Loro hanno scelto lo slogan “Alassio volta pagina’, originale ma non proprio, forse meritavano “Gli angeli della pace”. E si perchè nessuno crede che i contendenti Vip siano disposti a deporre le armi e sedersi al tavolo della ‘ritrovata unità’ che qui non abita. Intanto hanno ‘voltato pagina’ senza tener conto della priorità o almeno parità nel mondo dei media e social. Trucioli non è in campo (tre lettori), ma la priorità nell’annuncio della nascita data a Ivg.it, a scapito de La Stampa, Il Secolo XIX, Savona News non è un colpo di genio. Il migliore inizio. La carta stampata è pur sempre punto di riferimento e credibilità nel mondo dell’informazione ligure e nazionale. Probabilmente ha pesato la convenienza verso un social molto diffuso e baciato dalla pubblicità. Previsioni ? ‘Volta pagina’ già destinata ad un ruolo marginale sulla scena alassina. Ad Alassio volenti o nolenti devono fare i conti con Marco Melgrati. Alassio dove, lo abbiamo scritto, c’è la corsa spasmodica e sotterranea a mantenere o conquistare il potere. Gli ‘angeli della pace’, in realtà hanno già messo una cosa in chiaro, Cioè? Eccolo: ” Chi ha amministrato Alassio negli ultimi 25 anni è da dimenticare. Bisogna offrire un’alternativa diversa.” Ma la Città del Muretto nell’ultimo quarto di secolo è stata amministrata davvero così male ? I vari pretendenti, sempre in lizza, primi attori e guardia spalle, devono essere finalmente ‘pensionati’, allontanati dal “buon governo” di Palazzo Civico ? C’è da credere che non finirà così, a meno che alla fin fine non restino due gruppi, entrambi forti e all’insegna di un rinnovamento vero. Divisioni e frazionamenti non giovano, credere o illudersi di avere in mano il pallino della vittoria sarà un flop. L’affarismo di piccolo cabotaggio ha tantissimi tentacoli.
Ci provano a far pulizia i ‘Volta Pagina‘: Vittoria Berguia, Michela Bruno, Gian Luigi Canavese blogger della prima ora e varie migrazioni sociologiche, Ernesto Carbone, Jan Casella lo stratega e futurista, Gina Cerati, Chiara Costa, Carmela Gallistru, Giacomo Gianetti, Rosanna Iebole (un cognome popolare), Caterina Maggi, Giovanni Parascosso (esperienza e professionalità di cose comunali), Franco Polli, Agostino Testa (il candidato più autorevole e gettonato qualora si arrivasse a candidare anche il sindaco) e Stefano Trezzani. Quanto vale in termini di voti. I ‘fratelli sondaggio‘ attribuiscono un 5 per cento, pochini per ribaltare gli inossidabili. Melgrati può continuare a dormire sonni tranquilli. Canepa trama. A meno che il presidente Toti, come alcuni uccellini ormai sono pronti a scommettere, non arrivi con la soluzione ideale, alla quale non si potrà dire di no: un colpo al cerchio e l’altro alla botte. E sarà una bella sorpresa, l’ufficio stampa della Regione ha l’ordine di smentire. “Il presidente Toti lascia ampia libertà d’azione – si dice – agli alassini.”… C’è da credergli. E nessuno è autorizzato a divulgare l’ultima scena vissuta nell’ufficio di….
Intanto prosegue le ‘guerra dei comunicati’. Sui social pare spadroneggi la favola vera di ‘gambadilegno’ che si è aggiudicato 88 mila euro di premi per dirigenti comunali. E il bravo albergatore dell’hotel Toscana, 4 stelle, Mantellassi ha già fatto sapere che lui da il buon esempio e paga di tasca sua la Tassa si soggiorno che da luglio scatterà per i turisti.
Alassio dove può accadere che sui tabelloni stradali destinati alle affissione, e recanti la scritta “Comune di Alassio” continuano a restare affissi ed ammirati da passanti e turisti stupiti il manifesto che ‘inneggia’ alla vergogna , con tanto di nome e cognome e di cui trucioli.it in solitaria ha dato conto. Anche questa volta ci siamo messi in contatto con il legale della famiglia Fioroni, Gabriella Branca di Savona, ma la nostra e mail non ha ricevuto risposta. Scena muta, ci sarà pure una valida ragione, tenuto conto che è anche la sorella di un quotato redattore de La Stampa Savona. Una storia paradossale quella di cui è vittima la famiglia Fioroni, di ‘giustizia fai da te’ . A prescindere da quel contratto d’affitto e dai soldi versati in nero. E dopo che Il Secolo XIX (in precedenza La Stampa con il giornalista Stefano Pezzini) ha portato alla ribalta, il 4 febbraio scorso, un’altra puntata del ‘Caso ex Manila‘ dove il giudice ha sentenziato: “ Mighetti non è moroso”. Leggi.