Ha ricordato il dr. Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriali della provincia di Savona a proposito del 25 aprile: “Tra democrazia e dittatura la scelta giusta era e non poteva che essere una. E per avermelo ricordato da piccolo, ogni volta, senza mai avermi insegnato a odiare, ma ad avere chiaro che quella libertà andava conquistata meritata e mantenuta ogni santo giorno. Per tutti, senza settarismo”. Lui che ha perso nonno e zii partigiani. Chi torturato dai fascisti, chi deportato e morto in Germania e chi, socialista, sopravvissuto.
La libertà non è un dato per scontato.
Ghisolfi Remigio, partigiano, liberale, torturato per giorni dai fascisti Farina e Bianchini, finito con una raffica in Piazza Nuova a Carrù, lasciato per una notte e un giorno esposto nella neve a monito, prima che il nonno potesse riportarlo a casa, cadavere, sul bacco della bicicletta;
Ghisolfi Emilio, partigiano, monarchico, deportato nei campi di lavoro, morto in Germania nel 1945, solo 2015 è stata ritrovata la sua tomba.
Ghisolfi Angelo, comunista, deportato nei campi in Germania, sopravvissuto, torna in Italia, scappa in montagna, condannato a morte, pena non eseguita, sopravvissuto.
Ghisolfi Giovanni, socialista, ferroviere, mandato al confino perché si rifiuta di prendere la tessera del fascio, nonostante quattro figli piccoli, sopravvissuto.
Nonno, zii, a voi e a chi come voi ha fatto quello che andava fatto, a chi ha fatto anche solo che un gesto, piccolo, che nel terrore di quegli anni, era in realtà grandissimo, a chi è stato vittima inconsapevole della ferocia di quei giorni, a chi è morto a diciott’anni dalla parte sbagliata, perché a diciott’anni gli ideali ti possono fregare e a diciott’anni non è giusto morire divorati da una guerra civile.
A chi ha capito che bisogna ricordare e non perdere mai memoria ma che dopo il 25 aprile, e con la Costituzione, è rinata un’Italia, unica in cui tutti sono cittadini pieni e liberi. Chi era stato da una parte e chi era stato dall’altra. Questo ci hanno insegnato i costituenti.
Con ciò, resta la memoria, che mi dice che a voi, zii e nonno, va il mio grazie per non aver mai abbassato la testa o per essere andati in montagna, che non era una cosa per tutti e che non potevano fare tutti, ma per chi poteva, era l’unica cosa giusta da fare. Perché la parte giusta c’era. Tra democrazia e dittatura la scelta giusta era e non poteva che essere una. E per avermelo ricordato da piccolo, ogni volta, senza mai avermi insegnato a odiare, ma ad avere chiaro che quella libertà andava conquistata meritata e mantenuta ogni santo giorno. Pe tutti, senza settarismo. Ed era costata e costava sangue sudore e fatica. Sta a me non sprecare tutto. E continuo a pensare, proprio in questi giorni, di non aver fatto abbastanza.
Perché non esiste un traguardo, la libertà non esiste come un dato per scontato, ogni giorno la libertà è un passo ulteriore da meritare, raggiungere, mantenere e superare per aggiungerci qualcosa e per farvi partecipare qualcun altro che magari ne gode solo di nome ma a quei diritti che da essa discendono non può partecipare appieno.
Alessandro Berta (dalla sua pagina Facebook)
COMMENTI – Rossello: C’è l’essenza di cosa è stata la resistenza. Grazie. Gincarlo Rossella: La storia della tua famiglia andrebbe raccontata e raccontata ancora…
————————————————–
—————————————————————
SAVONA – LORENZO TOSA E DANILO MARAMOTTI HANNO POSTATO SUI SOCIAL:
Tenetevi forte.
“Ladri. Ladri di Futuro, di Democrazia, di Libertà” ha appena scritto.
Neanche il tempo che il Consiglio europeo sia finito e Salvini dà del ladro a Giuseppe Conte, a Gualtieri, al governo e a tutti quelli che, mentre lui sproloquiava e lanciava insulti e proposte da terza elementare, per settimane hanno lavorato a tutti i tavoli europei per ottenere questo straordinario risultato.
Avete capito bene. Salvini, il leader del partito che ha letteralmente sottratto all’Italia e agli italiani 49 milioni di euro, e che vive a spese dei cittadini italiani da 27 anni, ha dato del ladro a Conte. Ha dato del ladro a qualcuno. Punto.
Signore e signori, eccola qui. La vergogna italiana.
Che sollievo saperlo vomitare bile su Facebook, lontano anni luce da qualsiasi tavolo italiano, europeo o anche solo di condominio. E, a giudicare dai risultati, ci resterà lontano ancora molto, molto a lungo.