Il porto turistico l’angolo più visitato della Loano moderna, così come fa da calamita il cuore del centro storico, i suoi carruggi, il piazzale del Duomo e del Municipio. L’estate 2018 si presenta all’insegna del rinnovamento e dell’attrazione per la romantica, splendida terrazza sul mare dello Yacht Club Marina di Loano. Molte le novità e gli Happy Hour tutti i venerdì. Creato un nuovo chiringuito a ponente. Appuntamenti musicali con professionisti del mestiere, piatti di specialità culinarie a chilometro zero. Insomma occasione da non perdere per turisti e residenti. La stagione di lavoro non è invece iniziata per il ‘Barracuda Innamorato’, in posizione panoramica, tavoli anche all’esterno, accesso dal molo centrale della lunga promenade sul mare. Chiuso dallo scorso inverno. E’ uno dei 146 ristoranti (e pizzerie) della città e che si era conquistato, almeno secondo i giudizi di Tripadvisor il ‘certificato di eccellenza‘ ed in maggioranza giudizi lusinghieri. Due anni fa aveva gettato la spugna, lasciando qualche insoluto, ‘Zeffirino’, grandi echi di stampa meritati al suo esordio e alla nomea della prestigiosa famiglia genovese della ristorazione che si è estesa anche negli Stati Uniti. Lo scorso anno era stata la volta del Sestante, tra i primi locali sorti già col vecchio porticciolo e l’indimenticabile divisa del compianto patron Augusto Enrico borghettino ed ‘inventore’, gestore della prima pizzeria della cittadina. Un successo strepitoso, clienti dalla sera all’alba, una fortuna. Poi lo ‘sbarco’ a Loano, il locale caratteristico, clientela affezionata, il pesce pescato da Augusto con la sua ‘cianciola’, i suoi funghi porcini neri che raccoglieva nella stagione a Bardineto. Il trapasso ai figli, l’arrivo della Portobello, infine della Marina di Loano entrata in possesso di tutti gli spazi con un investimento di 108 milioni di €dei Ligresti e C. per una scalo tra i più attrezzati d’Italia. Infine il subentro del colosso assicurativo- bancario Unipol Spa. Le concessioni dal Demanio una volta passate di mano, con una concessione di 80 anni, hanno seguito le ‘tabelle’ degli affitti aggiornate sulla base dei mq. C’è chi sostiene che il Comune oltre ad assicurarsi i locali del Circolo Nautico e dei Pescasportivi, concessi in comodato gratuito, avrebbe dovuto ‘tutelare’ per un certo periodo anche gli 8 concessionari esistenti da anni. Un esempio: 70 mq pari a 1550 € al mese, oltre 100 € al mese per il dehor esterno, si aggiungano le spese fisse, gli oneri previdenziali, le imposte e tasse statali e comunali, l’acqua, luce e gas. O si riesce a lavorare a pieno regime tutto l’anno, senza i vuoti settimanali (luglio e agosto, ‘ponti’ esclusi) o per una famiglia è dura far quadre i conti. Senza contare il ricorso al ‘lavoro nero’ dei fine settimana.
Questo per gli esercizi pubblici, stessa sorte per alcune attività commerciali. In un caso chi ha scelto di abbandonare l’ha fatto con una protesta plateale, tappezzando le vetrate con una scritta, in inglese, eloquente. Chiusure che quasi sempre avvengono nel silenzio della stampa e dei social provinciali. Non si capisce la ragione, anche perchè è utile che la comunità sappia, sia informata, prenda coscienza e conoscenza dell’importanza di creare sinergia con la ‘cittadella’ che non è solo di proprietà di un grande gruppo, deve essere considerato un polmone cui rivolgere attenzione, stimolo, collaborazione, vicinanza. Un grande salotto frequentato anche da un ‘élite di milionari, si veda la presenza di yacht e panfili da sogno. Certo pure per loro, i loro ospiti, sarebbe utile trovare locali idonei, così come accadeva in passato per la clientela del Grand Hotel Garden Lido e non solo, quando ci si domandava: per il dopo albergo, cosa può offrire la città ? Oggi quella struttura alberghiera, di proprietà di una solidissima famiglia di industriali alla terza generazione dal 1968 (anno di apertura), ha investito milioni di Euro creando un’area balneare (alle due concessioni si è aggiunto l’ex Sole e Mare) unica per l’attrazione e gli spazi in zona pressoché centrale. E l’hotel si è di fatto trasformato in residence, i 54 dipendenti dell’estate ai tempi della direzione di Alessandro Corrado (32 nei rimanenti mesi) si sono ridotti a meno di una decina. Il pranzo si può fare solo sulla spiaggia. La conferma che l’investimento ‘balnerare’ ha quantomeno una buona resa (vedi gli ombrelloni e i bagnanti, l’area giochi assai capiente), quello alberghiero è in perdita se visto nei 10- 12 mesi di apertura.
Torniamo al porto, sicuramente un tesoro per Loano tutto da valorizzare in sinergia con il privato. Chi conosce la storia potrebbe dire che per certe attività è una ‘maledizione’ investire, trasferirsi, scommettere nell’area portuale, ma accade pure nella blasonata Costa Azzurra e oltre. Porto di Loano che negli ultimi anni è andato in controtendenza, con nuove aperture, un paio anche solidissime ed in buona salute, come racconteremo in un prossimo servizio. Forse per la Marina di Loano Spa (versa al Comune 160 mila euro l’anno) sarebbe utile riconsiderare il periodo di avviamento per le diverse attività. Insomma dare il tempo, se sono dei professionisti e del mestiere, capaci, di farsi un giro di clientela. Dunque affitti più graduati nel tempo. Intanto con l’estate il porto merita quel punto di riferimento, quel ruolo di ‘locomotiva’, quel biglietto da visita di cui beneficia gran parte della comunità in termini economici e di immagine.
C’è il problema degli affitti ritenuti esorbitati rispetto agli incassi e alle spese complessive. Però non si può ignorare che negli ultimi anni si è registrato una spinta propulsiva con l’apertura di nuovi ristoranti, pizzerie, vinerie – bar, mentre ha qualche difficoltà la gestione, passata di mano, di uno dei primi locali pubblici (il bar Gavioli). Nel lontano passato, quando lo scalo era a gestione comunale