Tra i messaggi pure di esponenti dell’estrema sinistra e dell’estrema destra, del big ligure della Lega di Salvini, Edoardo Rixi, già Sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti della Repubblica Italiana. Il presidente del consiglio regionale Alessandro Piana agrotecnico e imprenditore agricolo. Il giornalista più presente nelle cronache savonesi de La Stampa, Giò Barbera. Molti sindaci delle province di Savona e di Imperia. Imprenditori ed albergatori (spicca Alessandra Segre Zunino), il candidato più popolare ad Albenga Eraldo Ciangherotti, l’ormai prossimo ex consigliere regionale Paolo Ardenti.
Per il sempre giovane d’animo e di spirito Andrea Bronda e la sua amatissima consorte Sharon Carli è stato un vero e proprio tripudio augurale che avrebbe forse meritato l’interesse dei maggiori media locali. Non capita spesso, nonostante la vecchiaia galoppi da tempo, di leggere tanti attestati e commenti di partecipazione e stima. Tra l’altro, senza annunci e senza squilli di tromba della vigilia.
Un attestato di stima si dovrebbe concludere nonostante Andrea Bronda non faccia più parte, da parecchi anni, della cabina di regia leghista. E non sappiamo quanto ci abbia messo di suo o opera di manine altrui per finire di fatto fuori dai giochi del potere che conta, comanda, dispone, emargina i non allineati o disubbidienti. Certamente non gli ha giovato, vista la ‘carta di identità’ leghista provinciale e regionale, non essere finito, magari per cooptazione, in una loggia di Piazza del Gesù o di Palazzo Giustiniani. I primi, in Lega, sono i più presenti e rappresentati anche nelle istituzioni locali (sindaci, assessori, consiglieri comunali, nel Cda di partecipate pubbliche, nelle Asl (dirigenti e primari, medici); i secondi sono più rigorosi, parrebbe, nell’accogliere nuovi fratelli. E le regionali riserveranno istruttive sorprese a conferma di quanto un umile blog prevede.
Andrea Bronda, 48 anni, assessore nella sua Vendone, che il sito tuttitalia.it dei Comuni italiani indica con titolo di studio: laurea in Scienze dell’agricoltura a Torino. E’ laureata anche il sindaco Sabrina Losno, classe 1971.
Studi a parte molti riconoscono in questo leghista della prima ora di essersi rimboccato le maniche, capace di una risalita lungo il cammino della riscossa umana e nel lavoro (azienda agricola, soprattutto nella produzione di olio extravergine e derivati in vasetti, confezioni regalo). Lui che nel 2010 i quotidiani mostravano seduto al tavolo di comando con big nazionali e il ‘senatore’, con tanti ex alle spalle (sindaco, assessore comunale, provinciale, regionale). L’eminenza grigia Guido Bonino, a lungo dietro le quinte ma stella polare per gli uomini del senatur e con gli anni finito quasi nell’ombra, almeno con l’avvento dei mattatori del comando: Paolo Ripamonti e fedelissimi. Bronda che dalla cabina di regia decideva candidature di sindaci. “La nostra ambizione – dichiarava ai media – è di proporre non dei fantocci, ma nomi credibili e competenti. Ma l’importante – il leit motiv comune nel politichese – è individuare prima il programma e gli obiettivi che ci porteranno a conquistare anche il Comune di Savona dopo Albenga e tra cinque anni anche la Regione”.
Perchè la Lega dopo aver raggiunto il minimo storico, il partito più ‘vecchio’ sulla scena politica nazionale, continuava la scalata del consenso popolare e dunque più voti nell’urna ? Ecco l’anamnesi di Bronda da segretario provinciale il 31 marzo 2010: “Alcune battaglie intraprese recentemente hanno giocato a nostro favore. Da tempo ci battiamo in difesa dell’identità cristiana, come il crocifisso nelle scuole o nei luoghi pubblici. Questo simbolo non incarna solo la nostra identità cristiana (in paese Bronda non perde una processione ndr), ma dello Stato, dell’Europa intera. Ovviamente noi ribadiamo le nostre tradizioni, come la conservazione delle Confraternite (lui è un confratello ndr) e delle tradizioni religiose”.
Poi è calata la mannaia dell’emarginazione, pacche sulle spalle, ma fuori dai giochi della politica che conta, decide, sceglie, sa distribuire illusioni quanto basta, soprattutto sgomitare per non essere sopraffatti dal rivale ambizioso. A Bronda una certa carica di ambizione non mancava, ma si è ritrovato nell’ombra, privo di sponsor importanti; bisogna riconoscergli che ha saputo ingoiare, non ha mai ‘aperto il libro’, non si è mai tolto troppi sassolini dalla scarpa. E’ stato, a suo modo, un ‘vagabondo’ nel volontariato: dalla Croce Bianca di Albenga a quella di Borghetto, alla Pro Loco di Toirano, alle tante iniziative nell’entroterra. Sempre disponibile ed altruista. Affascinato dai monti e delle nostre vallate incontaminate. Tutto sommato è ancora un giovanotto e la plebiscitaria manifestazione di affetto e vicinanza, nell’occasione nuzionale, potrebbero essere nuova linfa alla resistenza e forse un domani di riscossa. Facendo tesoro degli errori, pure quelli di gioventù, e l’esperienza che nella vita politica italiana chi non si adegua ai compromessi non fa strada.
Per ora ‘in bocca al lupo’ all’imprenditore agricolo e un pensiero alla grande dignità di papà Renzo che ha saputo superare i giorni avversi della vita e di famiglia, tra il lavoro ed il sacrificio nonostante l’età veneranda. Ci piace ricordarlo con la sua bancarella nei giardini di Piazza del Popolo, ad Albenga, anche nelle giornate fredde invernali, un periodo pure claudicante per una caduta, sempre affabile ed educato, mai una parola di troppo. Persino taciturno e con la saggezza riflessiva vecchio stampo. Apprezzato e rispettato dagli altri agricoltori del ‘km zero’ presenti sul mercatino ingauno. (L.Cor.)