Nel comparto della logistica e delle movimentazioni di merci è in atto un mutamento a livello globale che richiede una fortissima sollecitazione alle istituzioni regionali della Liguria e a quelle savonesi (Comuni e Provincia).
di Franco Astengo
Una sollecitazione destinata al tema dell’isolamento. Siamo in ritardo nell’affrontare concretamente un serio discorso sulle infrastrutture.
Infrastrutture necessarie per ottenere un risultato fondamentale come quello di un efficace raccordo tra il nostro territorio e le principali correnti di traffico.
E’ atto, infatti, un cambiamento nel mondo dello shipping che sta coinvolgendo più settori fino a quello del trasporto aereo.
Parliamo del processo di accentramento della catena logistica nelle mani di quelle compagnie di navigazione che fino a poco tempo fa si occupavano unicamente di trasporto container e che nel corso del tempo sono riuscite ad estendere in maniera crescente le proprie competenze.
La stessa azienda quindi si occupa del trasporto merci via mare ma anche della gestione del terminal da cui questi enormi cargo partono e di quelli in cui attraccano così come del trasporto dei container su strada o rotaie.
Sul piano internazionale si sono formati tre grandi conglomerati: Msc e Maersk formano insieme la 2M; la francese CmaCgm, la cinese Cosco e la taiwanese Evergreen sono parte dell’Ocean Alliance; la tedesca Hapag Lloyd, la sudcoreana Hynduay Merchant Marine, la taiwanese Yang Ming e la giapponese One – Ocean Netwok Express sono infine riunite in TH Alliance.
Come riportato da ReCommon questi gruppi hanno sfruttato la posizione di oligopolio “de facto” e quella di leader nella tratta che collega Europa e Cina per rafforzarsi attraverso il cosiddetto “blank sailing“. Le aziende hanno ridotto drasticamente le navi su questa specifica tratta facendo così scendere il numero di posti container a livello mondiale.
Per rimanere in ambito locale si può pensare che la lettura delle denominazioni delle aziende interessate non avrà lasciato indifferenti quanti sono attenti alle dinamiche del settore in particolare al riguardo del porto di Vado Ligure.
Il rischio che stiamo correndo è quello di restare completamente tagliati fuori dalle principali dinamiche di traffico. Il punto infatti è quello di avere subito a disposizione risorse per non soccombere alle logiche dettate da questi oligopoli.
La risorsa principale di cui è necessario disporre è quella della realizzazione di infrastrutture in grado di far uscire dall’isolamento la nostra area e velocizzare al massimo la movimentazione.
I collegamenti necessari sono di quattro ordini: ferroviario con il collegamento diretto della piattaforma di Vado Ligure, sia verso il Nord e verso Ponente, stradale, aeroportuale con il potenziamento dell’aeroporto di Villanova d’Albenga, marittimo con la creazione di “autostrade del mare” verso Marsiglia.
Sotto questo aspetto viviamo una condizione di minorità che deve essere prioritariamente affrontata attraverso una sinergia da realizzare tra diversi soggetti con una forte capacità di pressione verso la Regione Liguria alla quale richiedere una capacità di programmazione che tenga conto della complessità di esigenze che arrivano dall’insieme della Liguria.
Una capacità di programmazione da realizzarsi attraverso un adeguato equilibrio progettuale.
Franco Astengo