Antonio De Vita da lassù perdonerà questo ingrato e colposo ritardo. Il ricordo della sua opera terrena, da volontario del bene comune, meritava la priorità. Invece da nonno giornalista di questo umile blog che custodisce solo la ricchezza di essere libero e non dover ubbidire, ma ascoltare e testimoniare, abbiamo continuato giocoforza a rinviare, incalzati dagli eventi forse meno importanti. Invece Antoin aveva molte cose da insegnare. Una persona altruista che meritava i 284 commenti che si leggono sulla pagina Facebook della ‘sua’ Croce Bianca. E tra i più benemeriti.
Antonio ci guarda e ascolta, speriamo, dalle volte celesti. Lo ricordiamo riproponendo doverosamente cosa hanno scritto di lui le persone che gli sono state al suo fianco, vicine, negli ultimi anni. Da Borghetto Santo Spirito a Celle Ligure, il Comune dove lavorava. Con le parole di ammirazione e commiato dell’attuale sindaco Mordeglia e del ‘re rosso’ predecessore Zunino. A Bardineto dove si era trasferito con la famiglia.
La Croce Bianca Borghetto S. Spirito – “Ci ha lasciati il nostro milite Antonio. Non ci sono parole per poter descrivere il dolore e la tristezza che ha colpito tutti i militi e militesse della Croce Bianca. Siamo vicini ai suoi famigliari in questo momento tragico. Ciao Antonio ti accoglieranno gli altri nostri militi che ti hanno preceduto……
L’INEDITO RICORDO DI CAROLINA BONGIORNI, CONSIGLIERE COMUNALE
E PROMOTRICE DI ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI
“Nel 2007 mi hai praticamente “obbligata” a mettermi in lista con te, con la tua frase “se sei un’amica devi stare con me e Anna”. Non ho saputo dirti di no, anche se non ci capivo niente. Poi le nostre strade in questo campo si sono separate, ma MAI l’affetto e la stima. Ottimista, altruista, allegro…..sei sempre stato un buon amico…..e resterai sempre nel mio cuore, nei miei ricordi e nei miei pensieri. Ne hai superate tante, solo questo virus maledetto poteva fermarti. 50 anni….con tutta una vita davanti a te….. Ciao caro Antoin, proteggi e dai la forza a tua moglie ed ai tuoi figli…..buon viaggio amico mio”.
Nel febbraio 2017, dopo le dimissioni da assessore e consigliere di Cinzia Vacca, è subentrata l’impiega di agenzia immobiliare Carolina Bongiorni alla quale sono stati assegnati gli incarichi alle “politiche giovanili e rapporti con la cittadinanza”. “Ha sempre prestato servizio all’interno di associazioni e comitati cittadini e quindi conosce molto bene il tessuto sociale di Borghetto – spiegava il primo cittadino Canepa –. Saprà sicuramente sviluppare un canale di dialogo efficace e propositivo con la cittadinanza. Inoltre le ho chiesto di lavorare alla realizzazione di progetti dedicati ai giovani. Le auguro buon lavoro a nome di tutta l’amministrazione comunale.” E nel febbraio 2019 ha lasciato“Vivi Borghetto”, in occasione dell’assemblea dell’associazione e con la nomina al parlamentino locale.
LA STAMPA – Lutto nel mondo del volontariato. All’ospedale San Paolo di Savona è deceduto, ucciso dal coronavirus, Antonio De Vita, 51 anni, volontario della Croce Bianca di Borghetto Spirito. Una notizia che ha lasciato senza parole tutti i volontari della locale pubblica assistenza che per un mese hanno sperato che le sue condizioni di salute potessero migliorare. «Antonio era un volontario molto attivo, persona speciale che credeva profondamente in quello che faceva per gli altri», lo ricordano i militi.
Caterina Mordeglia sindaco di Celle Ligure – “Ho conosciuto Antonio quando ero assessore ai lavori pubblici: una persona solare, sempre sorridente e di spirito. Sempre pronto ad aiutare e con un pensiero gentile per tutti. Lo ricordo con particolare affetto e con me la mia famiglia che ha avuto modo di conoscerlo ed apprezzare le sue doti umane. La notizia della sua scomparsa mi ha colpito particolarmente ed il mio pensiero è andato subito ai suoi cari e al dolore che stavano provando. Appena sarà possibile, appena le norme di contenimento lo consentiranno, verrò con i colleghi e i dipendenti del Comune a Borghetto. Caterina Mordeglia, Sindaco Comune di Celle Ligure.
Michelangelo Iannella ha postato una foto di Antonio- Ci uniamo al dolore della cara signora Lidia, dei figli Simone e Gaia,
Le sentite condoglianze di Luciana, Angela e Raimondo Villa.
Santino Puleo: “Sono triste e addolorato, Antonio era un bravissimo ragazzo, sempre disponibile per tutti. Riposa in pace, condoglianze alla famiglia”.
Silvana Grosso – Ciao Giovanni, caro amico, vola in alto con gli angeli. Per noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerti e di conoscere le tue qualità di grande uomo, la tua forza e la tua gioia di vivere, sarai un ricordo incancellabile Famiglia Lo Cascio – A Mauro e alla sua famiglia un abbraccio forte e sentite condoglianze. Ci spiace tanto”.
Alessia Doragrossa – Condoglianze a colleghi e famiglia dai Cinofili da soccorso Il Branco Anpas. Maria Acampora: Ragazzi amici miei abbiamo perso un amico piu buono umile ed educato..Ciao Antonio.
UN LUTTO HA COLPITO ANCHE TOIRANO ED UN SUO FIGLIO BENEMERITO
Siamo ai nostri giorni, con gli anniversari. Come quello del crollo (e quasi strage), morti e feriti, del palazzo Albatros su quella che è diventata, suo (benefico) malgrado, la più grande piazza di Borghetto rapallizzata e che nel passato gareggiava, a simbolo del degrado cementizio, con la cittadina genovese di Rapallo. Ma gli esempi si sono sprecati qua e là senza risparmiare e senza ascoltare le voci del dissenso, del come andrà a finire di questo passo.
Ieri come oggi a scrivere e raccontare. Da principianti, per La Settimana Ligure. Accorsi alla notizia del crollo, incontrando il maestro di giornalismo locale, Giannetto Beniscelli, alassino, scrittore, pittore, studioso, già presidente dell’Azienda di Soggiorno. Una figura carismatica e della ‘noblesse’ aristocratica alassina. Il più quotato corrispondente ponentino savonese del Secolo XIX dell’epoca. Lui ‘copriva’ la zona di Alassio, Andora, Laigueglia; il rag.Benedetto Fassino, cassiere alla banca San Paolo, era corrispondente di Albenga; Noberasco da Ceriale, Arecco a Loano, Seppone a Pietra Ligure. Quasi ogni località aveva il suo corrispondente, ma anche paesi dell’entroterra.
Il destino ha voluto che cinque anni dopo, con l’arrivo del direttore Piero Ottone, il giornale aprisse redazioni provinciali ed uffici di corrispondenza, con una forte iniezione di giovani leve. Più pagine alle cronache provinciali. E ci venne affidata – con il solo curriculum dell’esperienza della Settimana Ligure di Romano Strizioli, direttore, Gilberto Costanza, Aldo Dompè, Aldo Ghidetti (curava la parte letteraria), Giampiero Mentil (sport) la responsabilità della pagina che copriva la zona da Andora a Varigotti, con le quattro vallate dell’entroterra fino a Bardineto e Calizzano. Un colloquio ad Albenga con il segretario di redazione Berruti, il capo delle Province Basso, il capo della diffusione Massari e da ultimo l’incontro a Genova, con Ottone che volle prima mettermi alla prova con una serie di articoli. E dal novembre 1969 ebbe inizio l’avventura e la gavetta nello storico quotidiano ligure. Non ero un rivierasco, ma montanaro che con i nonni, già ragazzino, facevo la transumanza e nelle ore libere dalla scuola si andava a pascolo, ad accudire il gregge di pecore, le mucche, le capre, il bue. Da Mendatica, a Monesi, a Peagna di Ceriale, affittavoli di un’estesa campagna dei Lertora di Genova (l’affitto, 100 mila lire l’anno, si pagava il giorno di San Michele Arcangelo, allo studio legale dell’avvocato Santino Durante di Albenga).
Con i genitori e nonni materni (il papà ammalato dopo essere stato prigioniero dei tedeschi nelle umide stanze sotterranee del forte di Nava e artigiano edile) a coltivare la terra e gli oliveti. Poi da Peagna a Loano. La fortuna del posto di lavoro, l’iscrizione ai pubblicisti. Una pagina ogni giorno, domenica esclusa. Si iniziava alle 9 del mattino nell’ufficio di Piazza del Popolo ad Albenga dei fratelli Lengueglia, Ginetto e Marco. Il fuori sacco alle 13 alla stazione ferroviaria, direttamente all’incaricato del vagone postale. La telescrivente per i pezzi da scrivere ed inviare fino alla chiusura massima delle 23, perlopiù era cronaca fresca e l’ultima ora per le notizie più importanti. Non si perdeva un consiglio comunale delle cittadine rivierasche, le riunioni iniziavano alle 21 e spesso proseguivano fino a notte fonda. Un modello di giornalismo affidato alle giovani leve. Facendo inevitabilmente storcere il naso agli ‘anziani’ corrispondenti che via via finirono per autoescludersi.
Ma non c’erano traccia di stipendi da favola, alle ferie non si pensava. E una sana concorrenza con La Stampa che dopo Il Secolo XIX inaugurva le pagine provinciali nel ponente ligure. Poi gli anni dei ‘frutti’ maturi. L’esame a Roma, scritto e se promossi, orale. Insieme aifigli di importanti personalità anche del mondo politico di quei tempi: Leone, Donat Cattin, Zaccagnini, Piccoli.
DALLA ‘CRATERE’ DEL PALAZZO
AI NOSTRI GIORNI DA PENSIONATI E VOLONTARI
Ricorre oggi il 55° anniversario di quella tragedia ed è un dovere della comunità ricordare quei tragici fatti che hanno segnato lo sviluppo della città. Lo spazio recuperato dal luogo della tragedia e sorto dove persero la vita quei sette lavoratori è stato a loro intitolato quale PIAZZA CADUTI SUL LAVORO ed alcuni anni orsono, in occasione del 50° anniversario dei fatti, è stato installato un monumento affinché ritorni sempre in mente il sacrificio di padri di famiglia e di giovani con la speranza che il lavoro sia solo e sempre simbolo di vita, prosperità e fonte di guadagno e non di perdita soprattutto di vite umane.