Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Noli anche lui è stato sindaco. L’altra verità: discariche scandalo Serra e Nereo.E buona notizia, libro su Dante di Toso


Carlo Gambetta, a commento alla lettera di Paola G. da Spotorno pubblicata su questo blog, ha riaperto la piaga di una brutta storia che ha avuto modo di assumere un aspetto rilevante sui giornali del passato o ora tornata a bomba con il tenace (uso non dimenticare) trucioli.it

di Alesben B.

L’ex sindaco Gambetta specifica: «Nessuno si è mai assunto la responsabilità di denunciare che, nel passato, nottetempo, in quel sito [discariche della Serra e Nereo] si scaricava di tutto e di più (come si evince dai residui immortalati nella foto), compreso materiali velenosi provenienti dalle fabbriche chimiche del savonese. A conferma che “qualcosa” si scaricava, c’è chi ricorda la presenza costante sul sito di una ruspa inattiva di giorno, ma in movimento di notte per scavare buche e ricoprirle, con la presenza di autobotti e/o camion carichi di bidoni. Ma a cancellare qualsiasi dubbio di pericolosità, pochi anni or sono, sono stati gli esiti negativi di carotaggi effettuati da parte di organi regionali. Tanto si è saputo…; il Comune di Spotorno dovrebbe esserne a conoscenza.» E noi aggiungiamo: anche il Comune di Noli, visto che lo ha avuto come Sindaco dal 1975 al 1990 e come consigliere di minoranza dal 1995 al 2000.
Come si fa “smantellare una discarica” che rende fior di quattrini con un grande Luna Park estivo, per Spotorno, ed un parcheggio a pagamento che rimpingua le “casse” del “poveroComune di Noli ?

AncoraGambetta: «Anche se c’è chi ancora ricorda morie mattutine di pesci alla base della discarica, un tempo molto più avanzata rispetto ad oggi, a causa dell’erosione prodotta dalle mareggiate. Un ulteriore danno enorme per l’ecosistema marino antistante è stato quello di non aver preteso in allora da FF.SS. e Autostrade, responsabili delle discariche intensive in località Nereo e Serra, di circoscrivere i terrapieni con una consistente scogliera di massi. La consolidata prateria di Poseidonia oceanica che arrivava a ridosso della statale, anno per anno, è stata così soffocata e distrutta da nuovi arenili non bene programmati, non difesi strutturalmente, compromettendo in maniera irreversibile l’equilibrio dell’ambiente della flora e fauna sottomarina antistante. [vedi Trucioli: Ritorno alle origini]. Occorre sapere che funzionari della Regione Liguria hanno da oltre vent’anni monitorato la progressiva morte della poseidonia nell’intero “golfo dell’isola” causata da questi interventi incontrollati di ripascimento.»
«Norme e regolamenti regionali emanati con l’indirizzo di essere protettivi per l’ambiente marino, hanno trovato attuazione, fermo restando l’intento di proteggere/mantenere gli arenili esistenti; hanno così “inventato” il ripascimento stagionale, da lasciare alla discrezione dei Sindaci; questi ultimi sono spesso, per chiari motivi elettorali, condizionati/succubi delle richieste dei singoli concessionari di bagni marini e della loro potentissima lobby, anche dove non necessario.
Operazione questa, sottoposta al controllo di ARPAL (Azienda Regionale Protezione Ambiente Liguria) che si limita ad autorizzare l’operazione in base alle autocertificazioni; interviene per il controllo sui campionamenti del materiale da versare a mare solo se chiamata dal Comune  (anche quando è il committente…)
Sino a pochi anni fa, anche per i ripascimenti stagionali occorreva istruire il monitoraggio (mai eseguito) del sito marino protetto da norme SIC antistante, in particolare per i “siti sensibili” [come quelli della Serra e di Nereo];  ultimamente anche questa operazione è stata eliminata. Chissà perché una scelta politica coerente non è mai stata legiferata da Regione Liguria, quella di normare interventi strutturali definitivi a protezione degli arenili esistenti sull’intera costa , oppure imporre ai Comuni la programmazione degli stessi, onde evitare una volta per tutte lo spreco annuale di denaro pubblico in inutili temporanei ripascimenti sempre risucchiati dalla prima mareggiata.
P.S.  (Vedi foto sotto)  
Avanzi di materiale terroso, quarzite, oltre che recupero di pietraia proveniente dal Rio Noli (da essere macinato), pronto per essere distribuito sull’arenile tra gli ex Bagni Nereo ed il molo di Rio Torbora sotto forma di ripascimento stagionale (come se ce ne fosse bisogno…oltre i cumuli ben visibili a metà arenile). L’importante è che questo materiale di scarto rientri nei limiti concessi di “pelite”, come se solo questa polvere fosse in grado di soffocare quel che rimane della ormai disintegrata prateria di poseidonia, e non l’erosione causata già dalla prima mareggiata, che parte di questo stesso materiale lo distribuisce sul fondo marino antistante.


Alla stregua di Giulio Cesare, ecco alcuni commentari:

La situazione attuale degli arenili che si incontrano dopo lo scoglio Gaverri, ovvero che si affacciano, tra la discarica Chiariventi e la discarica Serra, è frutto dell’apatía delle pregresse Amministrazioni, che nell’ arco degli anni, dal 1960 in poi, non si sono mai domandate che “titolo” avevano le strutture balneari che stavano sorgendo ed ampliando di anno in anno, ovvero, non si sono mai poste la domanda se l’ambiente dove sorgevano le aree era fatiscente o meno.

“Precedentemente l’osservazione dei fenomeni litoranei su cui era stata attratta l’attenzione della opinione pubblica, grazie al coordinamento offerto dall’E.P.T. di Savona (allora retto da un tecnico appassionato a questi problemi) consentì in tutta la provincia di avviare una pratica di smaltimento a mare di materiali di risulta da scavi e demolizioni che costituì per il periodo ’50-’75 circa, una fonte di alimentazione artificiale delle spiagge molto superiore a quella naturale. Fu cosi possibile in tutta la provincia migliorare considerevolmente la consistenza degli arenili. Per quanto riguarda il golfo di Spotorno e Noli, questa pratica era già stata adottata con successo a Noli fino dall’ottocento con lo smaltimento a mare del cappellaccio risultante dalla cava di quarzo “Michelet” (poi Accornero), che peraltro cessò nel 1957 con la chiusura delle cave.
In precedenza,nei primi anni del 1950 la spiaggia fu seriamente erosa e in località Serra le mareggiate provocarono più volte l’interruzione della viabilità.
Il Comune di Spotorno, condizionando anche dagli interventi del Ministero dei Lavori Pubblici, iniziò una accorta politica di intervento che, alternando versamenti di ripascimento con il rafforzamento degli appoggi naturali ed il miglioramento delle opere fisse esistenti, avviò un relativamente rapido recupero degli arenili.
Inizialmente venne costruito, in corrispondenza della punta Sant’Antonio, un primo breve pennello che, fornendo appoggio, garantì maggior stabilità alla spiaggia, creando quindi una protezione naturale alla strada litoranea sempre minacciata. Ma occorreva anche agire sull’alimentazione in quanto gli interventi umani riducevano di anno in anno gli apporti naturali del torrente Crovetto.

Nel 1955, la Capitaneria di Porto di Savona concesse al Comune di Spotorno una area demaniale marittima per l’apertura di una pubblica discarica a mare che venne ubicata in corrispondenza del confine con Noli, all’inizio della scogliera aderente di difesa della strada. L’Amministrazione Comunale ebbe cura di operare una attenta selezione dei materiali, provenienti da scavi e demolizioni edilizie, da destinare alla discarica e artificiali contemporaneamente continuò a migliorare le opere fisse di appoggio alle spiagge     dell’intero territorio comunale.
Nel 1958 in località Chiariventi venne aperta una discarica che usufruì, in un primo tempo, di materiali locali e in seguito di quantitativi notevoli, alcune decine di migliaia di metri cubi, di sedimenti provenienti dagli scavi per la costruzione della centrale ENEL di Vado Ligure.
Il materiale versato, a causa della forte inclinazione della costa rispetto ai mari dominanti del II e III quadrante, e dell’azione di riflesso determinata dalle opere aderenti di difesa, non poteva depositarsi nel tratto successivo fino alla foce del rio Torbora, ed andava ad alimentare la spiaggia di Spotorno.

Spiaggia che, intorno al 1950, posto finalmente termine alle estrazioni di inerti, trovava in condizioni precarie. Ad eccezione della spiaggia della Maremma che, nonostante le estrazioni, aveva mantenuto una buona profondità, tutte le spiagge erano esili ed instabili. Nel 1960, Negli anni seguenti si procedette all’allargamento della Via Aurelia a Noli, a spese della spiaggia, per una larghezza di 7-10 metri ed in conseguenza si avverti la necessità di assicurare alla spiaggia stessa, una alimentazione supplementare che sostituisse il cessato gettito proveniente dalle cave di quarzo.

Nel 1960 fu pertanto costruita una piazzola in c.a. presso Capo Noli (tutt’ora esistente) dalla quale venivano smaltiti a mare materiali detritici scelti provenienti da scavi e demolizioni edilizi.
Nel 1970 da parte di un gruppo di privati fu realizzata una spiaggia artificiale nel tratto compreso tra la punta del Castello e lo scoglio Gaverri, da sempre privo di arenile. Mediante la costruzione di tre moli ed il versamento di materiali di fortuna, in gran parte provenienti dai depositi delle dismesse cave di quarzo, fu possibile realizzare una successione di piccole spiagge su un fronte di quasi 500 ml che si sono dimostrate stabili, mantenute solo da saltuari versamenti di ripascimento artificiale. A Levante dello scoglio Gaverri la costa rimaneva priva di spiaggia fino quasi alla foce del Crivezzo e la via litoranea era continuamente minacciata dalla erosione marina e protetta da scogliera aderente.
Nel 1970, a seguito dell’aumento del traffico sulla Via Aurelia fu necessario chiudere anche questa discarica. Si tornò quindi alla vecchia posizione presso la Colonia Cantore e da essa fu smaltita, attorno al 1970, una discreta quantità di materiale sabbioso (valutata intorno ai 4.000 mc, ma probabilmente molto superiore) proveniente dagli sbancamenti di Vado per la costruzione della centrale ENEL.
Il materiale proveniente dalle canne delle Fornaci e dal tunnel ferroviario, venne versato dalla discarica in località Serra al confine con Noli. Il corpo stesso del versamento costituì l’appoggio ai sedimenti provenienti dalla discarica di Chiariventi, in comune di Noli, e determinò la formazione di una spiaggia compresa appunto tra le due discariche. A tal proposito, nessuno si è preoccupato di rimuovere la scogliera.
Nel 1972 fu costruita una galleria a Capo Noli per la fognatura comunale. Con questa operazione fu smaltito a mare, oltre al materiale di risulta della galleria stessa, anche gran parte del cono detritico che si era venuto formando negli anni in corrispondenza della piazzola costruita nel 1960. Si produsse perciò un avanzamento notevole della spiaggia nel tratto tra Capo Noli e la Colonia Cantore ed un notevole miglioramento del magnifico arco di spiaggia compreso tra la Colonia e la punta del castello, appoggiata al saliente naturale rafforzato dal pennello costruito, come si è visto, nel 1897 e successivamente più volte prolungato.
Nei primi anni del 1990 poiché la spiaggia tra capo Noli e il pennello del Vescovado, mancando ogni alimentazione, si trovava in fase di ritiro, l’Amministrazione comunale, coordinata dal fu Geologo Roberto Garbarino, iniziò una serie di operazioni di ripascimento con il versamento di oltre 20.000 mc di materiale selezionato di fortuna proveniente da scavi di fondazione e lavori stradali. Incoraggiati dai risultati ottenuti l’azione coordinata continuò nei primi anni del nuovo secolo, con il versamento a mare, previo trattamento di frangitura e selezione granulometrica, di quantitativi rilevanti di sedimento provenienti dagli scavi per i posteggi interrati e dalla galleria sopra la vecchia cava Accornero con un volume di oltre 30.000 mc.
Tutto filava liscio ed alla luce del sole, ma i bidoni da dove venivano ?
Dopo il 2002 quando la Marina mercantile, a seguito di una legge di riordino emanata dallo Stato, passò, la gestione dei beni demaniali marittimi, alle varie Amministrazioni Regionali e da queste ultime delegate direttamente ai Comuni, quest’ultimi non solo non si posero domande in merito, anzi, nel caso del Comune di Noli, fecero dei distinguo, ormai certi che il problema si sarebbe estinto con l’avvento della “Cosa” data ormai per certa se non addirittura operante: IL PORTO.
Con la costruzione del Porto si sarebbe posto fine alle concessioni demaniali annuali; con la costruzione del Porto tutti gli arenili sarebbero stati traslati e quindi le attuali spiagge in concessione nonché le spiagge libere sarebbero sparite per essere impiantate in nuove aree con riqualificazione del tratto costiero, mettendo la parola fine a quanto di errato era stato fatto e tollerato fino ad ora.

È come il vaccino di oggigiorno, si aspetta che arrivi per combattere il Covid !

Nel 2009, il Consiglio Regionale, prendendo spunto da ” LE SPIAGGE DELLA LIGURIA OCCIDENTALE – analisi evolutiva – edito dalla REGIONE LIGURIA – Dipartimento     Pianificazione Territoriale – Ufficio Aree Demaniali Marittime“, in data 17.11.2009     emanava la delibera N. 29, “Misure di salvaguardia relativamente alla difesa delle coste e degli abitati costieri dall’erosione marina”. All`articolo 41, comma 1 bis, della legge regionale 4 agosto 2006, n. 20 (nuovo ordinamento dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure e riorganizzazione delle attività e degli organismi di     pianificazione, programmazione, gestione e controllo in campo ambientale) e successive modifiche ed integrazioni.

In detta delibera viene più volte citata a difesa della spiaggia, quello che emerge dall`Allegato 2 – della pubblicazione sopra citata. “l’orientamento tecnico degli interventi di difesa – ovvero: “La metodologia progettuale da utilizzare nella difesa dei litorali, è sempre stato oggetto di accesi dibattiti tra opposti indirizzi d’intervento. Sostanzialmente le tecniche adottate fanno riferimento a due differenti modalità d’approccio al sistema spiaggia. La prima predilige l’utilizzo del ripascimento, supportato se necessario da strutture trasversali quali moli e pennelli, atte al contenimento laterale dei sedimenti. La seconda tipologia è invece indirizzata a contrastare l’energia moto ondoso attraverso la realizzazione di strutture parallele, emerse o sommerse, e scogliere aderenti, che riducono o annullano gli effetti della agitazione ondosa sulla spiaggia. “

Alesben B.

Risponde l’ex sindaco Carlo Gambetta –

Alcune precisazioni che mi riguardano:
– I carotaggi sono stati eseguiti dopo il 2010; non credo che il Comune di Noli sia stato portato a conoscenza degli esiti, né tanto meno il sottoscritto non più in amministrazione.
– Personalmente non ho mai scritto di “smantellamento di discarica” bensì di come proteggere in maniera duratura la massicciata a mare con l’utilizzo dei tetrapodi.
– Continua tutt’oggi il ripascimento naturale sul litorale di Noli centro con materiale proveniente dal Rio Mazzeno oltre che dal Rio Santantonio,  sebbene quest’ultimo in minore quantità.

– La spiaggia di Noli centro non ha mai subito erosione rispetto al recente passato (da documentazioni fotografiche); tutt’altro!!!  Lo documenta l’innalzamento dell’arenile di oltre un metro con il conseguente insabbiamento dei tombini di scarico delle acque piovane di Corso Italia. Questi sono stati costruiti a seguito della costruzione dell’Aurelia ed il conseguente innalzamento del sedime viario.  Inoltre, decine di metri di poseidonia prossima all’arenile verso il largo, sono stati soffocati dall’effetto ripascimento.
Approfitto, ancora una volta, visto che ce n’è bisogno, ricordare ai tanti sordi (ir)responsabili ecologici/ambientali che evidentemente godono nello sprecare denaro pubblico, nostro denaro, per stappare più volte all’anno con mezzi meccanici lo sbocco a mare dei tombini, che prevedere ulteriori ripascimenti dimostra una incomprensibile cocciutaggine.

Quando, da Sindaco, qualcuno mi ha “aperto gli occhi” sulle conseguenze negative di cui sopra, non ho avuto perplessità ad evitare le discariche, allora solo intensive, in uso.  Vale sempre quel proverbio: errare….Perseverare significa giocare con carte (documenti) truccate. (Carlo Gambetta)

LA BUONA NOTIZIA: DANTE A NOLI NEL ‘CANTICO DEL PURGATORIO’

Il nuovo libro di Giovanni Toso, ingegnere, dirigente nella GT Management Consulting

Ling. Giovanni Toso è stato anche presidente del Rotary Club di Savona

“I miei amici sanno, che negli ultimi 3 anni ho lavorato moltissimo ad un mio libro sulla venuta di Dante a Noli (citata nel 4 Canto del Purgatorio), seguendo una mia intuizione, un po’ ‘pazza’, del novembre 2017. Ora il libro é in fase di impaginazione e dovrebbe essere stampato per fine novembre con la Prefazione scritta 1 anno fa dal povero don Giovanni Farris, che lo ha letto e apprezzato. Non mi aspettavo, però, che la diffusione del rivoluzionario tema centrale del libro presso alcuni editori e ambienti letterari portasse ad una sua importante citazione ancora prima della sua effettiva disponibilità fisica.

Ringrazio il Prof.Francesco de Nicola, professore di letteratura all’Universita di Genova, dantista e Presidente della Società Dante Alighieri di Genova, che lo ha ricordato nel suo ultimo libro “Dante tra noi”, per la stima e fiducia, che spero sarà ricambiata dalla lettura del libro finito.” Rispondendo ai complimenti di Marina Gambetta consigliere comunale di minoranza, Toso scrive: Grazie a te e a tuo papà … sai bene che mi è sempre stato vicino … don Farris me lo ha presentato lui …”.
E a proposito di un recente articolo di Danilo Bruno sull’abbandono del Museo Diffuso pubblicato da trucioli.it, l’ing. Toso ha commentato: “A me interessa solo il futuro di Noli, che passa attraverso il suo passato, da difendere e valorizzare attivamente …Importante è progettare e fare …”

 


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