Palazzo Salmatoris, nel cuore della città, prende il nome da Giovanni di Audino Salmatoris, il nobile locale che lo volle far costruire come sua residenza nel 1620.
Nel 1631 accoglie Vittorio Amedeo I e sua moglie Cristina di Francia che cercavano riparo dalla epidemia di peste che dilagava nella zona. Nel 1706, nella saletta del silenzio” viene riposta la sacra Sindone per paura che finisse nelle mani francesi. Palazzo Salmatoris è anche conosciuto come “Palazzo della Pace” perché nel 1796 vide la firma dell’armistizio di Cherasco tra Napoleone I e il regno sabaudo. Alla metà dell’Ottocento il Palazzo viene acquistato dalla famiglia Paoletti del Melle di Busca che inizia un importante restauro chiamando a lavorare al progetto i migliori artigiani ed artisti dell’epoca. .Quasi impossibile scindere la visita del Palazzo dalle importanti Mostre che vi ospita abitualmente. La sede espositiva prende tutto il piano nobile e prosegue nelle soffitte completamente ristrutturate. Pertanto l’evento espositivo dell’autunno cheraschese a Palazzo Salmatoris è un omaggio a un artista di fama mondiale: Pablo Picasso. Dal 12 Ottobre 2019 al 12 Gennaio 2020 Palazzo Salmatoris ospita la mostra
“Picasso e la sua eredità nell’arte italiana”.
La mostra propone un intrigante percorso dedicato all’arte di Pablo Picasso (Malaga 1881 – Mougins 1973) e tutti quegli autori che con le loro pitture e sculture, a partire dalla fine degli anni dieci del Novecento, periodo in cui per la prima volta Picasso ha soggiornato in Italia, hanno declinano un linguaggio in qualche modo riconducibile all’opera picassiana. Di Picasso sono proposti dipinti, sculture in ceramica, disegni e opere grafiche prodotte in diversi momenti espressivi: dagli anni dieci sino agli anni settanta cercando di coprire un arco temporale vasto e variegato dal punto di vista della creatività. La mostra si compone di un centinaio di opere provenienti da collezioni pubbliche e collezioni private italiane ed è corredata da un catalogo che contiene i testi dei curatori e la riproduzione a colori di tutte le opere esposte Ogni composizione contiene idee, pensieri e, soprattutto, innovazioni linguistiche ottenute utilizzando mezzi e materiali inediti (spregiudicati), a volte sconvolgenti considerato il periodo. Durante il soggiorno romano Picasso vede le opere e incontra parecchi artisti italiani come Balla, Boccioni, Soffici, Carrà e Depero, ma quello che lo colpisce maggiormente è la vista delle pitture antiche, le sculture classiche e le opere dei geni passati che lo esaltano al punto che ne riproduce alcune. La medesima esaltazione provano gli artisti italiani dinanzi ai suoi lavori soprattutto quelli cubisti, un linguaggio nuovo e moderno affine al futurismo italiano. Parecchi sono gli autori presentati in mostra che producono opere d’ispirazione chiaramente picassiana in cui il realismo si fonde con un nuovo modo di leggere e interpretare la realtà… Una seconda parte della rassegna è dedicata all’opera ceramica di Picasso e dell’incontro avvenuto con Tullio di Albisola andato a trovarlo con lo scopo di dimostrare che in Italia, già molti anni prima della sua esperienza con l’argilla, artisti e movimenti artistici di chiara fama come il Secondo Futurismo, Martini, Fontana, Melotti, Scanavino avevano realizzato sculture colorate determinando il passaggio della ceramica da Arte Decorativa a Opera d’Arte, molti anni prima dell’esperienza picassiana a Vallauris.
«Cherasco conferma la sua vocazione per le mostre di altissimo livello – commentano il sindaco Carlo Davico e il vice Claudio Bogetti. – Palazzo Salmatoris già in passato ha accolto grandi artisti, le cui opere ben si inseriscono nel contesto suggestivo delle sue antiche e preziose sale storiche. Ospitare i capolavori come quelli di Picasso è per Cherasco un orgoglio ma anche una responsabilità, quella di dare al Maestro la meritata collocazione…
Luciano Bona