“A 14 anni ho visto il primo film di Bertolucci all’Olimpia, alle 10 del mattino. C’era il Circolo del cinema e il cinema d’essai ai Salesiani. Il Circolo Calamandrei, di Mirko Bottero, che ci ha formato tutti quanti. Era una Savona, allora, in diretta con l’Italia, con la politica. Un Pci fortissimo dal punto di vista culturale. C’era Arrigo Cervetto che al venerdì sera, in via Santa Lucia, ci leggeva Marx. Penso alla libreria dello studente in via Sormano, alla libreria Moneta di via Boselli. Il gruppo degli amici: Tatti Sanguineti, Baroncelli, Aldo Grasso, la seconda generazione con Mimmo Lombezzi, la terza di Fabio Fazio…e oggi non c’è più nulla…A noi Savona ha saputo dare preparazione, io quando sono andato a Milano ero pronto. Eravamo in contatto con l’Italia e con l’industria culturale italiana, nel decennio tra il ’65 e ’75… “. L’intervista al Secolo XIX di Carlo Freccero, firmata da Antonella Granero e il resoconto della ‘lectio’ alla Spes del Campus di Legino a firma di Marco Gervino oggi direttore de Il Letimbro. Pochi forse sanno e conoscono la moglie di Freccero, Daniela Strumia, originaria di Vado Ligure, il papà negli anni ’50 e ’60 costruì con il socio Prato un intero quartiere a ridosso del centro storico di Loano.
Dall’intervista di Freccero al Decimonono. “Berruti ? L’ho sentito al telefono, ci dobbiamo incontrare, E’ in gamba, mi è piaciuto molto, è giovane ed io ho lanciato giovani in tutto il mondo….A Savona serve un polo d’attrazione. Una volta c’erano i circoli culturali, oggi occorre un ruolo svolto dalle istituzioni: il Campus universitario può essere lo strumento…”. E quale futuro per Savona ? “L’unica industria che è rimasta è quella dell’ospedale…“.
In realtà Freccero dimenticava l’Ente porto, seconda ‘miniera’ per posti di lavoro dopo l’Asl. Citava la necessità di risanare il vecchio ospedale, cosa che sta avvenendo e l’iter lo avviò il sindaco Federico Berruti.
Ancora Freccero: ” Finita l’era dell’industria materiale, perchè non mettere li l’industriale immateriale, quella dell’informatica, ad esempio. E poi terziario e turismo, non vedo altre strade, insieme con un collegamento con la Valbormida…”.
Dieci anni fa non si parlava della mega piattaforma di Vado Ligure, quella che pare destinata a ridisegnare una buona parte del comprensorio di ponente della città capoluogo e, per i critici, sconvolgere il litorale di levante. Ma con un indiscusso potenziale in termini economici e posti di lavoro.
Nel frattempo i comunisti duri e puri sono definitivamente ‘scomparsi’, i pochi rimasti parlano in politichese, scrivono di tematiche, analisi che avranno una logica, ma non convincono più né la maggioranza, né la minoranza a vedere dai risultati elettorali, ridotti a mosche bianche e forse senza futuro, né alternative radicate sul territorio.
C’è uno spaccato nella vita del popolare personaggio del mondo della cultura made in Savona. La moglie e fedele compagna di vita di Freccero. Lei, Daniela Strumia, figlia di un compianto imprenditore di Vado Ligure, che in società con Prato, realizzarono il più popoloso ed imponente quartiere residenziale di Loano (corso Europa). Dopo una tragedia in cui fu ucciso in strada, a fucilate, Prato, inizio un’interminabile via Crucis, fino al tribunale fallimentare. Nei ‘meandri’ di quella giustizia italiana che produce migliaia di scartoffie, lacci e laccioli, perizie, controperizie, curatori fallimentari. Una storia fallimentare che durò oltre 30 anni e che non solo coinvolse gli eredi, ma decine e decine di acquirenti. Nessuno ha più scritto come sia andata a finire, forse una causa alla Corte di Strasburgo per il clamoroso impasse giudiziario.
La signora Freccero la descrivono molto riservata, sensibile alle minoranze e a chi soffre, non frequentasalotti e da sempre vive a Savona. Senza apparire, lontano dalla vita mondana, dal lusso e dalla Savona che conta, sulle orme del più noto marito che del resto rifugge, a sua volta, il mondano e la mondanità, preferendo lo studio, la lettura, i talk show televisivi della politica, dei costumi dell’Italia nel terzo millennio. Un analista ed osservatore attento e rigoroso con se stesso e con gli altri. Nel 2013 ha pubblicato ‘Televisione’ (Bollati Boringhieri). Marito e moglie sono autori dell’introduzione di varie pubblicazioni come documenta il sito ‘Internet Culturale’.