In vista delle elezioni comunali di Savona 2021 Dario Amoretti,uno dei candidati – sindaco “in pectore”, lancia una proposta apparentemente trasversale tra centro – destra e centro -sinistra. Dal 1994 al ’98 è stato vice sindaco ed assessore all’Urbanistica. ( Dal 2002 al 2003 ha fatto parte dello staff della Giunta comunale di Sanremo quale coordinatore del Piano Urbanistico. Sindaco era Giovenale Bottini: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Cristiani Democratici Uniti, Centro Cristiano Democratico ndt)
di Franco Astengo
Ecco le sue parole:” No, io credo ancora in un patto elettorale che tenga insieme il centrodestra e la sinistra moderata di figure come Carlo Ruggeri, Massimo Zunino, Monica Giuliano. La loro professionalità, la loro esperienza, sarebbero beni preziosi. Aspetto un segnale.”
Non ho idea se i personaggi citati raccoglieranno l’invito. Da un certo punto di vista sembrerebbe quasi un dejavu: pare di essere ritornata di colpo al 1994, quando Amoretti era candidato vice-sindaco di Francesco Gervasio e i due vinsero le elezioni alla guida di una coalizione inedita e rimasta senza seguito tra Forza Italia, Lega Nord e Partito Popolare (regista il compianto senatore Ruffino) superando al ballottaggio la coalizione progressista che aveva candidato Aldo Pastore.
In ballo c’era l’idea di sviluppo della Città nel post – industriale, il superamento del PRIS, la logica di scambio della speculazione edilizia sostenuta dall’Unione Industriali.
Gervasio non completò l’opera perché, nel 1998, subentrò il nuovo centro sinistra (con il Partito Popolare, poi Margherita, poi parte del PD) passato a sostegno del PDS, poi DS, poi PD con le candidature Ruggeri e Berruti per oltre un quindicennio (1998-2016) di piena attuazione di quel progetto di natura meramente speculativa.
La sconfitta di Pastore e, successivamente, la vittoria di Ruggeri e poi di Berruti furono opera della stessa area “trasversale” che oggi Amoretti chiama a raccolta allo scopo di concludere l’opera di quel disegno originario di svendita della Città alla speculazione, di resa all’immobilismo dell’accumulazione, semplice città di transito e di attracco per le crociere.
Nel frattempo il declino di Savona appare sotto gli occhi di tutti: declino economico, culturale, demografico. Una situazione sicuramente accentuata dall’emergenza sanitaria , in uno stato di cose che reclama sicuramente un colpo d’ala. Non serve semplicemente contrastare il disegno avanzato da Amoretti: occorre una progettualità diversa, alternativa, dotata di elementi di forte tensione verso il futuro, con l’esposizione concreta di alcuni punti di forza.
Serve l’elaborazione di una compiuta piattaforma programmatica come si sta facendo in questi giorni attraverso un lavoro collettivo dei firmatari del documento “Savona: unità e progetto” : comprensorialità legata ai temi del lavoro e delle infrastrutture, decentramento connesso alle questioni socio -sanitarie e ai temi della territorialità, Città a misura delle grandi novità tecnologiche, rapporto Città/Università e Città/porto soltanto per fare degli esempi.
Se davvero dovesse verificarsi un confronto fra l’area indicata da Amoretti e una larga coalizione alternativa democratico – progressista adeguata attorno a una candidatura (come potrebbe essere quella di Marco Russo, di cui si discute) sarebbe possibile svolgere, rispetto al ricordato 1994, un turno elettorale svolto nella chiarezza fra due precise e opposte visioni di Città.
Non dovrebbero esserci dubbi sulla scelta: da una parte la novità di una visione del futuro possibile e dall’altra il ritorno ad una sempre uguale vocazione speculativa.
Franco Astengo