Senza il Vaticano l’Italia sarebbe un’ “italietta”, lo disse già a modo suo Dostoevskij, di fronte allo spettacolo triste dell’unità d’Italia fatta in buona sostanza contro la Chiesa cattolica e contro il popolo italiano. Per essere “papofili” non ci vuole un gran che, basta credere che il papa è il vicario di Cristo o, con santa Caterina da Siena, copatrona d’Italia, “il dolce Cristo in terra”, ovvero basta essere cattolici; se poi qualcuno sogna un’Italia senza cattolici…beh, mi sembra più un invasore e un traditore della patria che un connazionale o un patriota.
Il primo documento letterario della lingua italiana è il “Cantico di frate sole” di san Francesco d’Assisi, copatrono d’Italia. Il primo documento non letterario della lingua italiana è il seguente: “Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti” (Capua, 960). La lingua italiana poi trovò la sua forma con Dante e Manzoni. Ma vogliamo parlare di arte? Pittura, architettura, scultura…o di scienza? Lontano dal Vaticano, magari nella “moderna” Ginevra protestante, Galileo sarebbe finito probabilmente sul rogo. E le crociate difensive, senza i Papi avrebbero avuto luogo? I Papi preservarono l’Italia dalla barbarie al tempo appunto delle cosiddette “invasioni barbariche“: l’impero romano pagano cadde, ma non la Chiesa, promotrice somma di civiltà, e nacque il Sacro Romano Impero.E non è finita, la Chiesa col suo capo visibile, continua a difendere e promuovere una civiltà che sembra ormai alla deriva verso un inarrestabile declino, verso il misconoscimento stesso dell'”abc” dell’umano (cfr card. Bagnasco), verso il totalitarismo dell’assurdo.
«Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti – riferendosi a progetti concreti di educazione – si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”». (Papa Francesco, Udienza alla delegazione dell’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia – Bice, 11 aprile 2014)
«La colonizzazione ideologica: dirò soltanto un esempio, che ho visto io. Venti anni fa, nel 1995, una Ministro dell’Istruzione Pubblica aveva chiesto un prestito forte per fare la costruzione di scuole per i poveri. Le hanno dato il prestito a condizione che nelle scuole ci fosse un libro per i bambini di un certo livello. Era un libro di scuola, un libro preparato bene didatticamente, dove si insegnava la teoria del gender. Questa donna aveva bisogno dei soldi del prestito, ma quella era la condizione. Furba, ha detto di sì e anche ha fatto fare un altro libro e ha dato i due (libri) e così è riuscita…Questa è la colonizzazione ideologica: entrano in un popolo con un’idea che niente ha da fare col popolo; sì, con gruppi del popolo, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. Durante il Sinodo i vescovi africani si lamentavano di questo, che è lo stesso che per certi prestiti (si impongano) certe condizioni. Io dico soltanto questa che io ho visto. Perché dico “colonizzazione ideologica”? Perché prendono, prendono proprio il bisogno di un popolo o l’opportunità di entrare e farsi forti, per (mezzo de)i bambini. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza […]». (intervista a papa Francesco sul volo di ritorno dalle Filippine, 19 gennaio 2015)
«I nostri ragazzi, ragazzini, che incominciano a sentire queste idee strane, queste colonizzazioni ideologiche che avvelenano l’anima e la famiglia: si deve agire contro questo. Mi diceva, due settimane fa, una persona, un uomo molto cattolico, bravo, giovane, che i suoi ragazzini andavano in prima e seconda elementare e che la sera, lui e sua moglie tante volte dovevano “ri-catechizzare” i bambini, i ragazzi, per quello che riportavano da alcuni professori della scuola o per quello che dicevano i libri che davano lì. Queste colonizzazioni ideologiche, che fanno tanto male e distruggono una società, un Paese, una famiglia. E per questo abbiamo bisogno di una vera e propria rinascita morale e spirituale.» (Discorso del Santo Padre Francesco all’apertura del Convegno Ecclesiale della diocesi di Roma, 14 giugno 2015).
A difesa della famiglia naturale la Chiesa è silente solo per chi non vuole sentire ed è resa silente da chi non vuole farla parlare e, se parla, che non si senta, e, se si sente, che venga distorto ciò che dice. Ma chi ha orecchi ode, e ode bene. Nel libro-intervista “Questa economia uccide” il Santo Padre Francesco definisce l’ideologia gender una “bomba atomica” con effetti devastanti sulle anime.
Ma anche all’interno della Chiesa visibile Papa Francesco vuole smantellare certi apparati obsoleti e per questo tanti lo attaccano…alcune lamentele, più che accuse, sono rivolte al papa perché non bada troppo alla sicurezza; ma quello chi lo ferma? E’ un folle di Dio! O meglio, un santo. Questo non vuol dire che debba per forza fare il “kamikaze” andando magari allo sbaraglio in terra di persecuzione islamista! Chi lo vuole un papa morto? Certe accuse, di senso opposto, a Papa Francesco non hanno senso perché il suo ruolo è diverso da quello del santo frate d’Assisi, sia perché è parecchio diverso il contesto storico, sia perché è Papa. E’ come se un capo cantiere, un architetto o un ingegnere passasse 10 ore al giorno a trasportare carriolate di mattoni disinteressandosi di dirigere la baracca: andrebbe tutto a scatafascio; e se poi l’edificio crolla, in galera ci va chi ha messo la firma, cioè appunto l’architetto. Il Papa deve rispondere a Dio delle sue proprie gravi responsabilità di governo e di guida, e guai a lui se non lo fa: è come se il capoufficio passasse l’intera giornata a fare fotocopie invece di dirigere i lavori: sai che casìno!? E comunque a un Papa non serve neanche uscire da Roma per rischiare la vita e Francesco quando incontra le maree di fedeli non vuole protezioni o vetri antiproiettili; in Brasile la folla l’aveva bloccato con quella macchinetta e son dovuti venire a prenderlo con l’elicottero: in qualunque momento il Papa può essere colpito a morte. E purtroppo anche nella Chiesa c’è chi non aspetta altro che le campane suonino a morto, perché Francesco, soprattutto con il clero, non fa sconti.
Pure dietro certo “tradizionalismo” cattolico c’è un marciume che odia a morte Francesco. Si prenda il caso del commissariamento del vescovo di Albenga, mons. Mario Oliveri, noto “tradizionalista”, ad opera di papa Francesco. Conobbi mons. Oliveri quando, ragazzino, frequentavo la scuola interna del seminario di Albenga come interno del seminario dei Cappuccini di Finale Ligure…molti anni dopo ad un pranzo con due sacerdoti della sua diocesi ormai in fase di commissariamento, uno dei due, appena conosciuto, che poco dopo mi mise la mano sul petto dicendo “che muscoli!“, disse, a difesa di Oliveri, che era da poco tornato da Roma e che in Vaticano c’è clima di “terrore” con questo papa e non si vede l’ora che suonino per lui le campane a morto. Non è un caso unico. “Libertà&Persona” dell’ottimo Francesco Agnoli prenda nota e magari corregga il tiro.
Per quanto concerne invece lo strano caso del dottor Socci…beh, Antonio Socci fa veramente venire il latte alle ginocchia. Papa Francesco ha detto che non esistono valori negoziabili, non che non esistono valori non negoziabili; dice che non capisce come possano esistere valori negoziabili perché se sono valori autentici non sono negoziabili, se sono negoziabili non sono valori autentici: anche il caro amico Magdi Cristiano Allam – pur, ahinoi!, a torto molto critico verso Francesco – su mia sollecitazione lo ha ammesso e ha fatto rimuovere il video dove denunciava, sul suo sito internet, qualcosa che in effetti Papa Francesco non aveva detto. Ferrara difende la vita prenatale e poi dice sì alla guerra in Siria contro Assad e Introvigne gli va dietro contro il papa (senza sbandierarlo troppo, in pratica gli dà del pacifista): sono questi, per esempio, alcuni di quei “valori negoziabili” contro cui giustamente si scaglia Papa Francesco?
L’attacco poi di Socci a padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, è semplicemente penoso e giustificato solo dal fatto che Radio Maria ha scelto di sostenere il Papa non solo quando parla infallibilmente ex cathedra, ma anche in generale in quella che è la sua linea pastorale. Comunque, tutte le accuse di Socci al Papa non hanno reale fondamento nella realtà, ma soltanto nei suoi presupposti mentali di un’unilateralità talmente evidente che occorre essere ciechi per non vederla. Con questo metodo si può trasformare Hitler in un santo o madre Teresa di Calcutta in una strega sanguinaria. Seguo pedissequamente le dichiarazioni di padre Livio e quelle (specie se ufficiali) del Papa, e davvero o Socci non sa di che parla o, se lo sa, mente spudoratamente o è accecato da non so cosa. Prego per lui, come anche per il Papa, ma tra i due ha ragione il secondo.
Si faccia caso a questa dichiarazione di Antonio Socci. Ha dichiarato (Corriere della sera, 5 marzo 2014) di non capire la “non negoziabilità” della battaglia sulla vita, che è la base di tutti i diritti umani e della pace.” E’ assurdo: dire questo del Papa è calunniarlo! Socci sta calunniando il papa e tutti possono vederlo confrontando le parole che disse il Papa con quello che ne deduce Socci: calunnia! Non c’è altra parola: calunnia! Giocando con le parole. Calunnia contro il Vicario di Cristo! Prego per lui, anche perché ha fatto tanto per la causa della Verità, ma non vorrei essere nei suoi panni.
Il Papa ha avuto parole fortissime contro l’aborto, ha parlato di un certo progressismo che genera sacrifici umani protetti dalle leggi degli stati, e contro la diseducazione gender ha parlato di regimi totalitari del secolo scorso che continuano oggi in tali pratiche di “indottrinamento“, ha parlato del pensiero unico omologante e disumanamente oppressivo, de “Il padrone del mondo” (Anticristo) di Robert H. Benson, di chi bestemmiando dice di uccidere in nome di Dio: Socci é sordo, é cieco, é accecato! E non dà retta più neanche agli appelli della Regina della pace a Medjugorje, che sono invece in sintonia con l’impostazione di Francesco, amatissimo dalla Gospa (“Madonna” in croato), che ha detto a Medjugorje che la missione del suo amatissimo Santo Padre è la missione della pace! Altro che pacifista! Il Papa invoca spesso la Regina della pace e la Regina l’ha chiamato “mio amatissimo Santo Padre“, dicendo di pregare per lui e per la sua missione che è la missione della pace! Lavorano in tandem!
Il 17 Agosto di due anni fa La Regina della pace diede un messaggio sorprendente al veggente Ivan, in occasione di un incontro di preghiera in una Chiesa italiana. In quella circostanza la Madonna invitava a pregare “per il suo amatissimo Santo Padre e per la sua missione, la missione della pace”. Successivamente ha dato un altro messaggio a Ivan e al suo gruppo, dove la Madonna, invitando di nuovo a pregare per il suo “amatissimo Santo Padre”, specificava un altro aspetto della sua missione: il rinnovamento spirituale della Chiesa. Quelli che hanno risposto alla chiamata della Gospa dovrebbero meditare le parole della Madonna e cercare di comprendere la missione pastorale di Papa Francesco che, col suo cuore immenso, abbraccia tutta la Chiesa e il mondo intero. Papa Francesco in ogni occasione chiede preghiere per la sua missione: dobbiamo pensare che lo Spirito Santo faccia l’orecchio da mercante e non ascolti le preghiere che innumerevoli cuori semplici elevano per il Successore di Pietro? Sforziamoci di capire, nella luce del discernimento spirituale, i pensieri, le parole e le iniziative di Papa Francesco, che vede molto più in là di noi e che, prima di ogni altro, ha compreso che la terza guerra mondiale è già incominciata e che il mondo è sempre più a rischio di autodistruzione. Il Santo Padre sa bene che le guerre sono suscitate dalla dittatura del denaro, dall’avidità e dalla volontà di potenza, dietro i quali il principe di questo mondo soffia il suo alito mortale. La Chiesa non può e non deve farsi intrappolare in questa logica, ma deve essere un punto di riferimento per tutte le religioni e tutte le persone di buona volontà, perché il nostro pianeta non vada distrutto. Papa Francesco sta opponendo la forza dell’intercessione di tutti “i pacifici” alla violenza distruttiva dell’impero delle tenebre. Cerchiamo di comprendere la grandezza e l’ampiezza della sua missione per il bene dell’umanità e sosteniamolo col nostro amore e la nostra preghiera» (Padre Livio Fanzaga, editoriale dal sito internet di Radio Maria di agosto 2016).
Gianluca Valpondi