Comune di Savona: l’eterno ritorno del sempre uguale. Stralci irriverenti di notizie Savonesi.
di Franco Astengo
OGGETTO: APPROVAZIONE AVVISO D’ASTA (N. 1/2020) PER L’ALIENAZIONE DI IMMOBILI IN SAVONA.
Motivazioni: Ottemperando al Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per il triennio 2020-2022, allegato alla deliberazione di Consiglio Comunale n.25/2019 “Approvazione documento unico di programmazione 2020/2022” e successive note di aggiornamento, si procede all’indizione di asta pubblica per l’alienazione dei seguenti immobili alle condizioni dettagliatamente descritte nell’allegato sub lettera “A” “ Avviso d’Asta Pubblica” , al prezzo base a fianco di ognuno indicato:
Lotto 2) Palazzo Pozzo Bonello, sito in Savona, Via Quarda Superiore 7, composto da cinque piani fuori terra, identificato a Catasto Fabbricati di Savona come segue:Foglio 79 mappale 153 subalterno 10 graffato ai mappali 149-150, categoria B/4. Prezzo base: euro 2.000.000,00
Nello stesso tempo viene messo in vendita il gioiello rappresentato dal Teatro di Monturbano: un luogo che pochi savonesi ricordano perché ormai in disuso da decenni (ancorché oggetto di ristrutturazione).
Insomma, siamo alle solite: proprio all’eterno ritorno del sempre eguale.
Rientra sulla scena, in mezzo a tante altre, la cartolarizzazione di Palazzo Pozzo Bonello, negli anni’30 sede del museo, poi danneggiato dai bombardamenti quindi nel dopo guerra oltre a vari altri usi (scuole, archivio di stato) luogo di insediamenti “storici”: la sede della sezione “Centro” del PSI covo della sinistra del partito anti-teardiana cui era iscritto Sandro Pertini e sede della gloriosa Fratellanza Ginnastica Savonese madre di tutti gli sport nella nostra Città che nella sottostante via Quarda utilizzava anche due palestre: quella per il pugilato (ANPI Sport e Veloce Boxe) e l’altra per gli allenamenti di altre discipline oltre che usufruita dalle scuole.
Insomma, dopo tanti proclami e 5 anni assolutamente infruttiferi di realizzazioni e di idee si ritorna alle cartolarizzazioni, senza che si abbiano notizie sul piano del recupero dei contenitori storici (salvo velleitarie affermazioni riguardanti Villa Zanelli) se non per spot elettoralistici.
Cartolarizzazioni e derivati (anche su questo secondo punto attendiamo notizie) hanno rappresentato i due punti di crisi vera per il bilancio comunale. Punti sui quali è rovinato, a suo tempo, il centro – sinistra (dopo aver aperto le porte alla cementificazione scambiata con il processo di definitiva chiusura dell’industria) e si è bloccato un centro – destra dimostratosi rissoso e privo di idee.
Nelle grandi difficoltà, morali e materiali, che ci sta procurando l’emergenza sanitaria Savona si sta avviando alle elezioni comunali, che dovrebbero svolgersi nella primavera del In 2021.
E’ urgente avviare una proposta concreta di svolta nella progettazione del futuro: serve una visione alternativa rispetto al trascinarsi di questi anni in un declino prima di tutto culturale e poi demografico, economico, addirittura morale.
Con il gruppo “Il rosso non è il nero” abbiamo avviato da tempo una ricerca in questo senso incontrando anche altri soggetti ben provvisti di concrete volontà di sviluppo. Quindi si presentano serie prospettive per andare avanti e non arrenderci all’ineluttabile per una Città privata della Banca, della Camera di Commercio, dell’Autorità Portuale e financo della squadra di calcio.
I filoni di intervento possibile sono quindi quelli di:
1) una progettualità comprensoriale orientata soprattutto sull’obiettivo di rendere le infrastrutture (ferroviarie, stradali) adeguate a recuperare un rapporto diretto tra Piattaforma, Porto, Città. Sul piano comprensoriale deve essere affrontato anche il tema dell’area di crisi complessa, al riguardo della quale Savona deve portare avanti un ruolo di primaria importanza senza estraniarsi. Nello stesso tempo il quadro fornito da una progettualità e da un riferimento anche amministrativo deve risultare fondamentale per affrontare il livello di relazione anche con l’Ente Regione e proporre un recupero di ruolo per la Provincia;
2) il ritorno ad una capacità di relazione tra centro e periferia, partendo dalla necessità di recuperare “strappi” sul piano urbanistico per puntare ad un equilibrio nel decentramento cittadino laddove emergano anche elementi di nuova capacità di rappresentanza sociale all’interno dei quartieri;
3) Il dopo-emergenza sanitaria vedrà il determinarsi di condizioni inedite sul piano della richiesta di vivibilità, sicurezza, salute. La questione della sanità attorno ai due punti della difesa dell’Ospedale San Paolo e del recupero della territorialità si dimostrerà assolutamente prioritaria. Debbono però anche essere considerati sia l’arretramento strutturale nel fenomeno del turismo di massa, sia la necessità di rendere la Città attrattiva alle nuove forme di lavoro imperniate sullo smart-working. In questo senso si reclama un vero e proprio mutamento di paradigma con un passaggio dal turismo di transito al ritorno di una richiesta di vita cittadina in pianta stabile, attraverso la quale si potrebbe ricominciare a pensare ad invertire il trend demografico.
Questo dato richiede un punto di riflessione particolare: servirà attenzione all’arredo urbano; sarà necessario puntare su di un alto standard di qualità abitativa ( pensiamo alle migliaia di case sfitte);diventerà urgente il recupero dei contenitori storici da utilizzare per molteplici funzioni; si dovrà modificare l’offerta commerciale, culturale, del tempo libero (pensiamo all’utilizzo delle colline nell’immediato entroterra in funzione sportiva e di diporto);
4) Dovrà essere rivista e potenziata la macchina comunale rispetto a settori strategici nel frattempo abbandonati, quindi servirà una grande attenzione alla pianta organica nei suoi punti deboli, rispetto alla necessità di una ridefinizione complessiva.
Invece siamo fermi agli spot pubblicitari, alle cartolarizzazioni, ai derivati.
Franco Astengo