Tassa di Soggiorno, Marco Melgrati si dice d’acconto per le città, ma prematura nei centri turisti e ad Alassio il sindaco Canepa l’ha accettata ‘supinamente’, ma non l’Associazione albergatori e gli associati. E ancora la sorte dei 35 dipendenti Tpl (azienda provinciale dei Trasporti pubblici), oltre a tagli alle corse per Solva e Moglio, frazioni di Alassio. Leggi anche il bando della Regione Liguria: 5 milioni di euro per la formazione nel settore turistico. ULTIMA ORA- Gianni Aicardi “molla” il gruppo Canepa, e il sindaco si trova ad affrontare le ultime settimane di mandato con una maggioranza ballerina. Il consigliere ha protocollato una breve lettera in cui ha comunicato formalmente «la volontà di uscire dal gruppo “Lista civica Canepa sindaco” non riscontrando più i presupposti, senza intendere aderire ad alcun altro gruppo
consigliare». Una mossa che arriva a campagna elettorale lanciata e che sembra un simbolico sgambetto Enzo Canepa che risponde:«Sulle motivazioni della scelta non mi voglio esprimere, quelle le sa Aicardi e io le rispetto».
TPL SAVONA, REGIONE LIGURIA, ASSESSORE BERRINO RISPONDE A CANDIDATO SINDACO ALASSIO MELGRATI: “GARA È CONSEGUENZA DIRETTA DI UNA PRECISA NORMA NAZIONALE: NON ACCETTIAMO RICETTE INATTUABILI DA CAMPAGNA ELETTORALE”
GENOVA. “La messa a gara per la gestione del trasporto pubblico su gomma fa seguito a una precisa norma nazionale: come Regione Liguria, nella legge quadro sul Tpl abbiamo lasciato il più ampio margine ammissibile nel perimetro delle norme nazionali e comunitarie, come dimostrano le scelte fatte dalla città metropolitana di Genova e dalla provincia di Imperia. Da un candidato sindaco, i cittadini si aspettano proposte serie e non accuse infondate o proposte inattuabili solo perché in campagna elettorale. Sul piano economico, inoltre, ricordo a Melgrati che Regione Liguria fa già la propria parte, integrando con oltre 14 milioni di euro, per la sola provincia di Savona, il fondo nazionale dei trasporti per il Tpl su gomma”. Lo dichiara l’assessore regionale ai Trasporti Gianni Berrino rispondendo al candidato sindaco di Alassio Marco Melgrati in merito alla privatizzazione Tpl Savona. “Inoltre – continua l’assessore Berrino – Melgrati sbaglia nel confondere scuolabus e servizi di noleggio con il trasporto pubblico locale: dovrebbe ben sapere che non sono servizi compresi nel Tpl e per tanto non possono essere ricompresi nella gara in quanto affidati a società esterne. Per quanto riguarda i lavoratori, Regione Liguria, dopo un’approfondita concertazione con le parti sociali, ha raggiunto un accordo di programma con la clausola della salvaguardia occupazionale che va a tutelare ogni lavoratore. Auspico che la campagna elettorale non decada ulteriormente in temi generali, ma si concentri sulle problematiche locali”.
Il vicecoordinatore Regionale di Forza Italia e Presidente di Politica per Passione
risponde all’assessore regionale ai trasporti Gianni Berrino sulla privatizzazione della TPL.
COMUNICATO STAMPA- Melgrati: caro assessore Gianni Berrino, nulla di personale nei Tuoi confronti o della Giunta Regionale; solo legittime preoccupazioni che vengono dal territorio, soprattutto di Alassio e dintorni.
Caro Gianni, premesso che ho partecipato alle elezioni regionali, terzo dei votati del mio partito, Forza Italia, in tutta la Regione, e che con i miei 3.600 voti personali e l’impegno economico profuso da me nella campagna elettorale ho contribuito al successo della amministrazione guidata dal Presidente Giovanni Toti, che Ti ha cooptato in Giunta, voglio precisare alcune cose che forse Ti sono sfuggite. Inoltre mi spiace che su un altro tema, quello della tassa di soggiorno, Tu pensi che io ti sia contro… dalla data delle elezioni dalla mia voce o dalla mia penna non è mai uscita una parola di critica su di Te o nei confronti dell’amministrazione del Presidente Toti, di cui ho condiviso anche la politica sanitaria (uno fra i pochi della nostra parte politica, ricevendo forti critiche) anche se non sono stato ripagato delle stessa moneta.
Sulla Tassa di Soggiorno ho più volte dichiarato che la Regione bene ha fatto ad istituirla, soprattutto in realtà metropolitane come Genova ma che era facoltà e valutazione di opportunità dei Sindaci se applicarla o meno. E credo che prima di applicarla, come ha fatto il sindaco pro-tempore di Alassio supinamente (peraltro per me illegittimamente nei bilanci dell’anno in corso per farla entrare in vigore lo stesso anno) bisognava raggiungere un accordo con le categorie… accordo che ad Alassio, per esempio, non c’è stato, dove il tipo di turismo, familiare e abitudinario, è completamente diverso da quello genovese; e dove la stessa associazione di Categorie (Albergatori) ha presentato ricorso al Tar.
Ma veniamo al trasporto pubblico: i servizi di scuolabus e noleggio non vengono attualmente svolte da società esterne, come hai affermato erroneamente, forse mal consigliato, bensì dalla TPL e di questi servizi se ne occupano ben 35 dipendenti. Dato che entrambi i servizi non sono compresi nella gara, quali saranno le sorti di questi 35 dipendenti? La preoccupazione dei lavoratori è che l’esternalizzazione del servizio fino al 30% possa portare inevitabilmente alla perdita di ben 1.000.000 di km!
1.000.000 di chilometri in meno altro non sono che tagli… tagli su corse e personale dipendente! E dove tagliare le corse (oltre che i dipendenti, causando un vulnus sociale) se non da e verso l’entroterra, già oggi penalizzato? Preoccupante è altresì la clausola della salvaguardia occupazionale cui fai riferimento: questo clausola è prevista solamente per il passaggio dei dipendenti (passaggio da TPL all’azienda che subentrerà), ma non persiste per l’intera durata della gara, ossia 10 anni. Da qui le preoccupazioni “forti” degli autisti, assistenti e del personale tecnico e amministrativo, alcuni dei quali risiedono nella mia città.
Tu, assessore Berrino, citi come esempi Genova e Imperia, le quali però hanno optato per scelte totalmente diverse dalla privatizzazione: l’ RT di Imperia ha ottenuto una proroga di ben 4 anni per riuscire ad ammortizzare gli investimenti; Genova invece ha ripiegato con l’affidamento in house, una gestione a cui molte realtà italiane stanno facendo riferimento (non ultima la Giunta Comunale di Milano)!
Innanzitutto Ti chiedo, e Te lo chiedono i sindacati del personale TPL, perché la TPL non possa verificare la possibilità di avere anch’essa una gestione in house, come Genova? Il modello dell’affidamento in house è l’unico a garantire nei servizi essenziali, quale è il trasporto pubblico locale, attraverso il controllo della mano pubblica, sia il miglior servizio sulle tratte meno remunerative ma necessarie alla vita quotidiana di una Comunità (soprattutto da e verso l’entroterra), sia le migliori condizioni di lavoro per i dipendenti. Ed in tempi di crisi economica anche le politiche più liberiste consigliano investimenti pubblici per il rilancio economico di un territorio. Inoltre, per ora non c’è nessun impegno ufficiale perché si parla di un pre-bando, le clausole verranno apposte nel momento in cui si formalizzerà il bando ufficiale all’azienda miglior offerente.
A tal proposito Ti chiedo, anche a nome dei lavoratori della TPL, con cui sono in contatto sin dai tempi dell’opposizione alla Giunta Burlando, che voleva far passare il bacino unico ed un’unica società, cosa che abbiamo combattuto con forza dai banchi della minoranza regionale, quantomeno delle garanzie che tutelino i lavoratori non solamente per il “passaggio” da un’azienda all’altra, bensì per l’intera durata della gara, ossia per tutti i 10 anni. Tu mi chiedi di concentrarmi sulle problematiche locali. E’ proprio per questo motivo, come candidato ed ex Sindaco di Alassio che sono preoccupato per gli eventuali tagli alle corse da e per Solva e Moglio, le frazioni di Alassio, e per gli scuolabus degli istituti dell’infanzia e primaria della mia città. Rimango a Tua disposizione per ogni ulteriore confronto costruttivo.
Marco Melgrati, Alassio, 12.04.2018
TURISMO, REGIONE LIGURIA: PRESENTATO IL BANDO PER LA FORMAZIONE NEL SETTORE TURISTICO. 5 MILIONI DI EURO PER LA FORMAZIONE DI DISOCCUPATI E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALITÀ DEI DIPENDENTI, IN LINEA CON LE NUOVE RICHIESTE DEL COMPARTO.
GENOVA. Aperto il bando da 5 milioni di euro del programma operativo Fse-Fondo sociale europeo 2014-2020 rivolto alla formazione nel settore turistico. Due le linee di intervento, presentate questa mattina in conferenza stampa dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e dagli assessori regionali alla Formazione Ilaria Cavo e alle Politiche attive del Lavoro e Turismo Gianni Berrino. La linea 1 del bando ha una dotazione finanziaria di 4 milioni di euro ed è destinata all’inserimento lavorativo di giovani e adulti disoccupati attraverso un percorso formativo che comprenda sia le tradizionali professioni legate al turismo sia le nuove figure di recente inserite nel repertorio regionale delle professioni – professioniweb.regione.liguria.it –. La linea 2, con una dotazione di 1 milione di euro, è finalizzata alla formazione continua e all’aggiornamento professionale degli occupati, per implementarne le professionalità, in linea con le nuove richieste del mercato turistico-ricettivo.
“Puntiamo sul turismo e su tutto quello che può creare occupazione – dichiara il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – la novità è riuscire a fare sinergia tra i corsi di formazione professionale e gli aiuti che daremo alle imprese che assumono e legare il risultato di questi corsi al finanziamento degli stessi in modo che la formazione si orienti sempre più sui bisogni delle imprese e non su esperimenti che non hanno futuro. Questo è il risultato della nostra riforma della formazione professionale, delle nostre politiche attive del lavoro, l’occupazione resta la prima emergenza del Paese e della Liguria, ma qualcosa si muove i dati pubblicati sulla stampa ci dicono di un buon risultato dei nostri corsi e della formazione professionale per troppo tempo inchiodata a vecchi schemi , proseguiamo dunque su questa formula di integrazione sempre più stretta tra chi il lavoro lo dà e chi lo cerca”.
“La scelta di stanziare 5 milioni di euro per la formazione nel settore turistico, quindi di emanare un bando settoriale, è una diretta conseguenza del patto per il turismo siglato da questa giunta regionale – spiega l’assessore regionale alla Formazione Ilaria Cavo – Il restyling delle strutture turistiche non poteva non andare di pari passo con un restyling delle risorse umane del settore, e quindi dell’impostazione dei corsi di formazione. Questo bando, permette a enti, in accordo con le aziende, di presentare progetti formativi sia legati alle figure tradizionali, sia legati alle nuove figure che abbiamo inserito nel laboratorio regionale delle professioni dopo un approfondito confronto con le parti sociali e gli enti datoriali “. “Le nuove professioni segnalate dal comparto sono cinque – continua Cavo – accompagnatore cicloturistico, accompagnatorie dei turisti con esigenze speciali, chef, governante ai piani, manutentore delle strutture ricettive. I progetti formativi che toccheranno queste figure avranno una priorità ovvero un punteggio aggiuntivo nell’assegnazione del bando. L’altra grande novità deriva da un’azione congiunta e inedita con l’assessorato al lavoro. Per la prima volta nel settore turistico si metterà in atto un meccanismo virtuoso: le aziende che assumeranno i ragazzi usciti da questi corsi avranno un bonus occupazionale: si tratta di un incentivo in più e di uno strumento aggiuntivo per far trovare occupazione ai ragazzi oltre all’obbligatorietà del 30% di occupazione garantita richiesta agli enti per accedere al bando.”
“La formazione – commenta l’assessore regionale alle Politiche attive del Lavoro e al Turismo Gianni Berrino – è un tassello fondamentale nella filiera occupazionale, in particolare del settore turistico, in continua evoluzione, al passo con le richieste della clientela. Con il bando per i bonus occupazionali da 3 a 6 mila euro per contratti a tempo indeterminato, abbiamo colto nel segno: in dieci giorni dall’apertura del bando del Patto per il lavoro, sono circa 440 i contratti stipulati. Un segnale importante di vivacità del comparto turistico e delle imprese che vogliamo sostenere anche dando una sempre maggiore qualità nella formazione dei lavoratori”.
Possono presentare domanda di accesso ai finanziamenti del bando gli enti formativi accreditati e le associazioni temporanee di impresa, che comprendano almeno anche un organismo formativo accreditato. L’ente formativo e Ati può presentare un solo progetto: una seconda domanda è ammessa nel caso in cui sia del 30% la previsione occupazionale garantita dei partecipanti al corso.
NOTA DI REDAZIONE – Una semplice osservazione alla luce di passate esperienze e testimonianze dirette. Bene la formazione anche nel settore alberghiero ricettivo. Il nostro archivio e rassegna stampa, negli ultimi 40 anni, ne elenca qualche decina, ovvero stanziamenti ad hoc della Regione. Sarebbe utile fare un censimento di chi l’ha ricevuto, ovvero strutture e dipendenti. Sarebbe utile intervistare i beneficiari (dipendenti in particolare) per conoscere come in realtà si svolgono questi corsi, la sede, chi provvede ad organizzarli, ovvero si passa solitamente tramite gli uffici delle due maggiori associazioni di albergatori. Noi abbiamo conosciuto decine di dipendenti che hanno fatto i corsi che magari si sono trovati disoccupati, strutture hanno chiuso nel volgere di poco tempo, qualifiche non adeguate in busta paga rispetto ai corsi di formazione, o ancora giovani che dopo i corsi hanno cambiato mestiere e settore lavorativo, visto che gli hotel tradizionali ne sono stati chiusi qualche centinaio nel ponente ligure, in particolare. Va bene che i corsi in origine usufruiscono di soldi della Comunità Europea, che comunque fanno sempre comodo, ma da qui a illudere che siano la panacea della forza lavoro negli hotel ce ne passa. Dove il turismo non è effimero, gli alberghi hanno persino difficoltà a trovare personale in loco e ‘multilinque’ (vedi l’Alto Adige che fanno ricorso a fuori regione e stranieri delle nazioni slave). Sulla nostra Riviera, in passato, gran parte del personale della reception parlava anche il tedesco, oltre a francese ed inglese, stesso discorso per i capi servizio di sala e bar, molti esercenti di locali pubblici (bar, ristoranti, pizzerie), oggi il tedesco per una serie di ragioni è diventato invece un’eccezione e non la regola. E dire che non ci sono più turisti germanici non è esatto. Il discorso è che anche nelle scuole di ogni ordine e grado, il tedesco non è la lingua preferita. Per contro sono 250 mila i giovani italiani migrati in Germania in cerca di lavoro nell’ultimo decennio, di questi oltre 5 mila provengono dalla Liguria.