Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ceriale eccellenza (vera) a tavola con Cornali
Alassio Il Faraone compra la panetteria Selva


Se ascoltate tivù liguri, radio, leggete giornali e web tra le parole più frequenti c’è: eccellenza. Trucioli è troppo piccolo per farsi promotore di un referendum popolare che disciplini le ‘eccellenze’ distribuite ad ogni piè sospinto da giornalisti. La Doc, in Alto Adige, la stanno già adeguando alla normativa Europea: prevede l’uso della Dop anzichè Doc sulle bottiglie o fatture. A Ceriale, il Raviolificio San Giorgio non ha bisogno di pubblicità neppure gratis. La promozione la fanno i clienti, stanziali, vacanzieri, pendolari che spesso, prima di tornare a casa, fanno scorte. Ad Alassio un’altra notizia, di diverso tenore, pur sempre nell’alimentare e gastronomia, vede la famiglia titolare del ristorante Il Faraone, con patron Mimmo, l’egiziano, i suoi tre figli nati in Italia, anche nel ruolo di panettieri. Hanno rilevato il panificio Selva di Borgo Coscia chiuso da tempo. 

Il Raviolificio San Giorgio è  un fedelissimo ai canoni e requisiti della salute a tavola: qualità, serietà e rigore commerciale. La famiglia di Marino Cornali (e il Raviolificio) sono un fiore all’occhiello della gastronomia ‘fresca’ e delle specialità nostrane che un tempo erano comuni a nonne e mamme, trattorie sinonimo di ‘cucina povera’ ma salutistica. L’azienda Cornali non pare interessata alla ‘grande distribuzione’ dove si lotta sul ‘prezzo convenienza’ da sbandierare. Marino e le sue collaboratrici, tutte quote rosa e raro turnover, con la passione e l’amor proprio che non si è lascia attrarre dalle sirene “compro da te se mi fai il prezzo più basso”. Il cliente preferisce a milincuore perderlo, come è accaduto con l’arrivo del nuovo parroco a San Giorgio di Albenga e la fornitura alle sagre. Cornali, con un’eccezione alla regola, è uscito dal  guscio di ‘lavorar tacendo’ pubblicando una pagina a pagamento (vedi sotto) per un’informazione ai consumatori e frequentatori di sagre a San Giorgio.

Il Raviolificio San Giorgio  occupa oltre una decina di dipendenti che aumentano nella stagione di maggiore lavoro. Si caratterizza con l’impronta artigianale acquistando verdura dai contadini della piana, selezionando le carni e, se disponibile nostrano, il pesce per i ripieni. Non fa uso di insaporitori e conservanti chimici.

Fa da sponsor, a Ceriale, a suon di ravioli (con ripieni diversi), un tipo di pasta non prevede neanche la pastorizzazione. Non è un  caso unico, accade che un paese, una città, diventino famose, rinomate, conosciute per via di un ristorante, un agriturismo, un’attività vitivinicola, un prodotto di nicchia. Ceriale che può esibire Il Parco Acquatico le Caravelle. Un tempo l’eccellenza,  quella vera, dei Cantieri Sciallino. C’era l’industria della Terra Rossa destinata alle fornaci di mattoni in Italia e in Francia. I pastificio dei fratelli Pesce tra i primi a produrre panettoni, a Pasqua e Natale. C’era ‘da Baffo’ (bar Napoleon) con una diffusa nomea in Liguria e nel Nord Ovest.

Purtroppo, non da oggi, si parla poco di agricoltura, il segno dei tempi si può leggere (e scoprire) nei due popolari social della cittadina, informazione fai da te: Gazzetta di Ceriale con 3.207 membri e Sei di Ceriale (più ristretta e con la regola della privacy) con 1113 aderenti. Non c’è solo il mugugno, la critica, la segnalazione di un piccolo problema. Tutti possono dire la loro. A volte c’è  il contraddittorio. Ebbene spulciando in un anno di ‘produzione web’, a parte i più assidui, il tema agricoltura non fa presa, non è materia di discussione e di confronto, proposte di pianificazione, stimolo ai giovani. Eppure i migliori sindaci di Ceriale del dopoguerra, negli anni in cui l’agricoltura era la prima risorsa economica e occupazionale, hanno spesso scritto, ripetuto alla noia che il futuro di una sana economia cittadina non poteva solo essere il turismo. Sottoposto all’assalto della speculazione immobiliare e delle seconde case, prevedendo persino la conseguente debacle alberghiera.  Almeno in questo non eravamo proprio soli, seppure in schiacciante minoranza. Il secondo volano da tutelare e salvaguardare, con ogni mezzo, doveva essere la produzione ortofrutticola, scongiurando la ‘morte’ dei terreni fertili, mettendo in atto tutte le strategie possibili per aiutare, favorire, incoraggiare il ‘mondo dei coltivatori diretti’. Agricoltori sindaci, Ceriale ne ha avuti due. Delfino (anni ’70) con qualche palazzo di troppo lasciato costruire ed era l’era della Dc; il decennio (2008- 2018) di Ennio Fazio, l’agricoltore cerialese che ha raggiunto e mantenuto più a lungo cariche a livello comunale, provinciale e regionale, anche nella Comunità Europea. La sua eredità è sotto gli occhi di tutti, decine di aree abbandonate ed un tempo produttive , con un crescendo continuo di cui nessuno parla. Alla stregua di una maledizione.

Il sindaco Luigi Romano ed Emanuele Ravina alla festa della Confraternita parrocchiale di Santa Caterina

A Ceriale si dibatte, si straparla di turismo, con tanti esperti  improvvisati e prodighi di consigli. Un tecnico del turismo cerialese, con titoli di competenza ed esperienza seppure non aggiornatissima, in realtà potrebbe essere di aiuto. Fa parte della ‘minoranza silenziosa’ che sta collaborando, tra qualche resistenza di categorie (bar tutti chiusi, in centro, nello stesso giorno) e difficoltà comuni, con la giunta del ‘cambiamento’ del sindaco Luigi Romano. Parliamo di Emanuele Ravina. Negli anni ’90 e 2000, è stato direttore generale dell’Azienda di  Promozione Turistica Riviera delle Palme che ha annoverato, tra i presidenti di nomina politica, Pierluigi Pesce, da barbiere a sindacalista al S. Corona, socialista, già vice sindaco di Loano, più volte assessore provinciale,  vice sindaco di Boissano, recordman di durata degli amministratori locali savonesi.

Tra i membri APT figuravano Angelo Berlangieri, assessore a Finale Ligure, assessore al Turismo e Cultura nella seconda giunta regionale di Claudio Burlando, ora presidente provinciale dell’Unione Albergatori aderenti a Confindustria. C’era Riccardo Borgo, per anni saggio e dinamico presidente provinciale, regionale e nazionale dei Bagni marini, ex sindaco di Bergeggi, oggi consigliere comunale di maggioranza, da sempre soltanto socialista e che batte in durata lo stesso Pesce.  E ancora, un nome popolare nell’alassino: l’albergatore dell’Hotel Toscana, 4 stelle, Enrico Mantellassi. Per il levante c’era Remo Zunino che è stato assessore e sindaco di Celle Ligure e  si ricandida alle prossime comunali di maggio, sempre con una lista civica di centro sinistra e buone probabilità di successo.

Ceriale, pur senza mai apparire, ha un Marino Cornali, tra i lavoratori titolari di impresa che alle parole, alla moda dell’apparire e dell’esibizionismo, predilige i fatti. Anzi i risultati, senza bisogno di spinte, spintarelle o di conoscenze benevole per incrementare gli affari.  Fortunatamente non è una mosca bianca. Una scuola di vita e di artigianato da portare ad esempio. Ovvio, ognuno nel suo ruolo sociale, con la sua vocazione ed il bagaglio culturale.(l.c.)

DA CERIALE PAGINA PUBBLICITARIA APPARSA SUL SECOLO XIX IL 25 LUGLIO 2018


S.Fasano

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