Se la cultura non si trasmette soltanto attraverso l’erudizione dei libri ma dal confronto tra le tecniche del passato e le sfide del futuro, allora “Ab Origine”, l’innovativo progetto organizzato dall’Istituto di Istruzione Superiore “Federico Patetta” di Cairo Montenotte in collaborazione con la Società Savonese di Storia Patria e l’Istituto Internazionale Studi Liguri – Sezione Valbormida, con il patrocinio del Comune di Cairo Montenotte, rappresenti un’occasione culturale di primissimo ordine in ambito non solo locale.
Gli insegnanti (il corso è infatti riconosciuto dal MIUR) che, insieme agli studenti e ai molti interessati ed esperti, hanno partecipato all’incontro hanno infatti potuto vedere, “in diretta” nell’avvenieristica Sala conferenze del “Centro Parco” Multimediale di Piana Crixia il catasto antico di Lodisio, uno dei pochissimi documenti catastali italiani in cui, accanto agli elenchi dei proprietari terrieri ed edilizi, compaiono disegni, spesso di buona fattura, per illustrare “plasticamente” i nomi e le vicende dei possidenti. Una miniera di spunti di riflessione storica e tecnica (dal mistero dei colori ancora splendenti a quattrocento anni di distanza dalla redazione, alla singolare eppure assai razionale tecnica di individuazione dell’ubicazione delle terre) che, insieme ai molti altri documenti presentati e grazie anche a Furio Ciciliot (Società Savonese Storia Patria) e Maria Paola Chiarlone ( dipendente del Comune e responsabile dell’ufficio Parco Naturale Regionale di Piana Crixia) ha appassionato e avvinto i partecipanti.
CHI E’ MARIA PAOLO CHIARLONE ?
Due pittrici valbormidesi ancora una volta protagoniste indiscusse del panorama artistico. Monica Baldi e Maria Paola Chiarlone hanno ottenuto, nEL 2016, l’ennesimo riconoscimento nell’ambito del XXVII premio nazionale di pittura Cesare Pavese “Luoghi, paesaggi e miti pavesiani”, tenutosi a Santo Stefano Belbo. Entrambe infatti hanno ricevuto la targa Cepam, Museo Casa natale; Maria Paola Chiarlone (già vincitrice nel 2014, nella venticinquesima edizione del terzo premio di pittura, con l’opera dall’evocativo titolo “La luna e i falò) è stata quest’anno insignita della targa per “Bruma di Langa”, mentre a Monica Baldi è andato il riconoscimento per “Autunno pavesiano”. Non solo la stessa provenienza geografica – entrambe vivono a Piana Crixia – accomuna le due donne ma l’esigenza di esprimere e tradurre la loro essenza, i moti interiori dell’animo, le acute e sottili sensibilità che grazie all’uso di tecniche pittoriche, seppur diverse, le rendono entrambe, due appassionate interpreti della nostra contemporaneità, facendo ottenere loro diversi premi, menzioni e recensioni tra le quali spiccano le accorate e puntuali parole del maestro Bruno Barbero, altro grande pittore valbormidese, che in modo mirabile sa rivelarci l ‘anima delle due pittrici attraverso la loro arte. Monica Baldi, rapita dal seducente acquarello “..si lascia coinvolgere dalle ritmate trasparenze, dall’intensità luminosa, dal lieve ed evanescente sfaldarsi del colore espanso dall’acqua divenendo creatrice di rarefatte armonie ed inebrianti tessiture cromatiche ..dei verdi, dei viola, dei grigi…che velano e rivelano un mondo di raffinate fantasie , insite in una realtà che è soltanto il luogo della pittura, ove deporre emozioni e sensazioni”. (B.Barbero – “Sovrapposte trasparenze”, aprile 2015). La pittura poetica di Maria Paola Chiarlone, prende vita invece, con l’ uso del pennello che scorre e scolpisce il foglio di carta, ove si infrange con forza la libertà espressiva della pittrice; “….una pittura lineare e moderna, costruita sulla semplicità e affidata a sensazioni visive , al riaffiorare dei sogni, delle esperienze di vita … cogliendone l’essenza e la consistenza reale per scomporla in lembi di paesaggio graffiato indistinto coagulante in acque plumbee, sole e chiarori filtrati, nebbie evanescenti, pervasi da un lirismo in bilico tra realtà ed astrazione.
LE INCISIONI RUPESTRI IN VAL BORMIDA E SUL BEIGUA
Nelle valli delle Bormide (aree di Millesimo, Pallare e Plodio) sono presenti rocce incise con figure antropomorfe e con coppelle, in alcuni casi associate a tombe a incinerazione risalenti all’età del bronzo e del ferro ed a massi – altare, probabilmente realizzati come punti focali del sito. Nel territorio in questione queste associazioni di rocce incise e reperti significativi potrebbero essere testimoni della presenza di aree di culto. Sul massiccio del Beigua, nelle valli dell’Orba e della valle Stura – parte del Beigua Geopark, sito Unesco – l’arte rupestre si concentra su siti pastorali e di alta quota con caratteristiche iconografiche del tutto diverse da quelle valbormidesi, con “affilatoi”, segni schematici e cruciformi che mostrano interessanti analogie con i contesti alpini e nord-mediterranei, come il Portogallo o la Spagna.
La posizione di queste rocce è simile a quella delle rocce valbormidesi, con una forte prevalenza di segni lungo i sentieri antichi, su vette o vicino a sorgenti o corsi d’acqua. La presenza di affilatoi profondi – predominante nelle zone di Alpicella, Val di Vara e Valle Stura – solleva alcuni interrogativi sulla loro funzione o significato, poiché evidenzia collegamenti con il mondo del Nord-Mediterraneo, differenziandosi nettamente dall’iconografia comune all’arte rupestre alpina italiana.
Carmelo Prestipino ha tenuto una conferenza didattica dal titolo Le incisioni rupestri del monte Beigua e della Valbormida savonese, martedì scorso (aula Magna del Liceo Chiabrera Martini, via Aonzo, Savona), nell’ambito di Sabazia 2018. Storia di Savona e del territorio savonese, ciclo di incontri organizzato dal Liceo Chiabrera Martini di Savona e dalla Società Savonese di Storia Patria.