Il Secolo XIX di lunedi 10 febbraio ha dedicato mezza pagina, con un’efficace illustrazione grafica, ai redditi denunciati dai 24 deputati e senatori eletti nel collegi della Liguria alle politiche del marzo 2018. Per la Camera dei deputati il primo posto al ‘catapultato’ nel ponente ligure (da Ceriale a Ventimiglia), Giorgio Mulè, 62 anni, nato a Caltanisetta, già direttore di Panorama della famiglia Berlusconi. Per il senato la palma a Sandro Biasotti, già governatore della Liguria, ex FI, ora ‘Cambiamo con Toti’, imprenditore in quel di Genova. Al terzo posto tra i deputati, alla sua seconda legislatura l’albenganese avv. Franco Vazio. Tra i senatori al penultimo posto della classifica Paolo Ripamonti (Lega), già assessore provinciale e comunale a Savona.
Nella sua circoscrizione Mulè (nella foto a fianco) ha ottenuto 66.751 voti pari al 46,07. Sandro Biasotti, 72 anni, eletto nella circoscrizione Liguria 1, collegio plurinominale, con nel 2000 entra in politica come candidato indipendente del Polo delle Libertà ed è eletto Presidente della Regione Liguria. Biasotti è ricordato per la “battaglia del pesto” che da Presidente della Regione Liguria sferrò contro la multinazionale alimentare Nestlé che fu costretta a cambiare il nome di alcuni suoi prodotti conservati e non freschi, che inducevano a confonderli con il pesto. In seguito alla vicenda, il basilico genovese nel 2005 ottenne la denominazione di origine protetta. l 14 maggio 2019 vengono perquisiti gli uffici delle sue concessionarie in relazione a un’indagine della Procura di Genova su alcune aziende create per evadere l’IVA tra il 2015 e il 2018. Il 25 settembre 2017 viene rinviato a giudizio insieme ad altre 12 persone con l’accusa di peculato in relazione a un filone del caso delle spese pazze che ha coinvolto altri consiglieri regionali liguri per quanto riguarda la legislatura 2005-2010.
Nella graduatoria dei ‘ricchi’ eletti alla Camera dei Deputati, terzo posto con 350.594 €, per Franco Vazio rieletto alle politiche del 4 marzo 2018 sempre con il Partito Democratico e non segue Matteo Renzi nel nuovo partito ‘Italia Viva’?
E’ stato giovane fu attivista nel Partito Socialista Italiano, del quale il padre era segretario della sezione cittadina.[2] Avvocato ormai affermato, nel 2001 si candida a sindaco di Albenga come successore del leader della corrente socialista-post-comunista dell’ex sindaco Angelo Viveri (“Alternativa Democratica”), costretto a dimettersi per potersi candidare a deputato della Repubblica Italiana per i Democratici di Sinistra. Tuttavia entrambi non riuscirono ad essere eletti. Nella successiva tornata elettorale si candiderà consigliere e verrà nominato vicesindaco nella giunta guidata dall’avvocato Antonello Tabbò (Partito Democratico). L’esperienza finisce nel 2010 con la fine del mandato elettorale della giunta. Viene nominato vicesegretario provinciale del Partito Democratico, lavorando per la campagna elettorale per le primarie di Pier Luigi Bersani.
Paolo Ripamonti, nato a Loano, 51 anni, contitolare di un’agenzia immobiliare ad Alassio, due figli, ora cittadino di Garlenda, figura al penultimo posto con 89.935 €. Si tenga conto che con Salvini premier circa 900 euro sono versati al partito per ‘ripianare’ il debito con lo Stato di 49 milioni di Euro a seguito di una accordo raggiunto in sede penale. Un’altra quota è probabile sia destinata al partito in sede provinciale.
Alle elezioni politiche del 2018 è eletto senatore nel collegio uninominale Liguria – 01. E’ vice presidente della Commissione Industria, Commercio e Turismo. A novembre è relatore del cosiddetto “decreto Genova” per l’emergenza del viadotto Polcevera nella commissione congiunta Trasporti e Ambiente e diventa membro della commissione d’inchiesta sui reati ambientali. Dal novembre 2019 è commissario della Lega per la provincia di Savona.
IL REFEREDUM PER IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI –
Referendum taglio dei parlamentari: il 29 marzo si vota per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Si tratta di un referendum confermativo della legge che taglia 345 parlamentari modificando gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione. Tra i sostenitori più convinti i M5S.
La cosiddetta “riforma Fraccaro“, dal nome dal sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio, taglia 345 poltrone in Parlamento. Se il referendum confermasse la legge approvata dalla prossima legislatura vi saranno 115 Senatori in meno e 230 Deputati in meno. La legge infatti cambia il rapporto numerico di rappresentanza sia alla Camera dei Deputati sia al Senato:
- si passerà da 1 deputato ogni 96.006 abitanti a 1 deputato ogni 151.210 abitanti.
- si passerà da 1 senatore ogni 188.424 abitanti a 1 senatore ogni 302.420 abitanti
Se il referendum confermasse il taglio dei parlamentari il nuovo Parlamento sarà composto 200 Senatori e 400 Deputati.
I REDDITI denunciati dai parlamentari nella dichiarazione per l’anno 2018
I VITALIZI IN LIGURIA, MA IL SECOLO XIX HA DIMENTICATO L’ON STEFANO CARRARA SUTOUR DI LOANO
QUANTO CI COSTANO I SENATORI A VITA