L’incanto secentesco del borgo, figurazione del potere della famiglia Doria, si confronta nel Novecento con il destino che lo mortifica comprimendolo tra nuovi palazzi e mare. Tuttavia resiste ancora oggi come le antiche Confraternite. Tutto questo e molto altro nello spazio di sette chilometri quadrati, un’isola di storia e di clima.
Numerosi contributi esterni da parte di studiosi e accademici. Utilizzo di fonti scritte e orali (tra cui “antichi” Loanesi depositari della cultura locale e del dialetto e conoscitori di luoghi e tradizioni). Insomma un’opera corale cresciuta negli anni con la passione per la ricerca e l’ossessione per la verifica delle fonti. Il tutto condito da una robusta dose di ironia e di leggerezza, ma anche affilato spirito critico che rendono la lettura meno opprimente rispetto a molti testi di storia locale.
La ricerca iconografica e la ricchezza di illustrazioni (foto originali di oggi e di ieri, documenti e immagini diverse) hanno il significato di rendere comprensibili gli avvenimenti storici nel territorio e svelare le tracce ancora presenti di un passato ricco e potente. Le tavole e le cartine sono realizzate con l’aiuto degli esperti locali del territorio. Sarà uno strumento di conoscenza e di approfondimento per i cultori di storia locale, ma soprattutto per chi intenda conoscere il territorio, la gente, la cultura della Liguria di oggi attraverso l’esplorazione del passato e le incursioni nel presente.
Il progetto grafico di Piero Albisetti, con differenti strutture di impaginazione e box di approfondimento o curiosità, grazie anche al sapiente uso del colore, consente una lettura agevole, non impegnativa e soprattutto flessibile in base alle esigenze e alle curiosità personali del lettore.
Una sezione accessibile tramite QR-code consente non soltanto di consultare lo sterminato indice analitico (in fieri) e la cronologia loanese, ma anche di essere aggiornata continuamente. Questa – grazie al web – consente di dare al libro cartaceo una estensione temporale inimmaginabile fino a ieri, con integrazioni, correzioni, aggiunte, immagini nuove e aggiornamenti costanti ad libitum.
Il costo del pesante cofanetto con i due tomi – sostiene l’editore – equivale al prezzo pro-chilo di una orata pescata. Soltanto che l’orata si consuma in una cena, il libro promette di durare, perpetuamente aggiornato, un bel po’ di più…
L’AUTORE – Paolo Geraci, 1951, appartiene alla nutrita schiera dei medici umanisti.
Di nascita novarese, conosce Loano da bambino per una estate di villeggiatura negli anni Cinquanta, quando Loano era molto simile ai secoli precedenti.
Vi ritorna malvolentieri nel 1983, con la nascita del primo figlio Francesco, affidato alle cure dei nonni nella loro casa ai Gazzi come il secondo, Edoardo, che arriverà dopo quattro anni. Reduce dalla prima estate loanese sintetizza poeticamente l’esperienza: “sul molo s’immolò, sullo scoglio si scoglionò”.
Ma poi apprezza il clima, le albicocche, le pesche e la verdura fresca. Impara a conoscere il territorio grazie alla Vespa del 1984 ricevuta e accudita dall’amico Luigi; resterà la sua inseparabile compagna di viaggio nel suo Ponente fino a oggi. All’ombra della pinetina (oggi palmeto) davanti al Miramare, conosce Piero Vignola che lo introduce con sagacia nella ricca aneddotica locale e agli storici personaggi della Loano in via di estinzione (Felisin, Cencin, don Lanteri, Arecco, Battistino, Littarelli e molti altri). Conosce i Loanesi veri e ne apprezza la riservatezza, il rispetto, l’orgoglio e la fierezza.
Si appassiona alla storia del luogo e, negli anni (prima sui libri delle biblioteche, quindi anche sulle fonti sterminate della rete) la raccoglie, la verifica e la mette insieme ampliando gli orizzonti tempo-spazio. Nel 2000 pubblica il primo volume dell’opera, dedicato alla natura, alla pesca, ai venti, al mare.
Ritiratosi dagli impegni del suo Policlinico pavese, decide (grazie al lockdown e alla forzata clausura post Covid, di cui nel 2020 si ritiene un fortunato sopravvissuto) di mettere in ordine il materiale storico raccolto e pubblicarlo, esponendosi finalmente al pubblico ludibrio dei Loanesi e dei curiosi di loanesità, ma non solo, con grande rispetto e umiltà, pur consapevole di aver racimolato un patrimonio di informazioni mica da ridere.