Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Da Mendatica a Cipressa e ritorno:
se n’è andata anche Maria du Megu


Nella sua lunga vita Maria non ha mai né reciso, né allentato il profondo legame con Mendatica, perché grande era l’attaccamento ai luoghi che l’hanno accolta alla nascita e l’hanno accompagnata nel percorso di formazione umana, sociale, spirituale e culturale. Di più solido era soltanto l’amore per la gente del paese, per gli anziani depositari di esperienza e di capacità di sopportazione delle prove, per i lavoratori modello esemplare di accettazione della fatica e per i giovani fiduciosi osservatori del presente in vista di un futuro di opportunità da perseguire. La disponibilità verso gli altri e la curiosità mai appagata hanno sostenuto la sua vicinanza a tutti e il suo acuto ascolto.

In primo piano Maria vedova Mariotti durante una visita del vescovo Oliveri a Mendatica alla festa del Santa Patrono, sullo sfondo Emidia Lantrua che è stata sindaco

Da bambina e da adolescente ha frequentato la scuola e le attività oratoriali condotte dalle instancabili suore (che non ci sono più), ha preso parte attiva ad ogni evento  promosso nel periodo storico. Con vero piacere ha seguito i genitori e i fratelli lungo i camminamenti transumantici, per condurre il gregge familiare nel retroterra ulivato dopo la caduta delle foglie e alle apriche pendici della Colletta delle Salse al primo rinverdire dei prati. Gli spostamenti erano accettati come occasione di conoscenza di persone, di usi, di ambienti eterogenei.

Da ragazza tentò di restare più a lungo in paese, dove la

Il momento in cui il vescovo Oliveri incontra Maria nel giardino dell’Agriturismo Il Castagno dove la donna era ospite

vita era fervida, attiva e stimolante. Dopo le incombenze domestiche e i lavori nei campi, era solita frequentare, come consuetudine comune, le numerose sale di cucito e di ricamo per apprendere gli elementi basilari alla confezione della biancheria casalinga e degli abiti usuali.

Aperta, seppur timida, rispettosa ascoltava con pari affetto e interesse tanto i coetanei contadini e pastori, quanto i pochi studenti tra cui il geometra Ilario, il professore Giovanni e il futuro parlamentare Aldo Amadeo, mendaighino e la casa si affaccia sul piazzale della chiesa.

Era fiera delle origini pastorali, capaci di mutua solidarietà, di reciproca assistenza, di collaudata capacità di reperire soluzione ai problemi più diversi.

Con fiduciosa speranza e cauto ottimismo progettava un avvenire di famiglia e lavoro. Era presente alle feste paesane, ai balli campestri, ai cori dei suonatori locali che spesso si esibivano nell’albergo “Cacciatori” (ora ex). Qui solitamente oltre ai villeggianti, agli appassionati di caccia e agli amanti della montagna, soggiornavano i pubblici ufficiali in servizio locale, in particolare le maestre e i medici.

Qui lei conobbe Mario Mariotti, il giovane medico condotto, che dimostrò immediata simpatia verso la ragazza. Maria fu restia ad accettare le sue attenzioni, consapevole delle ineguali esperienze di vita, ma la serena  insistenza del giovane, che nel frattempo aveva trovato l’approvazione della sua onesta e seria, seppur umile famiglia, ebbe la meglio.

I due si sposarono. Maria partecipò al mondo del marito con innata raffinatezza e spontanea affabilità, mantenendo intatta la personale semplicità. Non cambiò comportamento, conservò le proprie abitudini, fu sempre vicina e sollecita tanto  alla famiglia di appartenenza quanto a quella di affinità. Si prese cura precipuamente della sorella più giovane, Alda, quasi una figlia per il marito e per lei  a cui fu negata la tanto desiderata maternità.

Per ragioni professionali il medico si trasferì a Cipressa e Maria scelse una casa tra gli ulivi per mantenere l’ancestrale contatto con l’humus, con quella terra che aveva sempre offerto lezioni di vita interagente e ciclica.

La soddisfazione per la stima tributata al medico,  il calore umano riversato su entrambi non bastarono ad alleviare il dolore per la prematura perdita della madre e quello ancora più cocente per la malattia incurabile dell’amata Alda, giovane madre di Pietro. Solo la presenza dei nipoti, due dei quali seguiranno le orme dello zio, conforteranno Maria e Mario.

Nonostante la lontananza del medico, chi a Mendatica lamentava gravi problemi di salute ricorreva a lui per un consulto o l’accompagnamento presso specialisti e nosocomi idonei, riconoscendogli i meriti di aggiornamento permanente e di pratica collaudata.

Negli anni in cui l’economia tradizionale della montagna subiva un momento congiunturale, e nelle malghe delle Alpi Liguri, trascinate dalla positiva esperienza della stazione sciistica di Monesi, si assisteva all’albore di iniziative innovative, fu chiamato alla carica di sindaco.  Per due mandati, dal 1964 al 1975, Mario guidò il paese nel tentativo di arginare la deriva demografica delle località pedemontane, rivitalizzando l’operosità  del passato con l’apertura verso nuovi interessi e indirizzi.

Maria gli fu sempre accanto, accompagnandolo e aspettandolo pazientemente in macchina, agli impegni lavorativi e istituzionali. Nei rari momenti di pausa con disinvoltura  conduceva il marito nelle città d’arte,  dove si ritemprava, alimentando lo slancio artistico con cui amava ritrarre scorci e paesaggi. Erano però le vacanze alle Salse  di Mendatica a dare forza e speranza alla famiglia!

Concluso il mandato elettorale, lasciato il lavoro, il ritorno a Mendatica vide i due impegnati nelle ricerche di archivio e negli incontri organizzati dalla Commissione cultura.

Poi la brevissima malattia del marito e la vedovanza di Maria.

L’affetto dei suoi cari, la vicinanza del paese le diedero il coraggio di accettare i vuoti che andavano sommandosi e gli affanni che facevano la comparsa. Quando il peso dell’età diventa insopportabile, ricorre all’aiuto esterno e infine abbandona Mendatica per raggiungere la sorella Laura.

Ora all’età di 94 anni fa ritorno in paese, vicino all’amato marito e a tanti altri suoi cari. Sa che i mendaighini che ne hanno sempre apprezzato l’umile saggezza, la naturale signorilità, l’autentica appartenenza a questo substrato culturale le faranno visita, manterranno memoria dei valori da lei espressi. Grazie Maria, dobbiamo esserti tutti riconoscenti.

Emidia Lantrua  

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

Oggetto: Maria du Megu: Una donna che ha lasciato un ottimo ricordo a Cipressa. Ricordo che ero un bimbetto e mi parlava affettuosamente, come pochi in paese facevano con i bambini… Donna buona, paziente, generosa… Molti qui pregheranno per lei!  Luigino Filippi


Avatar

Trucioli

Torna in alto