Un ministro che di fronte ad inchieste giornalistiche, documentate e mai smentite, su fatti e non opinioni, ripetutamente messe in onda da ‘Non è l’Arena’ (La 7) condotta da Massimo Giletti, le testimonianze del magistrato antimafia e più scortato d’Italia, Nino Di Matteo, ha scelto di non dimettersi e resistere. Causando un danno alla credibilità delle Istituzione e facendo perdere consensi al suo Movimento 5 S di cui è anche ‘capo delegazione’, dal gennaio scorso, nel governo Conte. Le critiche per la mediocrità e l’incapacità (al di là delle leggi anticorruzione) sono piovute da destra e sinistra, eminenti personalità del giornalismo e della cultura, quotati osservatori della politica. Ma sembra prevalere il diktat grillino: o Buonafede resta ministro o cade il governo.
La scarcerazioni di oltre 300 detenuti, alcuni in regime di carcere speciale (massima sicurezza e dunque non potevano contrarre il virus, occupando da soli una cella), tornati a casa anzichè nei tre centri carcerari con alta specializzazione sanitaria. La mancata nomina di Di Matteo (con lo zampino mai dichiarato di certi apparati dello Stato, quelli della trattativa con la mafia) che alla Commissione antimafia ha esposto aspetti sconcertanti della sua personale vicenda, non hanno indotto i ‘grillini’ nazionali, liguri e savonesi (molto ben rappresentanti al parlamento) ad una ribellione, per evitare l’ultimo baratro, prevedibile, del Movimento.
COMUNICATO STAMPA – Roma, 24 giu – “Sono intervenuta alla Camera per portare l’attenzione delle istituzioni sulla
drammatica situazione delle carceri italiane e in particolare di quelle liguri. Negli ultimi giorni, purtroppo, la Liguria è stata protagonista di due distinti episodi di violenza: in carcere a La Spezia, un detenuto ha ferito con una lametta un agente della Polizia penitenziaria; a Sanremo è scoppiata una rissa a colpi di sgabello tra detenuti. La situazione, come da tempo denunciano i sindacati di Polizia, sta diventando insostenibile: anche in Liguria gli agenti chiedono di poter utilizzare il taser per potersi difendere ed è una loro legittima richiesta, a cui andrebbe data una risposta con urgenza.