Quattro interventi sul porto di Vado Ligure. Una lettera molto tecnica (Ecco tutti i servizi, non è vero dunque che siamo in presenza di un’operazione fallimentare….), la risposta di Antonio Gianetto, la presa di posizione di un esperto di economia del territorio ed enti locali. L’articolo che il direttore neditoriale di IVG.it Sandro Chiaramonti ha scritto da Bergeggi sul tema rumori (giorno e notte) causati dalla movimentazione dei container.
Buongiorno, non voglio entrare nel merito della questione sindacale perchè non sono adeguatamente informato al riguardo come voi di questa testata sicuramente siete. Pongo quindi la riflessione sulla seconda parte dell’articolo (Vedi trucioli.it…Io e la piattaforma di Vado Ligure a firma di Antonio Gianetto).
In merito invece alla mancata capacità dei due terminal container di Vado Ligure, a vostra opinione, di essere in grado di operare nel mercato, mi trovo in disaccordo perchè basta semplicemente informarsi sui servizi di linea presenti ad oggi a Vado:
– Servizio ME2 Maersk/Hamburg Sud tra Mediterraneo e Medio Oriente spostato a Vado da Genova a inizio febbraio (Vado Gateway).
– Servizio Cosiarma (Orsero) tra Mediterraneo e America Centrale (Reefer Terminal).
– Servizio feeder Maersk/Hamburg Sud intra mediterraneo a supporto dei traffici con America centrale e America Latina via Algeciras e Tangeri (Reefer Terminal).
– Servizio tra Mediterraneo e Canada Maersk/Hamburg Sud (Vado Gateway, sospeso causa risultati insoddisfacenti a seguito delle ben note circostanze sui traffici della pandemia; sostituito da uno slot charter su navi di Hapag-LLoyd sulla stessa rotta da Genova).
– Servizio tra Mediterraneo e West Africa operato da Africa Express Line e Compagnie Fruitiére, tornato al Reefer Terminal dopo due anni di stop a Febbraio.
– Servizio tra Mediterraneo Orientale e Mediterraneo Occidentale di Hamburg Sud/Arkas Line/Maersk (Reefer Terminal, arrivato a Vado il 12 maggio scorso).
Ora la mia domanda è: perchè se Vado è così fuori dal mercato sono attivi già tutti questi servizi (salvo quello col Canada che non dipende da cause imputabili al porto in quanto è il servizio stesso, direttamente operato dalle due compagnie con navi proprie, a venire meno) e alcuni addirittura sono stati riconquistati?
Non trovate che se un porto non fosse appetibile per un armatore come Maersk, Hamburg Sud, Arkas Line, Cosiarma o AEL, le navi non scalerebbero? Forse si deve riflettere sul fatto che sia l’armatore presente nell’azionariato (Maersk) sia armatori terzi (come quelli sopra citati) possono avere interesse a operare in porto.
In particolare, mi sembra privo di fondamento informativo presentare gli articoli su Grendi e Hamburg Sud che hanno spostato altrove i traffici, perchè con riferimento alla seconda compagnia basta vedere come operi su ben 3 dei servizi citati sopra.
E in merito infine alle meganavi, non è sancito da nessuna parte che navi di quelle dimensioni debbano scalare il porto appena il terminal nuovo diventare operativo, bensì è molto più ragionevole ipotizzare un suo avvio graduale (basti vedere come alcune navi del servizio Me2 abbiano capacità tra 7 e 8 mila teu, mentre alcune di quelle previste dal 17 giugno in poi hanno capacità di 11500 teu e sono operate da Hamburg Sud).
Buona giornata (lettera firmata pervenuta per e-mail)
RISPONDE ANTONIO GIANETTO CON UN PRIMO INTERVENTO
AL QUALE, ASSICURA, NE SEGUIRANNO ALTRI SUL PROSSIMO NUMERO DI TRUCIOLI
Voglio soltanto chiarire che, personalmente, ero contrario alla costruzione della piattaforma in quanto veniva dichiarato che grazie ai suoi fondali avrebbero potuto ormeggiarci navi con pescaggi da 18 a 22 metri. e secondo me aveva un costo eccessivo, visto che era stata approvata Calata Bettolo che costava molto meno.
Per quanto riguarda le navi che dovranno ormeggiare sulla piattaforma ci vogliamo prendere in giro? Per quale motivo è stata costruita la piattaforma? fonte port guide 2012……
L’OPINIONE DI UN SAVONESE
CHE SI OCCUPA ANCHE DI ECONOMIA E ENTI LOCALI
“Concluso il referendum tra i lavoratori del nuovo Container Terminal, si torni all’operatività per terminare le opere accessorie dell’opera portuale più importante realizzata in Italia negli ultimi 30 anni. E’ necessaria ora la coesione di tutte le forze politiche e sociali del territorio perché da start up APM Terminals Vado Ligure si confermi una realtà importante nel panorama logistico internazionale”, ha dichiarato una nota di APM Terminals Vado Ligure con cui la società ha puntualizzato che “ha preferito attendere la fine del referendum tra i lavoratori prima di commentare qualsiasi fatto o gesto avvenuto perché non ha voluto in alcun modo condizionarne l’esito”. (Nota: il referendum si è svolto il 19 e 20 maggio: la nota di APM Terminals è sicuramente strumentale in quanto è notorio che la UIL svolge, come da altre parti, la classica funzione del sindacato di stampo padronale).
L’altra questione è quella dell’operatività del terminal. Anch’io non sono particolarmente competente nello specifico ( nella mia vita ho studiato scienze politiche e mi sono occupato di enti locali, al Comune di Savona e a livello regionale). Ho ascoltato molte discussioni in materia e partecipato a diversi incontri. Mi pare di poter sottolineare due questioni:
La prima riguarda il fatto che il terminal è ancora incompiuto. Si tratta quindi di valutarne l’operatività nel tempo.
In secondo luogo non credo, se intendiamo giudicarne l’apporto all’economia del territorio, che la questione vera sia quella “tecnica” della presenza di determinate compagnie in relazione al tipo di navi.
Appare acclarata la difficoltà derivante dall’insufficienza infrastrutturale: è assente il collegamento diretto con la ferrovia (su questo esistono studi molto approfonditi, legati anche al raddoppio del tratto Savona – Altare per la sola movimentazione di merci), manca il famosissimo e sbandierato, ma mai costruito casello di Bossarino e i TIR debbono percorrere la normale “superstrada” fino a Legino per immettersi in autostrada.
Da ultimo, più che a questioni di carattere tecnico, non si affrontano il nodo del rapporto tra il terminal e l’economia savonese: si tratta però di un discorso assai complesso. Materia da chi ha vera competenza e al quale lascio volentieri ogni giudizio.
(messaggio firmato via e – mail)
DAL GIORNALE ONLINE IVG.IT
A FIRMA DEL DIRETTORE EDITORIALE ALESSANDRO CHIARAMONTI
30 maggio. Bergeggi, nasce un Comitato contro i forti rumori che giorno e notte provengono dal porto e turbano la quiete. La movimentazione dei container provoca boati e suoni fastidiosi. Verranno effettuate misurazioni acustiche. La storia di un borgo che ha perso la sua identità.
Sta prendendo forma a Bergeggi un Comitato, di cui fanno parte molti abitanti e titolari di attività turistiche, per denunciare i rumori insopportabili che, di giorno e soprattutto di notte, provengono dal porto di Vado e che si sentono con fastidio fino alle case di Torre del Mare. Un Comitato agguerrito, che sta per darsi una struttura organica, deciso ad affrontare l’ultima battaglia, la battaglia campale, dopo che tutti i tentativi di confronto non hanno portato ad alcun risultato.
Un po’ di ricordi storici non guastano e vanno dall’arrivo delle infrastrutture portuali, che hanno portato negli Anni 80 e 90 a modificare radicalmente uno degli angoli più suggestivi della Liguria, a cominciare dalle sue scogliere e dal suo fronte mare. Arriviamo piano piano fino ai giorni nostri, con la costruzione della piattaforma Maersk che, nell’immaginario collettivo, si pensava assorbisse le altre attività di movimentazione dei container. Certamente un errore, questo, perché la piattaforma Apm serve solo per l’attracco di grandi navi, lo sbarco dei container o il loro trasferimento su navi di minori dimensioni.
Ma non è un errore – sostengono convinti dal Comitato – denunciare che le rumorose attività portuali portano a movimentare container fino a Bergeggi, al confine con il parcheggio sul mare. Attività che si svolgono al Reefer Terminal, ex Orsero e ora di proprietà di un’azienda della stessa casa madre della Apm ma con una struttura indipendente.
Ci troviamo dunque di fronte a tre grandi aree come appunto la piattaforma, il Refeer Terminal ma anche la zona dei traghetti della Corsica/Sardinia Ferries, anch’essa con ampie zone non sfruttate. La descrizione dei rumori è impressionante: “Boati assordanti ogni volta che viene sganciato un container, probabilmente perché molti sono vuoti, rumore di martellate dall’officina, il continuo cicalio degli avvisatori acustici delle gru”.
Ci si chiede se, per giunta in un periodo di crisi, queste attività non possano essere svolte in una zona più lontana dall’abitato di Bergeggi e essere ridotte almeno di notte: “È dovere di tutti difendere una perla come Bergeggi, con il suo mare unico e un borgo meraviglioso che ha sempre fatto del silenzio una delle sue caratteristiche migliori”.
Per questo il Comitato si è attivato per procedere a misurazioni acustiche e se possibile avviare un dialogo con l’Autorita’ di Sistema Portuale, i proprietari del Terminal, i Comuni di Bergeggi e Vado Ligure.
Sandro Chiaramonti